Una vita di lavoro intenso spesso
sparisce senza lasciare particolari tracce, a parte forse una
lapidaria iscrizione su una tomba. Per gli artisti e, in genere,
chiunque crei qualcosa di originale, anche quando non si è destinati
a una fama imperitura, può anche capitare che, dopo il
sopraggiungere dell'oblio, resti comunque una flebile traccia del
proprio passaggio sulla Terra, molto tenue, ma capace ugualmente di
fornire un appiglio a chi volesse andare più a fondo.
Ann Head, che all'anagrafe si chiamava
Anne Wales Christensen, è stata una scrittrice molto letta
nell'America tra gli anni '40 e gli anni '60, ma senza mai smettere
di appartenere alla cerchia degli scrittori destinati a essere
rapidamente dimenticati. Scrisse a lungo su riviste femminili, dunque
per il pubblico delle casalinghe, e la critica si accorse di lei solo
quando arrivò a pubblicare qualche libro, complessivamente 4. Le
recensioni, pur benevole, evidenziano che comunque i critici, nei
suoi riguardi, partivano già da un basso livello di aspettative.
Ann Head al lavoro
La Head, che morì prematuramente
mentre stava raggiungendo un successo sempre più vasto, viene ancora
un po' ricordata, ma si ha la sensazione che brilli di luce riflessa.
Il suo primo marito, l'ingegnere aeronautico Howard Head (1914-91),
fu un geniaccio appasionato di sport e capace di inventare, tra
l'altro, gli sci in alluminio e le moderne racchette da tennis. A un
certo punto della sua vita, tenendo un corso di scrittura creativa in
un liceo, la Head si imbatté in un ragazzo molto dotato, che aiutò
in modo decisivo a emergere e a pubblicare le sue prime opere, Pat
Conroy (1945-2016). Conroy, anche grazie alla trasposizione
cinematografica di alcune sue opere, è oggi un autore molto più
famoso di lei e, nella sua autobiografia, la ricorda con profonda
gratitudine.
Howard Head
Pat Conroy al lavoro
Celebri titoli di Pat Conroy e loro edizioni italiane
In realtà, almeno uno dei suoi pochi
libri ha avuto un successo tale da sopravviverle, anche perché è
stato a lungo inserito nei programmi di lettura scolastici in molte
scuole: si tratta di Mr. and Mrs. Bo Jo Jones, che tratta con
molta delicatezza il tema difficile delle gravidanze adolescenziali.
Tuttavia, anche quest'opera, ormai datata, è finita nel
dimenticatoio.
La Head nacque a Beaufort, Carolina del
Sud, il 30 ottobre 1915, in una famiglia facoltosa ma di tradizione
liberal, i cui antenati erano stati appassionati abolizionisti
della schiavitù. Compì studi di scienze sociali e lavorò presso
ospedali, orfanotrofi e riformatori, coltivando nel frattempo la
passione per la scrittura che aveva manifestato fin dall'infanzia. La località che avrebbe sempre fatto da modello agli scenari in cui si svolgono le sue storie sarebbe sempre stata proprio Beaufort.
Una veduta di Beaufort
Nei primi tempi non le riuscì di pubblicare nulla, ma l'interesse
per la pratica narrativa non venne meno, neanche dopo il matrimonio
con Head, nel 1939, e la nascita di una figlia. Dopo il divorzio da
Head, nel 1944, il bisogno di rendersi indipendente si fece più
forte e la portò a scrivere molto di più. Fu a questo punto che riuscì
a vendere il suo primo racconto a una rivista importante,
Cosmopolitan: si tratta di Carrot Top, che uscì nel
numero di gennaio 1945. Nel corso dello stesso anno, ne sarebbero
usciti altri 5, divisi tra Cosmopolitan e McCall's.
Più tardi, si risposò con un certo
Stanley Morse, dal quale ebbe una seconda figlia.
Tra la fine degli anni '40 e gli anni
'50, la Head pubblicò diversi racconti (ne sono stati censiti
complessivamente 21), 2 romanzi a puntate e 6 romanzi in appendice a
riviste. Di norma, si imponeva di scrivere almeno una storia al mese,
con la speranza di venderne almeno 3 in un anno. Da ciò, si può
dedurre che molte delle sue opere brevi siano certamente inedite.
Quelle che uscirono, furono pubblicate da testate a grande diffusione
come Cosmopolitan, Good Housekeeping, Saturday
Evening, Saturday Review, Redbook, McCall's
(alcune delle quali, fondate nel XIX secolo, esistono ancora oggi) e
furono sicuramente ben pagate.
Copertine di riviste come quelle su cui pubblicava la Head
Quando, alla fine degli anni '50, il
mercato delle storie su riviste cominciò a declinare, la Head passò
a scrivere romanzi: il primo, Fair with Rain, uscì
direttamente in volume, nel 1957. La casa editrice McGraw-Hill, che
lo pubblicò, inventò una modalità di promozione decisamente
originale: ai recensori di libri, inviò prima un invito a un
matrimonio (che si svolge nel libro), poi una cartolina manoscritta
con l'avviso del divorzio degli stessi personaggi e, solo dopo, il
volume accompagnato da una lettera di presentazione.
I tre successivi uscirono prima in
appendice a riviste e poi in volume. L'ultimo, uscito nel 1967, è
quel Mr. and Mrs. Bo Jo Jones
di cui si diceva all'inizio, uscito nel 1967.
Ann
Head morì improvvisamente a Beaufort, in seguito alla rottura di un
aneurisma cerebrale, il 7 maggio 1968, all'età di 52 anni.
L'unico
libro della Head arrivato all'edizione italiana è, paradossalmente,
uno dei più dimenticati in patria, Everybody adored Cara,
uscito originariamente nel 1963 e pubblicato nel Giallo Mondadori con
il numero 981 del novembre 1967, in cui il titolo è tradotto alla
lettera ma con il nome del personaggio centrale bizzarramente
alterato: Tutti adoravano Cora.
Questo romanzo è talmente dimenticato in America che, anche se è
possibile ritrovarne copie dell'edizione originale e della ristampa
del 1975 in vendita nei siti di libri usati, nel web non si trova
alcuna immagine delle due copertine. C'è al massimo quella del
numero di Saturday Review
in cui uscì prima dell'edizione in volume. Neanche del libro
italiano non si trovano molte immagini.
La
Head non era certo una scrittrice di gialli: come si sarà facilmente
capito, le sue storie andavano più sul rosa ed erano caratterizzate
da un gradevole umorismo. Tuttavia, un romanzo precedente, Always
in August (1961), aveva ottenuto
dei giudizi critici particolarmente favorevoli per l'ottimo uso della
suspense, e forse la Head pensò che fosse il caso di raccogliere la
sfida e scrivere una storia piuttosto diversa dal quelle cui aveva
abituato i suoi lettori.
Tutti adoravano Cora
si apre con un quadretto familiare piuttosto sereno, ambientato a
Stoningham, una cittadina nel Sud degli Usa. Siamo all'inizio di
un'estate nei primi anni '60 e la famiglia Merrill sta facendo
colazione. Frank Merrill è un architetto, socio giovane nello studio
del collega Garfield Summer. La moglie Lindsey è casalinga, poi ci
sono tre figli: Johnny, studente universitario e scrittore in erba,
Cathy, che cerca un lavoro estivo per pagarsi l'università, e la
piccola Marny. Non si tratta però di una mattinata come tutte le
altre: nella notte, con il marito assente per un viaggio di lavoro a
New York, la seconda moglie di Garfield Summer, la giovane Cora, è
stata uccisa da qualcuno che l'ha strangolata nel suo letto con una
sciarpa. I Merrill, che abitano proprio accanto ai Summer, sono tra i
primi a esserne informati, dopo che la cameriera ha scoperto il corpo
appena preso servizio.
Tutti
i Merrill erano molto affezionati a Cora, una ragazza dolce e
sensibile, anche se tutti hanno la sensazione di non averla mai
conosciuta fino in fondo. Lindsey e Cathy trovavano più facile
confidarsi con lei che tra loro stesse, Marny le era molto legata, ma
quello che nasconde il segreto più importante è Johnny, che aveva
una relazione con lei.
Marny
afferma di essersi alzata nella notte e di aver visto Cora che usciva
di casa, ma nessuno l'ha vista rientrare. Le indagini fanno pensare
alla possibilità di una rapina finita male, ma è stato rubato solo
un piccolo medaglione a forma di cuore, oggetto di scarso valore,
regalo di Johnny. In realtà, non è stato neanche rubato perché lo
stesso Johnny, uscendo di casa, lo trova su un sedile della sua auto.
Preso dal panico, il ragazzo lo nasconde. L'oggetto viene però
ritrovato da Marny, che lo restituisce al fratello proprio mentre
questo sta per uscire insieme a Bisby, un'amica di Cathy che, ignara
del rapporto tra lui e Cora, lo corteggia insistentemente.
Intanto,
è entrato nella storia un altro personaggio, Tom Ridley, un giovane
investigatore assunto da Garfield Summer per indagare soprattutto sui
Merrill, sui quali si appuntano i suoi sospetti nonostante la
famiglia del socio gli sia molto vicina nella situazione che si è
venuta a creare. In realtà, come si apprenderà dopo, Garfield
sapeva della relazione di Cora con Johnny ed è deciso a incastrare
il ragazzo. Tom riesce a interrogare tutti i membri della famiglia,
che si mettono lealmente a sua disposizione: in particolare Cathy,
che ha subito concepito per lui un vivo interesse.
L'uscita
serale di Johnny e Bisby si conclude con una terrificante ubriacatura
del ragazzo, che costringe Bisby a guidare l'auto al ritorno. Bisby è
d'accordo con Cathy per passare con lei la notte, ma non ha la forza
di spostare Johnny, quindi lo lascia in macchina. Johnny,
nell'incoscienza dell'ubriachezza, chiama il nome di Cora e Bisby
intuisce la verità sui loro rapporti.
Il
mattino successivo, dopo che Johnny è rincasato, il padre Frank va a
prendere una chiave inglese dalla macchina del figlio e nota sul
sedile il medaglione, caduto dalla tasca di Johnny. Credendo che
appartenga a Bisby, lo lascia bene in vista nel soggiorno. Ed è lì
che lo trova Garfield, quando va a trovare i suoi vicini. Per
Garfield, il fatto che l'unico oggetto scomparso dalla stanza della
moglie sia lì è la prova decisiva, tanto più che Marny, messa alle
strette, racconta che Johnny lo aveva nascosto, quindi denuncia il
figlio del socio alla polizia.
Frank
contatta un avvocato per far assistere il figlio all'udienza in
tribunale, ma non si arriverà nemmeno a questa, perché nel
frattempo c'è un colpo di scena. Appena si diffonde la notizia
dell'arresto di Johnny, Bisby si precipita dagli agenti e racconta
che, la notte del delitto, Johnny è stato tutto il tempo con lei.
Non è vero, ma la ragazza ha perso letteralmente la testa per Johnny
e, soprattutto, coglie l'occasione per vendicarsi del terrificante
bigottismo della madre, che la opprime da sempre con la sua morale
ottusa e ipocrita.
Frank
e Johnny valutano come uscire da quella situazione evitando il
coinvolgimento di Bisby, ma non sanno che, nel frattempo, la
situazione si sta muovendo ad opera di Tom che, benché licenziato da
Garfield, continua a compiere indagini per proprio conto e ha
scoperto alcuni dettagli sospetti riguardo l'ex moglie di Garfield,
Helen, che abita in un piccolo paese non distante e ogni tanto si
rifà viva in città. Per esempio, che la notte del delitto Helen era
a Stoningham; e che, il giorno precedente, dall'albergo in cui
alloggiava la donna, sono partite diverse telefonate per la casa di
Garfield, benché l'ex marito fosse a New York.
La
prima volta che Tom si reca a interrogarla, prima delal scoperta
delle telefonate, Helen si mostra piuttosto reticente e ha l'aria di
una che beve molto. La seconda volta, la donna non gli apre neppure,
ma il suo cane richiama l'attenzione di Tom fino a convincerlo a
scavalcare la recinzione e a entrare lo stesso. Helen è stesa sul
pavimento della cucina, esanime e con una ferita da arma da fuoco al
torace che si è inflitta da sola, ma non è morta.
I
soccorsi riescono a far arrivare la donna ancora viva in ospedale,
dove viene raggiunta da Garfield. All'ex marito, Helen racconta di
aver vissuto un'esistenza d'inferno dopo il divorzio e di aver
concepito un'odio profondo contro Cora, anche se non l'ha mai
conosciuta. Infatti, anche se ufficialmente Cora è entrata nella
vita di Garfield solo dopo il divorzio, in realtà l'uomo la
frequentava già da prima, approfittando dei viaggi per lavoro a New
York, dove la ragazza lavorava in un grande magazzino. Non si sa
nemmeno se Cora abbia iniziato la relazione con lui sapendo che era
ancora sposato o credendolo già divorziato.
Il
giorno che ha preceduto il delitto, Helen ha visto Cora per la prima
volta e ha deciso di parlarle, per sfogarsi, così l'ha chiamata più
volte per fissare un appuntamento. La calma con cui la ragazza è
stata ad ascoltarla per tutto il tempo l'ha resa ancora più furiosa.
Nella tarda serata, è tornata da lei ritenendo di avere ancora
qualcosa da dirle, è riuscita a entrare facilmente ma l'ha trovata
profondamente addormentata a letto, perché Cora prendeva dei
tranquillanti per dormire. A quel punto, vista la sciarpa sul
comodino, è stata presa da un raptus e l'ha strangolata.
Infatti
è stata Helen la donna che Marny ha visto uscire dalla casa dei
Summer, quella notte.
Il
medaglione è finito nella macchina di Johnny perché a mettercelo è
stata la stessa Cora, prima di coricarsi, in quanto decisa a troncare
la loro relazione.
Helen
non sopravvive e Garfield torna a casa affranto. Ai Merrill, appare
come il vero responsabile del delitto.
L'intreccio
della vicenda non è originalissimo, ma è raccontato molto bene.
Benché non si tratti di un'opera dalle grandissime ambizioni
letterarie e, anzi, si rivolga chiaramente a un pubblico dai gusto
semplici, le psicologie dei diversi personaggi sono tratteggiate in
modo essenziale ma efficace. L'ambientazione è precisa e credibile.
Gran parte dell'interesse dell'autrice sembra concentrarsi
soprattutto su due temi che vanno al di là della semplice
successione degli avvenimenti: la compessità dei rapporti in una
famiglia solo apparentemente felice, ma in realtà molto
conflittuale, sebbene unita nel momento del bisogno, quale quella dei
Merrill, e la vulnerabilità delle figure innocenti e sprovvedute,
come Cora, che “tutti adoravano” ma finisce per pagare come capro
espiatorio un conflitto che riguarda altri soggetti, nel quale il suo
ruolo è del tutto involontario. Il tono della scrittura è molto
femminile, si riconosce benissimo la provenienza dal “rosa”, ma
non è mai affettato o sdolcinato, nemmeno nei non pochi momenti in
cui la tentazione di darsi al sentimentalismo potrebbe apparire
irresistibile.
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