In una sconosciuta casa inglese, nel
1902, qualcuno uccise una cameriera invadente e ricattatrice
simulando un incidente. Di più non si riesce a sapere sul delitto
che ispirò Go, Lovely Rose, il romanzo di Jean Potts che nel
1954 ricevette il premio Edgar quale migliore opera prima.
Jean Catherine Potts è stata una
scrittrice che ha goduto di una discreta notorietà, anche a livello
di critica, finché è stata attiva come autrice di gialli, ossia dal
1954 al 1975. I suoi romanzi, pubblicati dal prestigioso editore
Scribner's sono intrecci psicologici piuttosto originali che tentano
di superare le forme classiche del whodunit e di solito escludono la
figura dell'investigatore, perché la soluzione del mistero viene
svelata dagli stessi personaggi che sono a loro volta oggetto dei
sospetti.
Jean Potts giovane e anziana
La Potts era nata a St.Paul in Nebraska
il 17 novembre 1910. Era di famiglia benestante e veniva da una buona
educazione scolastica, culminata nella laurea conseguita alla
Nebraska Wesleyan University di Lincoln. Si racconta che cominciò a
pensare seriamente a una carriera da scrittrice dopo aver
intervistato, per conto del giornale universitario, Dorothy L.
Sayers. Comunque, il primo lavoro dopo la laurea fu di insegnante ma,
dopo poco, passò al giornalismo, come redattrice del Phonograph
of St. Paul. Intorno al 1935, si recò a New York, per stare un
po' presso la sorella maggiore Edith, una pianista che stava
perfezionandosi presso la Julliard School of Music. Doveva essere un
breve soggiorno, ma New York le piacque così tanto che non riuscì
più a venirne via.
Dorothy L. Sayers (1893-1957)
Inizialmente lavorò come giornalista e
in questa veste pubblicò anche un romanzo mainstream, Someone to
remember, che fu ignorato sia dalla critica sia dal pubblico.
Decisa a sfondare comunque, dal 1946
cominciò a scrivere narrativa per le riviste. Sono stati contati
finora 37 suoi racconti apparsi fino agli anni '60 su testate quali
Colliers, McCall's, Redbook e Cosmopolitan.
Si trattava per lo più di storie melodrammatiche come piacevano al
pubblico femminile del tempo. Avrebbe però pubblicato anche racconti
gialli su Ellery Queen's Mystery Magazine.
Quando decise di tornare al romanzo,
inevitabilmente, fu un giallo. Go, Lovely Rose fu tradotto in
almeno 7 Paesi stranieri, compresa l'Italia, dove però arrivò con
18 anni di ritardo, nel 1972 (I peccati di Coreyville, Giallo
Mondadori n°1247 del 24 dicembre).
Altre edizioni di Go, Lovely Rose, compresa quella italiana
La trama del romanzo, in sintesi, parte
da una disastrata situazione familiare. Il dottor Buckmaster di
Coreyville, una cittadina provinciale del Midwest, è morto suicida
lasciando a spadroneggiare in casa la governante, Rose Anthony, una
donna egoista e maligna entrata in casa dopo la morte prematura della
moglie. La figlia maggiore Rachel se n'è andata a vivere a Chicago
appena finite le scuole, mentre il figlio minore Hartley, ancora
adolescente, è rimasto per non allontanarsi dalla sua ragazza, Bix
Bovard. Un giorno, Rachel viene richiamata a casa perché Rose è
morta in un incidente, cadendo per la scala che porta alla cantina.
Tuttavia, il suo corpo reca i segni di un violento colpo alla testa
che, anche se le è stato inflitto post mortem, fa pensare che questa
caduta non sia stata del tutto accidentale. La polizia indaga,
pressata dalla signora Pierce, sorella di Rose Anthony e con lo
stesso carattere. I principali indiziati sono Hartley e l'ex marito
di Rose, un rigattiere di nome Francis Henshaw che un tempo era un
uomo molto stimato in città e poi si è ridotto a un rottame umano.
Rachel e Bix, aiutate dal giovane dottor Craig, il nuovo medico
condotto, e dal padre di Bix, Hugh, un giornalista che era il miglior
amico del dottor Buckmaster, cercano di indagare per proprio conto
alla ricerca di prove che scagionino Hartley e incastrino Henshaw. Ma
la situazione è molto più complessa di come può sembrare, perché
tutti hanno qualcosa da nascondere e tutti potrebbero essere stati
ricattati da Rose. In particolare, è molto difficile la situazione
dei Bovard, una famiglia che sta insieme solo per le apparenze, dato
che la madre, Althea, è caduta in una forma di depressione maniacale
dopo la morte del figlio disabile Ronnie, della quale accusa il
marito nonostante il decesso sia chiaramente avvenuto per cause
naturali. Teoricamente, sia Althea, sia Hugh, sia Bix avrebbero avuto
molte buone ragioni per volere il male di Rose Anthony, che
sicuramente ricattava almeno uno tra loro.
L'epilogo porterà a scoprire il
colpevole proprio seguendo questa direzione.
Degli altri romanzi di Jean Potts,
pure diffusi in molti Paesi (tutti sono stati pubblicati in Uk da
Gollancz, in Francia ne sono usciti 4), in Italia ne è arrivato solo
un altro, ed è un titolo minore, sul quale le pagine specializzate
americane non spendono molte parole. Si tratta di The trash
stealer, originariamente uscito nel 1967 e tradotto nei Gialli
Longanesi con il titolo Omicidio giustificato e il numero 9
della collana il 29 giugno 1971, ossia addirittura prima che fosse
tradotto Go, Lovely Rose.
In questo romanzo, Joe Florio, un ex
studente universitario che ha trovato un lavoro da barista in un
locale di un paese costiero della Florida uccide accidentalmente un
ladro che lo ha minacciato con un'arma nel corso di un tentativo di
rapina. Il ladro risulta essere Fritz Wall, un cliente con cui Joe
era in ottimi rapporti. Sconvolto, Joe si chiede cosa possa avere
indotto Fritz a commettere una tale follia ma, prima di poter
arrivare a una conclusione, conosce una ragazza giovanissima e
piuttosto strana, Cynthia, che si presenta come la figlia di Fritz.
Oppresso dal senso di colpa verso di
lei, Joe la raggiunge a New York ma si rende subito conto che
Cynthia, pur appartenendo a una famiglia benestante, è una tipa
capace di cacciarsi facilmente nei guai, così come faceva suo padre,
del resto. Con una certa spudoratezza, Cynthia lo presenta come un
amico ai suoi parenti, e Joe ottiene un certo successo soprattutto
con la nonna e inflessibile matriarca, la signora Wall, che lo assume
come uomo tuttofare e non batte ciglio nemmeno quando un altro
nipote, Ned, scopre la reale identità di Joe.
La situazione familiare è molto
ingarbugliata perché la nonna vizia Cynthia e Fritz era molto più
legato a Ned che alla figlia, determinando una forte conflittualità
tra i due cugini, mentre i genitori di Ned percepiscono i due ragazzi
solo come un ostacolo tra loro e l'eredità della signora Wall,
quando questa verrà a mancare. Solo la governante Duffy e la ex
socia di Fritz, Marian Bishop, pur appartenendo al giro dei Wall, non
sono coinvolte nelle beghe familiari. Qualcosa dell'eredità è già
scomparso e non si sa chi sia stato a farlo sparire, probabilmente
Cynthia per sottrarlo a Ned. La situazione precipita quando la
signora Wall muore inaspettatamente per cause naturali. Tuttavia,
sarà proprio Joe a rimettere le cose a posto, ritrovando la
refurtiva e impedendo che Cynthia si cacci nei guai con la legge.
Come romanzo, è decisamente meno a
fosche tinte dell'altro, ma le psicologie dei personaggi sono
ugualmente complesse, a riprova del fatto che per la Potts i
personaggi sono sempre i motori degli intrecci e non dei burattini
che si muovono in scena secondo ciò che ordina loro l'autore.
Jean Potts ha pubblicato
complessivamente 14 romanzi gialli. Si sa che alcuni destarono un certo interesse in alcuni produttori cinematografici, ma poi i progetti furono tutti abbandonati e nessun film è mai stato realizzato da essi.
Per il resto, la Potts visse sempre a New
York, anche se visitò spessissimo l'Europa, in particolare il Regno
Unito, grazie a un amico che la ospitava a Southampton. Morì per
cause naturali pochi giorni prima di compiere 89 anni, l'11 novembre
1999.
Il Nebraska e la Howard County
Historical Society, considerandola una significativa gloria locale,
hanno raccolto presso i suoi parenti diversi suoi cimeli in modo da
ricavarne un piccolo museo che la celebra, ubicato nella sua città
natale, St. Paul.
La scrivania e la macchina da scrivere di Jean Potts, conservate nel piccolo museo della Howard County Historical Society a St. Paul
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