Il cliché dello scrittore di gialli
coinvolto personalmente in un caso di nera è stato utilizzato
talmente tante volte in narrativa, cinematografia e televisione che
ormai si può considerare una delle trovate meno originali cui possa
ricorrere un autore.
Ma, nella realtà, è mai accaduto
qualcosa del genere? Almeno in una occasione importante, sì, e si è
trattato di una storia senza happy end.
La protagonista si chiama Lois Duncan
(nome per esteso Lois Duncan Steimetz) ed è una donna geniale e
battagliera, nata a Sarasota, in Florida, il 28 aprile 1934. La
Duncan, figlia di un fotografo abbastanza noto, Joseph Janney
Steimetz, cominciò gli studi alla Duke University nel 1952 ma li
abbandonò l'anno successivo per sposare un certo Joseph Cardozo, dal
quale ebbe tre figli, prima di divorziare nel 1962. Nel periodo del
matrimonio, pubblicò diversi articoli e qualche libro rosa dal
modesto successo, il primo dei quali uscì nel 1959. Dopo il
divorzio, trasferitasi con i figli ad Albuquerque, New Mexico,
continuò a scrivere finte “storie vere” per riviste femminili e
nel 1966 pubblicò un romanzo, Ransom, che ottenne un buon
successo e segna il suo passaggio al genere giallo. Intanto, nel
1965, si risposò con l'ingegnere Donald Arquette, dal quale ebbe
altri due figli.
Nel 1970 fu incaricata di tenere un
corso di giornalismo presso l'Università del New Mexico e ne
approfittò anche per portare a termine la sua formazione accademica,
con la laurea in Letteratura Inglese nel 1977.
Lois Duncan in gioventù e nella maturità
Gli anni '70 sono un periodo denso di
successi: tra i libri pubblicati in quel periodo, i più importanti
da ricordare sono I Know What You Did Last Summer (1973) Down
a Dark Hall (1974), Summer of Fear (1976) e Killing Mr.
Griffin (1978), tutti quanti poi tradotti in film hollywoodiani
di un certo successo. Il primo e l'ultimo sono stati anche tradotti
in Italiano.
Mentre la vita sembrava sorriderle, la
tragedia piombò sulla sua famiglia.
Albuquerque è la più grande città
del New Mexico, vicina a un'importante base aerea, e si trova in una
posizione molto importante per i traffici tra gli Usa e l'America
Latina, specie quelli illeciti. Di conseguenza, ha alti tassi di
criminalità e probabilmente anche una polizia poco efficiente.
Intorno alle 23 del 16 luglio 1989, la
figlia più piccola di Lois Duncan, Kaitlin, una diciottenne che
aveva appena terminato la High School e stava per iscriversi a
Medicina, mentre tornava a casa sulla sua Ford Tempo dopo aver
trascorso la serata a guardare una videocassetta a casa di un'amica,
fu affiancata da un'altra auto, e gli occupanti di questa esplosero
due revolverate verso di lei, colpendola al volto. Kaitlin perse il
controllo dell'auto, che andò a sbattere contro un palo, dopo aver
percorso per inerzia alcune centinaia di metri.
Lois Duncan con Kaitlin bambina
Kaitlin Arquette nella foto dell'ultimo annuario scolastico
Poiché la zona in cui avvenne il fatto
è poco abitata, nessuno aveva sentito esplodere i colpi ma la
polizia fu allertata da un agente di passaggio, mentre portava in
caserma altri sospettati per un altro reato, che aveva visto l'auto
contro il palo e aveva pensato a un incidente. Solo quando Kaitlin fu
estratta dall'auto, i soccorritori si resero conto dei due proiettili
che l'avevano colpita al volto.
La situazione apparve subito grave. Uno
dei proiettili, entrando dalla tempia, aveva raggiunto il cervello.
Nonostante il ricovero al New Mexico University Hospital, lo stesso
che avrebbe dovuto frequentare da studentessa, Kaitlin cessò di
vivere il giorno dopo, 17 luglio.
I sospetti iniziali del detective Steve
Gallegos, incaricato delle indagini, si appuntarono sul ragazzo di
Kaitlin, un giovane vietnamita di nome Dung Nguyen, ex profugo in
fuga dopo la fine della guerra del Vietnam, con il quale la ragazza
era andata a vivere da appena qualche giorno. L'alibi di Nguyen
sembrava solido e suffragato da testimoni, lo stub diede risultato
negativo. Tuttavia, il 22 luglio, Nguyen tentò il suicidio senza
riuscirci, accoltellandosi. Una serie di controlli più approfonditi
accertò che la ragazza voleva lasciarlo, dopo aver scoperto che era
coinvolto in una brutta faccenda di frodi assicurative, che a quel
tempo rappresentava un business milionario in cui erano coinvolti
parecchi vietnamiti.
Lois e gli altri familiari di Kaitlin
non pensavano che Nguyen fosse direttamente coinvolto nell'assassinio
di Kaitlin ma sospettavano che ci fosse comunque un collegamento.
Un'amica di Kaitlin dichiarò di essere stata messa al corrente del
fatto da una telefonata di Nguyen, fatta prima che Nguyen stesso
venisse a sua volta rintracciato e avvisato dalla polizia. Inoltre,
dall'appartamento che Kaitlin e Nguyen dividevano, erano partite tre
telefonate dirette a numeri riservati, nelle ore in cui Kaitlin
giaceva in un letto di ospedale e anche Nguyen era con lei.
Interrogato dalla polizia, Nguyen
ammise di essere coinvolto nelle frodi assicurative e che le
telefonate erano state fatte da un suo amico, pure coinvolto nelle
frodi. La polizia, però, si disinteressò di lui e Nguyen, una volta
rilasciato, se ne andò dal New Mexico.
Disperati per l'inerzia dei poliziotti,
Lois e i suoi familiari si rivolsero ad alcuni “sensitivi”, gente
che aveva fama di essere riuscita ad aiutare delle difficili indagini
grazie ai loro poteri paranormali. Da questi ottennero delle
indicazioni che a volte si rivelarono giuste, almeno per quanto
riguarda la posizione e l'aspetto di alcuni luoghi, ma nessun indizio
che smuovesse le indagini.
Intanto la polizia aveva arrestato
quelli che riteneva i più probabili assassini di Kaitlin: due
adolescenti messicani, Miguel Garcia e Juvenal Escobedo. Entrambi
erano stati accusati da un loro amico che si dichiarava presente al
fatto e attribuiva il movente a un atto di pura violenza gratuita,
senza nessuna ragione. Tuttavia, nel prosieguo dell'inchiesta fu
accertato che il testimone chiave non era credibile, dato che si
trovava in carcere al momento dei fatti, e che la pistola indicata
come arma del delitto era una vecchia arma del tutto inservibile.
Secondo il procuratore distrettuale
Robert Schwartz, Kaitlin era stata uccisa perché si era trovata in
mezzo a un regolamento di conti tra bande, nel quale Garcia ed
Escobedo erano entrambi coinvolti, ma non si riuscivano a trovare
testimoni credibili perché questi erano tutti sottoposti a
intimidazioni.
Nel 1992, Lois pubblicò un primo libro
su questa esperienza, Who Killed My Daughter?, e sostenne
anche un confronto televisivo con il procuratore Schwartz dopo aver
criticato duramente i metodi della polizia di Albuquerque. Tra il
pubblico che vide questo confronto in tv c'era anche un detective
privato, ex poliziotto, originario della Pennsylvania ma molto
pratico di Albuquerque, Paul Caristo, che telefonò a Lois Duncan e
le offrì i suoi servigi, subito accettati.
Caristo scoprì che un testimone aveva
visto allontanarsi un Maggiolino Volkswagen dalla zona del crimine e
che, quando la prima pattuglia di polizia era accorsa sul posto,
aveva fermato un certo Paul Apodaca che sembrava stesse lì a
curiosare e aveva dichiarato di essere lì di passaggio. Caristo
scoprì che Apodaca, oltre a possedere un Maggiolino Volkswagen, era
anche un pregiudicato per stupro: anzi, quando lo cercò per
parlargli, lo trovò di nuovo incarcerato per stupro. Apodaca si
rivelò molto reticente, soprattutto riguardo i suoi rapporti con
Garcia ed Escobedo e con i vietnamiti.
Caristo fece altre scoperte che misero
in dubbio la qualità del lavoro della polizia di Albuquerque e inviò
ad essa un memoriale di 75 pagine chiedendo una serie di chiarimenti.
Non ricevette alcuna risposta.
Lois Duncan pubblicò un altro libro
sulla sua esperienza, One to The Wolves, in cui insisteva ancora
di più sui disservizi della polizia di Albuquerque: che, a suo dire,
dopo aver trattato il caso in modo molto superficiale, si era
preoccupata solo di non far emergere i propri tanti errori.
Nel 2014, il giornalista di Buzzfeed
Tim Stelloh cercò di intervistare alcuni dei protagonisti della
vicenda. Parlò ovviamente con Lois Duncan e con Paul Caristo, ma dei
sospettati solo Escobedo e Garcia accettarono di incontrarsi con lui,
solo per dichiararsi innocenti di tutte le accuse. Ngueyn, che si era
trasferito in California, e Apodaca, non vollero incontrarlo nemmeno.
Il caso di Kaitlin Arquette è ancora
aperto.
Lois Duncan non scrisse più alcun
thriller dopo questa esperienza ed è morta senza conoscere il nome
dell'assassino della figlia, il 15 giugno 2016.
Venendo ai contenuti delle opere della
Duncan, appare subito evidente che si tratta di una scrittrice capace
di distinguersi dalla massa sia per l'originalità delle trame sia
per il coraggio nel trattare temi scomodi. I suoi romanzi sono spesso
classificati come opere destinate a un pubblico adolescente ma non
pochi critici hanno notato come parlino di adolescenza in termini che
dovrebbero interessare anche ad un pubblico adulto. In un certo
senso, danno cittadinanza letteraria ad alcuni aspetti
dell'adolescenza generalmente esclusi dall'interesse degli scrittori.
Concentrandoci sulle opere giunte fino
alla traduzione italiana, la prima è I Know What You Did Last
Summer (1973) che però è stata tradotta solo nel 1998 nella
collana Narrativa Junior di Sperling & Kupfer, in seguito al
notevole successo del film omonimo (So cosa hai fatto) con
Jennifer Love Hewitt e Sarah Michelle Gellar uscito l'anno
precedente.
Diverse edizioni del libro, compresa quella italiana
Quattro ragazzi di una cittadina del
New Mexico, due maschi e due femmine, tutti tra i 18 e i 19 anni,
cominciano a ricevere inquietanti messaggi da parte di qualcuno che
dichiara di sapere “cosa hanno fatto” durante l'estate
precedente. In effetti, a quel tempo, una sera, tornando da una gita
al lago, i quattro investirono un bambino che andava in bicicletta
lungo una strada buia di campagna. Non lo soccorsero per timore delle
conseguenze, anche se avvisarono comunque il 911 dal primo telefono
pubblico. Il bambino, in ogni caso, morì per le conseguenze
dell'incidente.
Le vite di due di essi ne sono state
sconvolte: Ray non si è iscritto all'università e si è imbarcato
sulle navi mercantili, ma poi è ritornato a casa dopo qualche mese;
la sua ex ragazza, Julie, da fanciulla frivola e fatua, si è
trasformata in una secchiona che studia dalla mattina alla sera per
ottenere una borsa di studio che le permetta di andarsene lontano.
Gli altri due, invece, sembrano averla superata meglio: Barry va
all'università cittadina e vive in uno studentato, Helen ha lasciato
gli studi senza diplomarsi per lavorare in un canale televisivo dopo
aver vinto un concorso di bellezza.
Ray vorrebbe tornare con Julie, la
quale però lo ignora e preferisce frequentare un ragazzo più
grande, conosciuto da poco, Bud. Il rapporto tra Barry e Helen è in
crisi perché la facoltosa famiglia di lui non vede di buon occhio la
possibilità che si leghi a una ragazza di modeste origini e per di
più ignorante. Helen è però corteggiata con una certa insistenza
da un ragazzo che vive nel suo stesso residence, Collie.
Barry, l'unico a non aver ancora
ricevuto messaggi anonimi, viene gravemente ferito da un colpo di
pistola che gli viene sparato una sera durante lo spettacolo
pirotecnico che chiude la manifestazione del 4 luglio. Questo
episodio fa precipitare gli eventi, perché gli altri tre si rendono
conto di essere nel mirino di uno psicopatico. Ma chi è questo
psicopatico? E come è venuto a conoscenza dei fatti dell'estate
precedente?
Il romanzo finisce con una rivelazione
alquanto inaspettata e con un relativo happy end, perché, nonostante
le diverse situazioni di grande tensione, non ci saranno altri
spargimenti di sangue, anche se la verità nascosta dovrà essere
rivelata.
Il film è decisamente molto più
truculento.
Locandina e alcune immagini del film
Chiari riferimenti a questo film si trovano anche in una parodia comico-demenziale uscita nel 2000, Shriek - If You Know What I Did Last Friday The Thirteenth (Shriek - Hai impegni per venerdì 17)
Il secondo libro di Lois Duncan giunto
in Italia, in realtà, vi è arrivato prima: Killing Mr. Griffin
(1978) fu tradotto nel Giallo Mondadori già l'8 giugno 1980, con il
numero 1636 della collana e il titolo Uccidiamo Mr. Griffin.
Diverse edizioni, compresa quella italiana
Siamo ad Albuquerque, New Mexico, alla
metà degli anni '70. La classe di Inglese dei maturandi della High
School Del Norte è affidata a un docente tostissimo, ex assistente
universitario, Brian Griffin. Gli studenti vivono nel terrore dei
suoi voti, sempre bassissimi, e non c'è il minimo verso di
instaurare un dialogo con lui. Questa situazione accomuna la
secchiona Susan, l'egocentrica Betsy, il capoclasse David, l'atletico
Jeff e l'ombroso Mark, un orfano che vive presso degli zii. È
proprio da quest'ultimo che parte l'idea di rapire il professor
Griffin e portarlo in un bosco per spaventarlo. Le adesioni sono
entusiaste, tranne quelle di Susan e David che hanno molti dubbi.
Susan però si presta comunque a fare da esca per portare Griffin nel
parcheggio della scuola la sera del rapimento, e rimane sconvolta
quando, una volta aggredito, l'insegnante si preoccupa innanzitutto
che lei si metta in salvo.
I
ragazzi ignorano che Griffin soffre di una forma di angina al cuore
che si aggrava sotto stress e richiede la somministrazione di
nitroglicerina durante le crisi. Una volta che lo hanno legato,
portato in un bosco sperduto e nascosto in una caverna, quando
scoprono le pillole, leggendo il loro contenuto, le distruggono
pensando che possano esplodere. Poi lo lasciano lì, intenzionati a
riprenderlo più tardi.
Susan
e David hanno però qualche scrupolo e tornano dunque a vedere come
sta. Hanno una orribile sorpresa: Griffin ha avuto una crisi e, non
avendo potuto prendere le sue pillole, è morto.
Quando
avvisano i compagni, questi, dominati dalla personalità di Mark, si
preoccupano solo di far sparire il corpo seppellendolo alla bell'e
meglio. Tuttavia, una coppia a passeggio per il bosco lo scoprirà
dopo pochi giorni.
I
ragazzi tentano di sviare le indagini fornendo una falsa
testimonianza per cui Griffin si sarebbe allontanato dal parcheggio
in compagnia di una misteriosa donna bionda e che nel pomeriggio era
nervoso e guardava continuamente l'orologio da polso. Ma Kathy, sua
moglie, molto più giovane di lui e incinta del loro primo figlio,
ricorda benissimo che quel giorno il marito aveva dimenticato
l'orologio a casa e convince il detective James Baca, incaricato del
caso, che mentono.
I
ragazzi si sentono le indagini addosso e commettono una serie di
altre imprudenze, fornendo ulteriori indizi della loro colpevolezza.
Uno di queste conduce all'uccisione, ad opera di ignoti, della nonna
di David, una donna un po' rimbambita ma che sembra aver capito
tutto. David e Susan stanno per cedere: a quel punto, Mark, l'anima
nera del gruppo, decide di eliminarli. Per fortuna, ormai i ragazzi
sono sotto sorveglianza. Emergeranno altri terrificanti dettagli
sull'uccisione della nonna di David e sull'incidente costato la vita
al padre di Mark anni prima.
Questo
romanzo fu molto apprezzato dalla critica ed ebbe molte edizioni, ma
per quasi 20 anni l'idea di ricavarne un film incontrò parecchi
ostacoli data la scabrosità del tema che affrontava. Poi nel 1997 ne
venne ricavato un tv movie diretto da Jack Bender, con lo stesso
titolo, abbastanza fedele alla trama. In Italia è stato trasmesso
con il titolo L'ultima
lezione del professor Griffin.
Due
anni dopo, il regista Kevin Williamson prese ispirazione da questo
stesso romanzo per girare una black comedy in cui un gruppo di
studenti sequestra in casa sua una spietata professoressa, ma non
sarà necessaria alcuna altra violenza nei suoi riguardi perché la
circostanza permette di scoprire che la donna nasconde alcuni
scheletri nell'armadio, ragione per cui sarà sufficiente ricattarla.
Locandina e alcune scene del film
Nonostante
la presenza (e le buone prove) di alcuni interpreti di livello, come
Katie Holmes o l'istrionica Helen Mirren, sempre dominatrice della
scena, questo film ha diviso la critica, che non ne è stata molto
entusiasta. Tra l'altro, in omaggio al libro, il film si intitolava
inizialmente Killing
Mrs Tingle, ma la
produzione decise di cambiare il titolo nel più morbido Teaching
Mrs Tingle, perché
durante la lavorazione della pellicola gli Usa erano stati sconvolti
dalla strage della Columbine High School, durante la quale era
rimasto ucciso anche un insegnante, Willam Sanders, mentre cercava di
mettere dei ragazzi in salvo dai due killer. I produttori decisero
saggiamente che non era il caso di fare dell'umorismo su una così
grave circostanza ancora fresca.
Dai
romanzi di Lois Duncan sono stati tratti diversi altri film, tra i
quali vanno ricordati soprattutto il tv movie Stranger
in our house, tratto
da Summer of Fear,
di Wes Craven (1978) con Linda Blair e Down
a Dark Hall (2018), di
Rodrigo Cortes, tratto dal romanzo omonimo e interpretato da Uma
Thurman e Anna Sophia Robb.
Il libro non è mai arrivato in Italia
Vhs e alcune scene del film
Anche questo libro non è mai arrivato in italiano
Locandina del film
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