Il thriller e il noir sono due
categorie di narrativa che, per definizione, finiscono facilmente per
pescare nel torbido, indagando sui più reconditi recessi della mente
umana e rivelando spesso degli aspetti sgradevoli o vergognosi di
personaggi insospettabili. Un elemento che generalmente manca del
tutto nello schema classico di questo tipo di romanzi è la pietà,
al posto della quale c'è al massimo una compassione di maniera verso
qualche vittima talmente poco fortunata da risvegliare perfino un
moto di sensibilità nei duri più spietati, purché non siano ancora
del tutto marci.
Eppure qualche autore particolarmente
dotato e originale si è spinto fino a toccare un tema che,
considerando la mentalità che normalmente si attribuisce al tipico
lettore di thriller e noir, tanto più del passato, rappresenta una
sorta di tabù invalicabile: l'impotenza sessuale dell'uomo. E lo ha
fatto con molta più attenzione e delicatezza di quanto ci si
aspetterebbe da chi rappresenta certi generi, perché i personaggi in
questione non sono figure secondarie e caricaturali, ma protagonisti
di storie davvero drammatiche e tragiche, narrate proprio dal loro
punto di vista.
Tanto più sorprendente è il fatto che
questi autori siano proprio quelli divenuti più famosi per
l'incredibile livello di cinismo che caratterizza la quasi totalità
delle loro storie e la personalità di quasi tutti gli “eroi” che
le popolano.
Stiamo parlando di James Hadley Chase e
di Jim Thompson. In particolare, di due loro romanzi: More deadly
than the Male di Chase e A
swell-looking babe di Thompson.
James Hadley Chase (1906-85)
Due immagini di Jim Thompson (1906-77)
I due
libri sono separati da 8 anni (il Chase esce nel 1946 o nel 1947, le
fonti non sono concordi; il Thompson esce nel 1954) ma appartengono
entrambi agli anni di massima diffusione e massimo successo del
genere.
Chase
doveva comunque aver intuito che il suo libro avrebbe spiazzato un
po' i lettori, perché inizialmente lo pubblicò dietro lo pseudonimo
di Ambrose Grant.
In
entrambi questi romanzi, il protagonista è un giovane uomo che non
dovrebbe avere alcun problema, anzi appare pure attraente di aspetto,
ma non è capace di intrattenere relazioni con le donne, sebbene le
desideri moltissimo, perché un trauma subito durante l'infanzia o
l'adolescenza lo ha segnato indelebilmente. Entrambi i protagonisti
conducono una vita molto frustrante e inferiore alle aspettative in
seguito a gravi problemi familiari, e sognano sia un riscatto
sociale, sia l'irrompere nella propria vita di una donna capace di
far loro superare, come d'incanto, tutti i problemi che si portano
dietro. Entrambi finiscono per fidarsi di un “amico” che invece
tiene in serbo i più loschi progetti, perché irretiti da una donna
legata a questo, che mostra un particolare interesse nei loro
riguardi, ma non fino al punto da concedersi a essi, perché questo
momento viene sempre rinviato e subordinato ad altri avvenimenti nei
quali il protagonista deve avere un ruolo attivo: ovviamente,
avvenimenti illeciti. Il protagonista, come si può facilmente
intuire a questo punto, è così destinato ad assumere le vesti del
capro espiatorio.
Le due
storie, però, si concluderanno in modo del tutto diverso.
More deadly than the Male ha
avuto due diverse edizioni italiane, una come Giallo Mondadori nel
1966 con il titolo Il mio nome è mitraglia e
una come Tascabili Giunti nel 2003 con il titolo Sogno
criminale. Tra la due versioni,
ci sono poche differenze sostanziali.
L'azione
si svolge a Londra, intorno al 1930 o poco prima. George Fraser, un
giovane grande e grosso e un po' ottuso, tira avanti a fatica con un
modesto lavoro di rappresentante di libri per una casa editrice di
manuali pedagogici. Vive in una stanzetta in una sordida pensione
dell'estrema periferia, ha buoni rapporti con la domestica della
pensione e la barista del locale in cui passa le serate e un legame
affettivo molto stretto con un vecchio gatto ospite della stessa
pensione, Leo. Non ha mai avuto una ragazza ma, quando era bambino,
durante la Guerra, una donna adulta tentò di sedurlo a forza,
facendolo fuggire lontano. Trascorre il tempo libero leggendo storie
di gangster sulle pulp magazines americane e poi fantasticando di
vivere alla maniera dei gangsters stessi. Un giorno, gli viene
affiancato un giovane collega dall'aria poco raccomandabile, Syd
Brant, che però si rivela capace di concludere moltissimi affari
grazie a un comportamento a dir poco spregiudicato. Tra i due nasce
una specie di amicizia, che sembra cementarsi quando Syd presenta a
George la propria sorella minore, Cora, una ragazza dalla bellezza
vistosa e volgare per la quale George perde immediatamente la testa.
George
ha il vizio di raccontare in giro le sue fantasticherie come se
fossero vere, e le racconta anche ai due. Inoltre, conserva una
vecchia pistola che detiene illegalmente dopo averla ereditata del
patrigno. Poiché i due sono nei guai per delle faccende legate al
rapporto con un piccolo malavitoso, Crispin, che sembra infastidire
Cora in tutti i modi, George si convince ad aiutarli unendosi a loro
in una spedizione punitiva nella quale dovrebbero solamente
intimidire Crispin e convincerlo a stare alla larga dalla ragazza.
Ma, appena George punta la pistola addosso a Crispin, convinto che
l'arma sia bloccata dalla sicura, parte un colpo e uccide l'uomo.
Fatto
sparire con molta difficoltà il cadavere di Crispin, i tre fuggono,
sperando di aver cancellato le tracce. Syd e Cora tentano comunque di
far ricadere la colpa su George, ma non serve a nulla, perché la
banda cui apparteneva Crispin raggiunge ugualmente Syd e lo fa fuori
senza troppi complimenti. A Cora, dunque, non resta che chiedere
l'aiuto di George, il quale prima accetta di nasconderla e poi si
mette a compiere una serie di piccole rapine per procurarsi il
contante necessario ad andarsene. Su suggerimento di Cora, i due si
rivolgono a un magnaccia amico di Syd, Little Ernie, per essere
aiutati nella fuga, ma Cora si dimostra molto più attratta da Little
Ernie che da George, dando il benservito a quest'ultimo, con il
risultato che George, ottenebrato dalla gelosia, sottopone il nuovo
rivale a un violento pestaggio.
Per
vendetta, Cora si reca nell'appartamento in cui si erano inizialmente
rifugiati e uccide il gatto Leo, che George si era portato dietro
quando aveva lasciato la pensione.
George,
a questo punto, si reca personalmente dai complici di Crispin,
raccontando la verità e offrendosi di portarli dove è nascosta
Cora. I banditi sembrano molto comprensivi nei suoi riguardi e,
infatti, una volta catturata la donna, gli offrono la possibilità di
andarsene. Ma, mentre George va via e Cora viene torturata a morte
con dei cavi elettrici, arriva la polizia, che stava già seguendo i
banditi. Anche George viene arrestato ma, nonostante le sue
pessimistiche previsioni per il futuro, i poliziotti sembrano
apprezzare la sua collaborazione, visto che è l'unico a raccontare
tutto.
A swell-looking babe
ha avuto due edizioni italiane, entrambe di Mondadori con il titolo
L'altra donna, una
uscita tra i Mystbooks nel 1992 e l'altra tra i Classici del Giallo
nel 1996.
Il
giovane Bill Rhodes, detto Dusty, vive in una sonnolenta cittadina da
qualche parte negli Stati del Sud e fa il fattorino nel principale
albergo, il Manton. Ma non era questa la sua ambizione, dato che fino
a poco prima studiava Medicina in una prestigiosa università, dalla
quale ha dovuto ritirarsi dopo che il padre, direttore di una scuola,
è stato rimosso dal suo impiego perché accusato di aver tenuto
comportamenti sovversivi firmando una petizione per la garanzia della
libertà di parola (non dobbiamo dimenticare che è il periodo del
maccarthismo), mentre la madre è morta dopo una lunga malattia. Tra
gli ospiti più assidui dell'hotel c'è un gangster, Tug Trowbridge,
sulle attività del quale la direzione chiude un occhio perché paga
sempre bene e non crea problemi. Un giorno, in hotel arriva una
misteriosa e bellissima ospite, Marcia Hillis, che sembra attirata da
Dusty fino a invitarlo nella propria camera ma, successivamente,
senza che sia successo nulla, lo accusa di tentato stupro. Dusty
sembra nei guai, ma Tug si offre di risolvere la situazione,
allontanando la donna dalla città prima che la notizia si sparga.
Ovviamente,
Tug non lo fa per generosità, ma per chiedere successivamente a
Dusty un favore che questo non potrà rifiutargli, ossia l'assistenza
nella rapina che ha progettato per i giorni successivi, quando
comincerà la stagione delle corse e il Manton ospiterà diversi
allibratori che lasceranno somme enormi nella cassaforte dell'hotel.
Dusty
è costretto ad accettare, anche se non è convinto che il piano
basti a far sembrare la sua partecipazione solo casuale. Deve infatti
essere colpito e immobilizzato insieme al portiere Bascom, ma solo
dopo aver nascosto una valigia con l'intero bottino nel deposito
dell'hotel, ossia l'ultimo posto dove qualcuno andrebbe a cercare la
refurtiva. Ma Bascom sembra sapere più di quanto dovrebbe e,
infatti, durante la rapina, Tug lo uccide.
In
seguito, però, Tug uccide anche i suoi complici, mentre Marcia
Hillis ricompare in città, e si viene a sapere che è la figlia di
Bascom, il quale a sua volta era un pregiudicato evaso dalla galera
con ancora molti anni da scontare, che si nascondeva sotto falso
nome.
Parallelamente,
nella vita di Dusty, si svolge un'altra vicenda. Il padre è
piuttosto rimbambito e ha problemi di salute e non potrà più
riprendere il suo lavoro, ma il legale che lo rappresenta, Kossmeyer,
continua a pressare Dusty affinché la causa per il reintegro vada
avanti. Tra i due i rapporti si fanno pessimi, perché l'avvocato
accusa Dusty di non curare abbastanza il padre.
Quando
Tug si rifà vivo pretendendo i soldi, Dusty gli concede un
appuntamento ma, anziché andarci, ci manda la polizia. Tug tenta di
resistere e viene ucciso.
Intanto,
Marcia Hillis e Dusty hanno avuto un chiarimento e lei si è
addirittura stabilita da lui, e si occupa del padre. Dusty vorrebbe
sposarla, ma la donna ritiene di essere troppo grande per lui. Dusty
fino ad allora ha avuto grandi problemi con le donne, perché è
stato adottato all'età di 5 anni e nell'infanzia ha avuto un
rapporto estremamente morboso con la madre adottiva, che prima lo ha
incoraggiato, poi però lo ha respinto quando lui si è fatto
espressamente avanti. Secondo Kossmeyer, il rapporto con la madre ha
determinato in lui una sordida rivalità con il padre, che lo ha
spinto a falsificarne la firma sottoscrivendo la petizione
incriminata.
Dusty
però è convinto di aver trovato in Marcia la donna che la madre non
è stata, anche perché le due si assomigliano molto. Un domani,
utilizzando i soldi della rapina che sono ancora in parte nel
deposito dell'hotel, potranno andarsene lontano e rifarsi una vita.
A
complicare le cose, però, arriva la morte del padre di Dusty: che,
già cardiopatico, si ubriaca fino a restarci secco. Kossmeyer arriva
a sostenere che Dusty lo ha spinto al suicidio, e convince la polizia
ad arrestarlo dopo aver scoperto una polizza sulla vita che il padre
ha sottoscritto a beneficio di Dusty, della quale Dusty non sapeva
niente. Intanto, Marcia Hillis è fuggita.
Entrambi
i romanzi terminano con l'immagine della forca. George Fraser chiede
a un detective se sarà impiccato per ciò che ha fatto e il
detective gli risponde di non essere troppo pessimista. Dusty invece
chiede a Kossmeyer cosa lo aspetta e questo gli mima l'impiccagione.
Anche se, oggettivamente, in nessuno dei due casi sembrano esserci
abbastanza elementi da giustificare la pena capitale, i due
protagonisti vengono comunque lasciati sulla soglia di un futuro
quanto mai incerto, che peraltro sembrano disposti ad accettare con
la massima rassegnazione, essendo stati privati dalle circostanze dei
loro principali oggetti del desiderio.
Ho letto quello che lei ha scritto sul naufragio dell'Ercole. Lei non mi cita, ma ha letto e interpretato a suo modo il mio ''Per l'onore di Garibaldi'', una volta su www.repubblicaletteraria.net e su ippolitonievo.info, due siti che ho recentemente abbandonato perché troppo costosi. La fine dell'Ercole è su due CD-ROM miei che troverà in decine di biblioteche italiane. Ho pubblicato questo testo, ma in edizione ridotta, su "Pietro Zullino, una vita per la scrittura", Carabba 2013. Da queste letture potrà evincere che pochi sono i misteri rimasti sulla morte di Nievo. Stanislao Nievo, mio fraterno amico, prima che lo conoscessi aveva scritto un romanzo stupendo sulla morte di Nievo, ma tutti lo prendono per un saggio storico: invece, lì realtà e fantasia sono abilmente mescolate e solo chi ha viaggiato tra le carte per anni, come me, può capire il confine tra ricostruzione storica e fantasia letteraria. I borbonici furono pagati perché abbandonassero Palermo nelle mani dei garibaldini; ma i ducati d'argento uscirono dal Banco di Palermo, dove c'erano più di 5 milioni di ducati, in moneta sonante, che appartenevano a correntisti siciliani, tra cui Florio. I siciliani anticiparono quindi i denari per la loro liberazione da Napoli, ma non tutti i denari spesi furono poi rimborsati dall'Italia Unita, perché mancavano carte d'appoggio. Non cercate ladri garibaldini, ma corruttori siciliani e garibaldini. Fausta Samaritani
RispondiEliminaLe sue informazioni sono molto interessanti e da approfondire, però io non ho mai letto i suoi scritti, altrimenti li avrei citati, come faccio sempre.
EliminaLe fonti cui ho attinto sono, oltre a "Il prato in fondo al mare", il libro di Marcella Gorra intitolato "Nievo tra noi" e l'epistolario di Nievo.