giovedì 24 giugno 2021

La lontana fortuna di Derek Marlowe

 

Non è raro, come abbiamo visto più volte, che un autore di talento possa avere notevole successo in vita e poi finire rapidamente dimenticato è un caso tutt'altro che raro.

Questo accade anche quando gli autori in questione sono poliedrici, perché è possibile che in diverse discipline il gusto prevalente cambi nel tempo e le loro opere non siano più compatibili con le mode.

Un esempio di autore poliedrico ma splendidamente datato è l'inglese Derek Marlowe, scrittore di origine operaia nato il 21 maggio 1938 a Perivale nel Middlesex.



Tre immagini di Derek Marlowe al culmine del successo, nel 1984

 La carriera artistica di Marlowe è stata piuttosto rapida, nonostante qualche inciampo iniziale. Nel 1960 fu espulso dall'Università di Londra per aver pubblicato, su una rivista di studenti, una parodia del Giovane Holden di Salinger contenente riferimenti molto ironici all'università stessa. Si mise dunque a lavorare come barista e attore per conto della Drama Society. Poiché già allora mostrava un certo ingegno, gli fu proposto di scrivere una riduzione teatrale di I sette impiccati di Leonid Andreev e il testo che ne ricavò fu portato con successo all'Edinburgh Fringe Festival con la regia di Colin Redgrave nel 1961.

Corin Redgrave (1939-2010) con la sorella Vanessa

Marlowe convisse per qualche tempo con i colleghi drammaturghi Tom Stoppard e Piers Paul Read, e strinse amicizia con varie celebrità, tra cui la pittrice Pauline Boty e l'attrice Julie Christie, gli attori Dudley Moore, Peter Cook e Albert Finney.

Tom Stoppard (1937)

Piers Paul Read (1941)

Pauline Boty (1938-66) durante la sua effimera carriera di attrice. Morì a 28 anni di cancro, dopo aver rifiutato di sottoporsi a chemioterapia per non danneggiare la figlia che stava per nascere
Un ritratto di Marlowe da giovane dipinto dalla Boty

Julie Christie (1940)

Dudley Moore (1935-2002)

Peter Cook (1937-95)

Albert Finney (1936-2019)

Nel 1968, Marlowe sposò la ventisettenne Susan Rose Phipps, dalla quale ebbe un figlio (oltre ai quattro che la donna aveva già per conto suo). Il matrimonio durò fino al 1985. Nel 1989, Marlowe si trasferì negli USA, dove lavorò quasi esclusivamente come sceneggiatore per il cinema e la televisione. Poi però si ammalò di leucemia e, subito dopo un intervento di trapianto di fegato, morì in California il 14 novembre 1996.

Marlowe è accreditato di quattro opere teatrali, rappresentate tra il 1961 e il 1965; di nove opere narrative uscite tra il 1966 e il 1982; di diciannove sceneggiature realizzate tra il 1966 e il 1997 (l'ultima sua opera, la sceneggiatura per un episodio di La Signora in Giallo, fu realizzata postuma).

In Italia, sono stati tradotti tre suoi libri.

Il primo è il suo esordio narrativo, A Dandy in Aspic (1966), presentato nei Gialli Garzanti con il titolo Un dandy in trappola, prima nella Terza Serie (1967) e poi nella Quarta (1977).





Alcune edizioni, comprese le due italiane, di A Dandy in Aspic

Si tratta di un romanzo di spionaggio che vede al centro un agente doppiogiochista, Alexander Eberlin, che ufficialmente serve il Regno Unito ma di fatto passa informazioni sottobanco all'URSS. Eberlin è raffinato e cinico e, quando si rende conto che i suoi intrighi stanno per essere scoperti, riesce a far sparire quasi tutte le tracce che portano a lui. Viene dunque incaricato di raggiungere ed eliminare l'agente doppiogiochista della cui esistenza i suoi vertici sono ormai certi, grazie anche al fatto che alcuni indizi dubbi hanno condotto a un'identificazione sbagliata. Si reca dunque a Berlino, convinto di potersi tirare fuori dai guai attraverso una normale missione, ma il troppo zelo mostrato in precedenza nel cancellare le tracce della sua doppia attività finirà per ritorcersi contro di lui.

In questo romanzo, troviamo già l'eleganza della scrittura e la significativa introspezione psicologica che caratterizzeranno anche le altre opere di Marlowe.

Da A Dandy in Aspic fu tratto nel 1968 un film con lo stesso titolo, arrivato anche in Italia con il titolo Sull'orlo della paura. A dirigerlo era stato chiamato un veterano del western americano, Anthony Mann, che però morì improvvisamente, a sessant'anni, durante le riprese. Per non abbandonare il progetto, la produzione incaricò della regia l'attore protagonista, Laurence Harvey, che aveva già esperienza nella direzione di film. Harvey riuscì a portare a termine la pellicola, che ebbe anche un discreto successo, grazie anche a un cast di prim'ordine (Mia Farrow, Tom Courtenay e Peter Cook tra i comprimari) ma lasciò Marlowe profondamente insoddisfatto.


Locandina originale e italiana di A dandy in Aspic





Alcune scene del film

Laurence Harvey (1928-73)

Mia Farrow (1945)

Tom Courtenay (1937)

Il secondo libro di Marlowe a essere tradotto in Italiano fu Somebody's Sister (1974), uscito nei Gialli Rizzoli il 22 gennaio 1976 con il numero 34 della serie e il titolo Una mattina sul Golden Gate. Marlowe raccontò successivamente di aver scritto questo romanzo, ispirato alla visione di un incidente automobilistico sul Golden Gate Bridge di San Francisco, perché suggestionato dalle detective stories americane, di cui era un accanito lettore. La vicenda parte appunto da un incidente nel quale muore una ragazzina giovanissima, che però ha già un passato oscuro e che, prima di morire, si è rivolta a un detective di origini inglesi, William Brackett. Ci sono dei dettagli che non tornano nella meccanica dell'incidente e, soprattutto, i testimoni cominciano presto a sparire o morire. Tuttavia, anche se sullo sfondo agiscono molti malavitosi di un certo rilievo, legati soprattutto al traffico degli stupefacenti, le circostanze che hanno portato alla morte della giovanissima Mary sono da ricercarsi in più banali frequentazioni private.



Alcune edizioni, compresa quella italiana, di Somebody's Sister

Non risulta che siano mai state girate pellicole a partire da questo libro, tuttavia i suoi diritti erano stati acquistati da una casa cinematografica, perché successivamente Marlowe non poté riutilizzare il personaggio di Walter Brackett per ulteriori opere, dato che non ne deteneva più i diritti.

Il terzo libro di Marlowe ad arrivare in Italia era uscito in realtà prima del secondo, nel 1970, con il titolo Echoes of Celandine. Fu presentato dal Giallo Mondadori il 25 gennaio 1981 con il numero 1669 della serie e il titolo Unico indizio un anello di fumo, che si rifaceva alla versione italiana del film tratto da questo romanzo nel 1977, originariamente intitolato The Disappearance (lo stesso titolo fu dato a una ristampa del libro nel 1978).





Alcune edizioni, compresa quella italiana, di Echoes of Celandine

Al centro di questa storia troviamo un sicario, Jay Mallory, che vive una fase di crisi dopo che la moglie lo ha abbandonato, e perde gradualmente il controllo della propria vita. Il racconto, narrato in prima persona da parte del protagonista, lo porta a recarsi in Scozia, ingaggiato da un uomo ricco e facoltoso per eliminare la propria moglie. Ma il committente risulta essere anche l'uomo per cui la moglie ha lasciato Mallory. Mallory si comporta in modo sempre più strano, gli sembra di vedere la moglie dappertutto ma, come i fatti dimostreranno tragicamente, non si tratta di semplici allucinazioni.

Da questo romanzo, si diceva, fu tratto un famoso film di Stuart Cooper. Una squadra di bravi attori come Christopher Plummer, David Hemmings e Francine Racette coadiuvò la prova del protagonista Donald Sutherland. Anche in questo caso, però, Marlowe si dichiarò insoddisfatto del risultato, perché ammise di detestare Sutherland e di considerarlo completamente inadatto al ruolo.


Locandina originale e italiana del film
Donald Sutherland (1935)

Francine Racette (1947), nella vita, moglie di Sutherland

David Hemmings (1941-2003)

Christopher Plummer (1929-2021)





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