mercoledì 12 novembre 2025

Alex Karmel, Mary Ann e "Momento selvaggio": da un romanzo di successo a un film senza successo

Pur essendo stato attivo per poco tempo, molto tempo fa, Alex Karmel ha lasciato non poche tracce di sé, grazie anche a una serie di incroci con persone che, come lui, hanno trovato comunque un modo di farsi ricordare, ad esempio le sue due mogli.

Le note biografiche sul suo conto sono comunque scarne: nato a New York il 15 settembre 1931, negli anni '50 sposato in prime nozze con Marjorie Lahofsky, tre figli, per qualche tempo la coppia vive in Francia. La moglie (nata a New York il 27 dicembre 1928) muore prematuramente il 23 marzo 1964 nella sua città natale. In seconde nozze, Karmel sposa Marianne Servouze, francese, e si stabilisce in Francia, a Dourdan, con lei e i figli. Muore il 24 ottobre 2015.

Karmel con la prima moglie negli anni '50
Karmel anziano con la seconda moglie

Risulta autore di pochi libri. Del 1958 è il romanzo Mary Ann. Nel 1968 esce un altro romanzo, Last Words. Una terza (e ultima) opera narrativa è del 1970: My Revolution. Oltre a questi, due libri di non-fiction: Giullotine in the Wings (1972) e, dopo un lungo intervallo di tempo, A Corner in Marais: Memoir of a Paris Neighborhood (1998).



Karmel risulta anche curatore delle edizioni post mortem di un manuale scritto dalla sua prima moglie, Thank You, Dr. Lamaze (1959), che dovette essere un discreto bestseller, dedicato ai metodi di preparazione al parto naturale tramite psicoprofilassi elaborati dall'ostetrico francese Fernand Lamaze (1891-1957), che la donna aveva sperimentato in occasione della sua prima gravidanza. Marjorie Karmel è stata, insieme a Elizabeth Bing, una delle fondatrici della Lamaze International, l'associazione che a tutt'oggi promuove le stesse tecniche in tutto il mondo.
Fernand Lamaze


Anche la seconda moglie di Karmel, sebbene più attiva come traduttrice, ha pubblicato qualcosa con un discreto successo, quanto meno di critica: Ménopause (1996), una raccolta di monologhi teatrali. Risulta anche curatrice di un fondo di documenti originali sulla Shoah, nella quale fu coinvolta la sua famiglia.


Tornando a Karmel, il suo maggiore successo è stato senza dubbio il suo primo romanzo, che arrivò anche in Italia, nel 1961, con il suo titolo originale.



È la storia di una studentessa newyorkese che, all'ultimo anno di high school, mentre rientra a casa dalle prove di un coro in cui canta, viene aggredita e stuprata da un uomo. Rientrata finalmente a casa, è ovviamente sconvolta e arriva al punto da lavarsi con dei detersivi. Il giorno dopo tenta di tornare a scuola, ma non regge la calca della metropolitana e sviene. Riaccompagnata a casa da un poliziotto, per un paio di settimane sta male, ma di una condizione morbosa non chiaramente definita, che il medico di famiglia scambia per un'influenza stagionale. Ritorna a scuola e, una mattina, sempre nella stazione della metropolitana, assiste a un omicidio-suicidio in cui un uomo spara a una donna prima di rivolgere l'arma contro sé stesso, e crede di riconoscere nell'uomo il suo stupratore.

L'evento la sconvolge ancora di più e, nell'imminenza degli esami finali, decide di abbandonare la scuola e di andare via di casa. Del resto, non ha quasi nessun dialogo e nessuna tenerezza né con la madre, sempre impegnata in attività sociali ma incapace di allontanarsi dal loro quartiere, né con il patrigno, che detesta, e del padre non ha alcuna memoria.

Senza dire nulla ai genitori, un giorno, semplicemente, sparisce. Si stabilisce in una sordida pensione in periferia e trova un lavoro da commessa in un negozio di abbigliamento. Non fraternizza né con le colleghe, né con l'unica vicina che tenta di avviare un dialogo con lei, una donna piuttosto equivoca che riceve continuamente uomini diversi.

Dopo alcuni mesi il rapporto con le colleghe è talmente peggiorato che in seguito a un incidente il negozio decide di licenziarla. Allora se ne va in giro per la città, senza una meta, finché si ritrova su un ponte sull'Hudson e, affacciata, sente irresistibile il richiamo dell'acqua. Mentre sta arrampicandosi, però, viene tirata giù da un energumeno, un giovane uomo rozzo in tenuta da operaio. L'uomo, vedendola confusa, la porta a casa sua.

L'uomo si chiama Mike, è piuttosto taciturno, vive in un piccolo seminterrato e lavora in un'officina. È un tipo tranquillo e la lascia in pace, tranne un'occasione in cui rientra a casa ubriaco e cerca di metterle le mani addosso, ma perde l'equilibrio e cade. Lei lo colpisce con un calcio in faccia, ferendolo gravemente a un occhio. Nonostante le cure prestate in ospedale, in seguito, Mike perde l'occhio.

Ma il rapporto tra i due è già cambiato. Mike, ogni volta che esce, la chiude in casa, impedendole di uscire. Ha deciso di sposarla e aspetta solo che lei ceda. Lei però non sembra cedere.

Ma, nell'ultimo capitolo, quando alla madre arriva una lettera di Mary Ann che le assicura di stare bene e la donna si reca a trovarla, Mary Ann è ormai sposata con Mike e in attesa di un figlio.

La storia, condensata in 130 pagine, si prestava a essere trasposta in film e così avvenne. La pellicola fu una produzione indipendente, fortemente voluta dal giovane regista Jack Garfein e intitolata Something Wild. Le intenzioni artistiche erano immediatamente dichiarate dall'ingaggio di Saul Bass per i titoli, di Aaron Copland per la colonna sonora e di Eugen Schüfftan per la fotografia. Inoltre, la protagonista era un'attrice celebre e fascinosa, Carroll Baker, all'epoca moglie di Garfein, coadiuvata da un ottimo caratterista come Ralph Meeker.

Carroll Baker (1931) durante la lavorazione del film
Saul Bass (1920-96)

Aaron Copland (1900-90)
Eugen Schüfftan (1893-1977)
Jack Garfein (1930-2019) e Carroll Baker con i figli, durante il loro matrimonio
Ralph Meeker (1920-88)


Il film ricalca sostanzialmente la trama del libro, anche perché proprio Karmel ne ha scritto la sceneggiatura. Si tratta di un'opera piuttosto lenta e rarefatta, dalle lunghe sequenze, in un bianco e nero espressionista, con pochi dialoghi sostituiti da una colonna sonora magniloquente e un po' invadente, e alcuni evidenti riferimenti psicoanalitici, ad esempio nella sequenza dell'incubo in cui Mary Ann rivede le sue compagne di scuola, ma prive di volto, durante un'uscita didattica in un museo.






 
Non fu un grande successo, anche se arrivò pure in Italia, con il titolo Momento selvaggio. Dopo di allora, Karmel non avrebbe più collaborato con il cinema e Garfein avrebbe lavorato soprattutto in teatro e come insegnante di recitazione all'Actor's Studio.






lunedì 13 ottobre 2025

"Complotto a Venezia": il romanzo dimenticato di Raymond Rudorff

Di Raymond Rudorff, nato in Inghilterra nel 1933 e morto nel 1992, tutto sommato, non si sa molto. Visse a lungo in Francia e in Italia e fu storico, giornalista, traduttore e scrittore: autore, per la verità, di pochi libri, dei quali però almeno uno famosissimo e un altro abbastanza famoso.

Raymond Rudorff

In Italia, nonostante la sua lunga presenza sul territorio, ha goduto di fortune quanto meno alterne. Il primo libro tradotto su cui compare il suo nome è addirittura una guida turistica di Parigi, proposta da Sugar nel 1970, del quale è il curatore. Volume elegante e raffinato, uscito originariamente in inglese nel 1969, opera di una squadra di intellettuali che comprende anche il nostro Goffredo Fofi.



A quell'epoca, però, non sono ancora uscite le opere più importanti. Solo nel 1972, infatti, esce The Dracula Archives, il romanzo che rappresenta una sorta di prequel del Dracula di Bram Stoker e che è addirittura costruito alla stessa maniera, in forma di collazione di documenti diversi redatti da più mani.

Alcune delle tante edizioni in inglese

Il meccanismo sembra ispirare parecchio Rudorff, che l'anno dopo pubblica un altro romanzo di genere soprannaturale, ambientato nella Londra ottocentesca e pure costruito come Dracula, tra lettere, brani di diario e altri documenti: è The House of the Brandersons.



Per ragioni come sempre inspiegabili, l'editoria italiana si accorge tardi di Rudorff, benché questo sia stato già nel 1965 il traduttore inglese di
Il Vampiro di Ornella Volta, libro tanto illustre quanto poco noto (apparso per la prima volta in francese nel 1962, uscito in Italia con Sugar nel 1964 e mai più ristampato). 

Ornella Volta (1927-2020)


La dimora dei Branderson esce nella collana Narrativa Sonzogno (che in quegli anni scopre e presenta al pubblico italiano parecchi autori e titoli di horror e thriller di notevole spessore) nel 1975.
È la storia di una possessione diabolica che inizialmente sembra interessare soltanto un mercante londinese appena tornato da un viaggio in Oriente, ma che pian piano si rivelerà relativa a tutta la sua famiglia, interamente posseduta da un unico demone.

Il buon successo di questo libro non induce nessuno a proporre il prequel di Dracula, benché questo sia stato tradotto in tutto il mondo. Per poterlo leggere in Italia si dovrà aspettare il 2010, quando viene finalmente tradotto dalla piccola e dinamica casa editrice Gargoyle Books con il titolo Gli archivi di Dracula.



Ma, intanto, la Sonzogno ha dato spazio a un altro romanzo di Rudorff, uscito nel 1976: The Venice Plot, tradotto nel 1977 con il titolo Complotto a Venezia.



Oggi, il nome di Raymond Rudorff ricompare spesso nelle pagine web o cartacee degli amatori del soprannaturale, anche se La dimora dei Branderson non ha più avuto altre edizioni dopo quella di mezzo secolo fa e la Gargoyle Books ha purtroppo chiuso i battenti, ragione per cui ambo i libri più noti del misterioso autore inglese devono essere cercati nel mare magnum dell'usato. Circostanza che non sembra scoraggiare gli appassionati, che dedicano a essi ogni genere di considerazione e riflessione critica.

Invece, Complotto a Venezia, pure mai ristampato, è caduto in un oblio pressoché assoluto. Viene al massimo citato nella bibliografia dell'autore in qualche pezzo che tratta di uno degli altri due.

A leggerlo oggi, in un certo senso, si capisce anche il perché. Ambientato alla fine degli anni '60, mostra una Venezia sotto l'incubo dell'acqua alta ma, soprattutto, sede di continui furti d'arte.

La scoperta di un documento che sembra un originale di un Vangelo in una camera nascosta di San Marco induce l'editore americano Conrad Hooper a inviare sul posto un fotografo suo connazionale, Kit Fermoy, per la realizzazione di un volume illustrato di lusso. La guida di Fermoy dovrebbe essere uno storico dell'arte di nazionalità inglese, Anthony Venner, ma questo finisce quasi subito ammazzato, apparentemente senza ragioni. La relativa inchiesta mette Fermoy in contatto con il comandante Cavallini, il carabiniere incaricato delle indagini, che contemporaneamente sta indagando anche su una serie di furti d'arte conclusi ogni volta con la morte violenta dei responsabili e la scomparsa della refurtiva. L'ipotesi di Cavallini è che ci sia in città una banda che pretende di egemonizzare i furti d'arte, eliminando spietatamente tutta la concosrrenza, e che Venner sia finito immischiato in qualche modo nella contesa.

Fermoy, che nel frattempo si è messo a frequentare la high society dei collezionisti e mercanti d'arte veneziani, ha anche lui la sensazione che molti fingano e mentano ogni volta che si affronta la questione. Intanto, ha una relazione con la giovane Francesca Palmarin, figlia di un aristocratico snob che sembra avere la fissa di Venezia indipendente come al tempo dei dogi. Procedendo la trama, Fermoy si renderà conto che le fantasie di Palmarin non sono fini a sé stesse, e che dietro l'aristocratico c'è un vero progetto eversivo. Ma tutto questo cosa c'entra con la guerra tra ladri d'arte e l'assassinio di Venner?

Le esigenze della tensione narrativa inducono spesso l'autore a ricorrere a cliché che probabilmente non passerebbero il vaglio del lettore di oggi, troppo assuefatto al politically correct. Ci sono diverse figure di omosessuali, tutte più o meno sgradevoli e viscide, e i patrizi veneziani sono presentati come una manica di ricchi sfaccendati e privi di qualsiasi principio morale. Insomma, anche se sul piano strettamente narrativo si tratta di un romanzo più che valido, è difficile immaginarlo ripubblicato oggi.

martedì 16 settembre 2025

Il destino di Faber Heeresma, autore olandese di spionaggio

Certi destini sembrano segnati. Faber Heeresma, nato ad Amsterdam il 7 aprile 1939, restò orfano del padre, che era un teologo, insegnante e giornalista molto quotato, nel 1944, quando aveva solo cinque anni. Faber era il più piccolo di tre fratelli, tutti destinati a diventare scrittori: Simon Heere Heresma, Marcus Aurelius Heeresma e appunto lui, Faber Johannes Heeresma. Il primo, vissuto dal 1932 al 2011, è stato il più famoso, considerato uno dei più importanti autori olandesi del XX secolo; il secondo, vissuto dal 1936 al 1991, il più tardo a esordire, anche se dal 1977 al 1990 è riuscito a pubblicare due romanzi, un racconto e due raccolte di poesie; e infine Faber, precoce e sfortunato, autore di due romanzi scritti assieme a Heere e altri due scritti da solo, destinato a morire in un incidente automobilistico a Ibiza il 7 giugno 1969, poco dopo aver compiuto trent'anni.

I fratelli Heeresma: da sinistra, Faber, Marcus e Heere

Faber Heeresma studiò alla Rijksakademie di Amsterdam e alla Royal Academy of Fine Arts di L'Aja. Fu un notevole ritrattista e soprattutto illustratore, e lavorò contemporaneamente come giornalista, autore di racconti e traduttore. Nel 1963 sposò Mia Jacqueline Visser, vissuta dal 1935 al 2009: non ebbero figli.

Faber Heeresma

Faber Heeresma pubblicò in vita due romanzi di spionaggio, entrambi nel 1969: Bonbons voor Belinda e Bijzonder Spaans. Nello stesso anno scrisse, insieme al fratello Heere, altri due romanzi: Teneinde in Dublin e Hallo, hallo... bent u daar, Plotsky?, destinati a essere pubblicati entrambi nel 1973.


Il fratello Heere è notissimo a livello internazionale, soprattutto per il romanzo Una giornata alla spiaggia, dal quale fu tratto un controverso film mai distribuito per 24 anni e poi dal 1993 visto in alcuni festival in versione restaurata, scritto da Roman Polanski, diretto da Simon Hesera e interpretato tra gli altri da Peter Sellers con lo pseudonimo A. Queen (il suo personaggio è un omosessuale). Il romanzo è stato tradotto anche in italiano, quasi contemporaneamente all'uscita delle opere di Faber, che però non sono state presentate in ordine cronologico.


Il primo romanzo a uscire in italiano è uno di quelli scritti a quattro mani e perciò firmato "Heeresma Inc.": Teneinde in Dublin, presentato da Segretissimo il 1° marzo 1973, numero 483 della collana, titolo Agente d'assalto.



Un anziano agente segreto olandese, Braam Johannes, a riposo da qualche tempo, viene convinto con le buone e soprattutto con le cattive, a seguire un altro agente, Bomb Hero Gijs, per ucciderlo appena possibile. Infatti, a Bomb è stata assegnata una importante missione da svolgere tra Inghilterra e Irlanda, ma poi questa missione è stata revocata quando si è capito che i suoi risultati avrebbero potuto portare a gravi conseguenze internazionali. Tuttavia, le istruzioni di Bomb prevedono che non prenda contatto con nessuno e, anzi, elimini come nemico chiunque tenti di contattare lui. Non può più essere avvertito della revoca della missione e l'unica possibilità è ucciderlo prima che arrivi sul posto.

Braam, che è maldestro e sfortunato, mentre i due sono in viaggio, si traveste più volte per non essere riconosciuto e in due occasioni uccide la persona sbagliata. Intanto, Bomb si rivela un sadico e un manipolatore, soprattutto con le donne. Mentre succede questo, i capi di Braam, aizzati da un ex collega che non vede l'ora di toglierselo di mezzo, decidono che non è adatto a svolgere l'incarico e mettono altri agenti a dare la caccia a lui e a Bomb.

Il 20 giugno 1974 sempre Segretissimo presenta il primo romanzo di Faber, Bonbons voor Belinda, con il numero 551 della collana e un titolo dal gioco di parole imbarazzante, Pax per gli uomini di cattiva volontà. Il titolo prende origine dal protagonista della vicenda, un agente un po' scalcinato e scarsamente motivato di nome Francis Pax. Pax sta partecipando alla caccia a un'organizzazione terrorista internazionale quando si trova coinvolto nell'uccisione di un terrorista seguito per raggiungere gli altri. Il suo superiore Winter decide allora di sfruttare la conoscenza del prossimo appuntamento del morto per infiltrare Pax tra i terroristi.



Pax ritorna anche nel romanzo successivo, Bijzonder Spaans, uscito in Segretissimo il 24 ottobre 1974 con il numero 569 della collana e il titolo Intrigo spagnolesco. Stavolta Pax è in Spagna, a recuperare dei documenti relativi a un progetto tecnologico che però interessa anche a tedeschi, inglesi e americani. Così come Pax stesso, anche i suoi rivali viaggiano in incognito e tra loro ci sarà un confronto senza esclusione di colpi.