Tra i tanti scrittori americani che godettero di un buon successo nel secondo dopoguerra e sono stati successivamente dimenticati, non pochi appartenevano alla categoria “Southern”, ossia appartenevano agli Stati del Sud e ne esprimevano a modo loro la mentalità.
Uno molto rappresentativo tra essi è sicuramente Borden Deal.
Deal, il cui vero nome era Loysé Youth Deal, nacque il 12 ottobre 1922 a Ponotoc, Mississippi, terzo e ultimo figlio di una coppia di agricoltori. Come molti altri farmers, suo padre fu rovinato dalla crisi del 1929 e la famiglia dovette trasferirsi a Entreprise, sempre nel Mississippi, per lavorare in una comune agricola sponsorizzata da un progetto del New Deal rooseveltiano.
Deal stava terminando le scuole superiori quando, nel 1938, il padre morì in un incidente di lavoro su un camion. Presa la maturità, Deal si arruolò in un altro progetto dell'amministrazione di Roosevelt, il Civilian Conservations Corp, che si occupava della protezione e manutenzione delle risorse naturali del Paese, soprattutto le foreste. Per qualche anno, viaggiò in tutti gli Usa per partecipare allo spegnimento di incendi, soprattutto sulla costa pacifica.
Dal 1942 al 1945 fu arruolato come addetto ai radar nella Marina degli Stati Uniti e prestò servizio nella base di Fort Lauderdale, in Florida.
Dopo la guerra, mentre si manteneva svolgendo diversi lavori, Deal si iscrisse all'università dell'Alabama a Tuscaloosa, dove si laureò nel 1949. In questo periodo ebbe come insegnante di scrittura creativa Hudson Strode (1892-976), uno specialista in biografie che aveva una vera fissa per il “vecchio Sud” (al punto che i critici lo hanno definito un “neoconfederato”) ma doveva avere anche delle buone capacità didattiche, perché risulta che dal suo corso (tenuto ininterrottamente dal 1916 al 1963) sono usciti gli autori di almeno 55 romanzi e 101 racconti regolarmente pubblicati. Il più illustre tra essi è appunto Deal.
Nel 1950, quando aveva già pubblicato il suo primo libro, Deal risiedette per un anno a Mexico City, studiando letteratura, scrittura creativa e psicologia. Durante questo periodo sposò una donna di origine polacca, Lillian Slobotsky, dalla quale forse ebbe anche un figlio (un biografo lo cita ma il necrologio apparso sul NY Times no). Il matrimonio, però, durò pochissimo.
Nel 1952, divorziato da Lillian, si risposò con Ethel Hodges, nata in Alabama nel 1929 e sua ex compagna di università a Tuscaloosa. La coppia ebbe tre figli, un maschio e due femmine, tra il 1954 e il 1960. Anche la moglie divenne una scrittrice, con il nome di Babs Deal. I due vissero prevalentemente in Florida e rimasero insieme fino al 1975, quando divorziarono.
Sebbene oggi quasi totalmente dimenticato, Deal è stato un autore abbastanza prolifico, al quale sono attribuiti oggi 21 romanzi e oltre un centinaio di racconti, firmati anche utilizzando almeno tre pseudonimi. Oltre a questi, firmandosi Anonymus, firmò una serie di romanzi erotici di successo negli anni '70.
Deal si considerava un tipico autore del Sud, molto legato al tema del legame dell'uomo con la sua terra e a quello dei comportamenti istintivi e primordiali. Molte delle sue opere sono appunto ambientate negli Stati del Sud e affrontano classici conflitti visti in quella cornice e secondo il modo di pensare di quelle comunità. Riteneva di poter lasciare una testimonianza della vita e della sensibilità dei suoi tempi e dei suoi luoghi che gli sarebbe sopravvissuta.
Non sono pochi i critici secondo i quali Deal meriterebbe di essere riscoperto. A tutt'oggi, solo due sue opere godono ancora di una certa fama: The Insolent Breed (1959) per aver ispirato un musical di Broadway (A Joyful Noise, che fu un insuccesso e non è legato al film omonimo del 2012); e Dunbar's Cove (1957), per aver fatto da base per la sceneggiatura del film Wild River (1960) di Elia Kazan (Fango sulle stelle nell'edizione italiana).
In Italia, a tutt'oggi, dovrebbero essere arrivati solo tre romanzi di Deal. Però, due di essi (Un uomo contro il domani e Il ragazzo senza nome) sono usciti solo in forma condensata nei libri di Selezione dal Reader's Digest e, in mancanza dei relativi volumi, non si riesce a risalire ai titoli originali.
Il terzo è, invece, uno talmente poco importante che non è nemmeno riportato nelle biografie online (ma su Wikipedia in Inglese sì, sebbene con il titolo sbagliato), anche se si può risalire alla sua copertina dalle copie usate in vendita sui vari siti. Si tratta di Killer in the House, che uscì nel 1957 e fu proposto nel Giallo Mondadori con il numero 566 della collana e il titolo Ultimo colpo, il 6 dicembre 1959.
Si tratta di un romanzo piuttosto mediocre e decisamente scontato nello svolgimento della trama. Siamo in una cittadina imprecisata in uno degli Stati del Sud degli Usa. Un ex galeotto, Paul, si è rifatto una vita accanto all'infermiera Karen e, aiutato a reinserirsi nella società durante il periodo della libertà vigilata, è diventato caposquadra di una importante impresa immobiliare. Gli manca solo un anno per essere definitivamente libero, quando si presenta alla sua porta il suo ex capobanda Syd, che dice di aver bisogno di ospitalità dopo essere stato scarcerato a propria volta. In realtà, Syd è evaso ed ha anche ucciso una guardia durante la fuga e, da Paul, vuole essere aiutato a compiere un'ultima rapina, in una ricca gioielleria, prima di fuggire in Messico.
Paul non ha nessuna intenzione di collaborare, ma Syd tiene in ostaggio Karen e Kay, la figlia della coppia. La situazione si complica ulteriormente quando arrivano gli altri complici ingaggiati da Syd per la rapina, il driver Smitty e il losco Rider.
Nel frattempo, lo sceriffo e i suoi uomini sono sulle tracce di Syd e ritengono già che abbia cercato aiuto da Paul. Ma, prima che intervengano, il giudice Hawke, incaricato della sorveglianza e del reinserimento di Paul, li convince ad aspettare, perché convinto che Paul sia stato coivolto contro la sua volontà.
Paul vorrebbe avvertirli della presenza di Syd e dei suoi, ma non può, perché gli hanno tagliato i fili del telefono. Solo il mattino dopo, quando si muovono dalla casa (sorvegliata, a loro insaputa, da diversi agenti) per andare a rapinare la gioielleria, lasciando Rider a fare la guardia a Karen e a Kay, Paul riesce a telefonare al giudice con la scusa di avvertire il suo datore di lavoro. Confortato dalle parole del magistrato, Paul impedisce all'auto di ripartire, sparando addosso a Smitty e uccidendolo.
Adesso occorre liberare Karen e Kay. Ormai sconfitto, Syd accetta di riaccompagnare Paul a casa per raccontare a Rider la storia che la loro auto ha avuto un incidente e Smitty è rimasto ferito, per cui la rapina è saltata, e disarmarlo mentre è distratto. Lo statagemma riesce solo in parte, ma Paul ferisce gravemente Rider prima che questo possa fare del male a qualcuno.
A questo punto, mentre la polizia sta arrivando, Syd scopre le carte: ha accompagnato Paul a casa sperando che questo, dopo, gli permettesse di scappare. Poiché Paul si rifiuta di farlo, Syd cerca di prendere la piccola Kay in ostaggio, ma Paul gli spara ugualmente alle gambe mentre tiene la bambina in braccio.
Syd, atteso ormai dalla sedia elettrica per l'uccisione della guardia, chiede allora a Paul di finirlo. Quando arrivano i poliziotti, portano via il suo cadavere.
Nonostante la trama tutt'altro che originale, il romanzo presenta qualche interesse nell'alternarsi delle due scene, a casa di Paul e nell'uffico dello sceriffo. Nella casa, si consuma il difficile conflitto interiore di Paul, stretto tra la sua nuova e serena vita e il legame che ha con il suo ex capo, unica figura paterna e migliore amico di tutta la sua vita; nell'ufficio, sceriffo e giudice, oppressi dalle rispettive responsabilità, devono decidere se fidarsi o meno di un uomo che non appare né del tutto affidabile né del tutto inaffidabile. Alla fine vincerà il giudice e i fatti gli daranno ragione, ma questo risultato è tutt'altro che scontato.
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