Uno dei più originali e sicuramente importanti romanzi gialli giudiziari inglesi del periodo classico, pubblicato originariamente nel 1940, è Verdict of Twelve, di Raymond Postgate. La sua originalità non sta solo nello svolgimento dell'intreccio ma anche nella filosofia che esprime e nel fatto che la sua trama prende ispirazione (dichiarandolo espressamente) da un'opera letteraria precedente.
Raymond Postgate è una figura di rilievo nella cultura di sinistra inglese del XX secolo. Nacque il 6 novembre 1896 a Cambridge, dove il padre era un docente di Latino. Studiò a Oxford fino alla laurea di primo livello ma, subito dopo, finì nei guai perché, coscritto per partecipare alla Grande Guerra, si dichiarò obiettore di coscienza e si rifiutò di raggiungere il fronte anche solo per svolgere compiti di supporto. Fortunatamente, la sua famiglia era antica e influente e, a differenza di altri obiettori che morirono di stenti e maltrattamenti nei campi di lavoro, fu rilasciato dopo sole due settimane, dopodiché una commissione medica lo esonerò dal servizio di leva per inidoneità fisica. In questa fase, ricevette un attivo sostegno dalla sorella maggiore Margaret, che fu a sua volta aiutata da un altro obiettore di coscienza, l'economista G. D. H. Cole, destinato a diventare suo marito. La coppia, molto attiva politicamente a sinistra, a tempo perso avrebbe anche scritto diversi romanzi gialli che purtroppo non sono mai arrivati in Italia.
Postgate sposò a sua volta (nello stesso anno della sorella, il 1918) Daisy Lansbury, che lavorava come segretaria del padre, George Lansbury, un ex operaio divenuto un attivo esponente del Partito Laburista. A quel punto, per la sua famiglia di fazione Tory fu troppo, e il padre lo escluse dalla successione. Un altro figlio di George Lansbury, Edgar, giornalista e politico comunista morto nel 1940, è il padre della famosa attrice Angela Lansbury.
Lavorò per molto tempo come giornalista in testate di ispirazione socialista o comunista, soprattutto nel Daily Herald, e come redattore dell'Enciclopaedia Britannica. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il suo acceso antinazismo lo portò ad abbandonare le precedenti posizioni pacifiste.
Dopo la guerra, il suo vivo interesse per l'enogastronomia prese forma in una serie di pubblicazioni, tra le quali la più importante è la Good Food Guide, contribuendo notevolmente a diffondere la cultura del vino nel Regno Unito. Oltre a numerosi saggi redatti insieme al cognato G. D. H. Cole e ad alcuni libri di divulgazione storica, Postgate ha scritto tre romanzi gialli: oltre a Verdict of Twelve, gli altri titoli sono Somebody at the Door (1943) e The Ledger is Kept (1953).
I suoi due figli sono stati a loro volta personaggi abbastanza illustri: il primogenito John (1922-2014), microbiologo e scrittore; il secondogenito Oliver (1925-2008), artista, burattinaio e autore televisivo per la BBC.
Raymond Postgate morì il 29 marzo 1971. Un mese dopo fu seguito nella tomba dalla moglie Daisy (che era nata nel 1892), forse suicida, in ogni caso malata da tempo.
Una delle fonti di ispirazione di Verdict of Twelve è una considerazione di Karl Marx per cui “non è la coscienza degli uomini a determinare la loro esistenza, ma la loro esistenza a determinare la loro coscienza”. Dunque, nella vicenda, troveremo all'opera una corte composta da dodici giurati delle più svariate estrazioni e questi, al momento di giudicare se l'imputata è colpevole o innocente, valuteranno le testimonianze e le prove in modo tutt'altro che oggettivo, in base alle loro esperienze dirette e alle reazioni emotive che ne derivano.
Infatti, il romanzo si apre con la loro presentazione. Essi sono: una donna di mezza età, di umilissime origini, che si è fatta una solida posizione commettendo un omicidio per il quale è rimasta impunita; un emigrante greco che è giunto in Inghilterra attraverso i più spudorati sotterfugi e cerca di farsi passare per un inglese purosangue; una ragazza ebrea ancora sconvolta dal recente assassinio del marito da parte di una gang di teppisti antisemiti; un docente universitario che nasconde da decenni la propria omosessualità; un intellettuale di sinistra molto sognatore e idealista; un insignificante impiegato che ha trovato il proprio unico rifugio nel fanatismo religioso; un vanesio attore di teatro di second'ordine; un venditore ambulante di enciclopedie, frustratissimo; un parrucchiere che è costretto a dividere la casa con tre amici perché non guadagna abbastanza; un maturo sindacalista che durante il dibattimento pensa solo al lavoro che ha lasciato in ufficio; un anziano proprietario di pub, che non ha altri interessi al di fuori del lavoro; un giornalista di mezza età che non ha combinato mai niente né nella vita sentimentale né in quella professionale.
Si ha poi l'esposizione del caso, che segue la decadenza di una ricca famiglia. Il decano di questa, il cavaliere Henry Arkwight, aveva tre figli. Michael e Robert sono stati uccisi nella grande guerra, il secondo lasciando una vedova. Rosalie, che la famiglia non ha mai visto di buon occhio, perché volgare e di origine modesta. Il terzo figlio, Arnold, ha fatto invece un buon matrimonio ed ha avuto successo negli affari in Sudafrica. L'unico figlio di Arnold, il piccolo Philip, viene mandato a studiare in Inghilterra. Durante questo periodo, i suoi genitori muoiono in un incidente aereo e, nel ricevere la notizia, anche il nonno Henry ha un colpo e ci rimane secco.
A essere nominata tutrice dell'erede Philip, è proprio la zia Rosalie, una donna cattiva e sgradevole che intanto è rimasta una seconda volta vedova in seguito alla morte in un incidente del nuovo marito, Henry van Beer. Anche Rosalie è ricordata nel testamento di Henry Arkwight, come erede nel caso Philip dovesse premorirle.
Rosalie van Beer si occupa a modo suo del bambino, ossia sforzandosi in tutti i modi di rendergli la vita un inferno. Philip non ha amici e viene ritirato dalla scuola, per essere affidato alle cure di un giovane precettore, Edward Gillingham, che è l'unica persona con cui vada d'accordo. Il personale della casa in cui zia e nipote abitano è lo stesso in servizio di quando vi abitava il nonno, ossia i signori Rodd, lei cuoca e lui giardiniere, e la sguattera Ada. I Rodd approfittano dell'ignoranza e del cattivo gusto della signora van Beer per sottrarle di tutto e la disprezzano per il modo in cui tratta Philip.
Philip adora gli animali e prova sempre a tenerne qualcuno con sé, ma la van Beer non intende ragioni in tal senso. Convinta che gli animali portino solo malattie, nonostante il parere contrario del medico di famiglia, il vecchio dottor Parkes, uccide il gatto che il bambino ha portato a casa. Philip sostituisce il gatto con un coniglio, al quale dà il bizzarro nome di Sredni Vashtar, e la van Beer prende in odio anche il coniglio, fino a decidere di sopprimere anche questo in modo particolarmente crudele, ossia infilandolo nel forno con il gas acceso, davanti al bambino. Philip ha allora una reazione violenta e, benché sia un undicenne molto gracile, la ferisce con un coltello.
Il giorno dopo, zia e nipote pranzano insieme ma, poco dopo, non si sentono bene. La van Beer, che ha bevuto molto vino sul pasto, è colta da accessi di vomito, il bambino ha la febbre alta. Il dottor Parkes, prontamente chiamato, diagnostica una intossicazione alimentare da cibi avariati e prescrive dei purganti. Il giorno dopo, tuttavia, mentre la van Beer sta meglio, Philip si aggrava. Parkes chiede la consulenza di un suo collega, il dottor Henderson: ma, mentre i due medici si sforzano di intervenire, il bambino muore.
Parkes e Henderson, tutt'altro che convinti delle ragioni del decesso, chiedono di svolgere un'autopsia. Al tempo stesso, il precettore Gillingham, che ha cercato inutilmente di visitare Philip mentre questo era infermo ed è stato respinto dalla van Beer, si reca alla polizia e denuncia di aver trovato tra le pagine di un libro di casa Arkwight un ritaglio di giornale con un articolo che tratta degli avvelenamenti da polvere di edera. Per coincidenza, nel liquido vomitato da Philip prima di morire, viene rinvenuta un'alta concentrazione di un alcaloide contenuto proprio nella polvere di edera.
La van Beer viene arrestata. Al processo, si presenta assistita dagli avvocati Ikey e Burns, che non sembrano molto entusiasti di difenderla ma fanno del loro meglio per contrastare la linea del procuratore Proudie, che appare deciso a mandare l'imputata sulla forca. Dalle deposizioni appare che il dottor Parkes era troppo vecchio e rimbambito per essere un valido medico di famiglia, che Gillingham non riesce a spiegare la facilità con cui ha trovato il ritaglio di giornale che accusa la van Beer, che i Rodd potrebbero aver avuto anch'essi la possibilità di avvelenare il bambino, anche se non hanno lo stesso movente dell'eredità che poteva muovere la van Beer, e potrebbero essere loro quelli che hanno nascosto il ritaglio di giornale che la incrimina. Un ulteriore elemento è che il bambino aveva sicuramente letto un racconto dello scrittore Saki, perché ha dato al coniglio il nome dell'animale del protagonista, nel quale potrebbe aver trovato l'ispirazione per tentare di uccidere la zia. Questa versione è sostenuta anche da uno psichiatra chiamato dalla difesa, il pomposo dottor Taylor.
L'avvocato Ikey propone la sua versione dei fatti, secondo la quale è stato Philip stesso a mettere la polvere di edera nell'insalata mangiata a pranzo, per far star male la zia: e, inconsapevole del fatto che questa potesse resistere meglio per la più robusta costituzione fisica, ha finito per uccidersi.
La discussione tra i giurati è lunga e piena di colpi di scena. Sono in particolare le due donne ad aver preso in odio la van Beer: la giovane ebrea perché solidarizza con il bambino e la ex assassina, perché riconosce nell'imputata qualcosa di sé stessa. A essere più favorevoli alla van Beer sono invece l'accademico, convinto che il racconto di Saki abbia davvero ispirato un tentativo di omicidio nel bambino, e il fanatico religioso, che si è fatto l'idea che la van Beer sia una donna devota e dedita alla preghiera in base a considerazioni molto vaghe e confuse. I due riescono a portare dalla loro parte anche gli altri giurati, compreso il presidente della giuria, il greco, che era già incline a giudicare la van Beer innocente dall'inizio. Dopo qualche resistenza, le donne vengono convinte e il verdetto sarà di innocenza.
Mentre viene riportata a casa dai suoi avvocati, la van Beer confessa di aver nascosto lei il ritaglio di giornale dove lo ha trovato Gillingham, tra l'altro in un posto dove poteva essere trovato da chiunque, compreso Philip. E ha sempre avuto il sospetto che Philip lo abbia letto, perché il giorno dell'avvelenamento, vide il bambino recarsi in giardino e raccogliere della polvere di edera e poi successivamente spargerla sull'insalata. Allora, ne raccolse a sua volta e la aggiunse a quella già sparsa da Philip, in modo da dare una lezione al nipote, che si sarebbe sicuramente sentito male per le conseguenze della sua cattiva azione e non ci avrebbe più riprovato.
I due avvocati, imbarazzatissimi, cambiano discorso.
Il racconto di Saki cui fa riferimento il romanzo è Sredni Vashtar, uscito nel 1912. Qui troviamo una situazione analoga a quella descritta nel romanzo. Il piccolo Conradin, di salute malferma, è affidato alla sua unica parente in vita, la signora de Ropp, odiosa a maligna, che gode a vietargli ogni minimo divertimento e ogni compagnia con la scusa che gli fanno male alla salute. Conradin sfoga il suo bisogno di relazioni affettive su di una gallina, finché la de Ropp la scopre e la fa uccidere. Dopo la gallina è la volta di un furetto, che nelle fantasie di Conradin diventa una divinità capace di liberarlo dalla schiavitù in cui si trova. Fino al pomeriggio in cui la de Ropp scopre il nascondiglio del furetto e vi entra con il fermo proposito di eliminare anche questo animale. Conradin segue la scena da una finestra e si sente ancora più gracile e malaticcio di sempre, forse ha ragione il dottore a dire che non arriverà a vedere l'età adulta. Ma ecco che dalla tana spunta fuori il furetto, illeso e con muso e denti coperti di sangue. Una domestica raggiunge la signora da Ropp e si mette a urlare dal terrore. Conradin si sente improvvisamente meglio e si mette a mangiare la sua merenda con un appetito vorace che prima non ha mai avuto.
Saki è lo pseudonimo con cui Hector Hugh Munro ha firmato le sue opere narrative. Murno, nato in Birmania il 18 dicembre 1870, figlio di un funzionario della polizia imperiale, perse la madre all'età di due anni. Il padre lo lasciò in Inghilterra, insieme alla sorella Ethel e agli altri figli, affidati alle zie Charlotte e Augusta, due zitelle bigotte che si impegnarono in tutti i modi a rovinare l'infanzia dei bambini. Da adulto, Munro avrebbe coltivato con passione tutto ciò che le sue zie aborrivano, a partire dall'amore per gli animali domestici.
Completate le scuole, Munro viaggiò per qualche tempo in Europa: poi, dal 1896, andò a Londra, dove si affermò rapidamente come giornalista e soprattutto come autore di racconti umoristici, grazie al suo spirito caustico e spietato.
Scrisse anche dei saggi, delle commedie e due romanzi, uno dei quali (L'insopportabile Bassington) è stato tradotto anche il Italiano, così come molti racconti, tra i quali il più noto, oltre a Sredni Vashtar, è Tobermory, che ha come protagonista un gatto parlante. Alcune sue opere (molti inediti rimasero dispersi dopo la sua scomparsa) sono state riscoperte e pubblicate recentemente.
Munro era omosessuale in un periodo in cui la legge inglese prevedeva il carcere per gli omosessuali e quindi è sempre stato molto riservato sulla sua vita personale.
Allo scoppio della Grande Guerra, nonostante avesse già 43 anni, si arruolò nei Royal Fusiliers, dove raggiunse il grado di sergente, e combatté sul fronte francese. Fu ucciso da un cecchino tedesco a Beaumont-Hamel, il 14 novembre 1916.
Da Verdict of Twelve è stato tratto un tv movie americano intitolato Verdict of Three, trasmesso per la prima volta nel 1958 e interpretato dalla nipote di Postgate, Angela Lansbury, insieme a Yvonne De Carlo, Gladys Cooper, Michael Wilding e Rod Taylor.
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