venerdì 8 novembre 2024

George Joseph: quando essere originale non è sufficiente a farsi ricordare

Gli esperti di un genere letterario si ritrovano spesso a conoscere e raccomandare autori che la maggior parte del pubblico ha completamente dimenticato, o ignora da sempre. Di casi del genere ne abbiamo già visti diversi e sicuramente ne incontreremo ancora altri. A volte fa impressione rendersi conto di come certi autori siano quasi scomparsi dalla circolazione, nel senso che dei loro libri più considerati sono difficili da ritrovare anche le immagini delle copertine. Ma qualche traccia resta comunque, e vale la pena di seguirla fino in fondo.

Di George Joseph le notizie disponibili sono piuttosto contraddittorie. L'unico profilo che lo riguardi è quello di Wikipedia francese, che però gli attribuisce una data di nascita probabilmente sbagliata (1919) e non riporta quella di morte. Invece le pagine del sistema bibliotecario neozelandese, se pur prive di altre notizie, riportano una data di nascita più credibile insieme a una di morte. George Joseph sarebbe dunque nato a Glasgow, in Scozia, nel 1912, per morire non si sa dove (forse in Regno Unito, più probabilmente in Nuova Zelanda) nel 1989.

George Joseph in un'immagine del 1977

La pagina wiki francese si contraddice là dove riporta che i genitori di Joseph erano emigrati in Nuova Zelanda nel 1916: è piuttosto improbabile, a questo punto, che il loro figlio sia nato dall'altra parte del mondo tre anni dopo. Altro dettaglio è quello che lo dà per giornalista nel 1936 e autore del primo romanzo pubblicato nel 1937: 17 e 18 anni di età sembrano francamente troppo pochi, 24 e 25 sono sicuramente più verosimili. Idem per quanto riguarda la sua partecipazione alla Guerra Civile Spagnola (1936-39), cui sarebbe arrivato come corrispondente di guerra per poi diventare pilota da caccia per conto delle Brigate Internazionali.

Una volta rientrato in Nuova Zelanda, Joseph risulta essersi laureato in legge per intraprendere la professione di avvocato, portata avanti per diversi decenni.

Wikipedia francese accredita Joseph come autore di almeno sette romanzi usciti tra il 1937 e il 1964, ma sono certamente di più, perché dall'elenco non ne risulta uno che pure è stato tradotto in italiano. Si riporta invece che è autore di oltre 700 racconti e di diversi libri di saggistica, tra i quali ci sono alcune raccolte di casi criminali.

Alcuni titoli di saggistica di George Joseph

In Italia, George Joseph arriva per la prima volta grazie a una collana di breve durata (51 numeri usciti nel giro di due anni, tra il 1958 e il 1960) ma di notevole qualità, i Gialli Giumar: con il numero 24 della collana, il 14 novembre 1959 esce In tre con la morte, titolo originale Three strangers, uscito originariamente nel 1956 e tradotto anche in francese, in un paio di edizioni della Série Noire di Gallimard, con il titolo Les intrus.




Il romanzo, come anche gli altri, è di ambientazione americana.

Il maturo Red e il giovane Rick, rimasto invalido di una gamba durante la guerra di Corea e muto per lo choc dell'azione in cui è stato ferito, gestiscono un motel isolato che fa ben pochi affari. Un giorno arrivano tre tizi dall'aria un po' sospetta: il grosso e brutale Milch, il giovane e ottuso Danny e un altro personaggio un po' fragile e sfuggente, che gli altri due chiamano Il Dottore. Inizialmente sembra che i tre vogliano andarsene dopo una sola notte, poi però ritornano, occupano la casa di Red e spianano le pistole in faccia ai due esterrefatti proprietari: hanno rapito un bambino e devono nascondersi finché non sarà pagato il riscatto. Il bambino, Terry, è stato rapito insieme alla sua babysitter Tess, sorellastra di Danny ma estranea alla banda.

Il riscatto non viene pagato subito e questo determina l'esplosione di un notevole nervosismo tra i rapitori. Il bambino ha un serio problema di salute e rischia di morire, ma l'intervento del Dottore lo salva. Emerge che il Dottore è un eccellente medico, ma dedito agli stupefacenti, e che Milch, il suo pusher, lo tiene in pugno. Milch, a sua volta, è gravemente ammalato, ma la sua malattia è in fase di remissione: per questo, punta a fare un colpo grosso e a spendersi tutti i soldi finché ha il tempo di farlo. Quando il riscatto viene pagato, si comprende che Milch non ha nessuna intenzione di restituire l'ostaggio. Ma stavolta è proprio il Dottore a opporsi. A questo punto, la tensione deflagra in una lotta di tutti contro tutti.

Lo scrittore e critico francese Claude Mesplède (poco noto in Italia ma considerato un'autorità indiscussa in patria) ha definito questo romanzo claustrofobico e asfissiante, un dramma sul genere di La foresta pietrificata e di Ore disperate, nella sua semplice efficacia.

Dvd di La foresta pietrificata
Humphrey Bogart, Leslie Howard e Bette Davis in La foresta pietrificata
Poster di Ore disperate
Una scena del film


Benché non manchi il ricorso a cliché decisamente datati (il Dottore cui basta fumare una sigaretta drogata per perdere la testa, il prevedibile innamoramento tra Rick e Tess), alcune originali soluzioni narrative ricordano il miglior James Hadley Chase.

Nei Paesi anglofoni il romanzo è quasi del tutto dimenticato. Anche se sul web si trova qualche rara copia in vendita, nessuno si degna di postare immagini della copertina.

Il secondo romanzo di Joseph tradotto in italiano è quello che i francesi sembrano non conoscere: esce nel 1962 come numero 15 della collana mondadoriana I Libri Neri e il titolo Ora zero per il boia. L'originale, Swan Song for a Thrush, è del 1957.




Steve Bryden, detective squattrinato, riceve da un cliente l'incarico di pagare una ricattatrice, l'ex amante del cliente stesso. Recatosi nel luogo indicato, consegna i soldi alla donna. Il giorno dopo, però, scopre che la donna è stata uccisa e che, soprattutto, non si trattava della stessa donna cui ha consegnato i soldi. La polizia lo interroga ma non lo arresta, perché il vero sospetto è il suo cliente. Steve si mette allora a ricostruire cosa ci sia dietro questa strana vicenda, cominciando a indagare sul locale in cui la defunta, Velie Nader, faceva la cantante. Innanzitutto emergono strane frequentazioni tra la stessa Velie e il futuro genero del cliente. Poi salta fuori un giro di spaccio di droga, che porta molto in alto.

Questo romanzo ripropone tutti i pregi e i difetti dell'altro, in una trama molto differente.

Nel 1965 arriva invece in Italia quello che Mesplède considera il capolavoro di Joseph: The Insider, uscito originariamente nel 1964. Viene presentato tra i Gialli Mondadori con il numero 845 di collana e il titolo Doppia condanna, l'11 aprile di quell'anno.

Il titolo dell'edizione francese è decisamente ironico



Mannie Nemin, sicario spietato e sicuro di sé, si è assunto il compito di eliminare un testimone per conto di un boss mafioso. Questo testimone, Carlo Ferretti, è rinchiuso nel braccio della morte di un carcere sperduto, e con la sua testimonianza otterrà la commutazione della pena. L'unico modo di raggiungerlo è farsi chiudere dentro, facendosi passare per un altro condannato, ed uccidere Ferretti simulando un suicidio. A tal scopo, è stato convinto a collaborare uno dei guardiani della prigione, Vilec, che era pieno di debiti di gioco. All'inizio, nonostante qualche prevedibile difficoltà, il piano predisposto da Vilec per far entrare Mannie nel braccio della morte al posto di un altro condannato funziona a meraviglia. I problemi sorgono però al momento di farlo uscire.

Così come Mesplède, non si può non apprezzare l'efficace sobrietà del racconto e riconoscere che, per quanto concerne il periodo in cui fu scritto, non sono molti i noir che funzionano altrettanto bene.