Era una notte buia e tempestosa. Sembra
uno scherzo, ma l'inizio si può sintetizzare così. Siamo alla metà
degli anni '20, in qualche posto sperduto nel Galles, e l'architetto
londinese Philip Waverton sta tornando a casa, dopo aver trascorso
qualche giorno ospite presso degli amici. In auto con lui ci sono la
petulante moglie Margaret e il taciturno Roger Penderel, un
conoscente che Philip apprezza anche se non è simpatico a Margaret.
La pioggia battente rende la strada di
campagna impercorribile, la carta stradale non è di nessun aiuto, la
benzina comincia a scarseggiare: percià, appena appare all'orizzonte
una casa, una vecchia grande casa circondata da un non meno notevole
giardino, i tre decidono di fermarsi e di chiedere ospitalità lì.
Ad aprire loro la porta è il padrone
di casa, il Horace Femm, che vive insieme a sua sorella Rebecca, al
padre centenario Sir Roderick e al bizzarro maggirodomo muto Morgan.
Sir Roderick è confinato a letto, Horace e Rebecca sono terrorizzati
da Morgan, che è alcolizzato e violento. Ciò non impedisce loro di
cenare con gli ospiti.
Subito dopo, gli occupanti di un'altra
auto di passaggio chiedono ospitalità. Si tratta dell'eterogenea
coppia costituita dal maturo Sir William Portehouse e dalla giovane
ballerina Gladys Perkins, in arte DuCane. I padroni di casa bevono
alcolici e fumano insieme agli ospiti, che intanto fraternizzano,
parlando con loro, finché si lasciano andare a una terribile
confidenza: in una stanza della casa è tenuto prigioniero il loro
fratello maggiore, Saul, pazzo e piromane.
La presenza degli ospiti ha disturbato
Morgan, che ha liberato Saul. Gli uomini provano a tendergli una
trappola per catturarlo e rinchiuderlo di nuovo. Purtroppo, però,
qualcosa va storto e Saul, insieme a Penderel, precipita da un
pianerottolo. I due muoiono entrambi.
Il mattino dopo, cessata la tempesta,
Philip e Sir William escono a chiamare le autorità.
Questa è, in sintesi, la trama di
Benighted, il secondo romanzo firmato dal poliedrico autore
inglese John Boyton Priestley (1894-1984), uscito per la prima volta
nel 1927, più volte ristampato e tradotto, anche in Italiano, con il
titolo La casa nella tempesta, sebbene le due edizioni
italiane risalgano agli anni '50.
La prima edizione di Benighted
Altre edizioni successive
La traduzione tedesca
Le due edizioni italiane
John Boynton Priestley
Benighted non nasce come opera horror
ma come opera che affronta il tema della crisi personale dei
sopravvissuti alla Grande Guerra, tema che si presenta in tutte le
conversazioni tra i personaggi, nonché delle incertezze che sentono
pesare sul loro futuro in una fase storica molto delicata. Non
mancano interessanti approfondimenti psicologici, sia sulla crisi
coniugale tra Philip e Margaret, sia sulla storia che comincia a
nascere, prima di essere stroncata dal destino, tra Penderel e
Gladys, due giovani che sembrano perseguitati dalla sfortuna (in
particolare lui, che è sopravvissuto ai massacri delle trincee ma,
tornando a casa, ha trovato che la fidanzata era morta nel frattempo)
eppure capaci di adattarsi con umile coraggio a tutte le circostanze
sfavorevoli.
La suspense che domina tutta la vicenda
sembra prestarsi sicuramente a una buona trasposizione
cinematografica di questa, e infatti ne arriva puntualmente una nel
1932, firmata da James Whale (1889-1957), uno dei primi maestri
dell'horror cinematografico, già autore del primo Frankenstein
e successivamente regista del primo L'uomo invisibile.
James Whale
Locandina del suo film
Copertina del dvd italiano
Il film di Whale, The old dark house
(nella versione italiana, Il castello maledetto), in
apparenza, è insolitamente fedele alla trama, tranne che per alcuni
dettagli, comprensibili se si pensa al gusto del pubblico del tempo.
Nel film, Saul compare molto prima e partecipa anche alla cena con
gli ospiti, poi viene sorpreso mentre cerca di dare fuoco alla casa e
ha una colluttazione con Penderel, insieme al quale cade da un
pianerottolo: ma stavolta solo Saul resta ucciso, e Penderel è solo
ferito, tant'è che alla conclusione del film potrà andarsene con
Gladys che lo ha soccorso e assistito.
Alcune scene del film
Tuttavia, sceneggiatura e regia non
appesantiscono la trama con effetti da Grand Guignol e anzi, lasciano
ai personaggi abbastanza spazio da avere tutti un po' di spessore. Ne
consegue un film che, mentre si presenta come un horror classico,
assomiglia parecchio anche alle commedie brillanti del periodo.
Una soluzione estremamente originale
(ma anche un po' bizzarra) consiste nel far interpretare il vecchio
Sir Roderick a un'anziana attrice, Elsphet Dudgeon, accreditata come
“John Dungeon”.
Boris Karloff (1887-1969) è Morgan
Raymond Massey (1896-1983) è Philip Waverton
Melvyn Douglas (1901-81) è Roger Penderel
Gloria Stuart (1910-2010) è Margaret Waverton
Lilian Bond (1908-91) è Gladys Perkins
Ernest Thesiger (1879-1961) è Horace Femm
Eva Moore (1878.1955) è Rebecca Femm
Brember Wills (1883-1948) è Saul Femm
Elsphet Dudgeon (1871-1955) è Sir Roderick Femm
Charles Laughton (1899-1962) è Sir William Porterhouse
Il film ottenne, ai tempi, un notevole
riscontro sia di pubblico sia di critica ma, entro qualche anno, fu
dimenticato. Nel 1963 ne fu realizzato un remake di grande successo,
diretto da un altro specialista del genere, William Castle.
Locandine del film di William Castle, originale e versione italiana
L'originale sembrava invece definitivamente perduto, ma il regista
Curtis Harrington (1926-2007), allievo e grande ammiratore di Whale,
riuscì a scovarne una copia, sebbene piuttosto malridotta, negli
archivi della Universal che ne era stata la casa produttrice.
Harrington convinse la Eastman a restaurare il film ricavando da
quella pellicola un nuovo negativo, dal quale sono state ottenute le
nuove copie attualmente in commercio.
Curtis Harrington
Anche il giudizio del pubblico e della
critica moderni sono molto favorevoli. Un sondaggio del 2010 tra
autori, attori e tecnici specialisti in film horror sui capolavori
del genere, lo ha visto piazzarsi tra i migliori 100, al 71° posto.
Nessun commento:
Posta un commento