venerdì 4 agosto 2017

I fantasmi del volo 401

Una delle più celebri storie di fantasmi del XX secolo è quella che nasce dalla vicenda di un disatro aereo americano, avvenuto la sera del 29 dicembre 1972, quando un Lockheed L-1011 Tristar della Eastern Airlines, proveniente da New York, volo 401, cadde nelle paludi delle Everglades in Florida, a pochi km dall'aeroporto di Miami.
L'aereo, chiamato Aircraft 310, poteva imbarcare fino a 229 passeggeri ma aveva a bordo complessivamente 173 persone, compresi 13 membri dell'equipaggio. In conseguenza dell'impatto, avvenuto alla velocità di oltre 400 km/h, morirono 101 persone, 99 delle quali istantaneamente o nei minuti immediatamente successivi, nonostante il tempestivo arrivo dei soccorsi. Il bilancio avrebbe potuto essere molto più grave se il suolo paludoso non avesse assorbito gran parte dell'energia dell'urto.
Un Tristar come quello coinvolto nell'incidente
Un'immagine del disastro

La successiva inchiesta della National Transportation Safety Board (NTSB) dimostrò che il disastro si era verificato per una incredibile fatalità. Mentre stava cominciando la discesa verso l'aeroporto di Miami, l'equipaggio si era reso conto di un malfunzionamento di una spia, la mancata accensione della luce di posizione che avrebbe dovuto indicare la corretta discesa nella posizione giusta del carrello anteriore del carrello. Dalle conversazioni radio con la torre di controllo di Miami, risultò che secondo il comandante e l'ingegnere di volo la spia non si era accesa solo perché la lampadina era fulminata, mentre il carrello sarebbe sceso regolarmente al suo posto. Il comandante inviò l'ingegnere nel vano sotto la cabina di pilotaggio (il “buco infernale” in gergo) a controllare lo stato delle lampadine ma, poiché l'ingegnere non riusciva a venire a capo della situazione, a un certo punto decise di scendere anche lui a dargli una mano. Così facendo, urtò accidentalmente la cloche, spostandola dalla modalità “mantenimento di quota” alla modalità “beccheggio” (“Pitch”) ossia discesa graduale. Poiché in quel momento l'aereo procedeva guidato dal pilota automatico, nessuno se ne accorse. Quando il velivolo scese dalla quota iniziale di circa 600 metri a quella di meno di 100 metri, suonò un breve allarme acustico ma anche questo passò inosservato per via del trambusto provocato in cabina dalla faccenda della spia difettosa, anche perché a occuparsene avrebbe dovuto essere l'ingegnere di volo, in quel momento impegnato nel vano inferiore.
L'analisi dei rottami mostrò che il comandante e l'ingegnere non si erano sbagliati, riguardo al problema: il carrello anteriore era regolarmente sceso in posizione e la lampadina della relativa spia non si era accesa in quanto fulminata. La sostituzione tempestiva di un pezzo da pochi dollari avrebbe salvato la vita di 101 persone.
L'inchiesta non poté giovarsi molto del contributo dei diretti interessati, perché il comandante Robert Loft (un 55enne che volava dagli anni '30 ed era classificato al 50° posto tra gli oltre 4000 piloti delle principali compagnie aeree americane) morì tra i rottami della cabina di pilotaggio mentre i primi soccorsi cercavano di estrarlo; mentre l'ingegnere di volo Donald Repo (un 51enne con 25 anni di servizio immacolato nella Eastern Airlines) raggiunse ancora vivo un ospedale di Miami ma morì dopo 2 giorni senza riprendere conoscenza; il primo ufficiale Albert Stockstill (un 39enne che costruiva piccoli velivoli per hobby) era già deceduto sul colpo nell'impatto.
Le autopsie accertarono che Repo era affetto da un fastidioso raffreddore e che Loft aveva un tumore cerebrale non diagnosticato nell'area della vista, ma nessuna delle due situazioni era tale da condizionare significativamente l'operato dei due.
Robert Loft e Donald Repo
Foto di gruppo delle hostess del volo 401, dalla fotocamera di una di esse: tre moriranno nel disastro

La vicenda, oltre a occupare per lungo tempo le pagine di cronaca dei giornali, ebbe ovviamente moltissimi strascichi giudiziari, amministrativi e assicurativi.
Ciò che invece non è altrettanto ovvio è che, già nei mesi successivi al fatto, cominciarono a circolare storie di apparizioni dei membri dell'equipaggio deceduti in altri aerei e voli della Eastern Airlines.
Una di queste racconta che, nel 1973, addirittura il vice-presidente degli Usa, che stava partendo dall'aeroporto JFK per recarsi il Florida su un altro Tristar, sarebbe stato accompagnato alla sua cabina di lusso da un ufficiale alto ed elegante, che poi sarebbe scomparso all'improvviso, la cui descrizione corrisponde a quella di Robert Loft. Le pagine che la riportano, non precisano quale sia stato il vice-presidente coinvolto, dato che nel 1973 la carica fu occupata fino a ottobre da Spiro Agnew, che poi si dimise dopo un'accusa di evasione fiscale, e successivamente da Gerald Ford, che sarebbe diventato presidente nel 1974.
In un altro racconto, a un ingegnere di volo di un Tristar, intento a svolgere un controllo pre-volo appare Donald Repo, seduto al posto del primo ufficiale, che gli dice di aver già svolto i controlli e che tutto va bene, prima di scomparire.
Un altro racconto ancora narra dell'apparizione del volto di Repo sul quadro degli strumenti che il comandante di un altro Tristar stacontrollando e della sua voce che dice “Non ci sarà mai più un altro incidente su un Tristar. Non lo permetteremo.”
Un'altra storia è quella in cui in un Tristar che sta volando a 13.000 metri di quota si sente un colpo proveniente dal “buco infernale”, i membri dell'equipaggio aprono il portello per vedere di cosa si tratta e si trovano davanti, per un istante, Repo, che subito dopo scompare.
Repo sarebbe poi apparso altre volte soprattutto in cambusa o addirittura in mezzo ai passeggeri.
Ma l'apparizione considerata più importante e clamorosa è quella in cui, in un fantomatico volo 903 da New York a Città del Messico, la hostess Fay Merryweather, intenta a preparare i pasti in cambusa, si trova davanti la faccia di Repo aprendo un forno elettrico, e gli sente dire “Attenzione al fuoco durante questo volo.” Il volo finisce bene, ma al ritorno c'è un piccolo incendio a bordo che costringe il velivolo a tornare precipitosamente a Città del Messico. Indagini successive scoprono che il forno in cui è apparso Repo era stato inizialmente montato sul Tristar del volo 401 e, una volta recuperato intatto nella zona del disastro, era stato rimontato sul nuovo aereo.
Anche se lo scrittore John G. Fuller, nel suo libro The Ghost of Flight 401 (che ha ispirato un celebre tv movie) cita oltre 20 apparizioni di Loft e Repo solo tra il 1973 e il 1976, sembra che le storie abbiano preso origine dalla dichiarazione di un pilota intervistato da una importante rivista americana di sicurezza aeronautica, la Flight Safety Foudation. Questo pilota, mentre conduceva un Tristar, aveva avuto un'avaria a un motore ed era stato costretto a un atterraggio d'emergenza. Nel descrivere le sue sensazioni in quel momento, aveva detto, ironicamente, “Ho visto il fantasma di Don Repo accanto a me.” Questo episodio fu riportato da Fuller come verità inconfutabile.
In seguito alla pubblicazione del libro di Fuller, alcuni ex dipendenti della Eastern Airlines aggiunsero altri dettagli più o meno fantasiosi alla vicenda. Uno arrivò a dichiarare che Frank Borman, il maggiore azionista della compagnia, avrebbe assunto un santone per praticare un esorcismo sui suoi aerei. Queste illazioni sono cessate quando Borman, dopo aver liquidato tutta la faccenda come “merda” ha cominciato a minacciare azioni legali contro i responsabili.
Il dettaglio di Donald Repo che appare in un forno recuperato dal Tristar caduto è ai limiti dell'umorismo involontario. E' stato accertato, infatti, che modello e marca dei forni montati su quel Tristar non sono gli stessi dei forni montati su altri Tristar, particolarmente proprio su quello del volo 903.
Don Repo appare nel forno, in un fotogramma del tv movie tratto dal libro di Fuller

I familiari di Robert Loft hanno denunciato John G. Fuller per violazione della privacy, poiché Fuller avrebbe impiegato il nome del loro congiunto deceduto per imporre all'attenzione del pubblico come vera una storia che è a tutti gli effetti inventata. Il tribunale ha dato loro torto, affermando che il nome di Loft era ormai così famoso da appartenere di fatto al pubblico dominio.



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