Come già narrato in altri articoli, negli anni '60-'70 non pochi ex poliziotti esordiscono nella narrativa gialla, in genere con risultati quanto meno accettabili, talvolta decisamente buoni.
Non sorprende, quindi, che il danese Torben Nielsen sia stato a lungo molto considerato, sia in patria che fuori, e che sia percepibile qualche eco della sua fama di allora anche oggi, a quasi trent'anni dalla sua scomparsa.
Nielsen, nato a Vedslet nello Jutland il 22 aprile 1918, entrò in polizia nel 1941 e vi rimase fino al 1967. Tra le note biografiche che è stato possibile reperire, non c'è nessun accenno alla sua formazione, alla sua famiglia e alle ragioni che lo indussero a lasciare il servizio. Si sa solo che a 52 anni, nel 1970, esordì come narratore con un libro per bambini, Gry. Historien om et pindsvin (Gry. Storia di un riccio) che illustrò personalmente: questo libro ottenne un buon successo. L'anno dopo pubblicò il primo dei suoi otto romanzi gialli, Tilfældet Lisa Kjeldsen (Il caso di Lisa Kieldsen), che non dovette avere un grande successo (non si trovano sue immagini sul web, nemmeno in Anna's archive) ma sicuramente piacque ai critici.
I suoi maggiori successi sono i romanzi Nitten røde roser (Diciannove rose rosse), uscito nel 1973 e premiato in Danimarca con il premio Poe Club Berenice e apprezzato anche all'estero, soprattutto in Norvegia, Germania e Regno Unito; e Terror (Terrore), uscito nel 1976.
Il protagonista dei suoi romanzi gialli è un maturo ispettore di polizia, Jens Ancher, che in entrambi i film è stato interpretato dall'attore Poul Reichhardt.
Torben Nielsen morì il 18 febbraio 1985.
In Italia, secondo le solite logiche imperscutabili con cui venivano scelti i romanzi stranieri da proporre ai nostri lettori, i due romanzi di maggior successo sono stati ignorati e ne è stato tradotto solo uno meno noto, Galgesangen (La canzone della forca), originariamente pubblicato nel 1973 e uscito nel Giallo Mondadori il 1° gennaio 1978 con il titolo La ballata dell'impiccato e il numero 1509 della collana. Tra l'altro non fu tradotto nemmeno direttamente, ma dall'edizione inglese. Evidentemente, in quel periodo, mancavano traduttori dal danese.
Nielsen era molto apprezzato dalla critica per il realismo delle sue trame e anche questo romanzo appare decisamente credibile, nonostante occorra non poca fantasia per immaginare il modo in cui viene attuato il delitto poi fatto passare per suicidio.
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