La storia, che tenne con il fiato
sospeso tutto il mondo durante la Guerra Fredda, è incredibilmente
scomparsa dalla memoria italiana, tant'è che neppure un documento
nella nostra lingua la ricorda sul web.
Avvenne il 19 aprile 1956, a
Portsmouth, uno dei principali porti della Gran Bretagna meridionale.
Era in corso un'importante evento
ufficiale. I due maggiori leader dell'Urss, Nikolaj Bulganin e Nikita
Chruscev, facevano tappa nel Regno Unito dopo aver visitato molti
Paesi occidentali, denunciando i crimini dello stalinismo e
rassicurando l'intero Occidente sul fatto che, per quanto li
riguardava, la guerra nucleare non sarebbe scoppiata tanto
facilmente.
Quella sera, i due erano ospiti di un
ricevimento a Greenwich, mentre la nave militare che li aveva portati
fin lì, l'incrociatore Ordzonikidze, era ormeggiato a Portsmouth.
Due immagini dell'Ordzonikidze
Due immagini del porto di Portsmouth
L'Ordzonikidze era una nave moderna,
rapidissima e manovrabilissima, come era stato subito evidente ai
servizi di spionaggio. La sua struttura doveva contenere qualche tipo
di innovazione, a livello di scafo e di timone, cui gli occidentali
non erano ancora arrivati. Perciò, l'Ammiragliato Britannico decise
di mandare qualcuno a curiosare sotto di essa, approfittando della
sua sosta, e scelse un esperto sommozzatore di nome Lionel Crabb, che
nel 1950 aveva già condotto analoghe ricerche su un'altra nave
sovietica che sostava in un porto inglese, l'incrociatore Sverdlov.
Crabb era nato nel 1910 e fino alla
Seconda Guerra Mondiale aveva condotto una vita piuttosto anonima. In
guerra, arruolato nella Marina, si era occupato di organizzare il
primo servizio nazionale militare inglese di sommozzatori, svolgendo
lavori pericolosissimi con risultati eccellenti che gli erano valsi
una serie di promozioni e delle importanti decorazioni al valore.
Dopo la guerra aveva lavorato ancora
saltuariamente per l'Ammiragliato, ad esempio organizzando i soccorsi
a un sommergibile affondato durante un'esercitazione, ma la
smobilitazione aveva avuto in generale un pessimo effetto sulla sua
vita, dato che non era riuscito a trovare nessun lavoro decente da
civile e si era messo a bere pesantemente.
Lionel Crabb (a sinistra di chi legge) insieme a un collega
Lionel Crabb in servizio
Ufficialmente, in quell'aprile del
1956, Crabb faceva il rappresentante di macchine da caffè espresso
per i bar. Non sembra che avesse molto successo in questa veste, ma
la vita piuttosto dispendiosa che conduceva fa pensare che l'impiego
gli servisse soprattutto quale copertura, visto che ogni tanto
l'Ammiragliato lo richiamava per missioni segrete e rischiose.
Crabb e un certo Matthew Smith, che poi
fece perdere le sua tracce, arrivarono a Portsmouth il 17 aprile 1956
e presero alloggio al Sallyport Hotel. Il 19 Crabb uscì dall'albergo
e da allora non fu più rivisto da nessuno, mentre Matthew Smith pagò
anche il suo conto e portò via anche i suoi bagagli prima di andare
via, quel giorno stesso.
Tre giorni dopo, il capo del CID di
Portsmouth si presentò all'albergo chiedendo di vedere le pagine del
registro degli ospiti, strappò via le pagine relative al mese in
corso e intimò a tutto il personale di non fare parola con nessuno
della presenza di Crabb e Smith.
La voce della scomparsa di Crabb si
diffuse però ugualmente. Il suo datore di lavoro, non sentendolo da
alcuni giorni, lo cercò dappertutto, interessando anche amici
militari, fin quando l'Ammiragliato gli rispose seccamente che Crabb
era morto.
Con i colloqui diplomatici anglo-russi
in corso, la notizia che l'Ammiragliato faceva spiare l'Ordzonikidze
avrebbe prodotto un disastro.
Il 28 aprile la delegazione russa
ripartì. I colloqui erano stati un successo, a giudicare dai
comunicati congiunti emessi. Intanto, all'Ammiragliato e ai Servizi
Segreti, tutti si chiedevano che fine avesse fatto Crabb e non
sapevano più che pesci pigliare. Ci furono diverse interrogazioni
parlamentari al riguardo da parte dell'opposizione ma il premier
Anthony Eden si rifiutò sempre di fornire qualsiasi dettaglio sul
fatto. Poiché la notizia era arrivata alla stampa, che le dava un
grande risalto, l'Ammiragliato emise un comunicato ufficiale in cui
dichiarò che Crabb era morto accidentalmente mentre testava delle
attrezzature da immersione nel porto di Stokes Bay, a circa 5 km da
Portsmouth.
La versione sembrò confermata dal
ritrovamento di uno scheletro, in agosto, su una spiaggia vicino
Portsmouth, ma gli accertamenti successivi dimostrarono che
apparteneva a qualcuno morto parecchio prima del mese di aprile.
Altre voci sospette arrivavano
dall'estero. Dalla Danimarca, dove l'Ordzonikidze si era fermato dopo
aver lasciato il Regno Unito, si diceva che un membro del suo
equipaggio aveva raccontato che una parte dell'infermeria era
sigillata e nessuno non autorizzato poteva avervi accesso. Forse
Crabb era stato catturato e trasportato in Urss?
Nel giugno del 1957 il mare restituì
un secondo corpo, depositandolo a Chichester Harbour, a circa 20 km
da Portsmouth. Questo corpo vestiva una muta da sub identica a quella
di Crabb ma era privo della testa e delle mani. Fu esaminato da un
esercito di patologi che si trovarono in disaccordo su parecchi
punti, come una malformazione delle dita dei piedi e la presenza di
una cicatrice a forma di Y dietro un ginocchio, ma alla fine ammisero
che il corpo poteva essere di Crabb. I magistrato che condusse
l'inchiesta accettò questa conclusione e dichiarò Crabb
ufficialmente morto. Il corpo fu poi sepolto in forma privata a
Portsmouth.
I servizi segreti segnalarono però
che, immediatamente prima del ritrovamento del corpo, ben 3
sommergibili sovietici avevano attraversato la Manica. Il corpo
stesso, agli occhi dei patologi, aveva mostrato degli strani segni di
ruggine sulle gambe, come se fosse stato trascinato attaccato a una
catena.
Nel 1960, un giornalista inglese di
origine ceca, J. Bernard Hutton, che aveva molti contatti
oltrecortina, pubblicò un libro sull'argomento, Frogman
extraordinary, in cui sosteneva che Crabb era stato riconosciuto già
al suo arrivo a Portsmouth da un agente sovietico in incognito e che,
sulla base dell'allarme dato da quest'ultimo, Crabb era stato preso
in trappola appena si era avvicinato all'Ordzonikidze, catturato e
trasportato in Urss, per essere interrogato nella prigione militare
di Lefortovo a Mosca. Qui, la durezza del trattamento avrebbe indotto
Crabb a collaborare, e a quel punto sarebbe diventato impossibile
riportarlo in patria. Allora i sovietici avrebbero attuato la
messinscena del cadavere portato a Portsmouth e avrebbero fornito a
Crabb una nuova identità, sotto il nome di L. L. Korablov,
arruolandolo nella loro Marina militare.
Hutton scrisse, su questa storia, anche un secondo libro, Commander Crabb is alive, uscito nel 1968, e un terzo, The fake defector, pubblicato nel 1970.
Secondo i sostenitori della teoria
Korablov, Crabb sarebbe morto di cancro in Russia, diversi anni dopo
la sua scomparsa da Portsmouth.
I tre libri di Hutton e la traduzione italiana del secondo
Vi sono comunque moltissime altre
teorie sulla scomparsa di Crabb, incluse quelle che lo vogliono
vittima di un malore accidentale in acqua, dato che non era più
tanto giovane, era in cattive condizioni di salute e durante il
giorno aveva sicuramente bevuto parecchi alcolici.
Tuttavia, resta il fatto che
l'Ammiragliato ha secretato tutti i dossier relativi alla sua
scomparsa fino addirittura al 2057, come se ci fosse qualcosa di
molto importante da nascondere.
In tempi recenti, un giornalista
israeliano, Ygal Serna, ha raccontato di aver parlato con un ex
agente segreto sovietico, definitivamente trasferitosi in Israele in
quanto ebreo, Joseph Zverkin, domiciliato ad Haifa durante gli anni
'90. Zverkin gli avrebbe esposto la propria versione dei fatti,
appresa di prima mano quando era a capo dell'intelligence navale
sovietica: Crabb, che stava tentando un'immersione molto difficile
(l'Ordzonikidze era affiancato da ambo i lati dai due
cacciatorpediniere che lo scortavano), emerse all'improvviso, forse
per un difetto delle bombole. Un ufficiale e un soldato che erano di
guardia sul ponte lo videro e, poiché avevano l'ordine di sparare a
vista a chiunque si avvicinasse, aprirono il fuoco su di lui,
colpendolo alla testa e facendolo secco. Il corpo, successivamente
recuperato, sarebbe stato poi “restituito” a Chichester Harbour
oltre un anno dopo.
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