Mettersi sulle tracce di un autore
dimenticato dopo un certo successo è un'attività che può riservare
tante frustrazioni quante soddisfazioni. In alcuni casi si riesce a
ricostruire un po' tutta la storia dell'autore e della sua opera, in
altri non si riesce a scoprire nemmeno l'indispensabile per dargli
un'identità precisa. Ma nella maggior parte dei casi si resta a un
livello intermedio, perché si scoprono molte cose che lo riguardano,
ma non tutte, e restano aperti un bel po' di interrogativi che
rendono comunque la sua figura più misteriosa e affascinante.
È
il caso, ad esempio, di Robert Rossner, più noto con lo pseudonimo
di Ivan T. Ross, utilizzato con preferenza nelle opere narrative.
Rossner è un autore statunitense molto atipico, innanzitutto per le
sue origini: risulta nato a Rio de Janeiro il 25 marzo 1932 e
trasferitosi negli Usa solo nel 1938. Non sappiamo se la sua famiglia
stesse rientrando in Usa dopo aver soggiornato in Brasile o se fosse
una famiglia brasiliana che emigrò negli Usa: il cognome Rossner è
di origine tedesca e sia in Brasile sia negli Usa non sono rari i
cognomi tedeschi portati da emigranti del XIX secolo, quindi
potrebbero essere valide entrambe le opzioni.
È
stato difficile trovare non solo notizie su di lui (quasi tutte
provengono dalla versione francese di Wikipedia) ma anche una sua
foto: alla fine, ne è saltata fuori una dal retro della copertina
della traduzione tedesca del suo primo libro.
Robert Rossner / Ivan T. Ross nel 1961
Rossner
studiò all'Università di Chicago laureandosi in Letteratura Inglese
ma, verosimilmente prima di frequentarla, si arruolò nell'esercito e
combatté nella guerra di Corea, poi trascorse qualche tempo in
Giappone. Nel 1954 sposò la studentessa diciannovenne newyorkese Judith Louise
Perelman, successivamente destinata a diventare una scrittrice molto
nota con il nome da sposata, Judith Rossner. La coppia ebbe due
figli, Jean (nata nel 1960) e Daniel (nato nel 1965). La coppia visse a New York dove lui insegnò e lei svolse diversi lavori, tranne un periodo dal 1969 al 1971 in cui si trasferì ad Acworth, New Hampshire, per vivere in una comunità rurale. Ad Acworth, Rossner insegnò in una scuola progressista. La moglie, che stava cominciando a ottenere buoni successi come scrittrice, volle tornare a New York insieme ai figli per le difficoltà ad adattarsi alla vita nell'ambiente extraurbano e i due finirono per divorziare nel 1973.
Judith Rossner (1935-2005) negli anni '80
Prima
ancora di mettersi alla prova come scrittore, Rossner si trovò una
sistemazione come insegnante di Inglese nelle High School, lavoro che
avrebbe continuato a svolgere anche dopo aver pubblicato i suoi
romanzi ottenendo un lusinghiero successo. Alla sua attività di
insegnante avrebbe dedicato un saggio, firmato con il suo vero nome e
pubblicato nel 1969, A
Year without an Autumn: Portrait of a School in Crisis.
Ma,
prima ancora di questo, si sarebbe ispirato a essa per quattro dei
suoi sei romanzi, che costituiscono il breve ciclo ambientato
nell'ambiente della High School “Mark Hopkins”, in una
imprecisata cittadina del Midwest, presumibilmente posta dalle parti
di Chicago, al centro del quale c'è la figura dell'insegnante Ben
Gordon, nella quale Rossner traspose molti elementi autobiografici.
Il
ciclo di Ben Gordon è arrivato anche in Italia, ma a pezzi e in modo
stranamente discontinuo. Nessuno si preoccupò di tradurre il primo
romanzo della serie, Murder
out of School (1960),
sebbene fosse stato tradotto in Francese e Tedesco.
Fu
tradotto invece da Mondadori il secondo, Requiem
for a Schoolgirl
(1961), con il risultato che i riferimenti al primo presenti in esso
suonano alquanto surreali al lettore. Il terzo, Old
Students never die (1962)
uscì con un altro editore, Garzanti. Il quarto e ultimo titolo,
Teacher's Blood
(1964) uscì di nuovo con Mondadori.
Tra
il terzo e il quarto, Rossner ne scrisse uno senza personaggi fissi,
intitolato The Man who
would do anything
(1963) che pure fu tradotto da Mondadori.
Tutti
questi libri furono firmati con lo pseudonimo “Ivan T. Ross”.
Poi,
dopo aver firmato con il suo vero nome il saggio di cui dicevamo
prima e un altro libro non-fiction (A
hero like me: a hero like you,
1972), Rossner continuò a utilizzare la sua firma per quello che
sarebbe rimasto il suo ultimo romanzo, The
end of someone else's Rainbow,
che uscì nel 1974, dopodiché non pubblicò più niente, fino alla
morte, sopraggiunta il 15 settembre 1999 a Long Beach, New York.
Venendo
in dettaglio alle sue opere conosciute in Italiano, tutte hanno avuto
una sola edizione e non sono state più ristampate.
Requiem
for a Schoolgirl esce
nel Giallo Mondadori il 22 aprile 1962, n° 690 della collana, con il
titolo Requiem
per Laurie.
Facciamo così conoscenza con Ben Gordon e la sua scuola. A parte
Gordon e il preside Herbert Appleby, l'unico altro personaggio
ricorrente della serie è l'assistente sociale Lucy Ferris, fidanzata
di Gordon e due poliziotti, il tenente Di Vito e l'agente Gary
Wildman. Tutti gli altri variano da una storia all'altra.
Requiem
per Laurie si apre con la conoscenza tra Gordon e un'allieva
diciassettenne dell'ultimo anno, Laurie Mitchell. Laurie è una
ragazza un po' particolare, con un carattere ombroso e facilmente
polemico, ma studia e ha molti interessi culturali extrascolastici.
Gordon la vede però fragile e non si inganna. Poco prima che finisca
l'anno scolastico, una domenica sera, senza una ragione apparente,
Laurie si uccide con un'overdose di eroina, lasciando scritto sul
retro di un frammento di fotografia un messaggio enigmatico in cui fa
riferimento a qualcosa che sarebbe noto solo a lei e a un certo
Monty, che però nessun altro conosce.
Per
Gordon, che aveva un rapporto molto stretto con lei, è un trauma,
anche perché considera la droga un fenomeno da quartieri marginali,
mentre invece Laurie era di famiglia benestante. Dopo aver provveduto
a una dolorosa visita di condoglianze ai genitori della ragazza,
sente il bisogno di bere qualcosa e si ferma a un locale non
lontanissimo dalla loro casa. Qui però, nonostante l'ora tarda,
incontra una compagna di Laurie, Jeanine, che ha tutta l'aria di
stare lì per prostituirsi. La trascina fuori e Jeanine gli rivela
che altre ragazze erano solite guadagnare facilmente qualcosa in quel
modo, compresa Laurie.
Gordon
va a denunciare il barista e, per questo, poco dopo, subisce
un'aggressione e un pestaggio da parte del barista stesso, Frankie, e
del suo gorilla Gus. Questo smuove la sensibilità di un'altra
ragazza coivolta nel giro, Iris, che promette di rivelargli delle
informazioni importanti sul conto di Laurie. Ma, il giorno che
dovrebbe rivelargliele, Iris scompare. Jeanine confessa di essere
stata messa al corrente delle intenzioni di Iris dalla ragazza stessa
e di aver avvisato Frankie. Ma, quando si recano a casa di questo per
chiedergli se è coinvolto nella scomparsa della ragazza, i
poliziotti lo trovano ucciso da tre colpi sparati da un revolver
giapponese, mentre un quarto ha accidentalmente ferito Iris, che era
tenuta prigioniera in un ripostiglio. L'uso di quel particolare tipo
di arma farebbe pensare che a sparare è stato un reduce dal
Pacifico.
Jeanine
ha confessato alla polizia che nel locale di Frankie girava parecchia
droga, e che proveniva da un altro quartiere, pieno di artisti e
spiantati, in mezzo al quale vive anche il fantomatico Monty, che si
fa passare per uno scrittore ed è effettivamente un reduce dal
Pacifico. Gordon si mette a frequentare i locali del quartiere finché
riesce a imbattersi in Monty e a intrattenerlo il tempo sufficiente
alla polizia per arrivare e arrestarlo. Tuttavia, Monty, anche se
drogato e spacciatore, non c'entra nulla con i delitti. Però,
accompagnando l'agente Widman a perquisire casa sua, Gordon nota un
pezzo di fotografia stracciato che corrisponde esattamente a quello
che manca al frammento su cui Laurie ha scritto il suo messaggio. La
confessione dell'assassino di Frankie chiude il cerchio: Frankie,
oltre a spacciare e a far prostituire le ragazze, ricattava i clienti
delle stesse, tra le quali c'era anche il padre di Laurie, dopo
averli fotografati. Monty si era portato a casa alcune foto, per
trovare ispirazione per le sue opere. Laurie, cominciata una
relazione con Monty, si era trovata in casa sua e aveva scoperto,
dalle foto, il lato nascosto del padre: la rivelazione era stata così
sconvolgente da indurla al suicidio. Il padre, anch'egli un reduce,
si è poi vendicato di Frankie.
In
questa vicenda, emergono una serie di temi tipici del tempo, che
Rossner sembra trattare in maniera conformista, salvo poi inserire
qualche dettaglio che mostra come tanto conformista non sia. Gordon è
un reduce e un patriota esaltato dalla figura del presidente
Eisenhower, ma non perde occasione per schierarsi dalla parte delle
minoranze etniche (il suo allievo prediletto è un nero) e di
dimostrare simpatie per i “liberal”. Anche nei riguardi del
tossicomane artista Monty si rivela piuttosto comprensivo. Sia Gordon
sia Lucy Ferris, che è spesso presente nelle discussioni, hanno un
atteggiamento agli antipodi di qualunque idea di giustizia sommaria.
Da questo libro è stato tratto un tv movie danese realizzato nel 1983, Joshi kôkôsei eno rekuiemu.
Il
romanzo successivo, Old
Students never die,
viene presentato nella serie dei Gialli Garzanti delle tre scimmiette
ed esce nell'estate del 1963
con
il numero 251 e il titolo L'ultima
risata di Jackie.
In
questa vicenda, che si svolge all'inizio di una vacanza estiva,
Gordon è solo perché Lucy lo ha momentaneamente lasciato per
tornare nella California di cui è originaria. Gordon è perciò di
cattivo umore e, come diversivo dai suoi pensieri, accetta un invito
a trascorrere alcuni giorni di vacanza in una villa affacciata su un
fiume in mezzo alla natura. A invitarlo è un suo ex alunno, Jackie
Meadows, che sta facendo fortuna come cabarettista passando da un
locale all'altro ed è prossimo a sbarcare in televisione.
L'ambiene
sembra idilliaco ma la compagnia di amici di Jackie che si trova sul
posto si rivela dilaniata da ogni sorta di antagonismi, che Jackie
sembra alimentare, mentre la sua giovane moglie Eve non riesce a
controllare. In particolare, un elemento perturbatore è costituito
da Leila, la nipote dei domestici che si occupano della villa in
assenza di Jackie. La ragazza è molto esaurita, forse psicotica, ed
è fissata sull'idea di intraprendere una carriera di cantante che
ovviamente non decollerà mai. Poiché nelle serate della villa si
beve sempre molto, una volta si sfiora la rissa e anche Gordon vi si
ritrova coinvolto. Perciò, il mattino dopo, decide di andarsene.
Ma
non può partire, perché intanto Leila è annegata nel fiume e i
poliziotti, guidati dallo sceriffo Roberts, impongono a tutti di non
muoversi da lì. Dopo i primi esami, infatti, appare chiaro che la
ragazza non si è uccisa, ma è finita in acqua dopo che qualcuno
l'ha colpita alla testa.
Jackie
chiede furtivamente a Gordon di avallare il suo alibi per la notte, e
Gordon, sia pure con molti dubbi, accetta. Lo fa perché non vuole
lasciare sola Eve, che vede infelice e disperata in compagnia di un
marito irresponsabile e immaturo.
Un
altro ospite, uno scrittore squattrinato amico di Jackie, David
Fairlee, sparisce come se fosse fuggito e quindi i sospetti della
polizia si appuntano su di lui. Ma, secondo Gordon, Fairlee non è
scappato, bensì è stato a sua volta ucciso dall'assassino di Leila
che ha voluto eliminare un testimone non più disposto a tacere. La
possibilità diventa evidente quando gli effetti personali di Fairlee
vengono rinvenuti nel fiume.
Gordon,
che ormai sospetta di Jackie, decide di rivelare allo sceriffo
Roberts che il suo alibi fornito all'ex alunno è fasullo. Jackie
reagisce tirando fuori una pistola e puntandola sui presenti, poi
tentando una improbabile fuga, nella quale viene abbattuto dagli
agenti di guardia.
Sembra
tutto finito e gli altri ospiti se ne vanno, ma Gordon rimane
pensando di consolare la povera Eve, rimasta da sola. Però la donna
sembra tutt'altro che una vedova inconsolabile e, anzi, più che
essere sconvolta dai fatti, ne sembra sollevata. Gordon si rende
conto, improvvisamente, che per riuscire a uccidere Leila e Fairlee e
a nascondere il cadavere del secondo, occorre conoscere bene la
proprietà, che appartiene a Eve che ci vive da molto tempo, mentre
Jackie ci andava solo occasionalmente. Jackie ha confessato di aver
ucciso Leila perché questa lo ricattava dopo che avevano avuto una
breve relazione quando lui era già sposato con Eve. Ma questo poteva
essere un movente anche per Eve, Fairlee era amico di Jackie ma
devotissimo anche a Eve e potrebbe benissimo aver coperto lei invece
di Jackie. Quando Gordon le rinfaccia queste possibilità, Eve
reagisce in modo ambiguo, non confermando né negando e, anzi,
sottolineando come i tre defunti non manchino a nessuno. Gordon
comprende che la donna ha manipolato Jackie dall'inizio e sta
provando a manipolare anche lui, perciò va via subito anche se lei
gli chiede ripeutamente di restare. Sulla strada, si ferma a chiamare
Lucy Ferris e decide di raggiungerla.
Teacher's
Blood
esce nel Giallo Mondadori il 25 aprile 1965 con il numero 847 e il
titolo Opera di
ignoti.
Gordon e Lucy Ferris sono tornati alla “Mark Hopkins” e fanno
progetti per l'avvenire. Ma Gordon è infastidito dalla presenza, nel
corpo insegnanti, di un ex commilitone, Evan Nicholas, che sa essere
avido e con sgradevoli precedenti come contrabbandiere, che hanno
portato anche a una doppia tragedia mentre i due erano ancora sotto
le armi, benché Nicholas non abbia poi subito conseguenze. È
un anno scolastico particolarmente difficile per la presenza nelle
classi di alcuni bulli che si scontrano continuamente sia con Gordon
sia con Nicholas, il quale sembra saperli controllare decisamente
meglio.
Un
giorno, però, arriva una brutta sorpresa. Nicholas, che non si è
presentato al lavoro, viene ritrovato morto in casa sua, vittima di
un brutale pestaggio. Si pensa subito ai bulli e la polizia mette la
scuola sotto controllo, ma non emerge nessun indizio a loro carico.
Emerge invece che Nicholas, abituato a passare le vacanze facendo
viaggi in Europa, da questi viaggi ricavava guadagni di cui si ignora
la provenienza.
A
scagionare definitivamente i bulli, provvede un altro delitto, del
quale è vittima un'altra insegnante, buona amica di Lucy, Sylvia
Burns. Questa viene anch'essa rinvenuta in casa propria con una
frattura del cranio, uccisa sicuramente da qualcuno che conosceva
perché lei lo ha fatto entrare e non ci sono segni di lotta
nell'appartamento. Anche Sylvia era solita fare le vacanze in Europa
e un controllo appura che, nelle ultime estati, si è sempre trovata
negli stessi posti di Nicholas. Prende corpo l'idea che i due fossero
coinvolti in qualche contrabbando e, forse, avevano anche una
relazione.
I
sospetti della polizia sembrano appuntarsi sull'ex marito di Sylvia,
un tipo un po' strano di artista, che ha un alibi dubbio per l'orario
del delitto.
Ma
Gordon finisce per ritrovarsi ancora più coinvolto suo malgrado. Un
giorno che si ritira a casa dove Lucy lo sta aspettando, trova la
fidanzata gravemente ferita in seguito a un'aggressione. Nonostante i
tempestivi soccorsi, Lucy morirà senza riprendere conoscenza. Gordon
ricorda di aver visto un uomo biondo sconosciuto uscire dal palazzo
mentre lui entrava e questo coincide con altri elementi in possesso
della polizia, che portano a un tedesco-americano, Sidney Walz.
Mentre
è ancora sotto choc, svuotando l'armadietto che condivideva con
Nicholas, Gordon vi trova un pacchetto sospetto, che una volta aperto
rivela contenere dei diamanti. Sono questi, gli oggetti del
contrabbando dei suoi colleghi; e qualcosa deve essere andato storto
se non sono stati consegnati e ora Walz li sta cercando.
Deciso
a farla finita, Gordon aspetta che Walz si rifaccia vivo, questa
volta però nascondendo un'arma. Quando il biondo si ripresenta,
accompagnato da un olandese dai modi viscidi chiamato Kuystruycyck,
Gordon è più lesto e lo fa fuori. L'olandese, poi, confesserà
tutto, tranne gli omicidi che attribuisce solo al biondo. A questo
punto, Gordon contatta finalmente la polizia. Successivamente, viene
messo in licenza per alcuni mesi dal preside, e non sa più cosa fare
della sua vita, ora che non c'è più Lucy.
La
descrizione analitica degli intrecci mostra che Rossner cercò di non
attenersi a un format prestabilito, che gli avrebbe garantito la
possibilità di scrivere diversi romanzi ma avrebbe reso le sue
storie sempre più inverosimili. Piuttosto, provò a immaginare tutte
le situazioni in cui, a qualsiasi titolo, un insegnante potesse
ritrovarsi coinvolto in fatti criminali. Pur non conoscendo la trama
del primo, appare evidente che, con il quarto romanzo, il filone
aveva esaurito tutte le sue possibilità. A quel punto, come farebbe
pensare la conclusione dell'ultimo, Rossner ritenne che, per
permettere alla serie di proseguire, Ben Gordon avrebbe dovuto
lasciare la cattedra. In seguito, però, questa scelta dovette
sembrargli poco produttiva (al massimo, un personaggio del genere,
conservando la stessa attenzione per la credibilità delle vicende,
avrebbe potuto essere protagonista di ancora uno o due romanzi) e la
lasciò perdere. Non sappiamo se intervennero altri fatti (dopotutto,
Rossner svolgeva anche un altro lavoro e scriveva nel tempo libero)
ma sta di fatto che l'autore lasciò per circa dieci anni la
narrativa.
Tra
il terzo e il quarto romanzo della serie di Ben Gordon, Rossner aveva
tentato la strada del noir, con un romanzo intitolato The Man who
would do anything, uscito in Italia, n° 791 del Giallo
Mondadori, il 29 marzo 1964 e intitolato La febbre del dollaro.
Si tratta di un noir molto moderno, di ambientazione urbana
(periferia di New York) e poco violento, incentrato su una rapina.
Il
protagonista, Paul Coopersmith, è un giovane aspirante scrittore che
si mantiene facendo il commesso in un negozio di calzature e sogna di
trasferirsi nel Messico per scrivere a tempo pieno. Una sera, nel bar
dove si reca di solito, fa amicizia con un certo Lundy, un tipo di
mezza età dall'aria intellettuale e misteriosa che lo affascina
molto. Paul finisce per confidargli i suoi desideri e Lundy, dopo che
la loro conoscenza si è approfondita (Donna, la ragazza di Paul,
trova Lundy molto sgradevole, ma Paul lo frequenta lo stesso, senza
dirle che va a incontrarlo), gli propone di fare soldi facilmente,
tramite una rapina per la quale ha preparato un piano sicuro. Paul
all'inizio ci sta per gioco, convinto che Lundy scherzi e che la
storia potrebbe essergli utile come trama per un libro e, quando
finalmente si rende conto che Lundy fa sul serio, si è spinto troppo
in là per potersi tirare indietro. La rapina, all'impiegata di una
fabbrica che porta le paghe degli operai appena prelevate in banca,
viene compiuta dai due con l'aiuto di un pregiudicato, Brandt:
tuttavia, il piano perfetto si rivela pieno di crepe e un piccolo
incidente lo fa saltare del tutto, per cui Paul si trova da solo in
fuga, con la refurtiva in mano e separato dagli altri due. Non
sapendo cosa fare, nasconde i soldi, torna indietro e riesce a
contattare Donna, che lo esorta a costituirsi. Tuttavia, Lundy e
Brandt arrivano alla ragazza prima di Paul, e la prendono in
ostaggio. Il finale è per certi versi prevedibile ma per altri
piuttosto originale, soprattutto per quanto riguarda le implicazioni
della scoperta della reale identità del misterioso Lundy.
Sempre
senza personaggi fissi è l'ultimo romanzo di Rossner, The end of
someone else's Rainbow, che fu presentato nel Giallo Mondadori il
20 aprile 1975 con il numero 1368 della serie e il titolo Qua la
mano, poliziotto!. Si tratta ancora una volta di un noir, ma
ancora più atipico e meno violento del precedente.
Siamo
nella provincia del Midwest. Wiley Bridger è appena stato liberato
da una condanna a 20 anni di lavori forzati e li ha scontati tutti.
Torna al suo paese, dove fu arrestato in seguito alla rapina di una
banca, che compì da solo. La refurtiva della rapina non è stata mai
ritrovata. Wiley è l'unico a sapere dove sia nascosta ma in 20 anni
l'urbanistica cittadina è cambiata radicalmente, le aree agricole in
cui è cresciuto sono diventate periferia piena di edifici e solo per
un miracolo l'albero sotto il quale ha sepolto la valigia di
alluminio con i soldi non è stato estirpato. In compenso, tutto
intorno, c'è il parcheggio in cemento della biblioteca pubblica, per
cui è impossibile scavare.
Mentre
Wiley si chiede come fare per arrivare ai soldi e intanto cerca e
trova un lavoro per rimanere in città, due persone entrano nella sua
vita. Una in realtà ci rientra, ed è il poliziotto che lo arrestò,
Michael Javitt, un tipo violento che, durante l'interrogatorio, lo
pestò a sangue. Javitt, benché ora lavori nella polizia di un'altra
città, ha preso le ferie apposta per stare lì a sorvegliare il
ritorno di Wiley e scoprire dove ha messo i soldi. L'altra persona è
la nuova bibliotecaria, Francine Pennypack, una donna non più
giovane e poco attraente, che vive nella solitudine e nella
frustrazione ed è subito attratta dal maturo e misterioso Wiley.
Benché
Wiley sia un tipo molto chiuso, Francine riesce a entrare in
confidenza con lui, che le racconta dei soldi. In cambio della
promessa di un terzo del malloppo, lei lo fa entrare nei sotterranei
della biblioteca, dai quali è possibile, aprendo un buco nel muro e
scavando per alcuni metri, raggiungere le radici dell'albero. Piano
piano, sera dopo sera, protetto da Francine, Wiley porta avanti il
lavoro.
Javitt,
pur seguendolo costantemente, non sospetta di nulla e comincia a
spazientirsi, perché il suo tempo a disposizione non è infinito.
Per due volte, mentre Wiley ritorna a casa di sera e non c'è nessuno
in strada, Javitt lo aggredisce e lo pesta a sangue di nuovo. La
seconda volta, però, Wiley lo disarma, ma la sua reazione si ferma
qui. Con un intelligente escamotage, carica il poliziotto in macchina
e lo porta alla biblioteca chiusa, gli racconta che i soldi sono
sotto l'edificio e ormai irraggiungibili e quindi ogni velleità è
finita lì, lui è tornato in paese solo per rifarsi una vita.
I
due si lasciano amichevolmente ma, mentre Javitt sta ripartendo per
tornare a casa, nota un certo movimento nel parcheggio della
biblioteca e, andando a controllare cosa accada, capisce subito che
Wiley, aiutato da Francine, sta per andarsene con qualcosa. Javitt
non potrà però intervenire, in seguito a un incidente quasi comico
(manovrando con l'auto finisce sull'area del parcheggio sotto la
quale Wiley ha scavato e la macchina sprofonda per diversi
centimetri, bloccandolo all'interno), così non gli resta altro che
assistere alla fuga dei due.
Il
fatto che Rossner parteggi piuttosto apertamente per Wiley pone una
questione morale alquanto singolare: avendo già pagato il suo debito
con la società con 20 anni di vita, il rapinatore può reclamare il
possesso della refurtiva? Un altro dettaglio significativo (e davvero
raro nella narrativa di quel tempo) è che i due personaggi
principali, tra i quali si instaura una relazione solo per
l'insistenza di Francine, sono un uomo di mezza età pieno di
problemi e una donna rinsecchita non più giovane.
Questo romanzo è particolarmente noto in Francia, dove ne è stato tratto anche un film, L'homme aux yeux d'argent, di Pierre Granier-Deferre (1985), che infatti ha portato a una nuova edizione con un nuovo titolo.
I
libri di Rossner non sono capolavori ma sicuramente hanno il merito
di aver provato a battere delle strade che, al tempo, sembravano
interessare a pochi ed erano aperte a molte promettenti possibilità,
sfruttare solo in seguito. E di averlo fatto in modo più che
accettabile per il lettore abituato alle opere tradizionali.
Il
nome di Rossner, però, è ricordato oggi più che altro per i libri
della ex moglie Judith, che si firmava appunto Judith Rossner, che
tra gli anni '70 e gli anni '80 avrebbe firmato due celebri
bestseller, Looking for Mr. Goodbar e August. Ma questo
sarà il soggetto di un altro articolo.
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