Un poliziotto che scrive non è più una novità, da tempo. Ma quasi sempre i poliziotti scrittori si concentrano sull'attività di investigazione della polizia e sulle sue tecniche. È piuttosto raro che un poliziotto scrittore si metta a elaborare trame relative ai moventi criminali o, addirittura, alle persone finite per caso o per superficialità in mezzo a intrighi criminali senza essere delinquenti.
Una singolare eccezione, sottovalutata e degna di riscoperta, è rappresentata da Hamilton Jobson, un autore che cominciò a scrivere tardi (passata la cinquantina) e che ebbe a disposizione solo poco più di un decennio per imporsi al pubblico e alla critica. È passato un po' da allora ma, a giudicare dal numero delle traduzioni straniere, si direbbe che a suo tempo abbia ricevuto un notevole consenso.
William Hamilton Jobson nacque il 3 aprile 1914, probabilmente nell'Essex (nessuna delle scarne note biografiche disponibili riporta i luoghi di nascita o di morte). Dopo gli studi, svolse vari lavori, tra i quali quello di agente assicurativo, che però lasciò nel 1938 per arruolarsi nella polizia di Southend-on-sea, nell'Essex. Partecipò alla guerra con la divisa della RAF e poi tornò al lavoro di polizia, che continuò a svolgere per altri 30 anni, scalando la gerarchia fino al grado di ispettore di divisione. Nel corso della sua carriera ottenne nove encomi per aver risolto casi criminali portando all'arresto del colpevole.
Dopo diversi anni di intensa attività giornalistica portata avanti a partire dal 1950 parallelamente al lavoro, pubblicò il suo primo romanzo nel 1968. In vita pubblicò complessivamente 16 romanzi, quasi tutti firmati con Hamilton Jobson, tranne uno firmato William Strathern. Un diciassettesimo libro, che avrebbe dovuto uscire con la firma di Strathern, restò inedito dopo la scomparsa dell'autore, avvenuta nel 1981. Uno dei libri firmati Jobson uscì comunque postumo, nel 1982.
Con un po' di tenacia è stato possibile reperire una piccola fotografia di Jobson, dal risvolto di copertina di un suo libro in vendita su Abebooks. Sul web, pare che non ce ne siano altre.
Anche se è presente in tutte queste 13 storie, Anders non è necessariamente il protagonista di esse. Anzi, spesso compare solo quando le indagini entrano nel vivo, dando un contributo fondamentale alla risoluzione del caso. In questo senso, come personaggio, ricorda molto i poliziotti della Sezione casi archiviati di Roy Vickers, che pure sono abituati a comparire in scena nella stesso modo, anche se la struttura a inverted story delle trame di Vickers è diversa da quella delle trame di Jobson, caratterizzate da finali sempre in bilico e pieni di suspense.
Nei romanzi di Jobson si respira un'aria che talvolta fa pensare alle opere di un altro, più famoso, poliziotto scrittore britannico, John Wainwright. Però Jobson, pur senza mettere in scena personaggi rozzi o banali, sembra meno interessato agli aspetti psicologici rispetto a Wainwright e preferisce privilegiare l'azione e il ritmo, che sono davvero elevati per lo standard dei police procedural.
Il primo è Smile and Be a Villain, del 1969, ossia il primo romanzo in cui compare Anders (assente nel libro d'esordio, Therefore I Killed Him). Esce nel Giallo i 4 aprile con il numero di collana 1157 e il beffardo titolo L'occasione fa l'uomo assassino, che però fa perdere il senso della citazione shakespeariana di quello originale (letteralmente sarebbe Sorridere ed essere un ribaldo, da Amleto).
La mattina seguente, dopo aver passato la notte da Pam senza combinare nulla per via dell'alcol bevuto, Alex torna a casa e vi trova la moglie, che ha passato il giorno precedente ad assistere un'amica sconvolta dalla perdita prematura del marito. La notizia dell'uccisione del poliziotto è però su tutti i giornali e Alex non sa cosa fare. La situazione si complica ulteriormente quando Walter si fa vivo, promettendo silenzio e appoggio, ma solo se Alex gli farà qualche piacere. Oltretutto, Walter sembra guardare a Gia con troppo interesse.
Il secondo romanzo che arriva in Italia è Naked to My Enemy, del 1970, tradotto nel Giallo con il titolo L'altra faccia della vita e uscito con il numero 1197 di collana il 9 gennaio 1972.
Un giorno, mentre passeggia sulla falesia, si accorge che un'auto a poca distanza da lui sta scivolando in mare. Si precipita e riesce a tirare fuori l'uomo che c'è dentro, svenuto per un improvviso malore. Una volta compiuto il salvataggio, però, preferisce allontanarsi per non essere riconosciuto. Tuttavia, l'uomo che ha salvato, un anziano milionario di nome Reynolds, intende trovarlo a tutti i costi e gli sguinzaglia dietro un esercito di giornalisti.
Hogard ha le sue ragioni per restare nell'anonimato. Mentre era in servizio, ha incastrato il figlio di un gangster, tale Vickers, quale mandante di un efferato omicidio. Il ragazzo ha preso una condanna molto pesante e il padre ha deciso che il poliziotto la pagherà.
E infatti, dopo una breve serie di avvenimenti un po' dubbi, Clem e sua figlia vengono rapite. Dopodiché Vickers contatta Hogard e gli dice che le libererà solo se Hogard ucciderà uno scomodo testimone che sta per deporre in tribunale contro di lui.
Il terzo romanzo arriva dopo un breve intervallo. Si tratta di The Silent Cry, sempre del 1970, che esce nel Giallo il 16 aprile 1972 con il numero 1211 di collana e il titolo Processo al giustiziere.
Intervistato da un giornalista, Konrath si lascia sfuggire qualche dettaglio sull'aspetto di quello che gli è sembrato l'assassino e la cosa non sfugge agli abitanti del luogo. La notte successiva, mentre lui e Beamish stanno tornando al loro hotel dopo aver assistito a uno spettacolo teatrale, la loro auto viene spinta da un altro mezzo contro un autotreno, a un incrocio: Beamish resta ucciso sul colpo e Konrath si salva per miracolo, riportando solo ferite non gravi.
Da quel momento, Konrath è ossessionato dall'idea di scoprire chi ha voluto la sua morte e ucciso il suo migliore amico. Non gli importa di mettersi in pericolo ed è preoccupato per la giovane Anna, che gli sembra in pericolo. Infatti, dopo un tentativo di effrazione alla casa isolata in cui la ragazza è rimasta a vivere da sola, la convince a trasferirsi in casa di amici fidati. Ma, subito prima, scopre che la ragazza e il padre nascondevano un segreto. Inoltre, ignora che i suoi mancati assassini lo stanno pedinando per riprovarci il prima possibile.
Il quarto libro di Jobson ad arrivare in Italia è Contract with a Killer, del 1973: esce nel Giallo con il numero di collana 1377 e il titolo tradotto letteralmente, Contratto con un killer.
Mentre Ellis e Prosser discutono della situazione, la segretaria di Ellis, Anne Blake, ascolta la conversazione. La donna conosce Fielding e decide di aiutarlo. Tuttavia, prima che possa muoversi, viene scoperta da Ellis e Prosser. Prosser la sequestra e la porta via con sé.
L'ultimo romanzo di Jobson che esce nel Giallo arriva il 20 febbraio 1977, con il numero di collana 1464 e il titolo Oltre la legge. L'originale si intitola The Evidence You Will Hear, del 1975.
L'ultimo Jobson italiano esce in Segretissimo il 22 maggio 1983, con il numero di collana 967 e il titolo La tigre dorme. Si tratta del romanzo postumo di Jobson, The Sleeping Tiger (1982).
Il tipo che aveva inizialmente proposto un contratto a Ross gli ha detto di aver avuto il suo nome da un certo Tony Paparardo, un amico di Ross. Ross scopre che Tony lavora nel garage di un tipo parecchio losco, tale Rimmer, e anche che Tony è in pericolo perché a quanto pare sa troppo. Allora Ross lo fa scappare ed entra di nascosto nell'autorimessa di Rimmer, scoprendo le prove che questo è implicato in un contrabbando di diamanti. Ma non è Rimmer quello che prima ha cercato di ingaggiarlo e adesso vuole ucciderlo.
Tranne l'ultimo romanzo, un po' scontato sotto molti aspetti, le opere di Jobson si fanno ricordare per le trame appassionanti e i personaggi piuttosto credibili, anche se talvolta caratterizzati con qualche cliché, specie quelli femminili. Sarebbe molto interessante scoprire come sono fatti i suoi libri che non sono stati mai tradotti.
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