Ragazzi che rincorrono spensierati un
pallone, dimenticando i pensieri della vita di tutti i giorni. Il
gioco del calcio è tante cose, ma è soprattutto questo, o per
meglio dire lo era, prima di diventare uno show business tritatutto,
in mano a pay tv, sponsor e centrali di scommesse più o meno lecite.
E quella che ci accompagna in questa
storia è la faccia di un ragazzo, un ragazzo come tanti, basso e un
po' cicciotto, uno tipo Maradona ma con il look di chi è nato nel
1907 e al calcio ci ha giocato molto più per divertimento che per
soldi. Si chiama Lucien Laurent.
Lucien Laurent in azione con la maglia della Nazionale francese
Un ragazzo francese che viene tesserato
per la prima volta a 14 anni, in una società che si chiama Cercle
Athlétique, e poi a 22 approda al Sochaux, la squadra di monsieur
Peugeot, quello delle automobili. Nei due anni che ci resta non
vincerà nulla (in realtà non vincerà nulla mai, da nessuna parte)
ma si mette in luce come un ottimo elemento e viene selezionato dal
CT Raoul Caudron per far parte della Nazionale che in quell'anno
(1930) andrà a disputare il primo Campionato del Mondo in Uruguay.
Lui, suo fratello Jean e due suoi colleghi, André Maschinot ed
Étienne Mattler. Colleghi
in senso stretto, perché a quel tempo il calcio non è ancora una
professione remunerativa e i quattro si allenano la mattina e giocano
la domenica, ma tutti i pomeriggi sono alla catena di montaggio dove
si producono le auto Peugeot. Tant'è che monsieur Peugeot fa un
sacco di storie per lasciarli andare ai Mondiali, e cede solo quando
la Federazione gli garantisce che, per quei due mesi che saranno
impegnati, non dovrà pagare loro neanche uno stipendio.
André Maschinot (1903-63)
Étienne Mattler (1905-86)
Innanzitutto, devono andare a
Marsiglia, dove c'è la sartoria che cucirà loro addosso le divise
d'ordinanza, bianche blu e rosse, compreso il blazer che a quel tempo
si usava al posto della maglietta. Il viaggio per Montevideo lo fanno
su un piroscafo italiano, il “Conte Verde”, lo stesso su cui
viaggia Jules Rimet, l'inventore della Coppa del Mondo, ammiratissimo
come ballerino nelle numerose feste che di sera si danno nei saloni.
Caudron non vuole rischiare di perdere in mare i non molti palloni di
cui la Federazione lo ha rifornito e fa allenare i suoi ragazzi sul
ponte principale, correndo e facendo ginnastica al ritmo della musica
con cui l'orchestrina della nave fa le prove. Lucien in questo
periodo fraternizza con i compagni, che ha già conosciuto come
avversari. In tutto sono 16 e pochi passeranno alla Storia. Quello
che giocherà più partite internazionali sarà proprio il suo
compagno Mattler (46 in 10 anni); quello che segnerà più gol (14)
l'attaccante Émile Veinante, che
però ora è una riserva e dovrà aspettare addirittura il 1938 per
marcare una rete ai Mondiali; il capitano, nonché giocatore più
rappresentativo, è un franco-algerino che frequenta delinquenti ed è
dedito alle scommesse clandestine, ragione per cui finirà
squalificato a vita nel 1935, Alexandre Villaplane. Poiché il lupo
solitamente perde il pelo ma non il vizio, una volta smessa
l'attività agonistica, Villaplane continuerà a frequentare
delinquenti, ma stavolta di quelli con la divisa e la svastica,
quelli dediti alla cattura, alla deportazione e all'uccisione degli
ebrei, e manderà a morte parecchi connazionali con la stella gialla
nel periodo dell'occupazione nazista: per questo, sarà processato e
fucilato come traditore, nel 1944, dopo la Liberazione. Ma questo è
ancora molto di là da venire.
Il "Conte Verde"
La Nazionale francese sul "Conte Verde"
Jules Rimet (1873-1956)
Émile Veinante (1907-83)
Alexandre Villaplane (1904-44)
Il Mondiale si è organizzato un po' in
fretta e, secondo una consuetudine che si ripeterà spesso nelle
edizioni successive, le strutture per ospitarlo, tutte a Montevideo,
non sono ancora pronte. Gli uruguaiani, grandi favoriti dopo le
vittorie olimpiche del 1924 e del 1928, hanno annunciato la
costruzione di uno stadio da 90.000 posti, lo Stadio del Centenario.
In questo si dovrebbero giocare le gare più importanti, mentre le
altre andrebbero allo Stadio Gran Parque Central, che pure ha la
capienza di 20.000 posti, rispettabilissima per quei tempi. Ma il 13
luglio 1930, quando si giocano le prime due partite del torneo, lo
Stadio del Centenario è ancora da finire. Per cui, la partita che vi
doveva essere ospitata, Francia-Messico, viene dirottata sull'altro
stadio di Montevideo, lo Stadio Pocitos, quello dove gioca il
Penarol. In realtà solo un campo da gioco con un paio di tribune
intorno, che possono ospitare al massimo 2000 spettatori. Poiché la
trasferta dei tifosi ha un costo proibitivo, il pubblico è composto
nella quasi totalità da uruguayani che vogliono vedere l'Uruguay e
da argentini che vogliono vedere l'Argentina. Le altre squadre hanno
pochissimo seguito. Francia-Messico sarà seguita da soli 500
spettatori e perfino il piccolo Pocitos sembrerà deserto.
Lo stadio Pocitos dagli spalti
A questo punto, nasce un piccolo
mistero. Mentre al Pocitos si gioca Francia-Messico, al Gran Parque
si gioca USA-Belgio. Le due partite dovrebbero essere contemporanee,
alle 15,00, ma per una serie di contrattempi Francia-Belgio comincia
con 10' di ritardo.
La formazione della Francia contro il Messico
La formazione del Messico contro la Francia. Nel riquadro, il portiere Oscar Bonfiglio
Montevideo è nell'emisfero australe e
il 13 luglio è pieno inverno. Non nevica spesso, ma quella volta sì,
e gli operai hanno dovuto liberare il terreno di gioco spalando la
neve in grossi mucchi ai suoi lati. Il Messico attacca e la Francia
lo colpisce in contropiede al 19'. Il portiere Alex Thépot esce in
presa alta e rilancia al centro, dove il centrocampista Augustin
Chantrel serve subito sulla destra il veloce esterno d'attacco
(all'epoca detto ala) Ernest Liberati. Questo semina in progressione
il suo marcatore Felipe Rosas e serve al centro, dove sta accorrendo,
smarcato, l'interno Lucien Laurent. Lucien, il tracagnotto, si
coordina, anticipa il disperato contrasto di Garcia Gutierrez e batte
al volo di destro, appena entrato in area. Il tiro non è fortissimo
ma ben angolato, il portiere messicano Oscar Bonfiglio si allunga ma
non riesce a deviarlo: è l'1-0 ed è anche il primo gol dei
Mondiali.
O forse no?
Al Gran Parque, la partita è iniziata
in perfetto orario, ma questo inizio sarà l'unica cosa “perfetta”
del match. Il referto dice chiaramente che finisce 3-0 per gli USA,
ma non si è per nulla certi dei minuti cui sono stati segnati i gol
e, a dire il vero, nemmeno di chi li abbia segnati. Non c'erano
ancora i numeri sulle maglie (arriveranno nel 1938) ed era facile
confondersi. Alcuni attribuiscono una doppietta all'attaccante Bart
McGhee (uno scozzese, figlio di un bomber ottocentesco del Celtic e
dell'Hibernian) e altri affermano che McGhee segnò solo il primo
gol, mentre il secondo fu marcato da Thomas Florie (che, essendo nato
nel 1897, è il giocatore più anziano ad aver disputato i Mondiali.
Giocò anche quelli del 1934). Comunque, a posteriori, la FIFA daterà
il primo gol, quello sicuramente di McGhee, al 23'. Tecnicamente,
quindi, essendo segnato alle 15,23, precederebbe quello di Laurent,
che è stato segnato alle 15,29. Ma, sempre per le statistiche della
FIFA, le due gare vanno considerate contemporanee e quindi il primo
gol, ufficialmente, è quello di Lucien Laurent.
La Nazionale Usa schierata contro il Belgio
Questa immagine potrebbe rappresentare il primo gol di Bart McGhee
Bart McGhee (1899-1979) anticipato dal portiere belga
Tom Florie (1897-1966)
In azione contro un difensore belga, Bert Patenaude (1909-74), autore della prima tripletta in un Mondiale
La Francia, poi, dilaga, anche se 5
minuti dopo il gol il portiere Thépot si infortuna e, poiché non
sono ancora previste le sostituzioni, a difendere la porta va
Chantrel. Il Messico continua ad attaccare e la Francia continua a
colpire in contropiede. Sul finire del primo tempo, in due minuti, i
due attaccanti Maschinot e Marcel Langiller portano il risultato sul
3-0. Nella ripresa, Juan Carreno accorcia le distanze per il Messico,
ma Maschinot sul finire le ristabilisce: finisce 4-1.
Marcel Langiller (1908-80)
Per la Francia, in quel Mondiale, sarà
la sola giornata di gloria. Nel secondo turno, le prende
dall'Argentina, le prende letteralmente, non tanto per il risultato
di 1-0 quanto per le botte con cui gli argentini massacrano gli
avversari grazie alla tolleranza degli arbitri. Dopo pochi minuti, il
centromediano Luis Monti (il più famoso giocatore gay della Storia,
anche se lo si è saputo solo dopo la sua morte), che segnerà anche
il gol decisivo, azzoppa Lucien Laurent, che si fa tanto male da non
poter giocare nemmeno la gara successiva, quella in cui la Francia
perde, sempre per 1-0, con il Cile ed esce definitivamente di scena.
La Francia schierata contro l'Argentina
Luis Monti (1901-83)
Lucien, dopo quelle due partite
mondiali, ne giocherà altre 8 in nazionale, segnando ancora un gol
in un Francia-Inghilterra 5-2 del 1931. La sua carriera, tutta
trascorsa tra squadre di secondo piano, sarà interrotta nel 1940
quando, arruolato nell'Esercito francese, dopo la sconfitta sarà
catturato e deportato in un campo di prigionia in Sassonia. Liberato
nel 1943, andrà a chiudere la carriera a Besancon, dove gioca fino
al 1946 e comincia a fare l'allenatore con poca voglia. Infatti,
appena se lo può permettere, apre una birreria nella stessa città e
ci lavora fino al 1972 che va in pensione.
I tedeschi, durante l'occupazione, gli
hanno rubato tutto, compresi i cimeli di tutta una carriera. Ma gli
restano i ricordi, grazie anche al fatto che arriverà lucidissimo
fino a un età molto avanzata.
Nel 1998, la Federazione lo vuole in
tribuna d'onore alla finale di Parigi, e qui potrà vedere, a 91
anni, la Francia diventare per la prima volta Campione del Mondo. Si
dichiara sempre sorpreso di tanta attenzione per il calcio: che, non
smette mai di ripetere, in fondo è solo un gioco.
Nel 1998, è anche l'unico superstite
del Mondiali del 1930.
Muore in casa sua a Besancon, nel 2005,
pochi mesi prima di compiere 98 anni.
Lo stadio in cui fu segnato il gol di
Laurent, il Pocitos, che prendeva il nome dal barrio in cui si
trovava, fu demolito nel 1940. Oggi al suo posto ci sono dei palazzi
di case popolari. Il cerchio di centrocampo coincide con un
appartamento che fa angolo tra Charrúa
e calle Coronel Alegre. La prima partita dei Mondiali viene
commemorata da due sculture di Eduardo Di Mauro, realizzate nel 2006
e intitolate Cero a cero y pelota al medio (Zero a zero e
palla al centro) e Donde duerman las araňas
(Dove dormono i ragni, paragonando a una ragnatela il “sette”
della porta di calcio).
Le due sculture di Eduardo Di Mauro nel barrio Pocitos
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