Nonostante la sua vita intensa e la quantità di opere che ha lasciato, andare in cerca di John Lee richiede oggi un notevole impegno, sia perché le ultime notizie sulla sua vita sono molto scarne (si sa l'anno in cui è morto, il 2013, ma non il giorno e il mese), sia per la presenza di una frotta di omonimi, molti dei quali scrittori a loro volta. Né aiuta la ricerca il fatto singolare che cinque dei romanzi che gli vengano attribuiti risultano pubblicati una sola volta in Regno Unito, in edizione print-on-demand, uno dietro l'altro nel giro di poche settimane durante l'estate del 2011.
Si riescono a trovare sue immagini solo su una pagina dedicata al lago Chapala, il maggiore lago messicano, che Lee visitò molto spesso. La pagina è lakechapalaartists.com.
Lee, nato in Oklahoma il 12 marzo 1931, ha diviso la sua vita tra gli studi (laurea in giornalismo al Texas Tech nei primi anni '50, master in giornalismo alla West Virginia University durante gli anni '60, dottorato di ricerca sulla figura di Edgar A. Poe giornalista nella seconda metà degli anni '70), l'insegnamento universitario (di giornalismo e fotogiornalismo, dai primi anni '60 al pensionamento nel 1997), l'attività di giornalista (prevalente fino all'inizio della carriera accademica e poi subordinata a questa) e l'attività di scrittore, autore di alcuni saggi e di una dozzina di romanzi.
È stato sposato, dal 1951 al 1957, con una compagna di studi, Jeane Womack, dalla quale ebbe la sua unica figlia, Janet Carol (1952); poi con la giornalista e scrittrice Barbara Moore (nata nel 1934) dal 1957 alla scomparsa di lei (2002); infine, con l'imprenditrice Shirley Miller, dal 2004 alla morte.
La carriera di narratore di Lee comincia nel 1968, mentre insegna all'American University di Washington D.C.: è l'anno in cui esce il suo primo romanzo, Caught in the Act, incentrato sulla figura di un giornalista americano costretto a fuggire in Spagna per evitare di essere ucciso (Lee aveva vissuto in Spagna nel 1957-58).
A questo, segue nel 1971 Assignation in Algeria. Nessuno dei due libri è un grande successo e Lee, che ha molto da fare in altri campi, ci mette un po' a scrivere un altro romanzo.
Ma, stavolta, si tratta di un bestseller: The Ninth Man (1976).
Il romanzo si ispira a un fatto reale, la cosiddetta operazione Pastorius (dal nome di Franz Daniel Pastorius, leader del primo gruppo di emigranti tedeschi giunti in Nordamerica nel 1683 e stabilitisi in Pennsylvania fondando Germantown), con cui i servizi segreti provarono, durante l'estate del 1942, a sbarcare negli USA otto sabotatori, quattro in vicinanza di New York e quattro in Florida, per seminare il panico tra la popolazione civile statunitense tramite una serie di attentati.
Gli otto furono però facilmente smascherati e arrestati perché il gruppo di New York non riuscì a passare inosservato al momento dello sbarco, e due dei suoi membri, presi dal panico, si consegnarono alle autorità americane spifferando immediatamente i nomi degli altri e dove sarebbe stato possibile trovarli. I sei sabotatori arrestati in questo modo finirono tutti sulla sedia elettrica l'8 agosto 1942, mentre i due delatori vennero graziati.
Nel suo romanzo, oltre a narrare con la massima precisione questa vicenda, Dash immagina che sul sommergibile che trasportò il gruppo newyorkese, l'U-202 (l'altro gruppo era trasportato dall'U-584), ci fosse anche un nono passeggero, in viaggio all'insaputa degli altri, tale Dietrich, addestrato e preparato a compiere direttamente un attentato al presidente Roosevelt. Mentre tutti sono impegnati alla ricerca degli otto sabotatori, solo il capitano Andrew Blaszek, un ufficiale d'amministrazione senza esperienza di combattimento che è stato introdotto nei servizi di sicurezza dalla sua amante, la vedova di un deputato del Congresso, intuisce che le tracce scoperte durante le indagini portano a immaginare la presenza di un nono uomo, verosimilmente non collegato agli altri (i delatori non ne hanno parlato). Al tempo stesso, Dietrich si muove prima per New York e poi per Washington come un animale selvaggio che è al tempo stesso preda e predatore, lasciando dietro di sé una scia di delitti inspiegabili.
Il successo di The Ninth Man si ripete solo in parte con il libro successivo, The Thirteenth Hour (1979).
Questo romanzo si svolge per la maggior parte a Berlino tra il 16 e il 30 aprile 1945 ed è ispirato ai tentativi di Heinrich Himmler e del cognato di Hitler, Hermann Fegelein, di arrivare a un armistizio con gli Alleati prima che i sovietici conquistassero Berlino, utilizzando il diplomatico svedese Fölke Bernadotte come intermediario, contro la volontà di Hitler. Com'è noto, Fegelein si allontanò dal bunker senza partecipare al matrimonio tra Hitler ed Eva Braun, ma fu arrestato mentre tentava di scappare da casa sua con una valigia piena di soldi e (forse) una ballerina ungherese. Fegelein aveva infatti intuito che Hitler intendeva coinvolgere tutti i suoi intimi in un patto suicida e non intendeva essere coinvolto. Sulla sua fine esistono molte versioni, nessuna delle quali definitiva. L'unica certezza è che al momento dell'arresto Fegelein era ubriaco e che al momento del “processo” davanti a una improvvisata corte marziale di SS non era ancora tornato in sé. Fegelein fu sicuramente ucciso a colpi di pistola nel cortile della Cancelleria la sera del 28 aprile 1945, ma non si sa se per ordine di Hitler o su iniziativa delle SS nonostante la volontà di risparmiarlo da parte di Hitler.
Lee, nel suo romanzo, immagina che Fegelein sia stato avvicinato da un ufficiale americano appartenente a un'unità mista anglo-americana, il capitano Henry Bascom, che si spaccia per contatto degli svedesi nelle trattative per l'armistizio. In realtà, l'unità di Bascom vuole arrivare alla Cancelleria prima dei sovietici e catturare Hitler per portarlo in Regno Unito e processarlo lì. Fegelein dovrebbe servire da guida inconsapevole.
Ma la notte in cui, mentre si svolge un bombardamento come diversivo, uno stormo di alianti porta a Berlino i commandos anglo-americani, Fegelein, spaventato dalle bombe, non si fa vedere. I commandos atttaccano ugualmente la Cancelleria ma, essendo numericamente inferiori ai tedeschi di guardia, soccombono, pur dopo averne uccisi un bel po'. Un piccolo gruppo, guidato dal maggiore Sidney Longland, si salva raggiungendo l'Elba e attraversandolo fino a raggiungere le linee alleate, mentre Bascom e il tenente inglese Formoy restano tagliati fuori dal resto. Con Formoy gravemente ferito, Bascom decide di usare le identità di lavoratori stranieri che sono state fornite loro in caso di abbandono sul suolo nemico. I due si spacciano per operai francesi, ma comunque trovano solo la solidarietà di una ragazza tedesca, Erika, che si sposta insieme a due orfanelli. Insieme a Erika e ai due bambini, Bascom e Formoy si nascondono in una casa ancora non completamente distrutta dai bombardamenti, e si riforniscono presso negozi abbandonati. A essi si aggiungono altri civili sfollati, tra cui l'anziano Herr Fiebeck. Quest'ultimo, insieme a Bascom, sarà costretto ad arruolarsi nella milizia di civili che combatte l'avanzata dei sovietici: entrambi guadagneranno una decorazione al valore quando bloccheranno con un Panzerfauste un carro armato che sta per fare strage dei loro commilitoni, tutti ragazzi quattordicenni o più piccoli. Ma il precedente non salverà Fiebeck dall'ira di un fanatico capitano, che lo uccide accusandolo di voler disertare e viene subito dopo ucciso da Bascom, dopodiché l'improvvisata unità si scioglie e Bascom torna alla casa, dov'è rimasta solo Erika ad aspettarlo, perché gli altri si sono spostati in una zona meno esposta al fuoco.
Intanto, si svolgono parallelamente la vicenda del deportato belga chiamato dai tedeschi Rösselsprung, che su indicazione delle SS viene gradualmente trasformato nel sosia di Hitler, e quella dell'ufficiale sovietico Alexei Volkov, sempre più disgustato dalla violenza della guerra.
Bascom è destinato a incrociare sia Rösselsprung, sia Volkov, prima che la sua missione termini in modo completamente inaspettato.
Il romanzo successivo di Lee, Lago (1980), nonostante l'ambientazione italiana (è incentrato sulla oscura e contorta vicenda dell'oro di Dongo) non viene neppure tradotto in Italia.
Poi niente più narrativa di John Lee fino ai cinque titoli del 2011.
Nel 2013, l'anno della scomparsa, esce un ultimo romanzo, Olympia '36.
Tra i libri non-fiction di Lee, una menzione la merita Monsters Among Us (1975), un volume per ragazzi dedicato a una serie di misteri irrisolti e scritto in collaborazione con la moglie Barbara Moore.
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