Durante gli anni '70 del XIX secolo, la
sempre maggiore diffusione dell'acciaio portò a un supersfuttamento
delle miniere di carbone e, soprattutto, degli uomini che vi
lavoravano. Il fenomeno procedette incontrollato in mancanza di una
qualsiasi legislazione sociale, e fu particolarmente accentuato
nell'area della Pennsylvania orientale, che nel periodo
immediatamente precedente si era riempita di irlandesi immigrati in
seguito alla carestia del 1847.
L'arbitrio e l'abuso da parte dei
proprietari delle miniere e delle loro milizie erano così accentuati
e la repressione dei tentativi di sindacalizzazione così brutale che
un gruppo di minatori scelse di affrontare la questione con
altrettanta violenza, dando vita a un'organizzazione terroristica
chiamata “Molly Maguires”, che nacque in seno all'Antico Ordine
degli Hiberniani, un'organizzazione pacifica di mutua assistenza tra
gli operai, l'unica sul territorio a essere aperta anche agli
immigrati.
Le vicende relative all'attività dei
Molly Maguires sono state oggetto di diversi resoconti, tra i quali è
rimasto particolarmente famoso il film “I cospiratori”, diretto
nel 1968 da Martin Ritt e interpretato da Sean Connery e Richard
Harris.
Locandina del film di Ritt con Connery e Harris
Nel tempo, l'argomento è stato studiato soprattutto dagli
storici del Diritto, che hanno messo in luce come, nell'occasione, lo
Stato degli Usa cedette completamente la propria sovranità a dei
soggetti privati, i proprietari delle miniere, permettendo loro di
creare milizie di polizia e di ricorrere a detectives privati da
infiltrare tra i minatori, e non interferendo nemmeno quando, una
volta catturati i principali esponenti dei Molly Maguires, questi
furono condannati a morte attraverso dei processi farsa basati su
prove molto dubbie, per non dire inconsistenti.
Fu, insomma, un amaro anticipo di
quanto sarebbe successo poi ad Chicago nel 1886, con gli attentati e
i disordini di Haymarket dovuti all'attività di agenti provocatori,
che portarono successivamente alla condanna capitale degli innocenti
leader sindacali che negli stessi giorni stavano guidando
manifestazioni assolutamente pacifiche.
A differenza dei sindacalisti di Haymarket, tuttavia, i Molly Maguires qualche delitto lo commisero.
Radicati nelle principali contee minerarie, si organizzarono in modo
da eliminare persecutori, spie e crumiri attraverso il “sistema
reciproco”, tale che le squadre della morte attive in una contea
provenivano sempre da un'altra contea in modo che i loro componenti
non fossero facilmente identificabili. Una iniziale serie di delitti
restò in questo modo impunita.
I proprietari delle miniere si
rivolsero quindi alla Pinkerton, l'agenzia investigativa che già si
era fatta conoscere nella caccia ai fuorilegge. Allan Pinkerton
decise quindi di infiltrare nel movimento un proprio agente, il
trentenne James McParlan, pure lui immigrato irlandese. McPartland
giunse nella cittadina di Port Clinton il 27 ottobre 1873 facendosi
passare per il minatore disoccupato James McKenna.
Allan Pinkerton (1819-84)
James McParlan (1844-1919)
McPartland, per alcuni mesi, lavorò in
miniera e frequentò i locali degli altri minatori, poi fu finalmente
ammesso nell'Antico Ordine degli Hiberniani e, da qui, entrò nei
Molly Maguires. Dovette passare oltre un anno, però, prima che fosse
coinvolto in qualche fatto di sangue.
Fu nell'estate del 1875 che Jack Kehoe,
capo dei Molly Maguires, lanciò l'offensiva. Il 28 giugno di
quell'anno, quattro sicari armati spararono a Billy Thomas ferendolo
gravemente. McParlan, pur al corrente del piano, non intervenne per
non far saltare la sua copertura. Una settimana dopo, all'alba, fu
ucciso il vigilante Benjamin Yost nella cittadina di Tamaqua. Un mese
dopo, tre sicari uccisero un sovrintendente di vigilanza, attivissimo
nella repressione delle manifestazioni, John P. Jones. Un mese ancora
dopo, fu la volta di un altro sovrintendente, Thomas Sargent, e di un
minatore crumiro, il gallese William Uren, a Wiggan's Patch.
Quest'ultimo episodio ebbe una conseguenza ancora più tragica,
perché alcuni vigilanti credettero di identificare tra gli assassini
un minatore, Charles O'Donnell, assaltarono casa sua e lo uccisero
insieme alla figlia e al figlio.
Molto ingenuamente, un certo Kerrigan,
con cui era entrato in confidenza, raccontò a McParlan che il
vigilante Yost era stato ucciso per errore. Il vero bersaglio era un
suo collega, Bernard McCarron, con il quale aveva scambiato il turno.
Kerrigan mostrò a McParlan anche l'arma del delitto e gli fece i
nomi dei due colleghi che lo avevano aiutato nell'omicidio. McParlan
rischiò di essere designato come assassino del sovrintendente Jones,
ma riuscì a evitarlo fingendosi malato. In un modo o in un altro,
McParlan riuscì ad apprendere sia il nome di quello che lo aveva
sostituito sia i nomi del cinque sicari di Wiggan's Patch.
Tre episodi in stampe del tempo
Un biglietto del tempo con una minaccia di morte
Ai primi del 1876 scattò la retata, e
i principali membri dei Molly Maguires furono arrestati dai vigilanti
e dagli agenti della Pinkerton. Nei successivi processi, tenuti a
Pottsville, oltre a disporre di un'assistenza legale molto carente,
dovettero vedersela anche con giurie dalle quali i padroni delle
miniere avevano preteso e ottenuto di espellere tutti i cittadini
americani di origine irlandese. Quasi tutti i giurati erano di
origine tedesca, non conoscevano perfettamente l'Inglese e furono
sottoposti a ogni genere di intimidazioni.
Il piatto forte delle udienze fu la
deposizione di McParlan, il 6 maggio 1876. La rivelazione della sua
reale identità provocò una reazione di dolore da parte del
pubblico, in mezzo ai quali c'era molta gente che lo aveva conosciuto
e gli era stata amica.
La vicenda processuale fu comunque
molto complessa e, in ogni caso, si concluse con la condanna di 19
Molly Maguires all'impiccagione per la serie di omicidi che abbiamo
visto e per altri che furono loro addebitati.
Le prime 10 sentenze furono eseguite il
21 giugno 1877, in due sedi separate: nella prigione di Mauch Chunk
furono impiccati quattro uomini per l'omicidio di John P. Jones e in
quella di Pottsville altri sei per gli omicidi di Yost, Sanger e
Uren. Le esecuzioni sarebbero andate avanti fino al 16 gennaio 1879.
Il leader dei Molly Maguires, Jack Kehoe, fu impiccato il 18 dicembre
1878.
Jack Kehoe (1837-78)
Alla prima serie di esecuzioni è
legato un episodio singolare, spesso citato dagli appassionati di
paranormale. Uno dei condannati, Alexander Campbell, nato a Donegal
in Irlanda nel 1833 e proprietario di una locanda in cui i Molly
Maguires si riunivano, sicuramente non coinvolto direttamente in
nessun omicidio ma condannato lo stesso alla forca, protestò
un'ultima volta la sua innocenza quando le guardie andarono a
prenderlo per l'esecuzione e, dopo aver strofinato la mano nel
terreno che faceva da pavimento alla sua cella, la numero 17, la
sbatté contro un muro, lasciando un'impronta ben visibile e
dichiarando che questa sarebbe rimasta lì per sempre a testimoniare
la sua innocenza.
Alexander Campbell
L'impronta, stando a quel che si dice,
avrebbe poi resistito a ogni tentativo di lavaggio e sarebbe
ricomparsa anche dopo degli interventi drastici, ossia più di una
ritinteggiatura del muro e perfino dopo la demolizione di questo, per
ordine dello sceriffo Biegler, nel 1930.
L'impronta come appare oggi
La prigione di Mauch Chunk
La prigione finì in disuso nel 1995 e,
dopo qualche tempo, divenne un'attrazione turistica, soprattutto per
via dell'impronta nella cella numero 17. Nel 2004, due scienziati
forensi, James Starr della George Washington University e Jeff
Kercheval della polizia scientifica di Hagerstown, compirono un
rapido studio dell'impronta stessa, utilizzando la fotografia a
infrarossi. Stabilirono che non era stata dipinta né con vernici né
con altri mezzi, ma restarono ugualmente molto scettici riguardo la
sua origine paranormale.
Il professor James Starr
Tra l'altro, scoprirono che non si è mai
capito bene a quale delle due mani di Campbell appartenesse, perché
le diverse versioni, nel tempo, sono discordanti. Di questo studio,
trattarono in un contributo pubblicato sul bollettino dell'American
Academy of Forensics Sciences del settembre 2004.