lunedì 14 febbraio 2022

Da autore di thriller a classico nazionale australiano: la parabola di Kenneth Cook

Che un autore di thriller possa diventare un classico della sua letteratura nazionale, è difficile andare a pensarlo, ma a volte succede. Soprattutto quando l'autore in questione si rivela capace di intercettare e di esprimere qualcosa che appartiene al vivere quotidiano della gente molto più e molto meglio di quanto riescano a fare gli autori mainstream, che magari sono impegnati soprattutto nel mettersi a confronto con i modelli stranieri che hanno scelto.

La letteratura australiana non è ricchissima ma del resto si sta parlando di un Paese che non ha mai ospitato una grandissima popolazione. Il cinema ha offerto la possibilità di raggiungere una grande notorietà ad alcuni eccellenti narratori, come Nevil Shute (nativo britannico poi naturalizzato australiano) o Joan Lindsay; il premio Nobel ha nobilitato l'opera di un autore sperimentale come Patrick White. A livello internazionale, sono pochissimi altri a essere noti. Un autore che in patria è considerato importante e all'estero ha avuto un successo che non accenna a diminuire è Kenneth Cook.

Kenneth Cook

Nevil Shute (1899-1960)

Joan Lindsay (1896-1984)

Patrick White (1912-90)

Cook è noto soprattutto per il suo romanzo d'esordio, Wake in Fright (1961), dal quale è stato tratto anche un film di successo, sia pure considerato parecchio violento e quindi limitato nella circolazione dalla censura. Come spesso avviene, questo romanzo è arrivato in Italia con molto ritardo, solo nel 2020, e per giunta ad opera di un piccolo editore (Enrico Damiani), fatto che ne ha ulteriormente limitato la circolazione.


In realtà, un romanzo di Cook era stato già tradotto nel lontano 1966 dall'editore Il Liocorno, nella sua prestigiosa e sfortunata collana di Polizieschi: si tratta di Chain of Darkness (1962), un'opera di ambientazione inglese, presentata con il titolo Omicidi per il video.



Kenneth Cook, nato a Lakemba, un sobborgo di Sydney, il 5 maggio 1929, dopo le scuole lavorò come operaio nei cantieri navali, tecnico di laboratorio, giornalista, autore di documentari, ecc. Nei primi anni '50, mentre era dipendente di una compagnia radiofonica, scrisse un romanzo che fu inizialmente accettato da un editore ma poi non pubblicato perché il suo contenuto venne ritenuto “diffamatorio”. La pubblicazione e il successo di Wake in Fright e dei romanzi immediatamente successivi, nonché una serie di buoni investimenti, permisero a Cook di vivere senza problemi economici e di fondare una sua compagnia di produzioni televisive per realizzare tv movie e documentari naturalistici per bambini.

Interessato alla politica, cattolico e pacifista, oppositore della guerra in Vietnam, Cook tentò due volte di farsi eleggere al parlamento federale australiano, nel 1966 e nel 1969, in entrambi i casi senza successo. Un suo investimento in un allevamento di farfalle fallì, provocandogli qualche problema economico, dal quale uscì fuori sceneggiando una serie di fumetti che ai tempi fu molto famosa nei Paesi anglofoni, The Killer Koala.

Il superlavoro finì però per minare la sua salute: Kenneth Cook morì all'improvviso di infarto il 18 aprile 1987 durante una vacanza in campeggio a Narromine.

La sua opera narrativa comprende diciassette romanzi e tre volumi di racconti.




Dal 1951 fino agli anni '70 fu sposato con una bibliotecaria, Irene Patricia Hickie. Dopo aver divorziato da questa, si risposò con l'editrice Jacqueline Frances Kent, che gli restò accanto fino alla morte. Dal primo matrimonio ebbe quattro figli, due dei quali destinati a condividere con lui la celebrità e uno sfortunato destino: la figlia Megan, nota come scrittrice con il nome di Megan Gressor, nata nel 1955, morì nel 2007 in seguito a un intervento chirurgico (uno dei suoi libri è uscito anche in Italiano con la Edicart: All for Love, con il titolo Affari di cuore); il figlio Anthony Cook, avvocato e attivista dei diritti umani, specialmente quelli degli aborigeni, nato nel 1959, si uccise nel 2009 dopo aver sofferto di una grave forma di depressione.


Veniamo adesso alle sue opere disponibili nella nostra lingua.

Al centro di Wake in Fright c'è la figura di John Grant, un giovane maestro di scuola che ha potuto terminare gli studi grazie ad un prestito federale che deve ripagare prestando servizio in una località sperduta del deserto australiano, Tiboonda. All'arrivo delle sei settimane di vacanze natalizie, che nell'emisfero australe corrispondono all'estate, riceve diversi stipendi arretrati ed è libero di tornare a casa a Sydney. Mentre aspetta la coincidenza per il volo in un paese più grande, Bundanyabba, si intrattiene a parlare con un poliziotto locale che lo convince ad andare a bere qualcosa in un locale. Questo locale si rivela essere una bisca clandestina: Grant, che ha bisogno di soldi per far colpo sulla ragazza con cui vorrebbe mettersi, si convince di poter mettere insieme facilmente una grossa vincita ma, dopo alcune mani fortunate, non riesce a fermarsi e perde tutto.

Ritrovandosi senza nemmeno i soldi per il biglietto, la mattina dopo conosce un direttore di miniere, Tim Hynes, che se lo porta a casa per offrirgli almeno il pranzo. A loro si aggiungono la moglie e la figlia ormai grande di Hayes, Janette, e due amici minatori. Durante la giornata, Grant beve molto e in serata si ritrova in intimità nel giardino con Janette, ma un po' per inesperienza e un po' perché ha bevuto troppo non riesce a concludere nulla e perde conoscenza. Più tardi si riprende nella baracca di un certo Tydon, un medico alcolizzato che ha una relazione aperta con Janette ed è socio di Hynes. I due minatori li raggiungono e i quattro decidono insieme di andare a caccia di canguri.

Durante la notte successiva attraversano il deserto e fanno strage di canguri, con una violenza che finisce per disgustare Grant. Lascia gli altri portandosi dietro il fucile che gli hanno regalato e riesce a ottenere un passaggio da un camionista, il mezzo del quale porta la scritta “Sydney” sulla fiancata. Ma non è diretto a Sydney, bensì a Bundanyabba, dove Grant si ritrova come prigioniero.

Nella disperazione, rendendosi conto di avere ancora un colpo nell'arma, Grant, si tira una fucilata alla testa, ma è talmente scarso come tiratore da colpirsi solo di striscio. Finisce in ospedale, dove viene curato e rimesso in sesto.

Alla fine viene rispedito a Tiboonda perché l'anno scolastico sta per ricominciare.

Il romanzo ha avuto due adattamenti per lo schermo: uno nel 1971 come film diretto da Ted Kotcheff e interpretato da Gary Bond, Donald Pleasence e Sylvia Kay; l'altro, come miniserie televisiva, nel 2017.





Nell'altro romanzo disponibile in Italiano, Omicidi per il video, si può apprezzare l'esperienza di Cook nei mass media. Siamo nei sobborghi di Londra. Un ladruncolo, Walter Johnson, sorpreso a rapinare una gioielleria da un poliziotto, reagisce picchiando a morte l'agente con la leva di un crick. Viene visto da un testimone che dà immediatamente l'allarme, scatenando la caccia all'uomo. Johnson si nasconde inizialmente in casa di un'amica prostituta ma, quando i controlli casa per casa arrivano fino al suo nascondiglio, scappa attraverso l'appartamento di un'altra prostituta, sulla quale infierisce con una violenza inaudita, ma senza ucciderla.

Grazie a un'auto rubata, può dirigersi nelle campagne, ma presto si rende conto di essere inseguito.

Intanto, il suo caso è seguito da una squadra appartenente a una rete televisiva privata. Il giornalista Ben Davidson è convinto di mettere a segno lo scoop della vita, ma alle sue spalle i responsabili della tv tramano per farsi le scarpe l'un l'altro aizzati tra loro dal principale sponsor, l'industriale farmaceutico Bloomfield, che cambia idea da un momento all'altro sulla qualità dei programmi da trasmettere e, dopo aver imposto ogni sorta di cambiamenti, se questi vanno male, se la prende con i manager suoi sottoposti.

Mentre Johnson continua la sua fuga uccidendo un altro poliziotto e nascondendosi in un bosco, Davidson riesce a seguirlo in modo da ottenere un servizio molto preciso, che fa crescere gli ascolti, e viene quindi incaricato di stargli dietro.

Davidson prende l'incarico talmente sul serio che, mentre la polizia non riesce a mettere le mani su Johnson, la sua squadra arriva addirittura a imbattersi nel bandito, che li minaccia con un fucile ma, dopo aver ottenuto da loro cibo e bevande, arriva addirittura ad accettare di sottoporsi a un'intervista, convinto che se spiegherà le sue ragioni non sarà condannato.

L'intervista di Johnson è un vero scoop e fa esplodere gli ascolti, ma arrivano anche chiamate di protesta per lo spazio che è stato concesso a un delinquente. Bloomfield, inizialmente orgoglioso del successo, reagisce licenziando il manager che si è preso da responsabilità della messa in onda e retrocedendo Davidson a un ruolo meno importante.

Intanto, la polizia raggiunge Johnson, che si è nascosto in un pollaio, e lo uccide dopo un rapido conflitto a fuoco.