William Buckland, nato ad Axminster nel
Devon il 12 marzo 1784, è stato uno dei più importanti geologi Del
XIX secolo e di tutti i tempi. Corrispondente di Georges Cuvier
(1769-1832), il massimo anatomista e paleontologo del tempo, fu
simpatizzante della sua teoria catastrofistica, che spiegava
l'estinzione di massa di intere forme viventi con gli effetti di
terremoti, maremoti e altri disastri, senza mettere in dubbio la
cronologia di James Ussher (1581-1656) che assegnava alla Terra poco
meno di 6.000 anni (la creazione sarebbe avvenuta nel 4004 a.C.).
Willaim Buckland
Georges Cuvier
James Ussher
Anche se, agli occhi dell'uomo moderno,
queste idee possono apparire intrise di arretratezza e superstizione,
non si può negare che, a modo loro e con le poche conoscenze che
avevano a disposizione, sia Ussher sia Cuvier e Buckland cercarono di
spiegare la realtà del mondo nel modo più scientificamente
possibile, spesso conservando un rigore che invece mancava a
scienziati (Buffon, Lamarck, Geoffroy de Saint-Hilaire) che si
avvicinarono di più alla verità, intuendo che la Terra era molto
più vecchia e che gli organismi andavano soggetti agli effetti di
forze evolutive, ma non fornirono mai né prove né teorie
convincenti su come questo avvenisse. Ci sarebbe voluto Darwin, nel
1859, perché le teorie evolutive cominciassero ad affermarsi nella
comunità scientifica.
Va anche aggiunto che a quel tempo le
istituzioni accademiche erano spesso saldamente governate o legate a
quelle religiose, specie nel Regno Unito, e che moltissimi scienziati
avevano una solida formazione religiosa (lo stesso Darwin era
laureato in Teologia), per cui era improbabile che potessero farsi
prendere facilmente dal furore iconoclasta.
Tuttavia, erano quasi sempre abbastanza
onesti da non nascondere i risultati delle loro richerche, anche
quando andavano in direzione opposta a quella delle loro convinzioni.
Nei suoi lavori, Darwin attinse a piene mani a contributi di autori
come Charles Lyell, Richard Owen, Louis Agassiz e Federico Delpino,
che rimasero sempre fedeli al fissismo e alle loro idee religiose.
Nel dibattito sull'età della Terra e
l'origine delle specie, Buckland diede in suo contributo, enunciando,
nel libro Vindiciae Geologicae, una teoria catastrofista per cui i
fossili sarebbero stati anteriori al Diluvio Universale ma precedenti
all'avvento dell'uomo. Se la sua idea oggi può apparire bizzarra,
basta confrontarla con altre dei suoi contemporanei, tra i quali il
più fantasioso fu sicuramente Philip Henry Gosse (1810-88), capace
di inventarsi, nel suo trattato Omphalos, che la Terra fosse stata
creata dotata direttamente delle vestigia di un passato, per dare
all'universo un'estensione infinita non solo in senso spaziale, ma
anche in senso temporale.
La copertina dell'edizione originale di Vindiciae geologicae di Buckland
Philip Henry Gosse
La copertina originale di Omphalos di Gosse
Buckland è noto come il primo scienziato a descrivere un dinosauro, il Megalosaurus bucklandii, i cui reperti risalenti al Giurassico erano stati scoperti proprio in Inghilterra. Il nome, attribuito inizialmente da Cuvier (cui Buckland si era rivolto per una consulenza) fu poi confermato nel 1827 da un altro insigne paleontologo, Gideon Mantell (1790-1852), a sua volta noto per aver scoperto il primo fossile di dinosauro (un Iguanodon).
Buckland fu anche il primo a intuire che dall'analisi dei coproliti (fossili ottenuti dalla mineralizzazione delle feci) si sarebbe appreso molto sulla dieta e sulla vita degli animali estinti.
Una caricatura di Buckland accanto a una ricostruzione del Megalosaurus
Un0altra caricatura di Buckland al lavoro
Dei coproliti in una illustrazione di un saggio di Buckland
Gideon Mantell
Buckland era un uomo religioso non solo
di formazione, ma anche di professione. Oltre che studioso e
insegnante (a Oxford, dove si distinse soprattutto per la sua
didattica poco ortodossa che piaceva molto agli studenti e cui lasciò
in eredità una importante collezione di reperti paleontologici), era
un ministro anglicano, prima canonico al Christ Church College di
Oxford e poi decano del Westminster College a Londra. Nonostante le
sue posizioni nettamente conservatrici in campo scientifico, come
idee sociali e civili si dimostrava molto più illuminato della
maggior parte dei suoi contemporanei: ad esempio, perorò con forza
l'idea che le carestie (un problema comune ai suoi tempi) si
dovessero combattere razionalizzando l'agricoltura, investendo
risorse pubbliche nella realizzazione di bonifiche e reti di
irrigazione, smembrando i grandi latifondi in piccoli lotti di terra
da assegnare gratuitamente ai disoccupati per incentivarli al lavoro
agricolo. Quasi un comunista, come si può vedere (la sua posizione
era peraltro condivisa dalla quasi totalità della Chiesa Anglicana,
in opposizione allo strapotere degli aristicratici).
Il Christ Church College di Oxford
Il Westminster College di Londra
A un certo punto della sua vita, però,
Buckland intraprese una ricerca scientifica che portò avanti con il
massimo impegno e che fa pensare agli studiosi moderni (come Hugh
Aldersey-Williams, che gli ha dedicato un capitolo nel suo bel libro
Anatomies) che gli fosse saltato di volta il cervello. In pratica,
Buckland decise di provare a mangiare qualsiasi cosa di origine
animale che apparisse come un possibile cibo. Inizialmente, la sua
motivazione fu quella di testare nuovi alimenti, sempre per
combattere la fame nel mondo: ma poi, evidentemente, la cosa finì
per prendergli la mano.
Un elemento singolare della sua vicenda
è che, pur essendo uno scienziato rigoroso, non lasciò alcuna
testimonianza scritta di questa sua “ricerca”, per cui tutto ciò
che ne sappiamo deriva dalle testimonianze dei suoi amici e
conoscenti.
Hugh Aldersey-Williams (1959)
L'edizione originale di Anatomies
L'edizione italiana, Anatomie
Nel corso di questa ricerca, Buckland
provò un numero incredibile di alimenti, alcuni dei quali sono oggi
usati normalmente in cucina, come la carne di struzzo (che offrì al
paleontologo Richard Owen (1804-92), il quale la scambiò per normale tacchino)
ma soprattutto prodotti che ripugnerebbero più o meno a chiunque. Ad
esempio, il poeta John Ruskin (1819-1900) riferisce ironicamente di aver dovuto
rifiutare con molto rammarico una cena in cui sarebbero stati serviti
dei toast al topo.
Richard Owen
John Ruskin
Durante una visita in una cattedrale
fuori del Regno Unito (purtroppo non è stato tramandato dove), gli
fu mostrata una macchia scura sul pavimento, che si diceva fosse
stata lasciata dal sangue di un martire. Buckland, senza esitare, si
inginocchiò e leccò la macchia finché non fu certo di averne
identificato la natura: per lui, era solo “urina di pipistrello”.
Lo scrittore Augustus Hare (1834-1903) riferisce di
una cena nella dimora di Lady Lyndhurst a Nuneham, vicino Oxford,
prima della quale la padrona di casa mostrò agli invitati un
cofanetto d'argento contenente quello che si diceva fosse il cuore di
un re francese (Luigi XIV o Luigi XVI). Quando arrivò il suo turno
di ammirare la reliquia, Buckland la afferrò e, prima di poter
essere fermato, la mangiò, esprimendo successivamente dei dubbi sul
fatto che potesse essere un cuore umano.
Lady Lyndhurst, con ammirevole aplomb,
anziché farlo sbattere fuori dai domestici, si limitò a chiedergli
quale fosse la cosa più disgustosa che avesse mai mangiato. Buckland
rispose che era sicuramente la carne di talpa, dal gusto davvero
orribile.
Più tardi, però, Buckland scrisse a
Lady Lyndhurst per informarla di aver mangiato qualcosa di ancora più
disgustoso delle talpe, ossia dei mosconi azzurri.
Ritratto della prima Lady Lyndhurst, Sarah. E' possibile però che, essendo morta nel 1834, non sia lei la protagonista dell'episodio relativo a Buckland, bensì la seconda Lady Lyndhurst, Georgiana, di cui non si trovano ritratti sul web
Nuneham House
Augustus Hare
Suona quasi comico e surreale il fatto
che, da decano di Westminster, Buckland fu anche sovrintendente alla
mensa degli studenti convittori. Non si sa cosa si ritrovarono a
mangiare i poveri giovani ma, dalle testimonianze, risulta che il
livello del vitto, prima molto povero e monotono, migliorò
notevolmente.
La sua dieta temeraria non gli provocò
il minimo danno alla salute. Buckland si mantenne in ottime
condizioni fisiche fino a quando le conseguenze di un incidente gli
provocarono una infezione alla spina dorsale, che si estese fino al
cervello e lo portò alla morte, a 72 anni, il 14 agosto 1856 a
Islip, nell'Oxfordshire, dove si era ritirato.
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