Una delle più celebri storie di
fantasmi del XX secolo è quella che nasce dalla vicenda di un
disatro aereo americano, avvenuto la sera del 29 dicembre 1972,
quando un Lockheed L-1011 Tristar della Eastern Airlines, proveniente
da New York, volo 401, cadde nelle paludi delle Everglades in
Florida, a pochi km dall'aeroporto di Miami.
L'aereo, chiamato Aircraft 310, poteva
imbarcare fino a 229 passeggeri ma aveva a bordo complessivamente 173
persone, compresi 13 membri dell'equipaggio. In conseguenza
dell'impatto, avvenuto alla velocità di oltre 400 km/h, morirono 101
persone, 99 delle quali istantaneamente o nei minuti immediatamente
successivi, nonostante il tempestivo arrivo dei soccorsi. Il bilancio
avrebbe potuto essere molto più grave se il suolo paludoso non
avesse assorbito gran parte dell'energia dell'urto.
Un Tristar come quello coinvolto nell'incidente
Un'immagine del disastro
La successiva inchiesta della National
Transportation Safety Board (NTSB) dimostrò che il disastro si era
verificato per una incredibile fatalità. Mentre stava cominciando la
discesa verso l'aeroporto di Miami, l'equipaggio si era reso conto di
un malfunzionamento di una spia, la mancata accensione della luce di
posizione che avrebbe dovuto indicare la corretta discesa nella
posizione giusta del carrello anteriore del carrello. Dalle
conversazioni radio con la torre di controllo di Miami, risultò che
secondo il comandante e l'ingegnere di volo la spia non si era accesa
solo perché la lampadina era fulminata, mentre il carrello sarebbe
sceso regolarmente al suo posto. Il comandante inviò l'ingegnere nel
vano sotto la cabina di pilotaggio (il “buco infernale” in gergo)
a controllare lo stato delle lampadine ma, poiché l'ingegnere non
riusciva a venire a capo della situazione, a un certo punto decise di
scendere anche lui a dargli una mano. Così facendo, urtò
accidentalmente la cloche, spostandola dalla modalità “mantenimento
di quota” alla modalità “beccheggio” (“Pitch”) ossia
discesa graduale. Poiché in quel momento l'aereo procedeva guidato
dal pilota automatico, nessuno se ne accorse. Quando il velivolo
scese dalla quota iniziale di circa 600 metri a quella di meno di 100
metri, suonò un breve allarme acustico ma anche questo passò
inosservato per via del trambusto provocato in cabina dalla faccenda
della spia difettosa, anche perché a occuparsene avrebbe dovuto
essere l'ingegnere di volo, in quel momento impegnato nel vano
inferiore.
L'analisi dei rottami mostrò che il
comandante e l'ingegnere non si erano sbagliati, riguardo al
problema: il carrello anteriore era regolarmente sceso in posizione e
la lampadina della relativa spia non si era accesa in quanto
fulminata. La sostituzione tempestiva di un pezzo da pochi dollari
avrebbe salvato la vita di 101 persone.
L'inchiesta non poté giovarsi molto
del contributo dei diretti interessati, perché il comandante Robert
Loft (un 55enne che volava dagli anni '30 ed era classificato al 50°
posto tra gli oltre 4000 piloti delle principali compagnie aeree
americane) morì tra i rottami della cabina di pilotaggio mentre i
primi soccorsi cercavano di estrarlo; mentre l'ingegnere di volo
Donald Repo (un 51enne con 25 anni di servizio immacolato nella
Eastern Airlines) raggiunse ancora vivo un ospedale di Miami ma morì
dopo 2 giorni senza riprendere conoscenza; il primo ufficiale Albert
Stockstill (un 39enne che costruiva piccoli velivoli per hobby) era
già deceduto sul colpo nell'impatto.
Le autopsie accertarono che Repo era
affetto da un fastidioso raffreddore e che Loft aveva un tumore
cerebrale non diagnosticato nell'area della vista, ma nessuna delle
due situazioni era tale da condizionare significativamente l'operato
dei due.
Robert Loft e Donald Repo
Foto di gruppo delle hostess del volo 401, dalla fotocamera di una di esse: tre moriranno nel disastro
La vicenda, oltre a occupare per lungo
tempo le pagine di cronaca dei giornali, ebbe ovviamente moltissimi
strascichi giudiziari, amministrativi e assicurativi.
Ciò che invece non è altrettanto
ovvio è che, già nei mesi successivi al fatto, cominciarono a
circolare storie di apparizioni dei membri dell'equipaggio deceduti
in altri aerei e voli della Eastern Airlines.
Una di queste racconta che, nel 1973,
addirittura il vice-presidente degli Usa, che stava partendo
dall'aeroporto JFK per recarsi il Florida su un altro Tristar,
sarebbe stato accompagnato alla sua cabina di lusso da un ufficiale
alto ed elegante, che poi sarebbe scomparso all'improvviso, la cui
descrizione corrisponde a quella di Robert Loft. Le pagine che la
riportano, non precisano quale sia stato il vice-presidente
coinvolto, dato che nel 1973 la carica fu occupata fino a ottobre da
Spiro Agnew, che poi si dimise dopo un'accusa di evasione fiscale, e
successivamente da Gerald Ford, che sarebbe diventato presidente nel
1974.
In un altro racconto, a un ingegnere di
volo di un Tristar, intento a svolgere un controllo pre-volo appare
Donald Repo, seduto al posto del primo ufficiale, che gli dice di
aver già svolto i controlli e che tutto va bene, prima di
scomparire.
Un altro racconto ancora narra
dell'apparizione del volto di Repo sul quadro degli strumenti che il
comandante di un altro Tristar stacontrollando e della sua voce che
dice “Non ci sarà mai più un altro incidente su un Tristar. Non
lo permetteremo.”
Un'altra storia è quella in cui in un
Tristar che sta volando a 13.000 metri di quota si sente un colpo
proveniente dal “buco infernale”, i membri dell'equipaggio aprono
il portello per vedere di cosa si tratta e si trovano davanti, per un
istante, Repo, che subito dopo scompare.
Repo sarebbe poi apparso altre volte
soprattutto in cambusa o addirittura in mezzo ai passeggeri.
Ma l'apparizione considerata più
importante e clamorosa è quella in cui, in un fantomatico volo 903
da New York a Città del Messico, la hostess Fay Merryweather,
intenta a preparare i pasti in cambusa, si trova davanti la faccia di
Repo aprendo un forno elettrico, e gli sente dire “Attenzione al
fuoco durante questo volo.” Il volo finisce bene, ma al ritorno c'è
un piccolo incendio a bordo che costringe il velivolo a tornare
precipitosamente a Città del Messico. Indagini successive scoprono
che il forno in cui è apparso Repo era stato inizialmente montato
sul Tristar del volo 401 e, una volta recuperato intatto nella zona
del disastro, era stato rimontato sul nuovo aereo.
Anche se lo scrittore John G. Fuller,
nel suo libro The Ghost of Flight 401 (che ha ispirato un celebre tv
movie) cita oltre 20 apparizioni di Loft e Repo solo tra il 1973 e il
1976, sembra che le storie abbiano preso origine dalla dichiarazione
di un pilota intervistato da una importante rivista americana di
sicurezza aeronautica, la Flight Safety Foudation. Questo pilota,
mentre conduceva un Tristar, aveva avuto un'avaria a un motore ed era
stato costretto a un atterraggio d'emergenza. Nel descrivere le sue
sensazioni in quel momento, aveva detto, ironicamente, “Ho visto il
fantasma di Don Repo accanto a me.” Questo episodio fu riportato da
Fuller come verità inconfutabile.
In seguito alla pubblicazione del libro
di Fuller, alcuni ex dipendenti della Eastern Airlines aggiunsero
altri dettagli più o meno fantasiosi alla vicenda. Uno arrivò a
dichiarare che Frank Borman, il maggiore azionista della compagnia,
avrebbe assunto un santone per praticare un esorcismo sui suoi aerei.
Queste illazioni sono cessate quando Borman, dopo aver liquidato
tutta la faccenda come “merda” ha cominciato a minacciare azioni
legali contro i responsabili.
Il dettaglio di Donald Repo che appare
in un forno recuperato dal Tristar caduto è ai limiti dell'umorismo
involontario. E' stato accertato, infatti, che modello e marca dei
forni montati su quel Tristar non sono gli stessi dei forni montati
su altri Tristar, particolarmente proprio su quello del volo 903.
Don Repo appare nel forno, in un fotogramma del tv movie tratto dal libro di Fuller
I familiari di Robert Loft hanno
denunciato John G. Fuller per violazione della privacy, poiché
Fuller avrebbe impiegato il nome del loro congiunto deceduto per
imporre all'attenzione del pubblico come vera una storia che è a
tutti gli effetti inventata. Il tribunale ha dato loro torto,
affermando che il nome di Loft era ormai così famoso da appartenere
di fatto al pubblico dominio.
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