È ormai un caso in cui ci siamo imbattuti spesso, quello di un autore che ha scritto diversi libri ma viene ricordato per uno solo; e, se la sua opera è abbastanza lontana nel tempo, anche una ricerca insistita sul web non permette di venire a conoscenza di altre sue opere a parte quella principale.
Come molti autori che si sono lasciati alle spalle un certo successo, anche Clinton R. Seeley non ha lasciato molte tracce di sé. A livello di profilo biografico, anzi, non sapremmo quasi nulla se non ci imbattessimo nel suo necrologio, pubblicato dal Boston Globe il 9 settembre 1985. Da questo, apprendiamo che Seeley, nato nel 1921, morì al Portsmouth Hospital di Rye Beach, New Hampshire, dove risiedeva dal 1966, delle complicazioni di una malattia cardiaca.
Fortunatamente, su eBay, si trovano delle sue foto giovanili in vendita da un negozio di memorabilia storici.
Seeley
era militare in servizio nella caserma Schofield alle Hawaii il
giorno dell'attacco di Pearl Harbor. Combatté a Guadalcanal e alle
isole Salomone. Dopo la guerra, durante gli anni '50, fui redattore
della Catskill Gazette, poi si trasferì a Boston e aprì una
galleria d'arte, specializzata in pittura e scultura, a Provincetown,
Massachusetts; infine lavorò come consulente presso lo studio di
Jasinski Architects Inc. di Rye Beach.
Durante tutto questo periodo, scrisse diversi racconti e almeno un romanzo, Storm Fear, pubblicato nel novembre del 1954. Dopo circa un mese, nel dicembre dello stesso anno, l'attore Cornel Wilde, che andava in cerca di un buon soggetto per produrre un film con la sua casa appena fondata e denominata Theodora, ne acquistò i diritti cinematografici.
Alla critica, il romanzo piacque abbastanza, tanto che fu tradotto in quattro lingue. Pure il successivo film, diretto e interpretato proprio da Wilde nel 1955, ottenne abbastanza successo da essere esportato in molti Paesi. Entrambi arrivarono anche in Italia.
Il confronto tra romanzo e film mostra alcune differenze, non moltissime, dovute al fatto che il soggetto, così com'era, se fosse stato proposto senza cambiamenti, difficilmente avrebbe passato il visto della censura.
Il romanzo è in gran parte un lungo flashback narrato dal dodicenne Davie, appena salvato dall'assideramento da una squadra di soccorso durante una tempesta di neve sui monti Catskill, a Sud-Ovest di New York. Davie narra della vita isolata e piuttosto infelice della sua famiglia in una casa isolata in montagna: il padre Fred è uno scrittore fallito sempre malato e molto irascibile, la madre Liz deve portare sulle spalle il peso della piccola fattoria che lei e Davey mandano avanti per vivere con l'aiuto di un uomo di fatica, Hank. Un giorno che Hank è assente, si presentano tre persone in auto, una delle quali appare già nota ai genitori di Davey: è lo zio Charlie, il fratello di Fred, che il ragazzino ha già sentito nominare più volte ma ancora non conosce; gli altri due sono Edna, una donna bella e stupida, e Benje, un omuncolo irritabile e violento. I tre non sono in visita amichevole, stanno scappando dopo aver commesso una rapina in cui un altro complice, il marito di Edna, è stato ucciso. Anche Charlie è ferito, a una gamba.
Al di là dell'imbarazzo di nascondere tre rapinatori in casa, Fred, Liz e Davey si ritrovano praticamente presi in ostaggio, anche se la presenza di Charlie dovrebbe garantire la loro incolumità. Ciò non impedisce però a Benje di pestare il quasi invalido Fred, quando i due hanno un diverbio. Benje infatti è incontrollabile e solo Charlie, usando le maniere forti, riesce a farsi obbedire da lui.
Una tempesta di neve isola la casa e questo dovrebbe garantire un minimo di tranquillità al trio in fuga, intanto che la gamba di Charlie migliora. Tuttavia, i progressi di questa sono lenti e, dopo la visita di un vicino, che incontra solo Liz prima di andarsene, e la notizia che a valle si sta preparando una spedizione per cercare i tre fuggiaschi in montagna, inducono Charlie ad affrettare la fuga. Poiché non conoscono i sentieri, i tre si faranno accompagnare da Davey come guida; la presenza di Davey dovrebbe garantire anche che Liz e Fred non daranno l'allarme.
La fuga in montagna diventa particolarmente drammatica per via dell'ottusità di Edna, che rifiuta di abbandonare la sua pesante pelliccia e di cambiare le sue scarpe eleganti con scarponi da montagna. La donna rimane infatti indietro e, quando comincia a dare in escandescenze, Benjie la fa cadere accidentalmente da un costone. Edna si rompe una gamba e a quel punto diventa impossibile continuare a portarsela dietro. Charlie le lascia delle provviste e poi gli altri tre la abbandonano, incuranti delle sue grida di aiuto.
La gamba di Charlie va sempre peggio e Benje prende il sopravvento, costringendo Davey ad abbandonare anche lui in una baita di legno. Quando Benje esagera con le minacce, però, il ragazzino ha una improvvisa e violenta reazione e uccide l'omuncolo. Poi ritorna dove è Charlie, trovandolo ancora vivo; nell'impossibilità di trasportarlo da qualche parte, resosi conto che la spedizione mandata alla ricerca dei fuggiaschi è proprio sotto di loro, incendia la baita dopo aver trasportato fuori Charlie. La spedizione è partita in anticipo perché allertata dai sospetti del vicino.
Davey, sebbene mezzo assiderato, sopravvive. Charlie, nonostante l'amputazione della gamba, muore dopo qualche giorno. Edna è stata ritrovata morta assiderata dai soccorritori. Qualche mese dopo, muore anche Fred, che era affetto da una tubercolosi avanzata, e Davey torna a casa a mandare avanti la fattoria insieme a Liz e a Hank.
Uno degli aspetti più importanti della storia è il rapporto tra Davey e Charlie. Davey ha un pessimo rapporto con Fred, uomo freddo e anaffettivo, geloso al punto da uccidergli il cane. Invece, con Charlie, cordiale e ben disposto, Davey lega subito. Molti indizi fanno comprendere (in pratica, Davey è l'unico a non rendersene conto) che in realtà il vero padre del ragazzo è Charlie, che però è stato costretto a fuggire per non finire in carcere, quindi a sposare la madre Liz, forse su indicazione di Charlie stesso, è stato Fred. Da qui il rancore di Fred verso Charlie, Liz e perfino Davey, che pure ha cercato a lungo un rapporto con lui. In effetti, alla fine del romanzo, pur non avendo compreso la verità, Davey appare più addolorato per Charlie che per Fred.
Nel film, questo aspetto resta appena accennato. Resta il sospetto che Charlie possa essere il padre di Davey, ma non se ne ha mai la certezza. Sparisce la figura del vicino che visita la casa e allerta la spedizione: al suo posto, si amplia il ruolo di Hank, che finisce per ridimensionare anche la figura di Davey: è infatti Hank, che ha seguito i tre, a uccidere Charlie, dopo che Benje è stato ucciso da Davey. Benje non è un omuncolo ma un energumeno. Fred è molto meno malato che nel libro, infatti la fuga disperata dei tre banditi attraverso la montagna innevata si deve al fatto che Fred è scappato verso la città per chiamare aiuto. In realtà, Fred muore assiderato prima di arrivarci ma, rinvenendo il suo corpo lungo la strada, mentre si reca alla fattoria, Hank capisce che sta succedendo qualcosa, prima ancora di trovare Liz legata in casa che gli racconta tutto. Edna muore come nel libro e non ci sono spedizioni alla ricerca dei tre fuggiaschi.
Piuttosto particolare è il personaggio di Liz, ben lontana dai tipici cliché materni di Hollywood. Già prima che arrivino i tre non sembra disprezzare il corteggiamento di Hank. Cede poi abbastanza facilmente alle lusinghe di Charlie. Infine, senza piangere Fred oltre il necessario, si mette con Hank appena le cose vanno a posto. L'unico aspetto che la distanzia dal genere femme fatale è la preoccupazione per il figlio. A darle il volto e la presenza scenica è l'allora moglie di Wilde, Jean Wallace.
Davey è David Stollery, un celebre attore bambino degli anni '50 che poi lasciò il cinema per diventare designer di automobili (ha progettato uno dei modelli della Toyota Celica)
Hank è un giovane Dennis Weaver, ancora ben lontano dal personaggio di Sam McCloud, lo Sceriffo a New York che lo renderà una stella della televisione vent'anni dopo.
Edna è una sorprendente Lee Grant, in un ruolo diversissimo da quelli soliti.
Fred è Dan Duryea, un eccellente caratterista specializzato in ruoli di vilain in film noir e western, che qui comincia a staccarsi dallo stereotipo (e infatti nell'ultima parte della carriera farà ruoli completamente differenti, sia al cinema sia in tv).
Benje è Steven Hill, un attore attivo soprattutto in teatro e in tv, in una delle sue poche apparizioni cinematografiche.
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