Anders Bodelsen è uno degli scrittori
danesi più noti del XX secolo. Nato a Frederiksberg l'11 febbraio
1937 da una famiglia di notevoli tradizioni intellettuali (il padre
docente universitario di Letteratura inglese, la madre storica
dell'Arte), ebbe però una formazione piuttosto irregolare, dato che
passò per tre diversi indirizzi di studio prima di lasciare
l'università in seguito al buon successo del suo primo romanzo, nel
1959.
Un'immagine giovanile e una matura di Bodelsen
In seguito, ha lavorato a lungo prima
nella pubblicità e poi soprattutto per la radio e la televisione,
diventando un importante sceneggiatore di originali radiofonici e di
tv movies.
In Italia, è considerato
essenzialmente un giallista, ma questa definizione appare decisamente
riduttiva se si pensa alla fama di cui gode in patria, dove è
considerato tra i maggiori autori neorealisti, e ai numerosi premi di
prestigio che ha vinto. Bodelsen ricorre spesso allo schema del
thriller nei suoi romanzi, ma si tratta sempre di thriller di un
certo impegno, di storie che raccontano in modo critico della società
danese e in particolare della sua classe media.
Bodelsen è un autore di grande
successo, ma la medaglia del successo ha sempre un rovescio.
Mantenere un elevato standard qualitativo nella propria scrittura,
nonostante la pluralità degli impegni, gli ha richiesto decenni di
impegno massacrante, durante i quali ha dovuto anche subire continui
attacchi dai critici più schierati a destra, che lo accusava di
accusavano di dare un'immagine distorta della società danese. Per
queste ragioni e probabilmente anche per qualche forma di debolezza
non meglio confessata, nonostante una vita privata apparentemente
felice (è sposato dal 1975 con una musicista che gli ha dato due
figli), Bodelsen ha sofferto a lungo di problemi di alcolismo, che lo
hanno costretto a terapie disintossicanti.
La fama di giallista in Italia si deve
soprattutto al fatto che gli unici suoi romanzi presentati nel nostro
Paese sono usciti inizialmente in collane poliziesche della
Mondadori: due nel “Giallo” e uno nei “Super”.
Il primo a essere tradotto è anche il
maggior successo della sua carriera,
Tænk
på et tal,
letteralmente Pensa
un numero,
uscito nel 1968 e tradotto con il titolo Buon
appetito, Borck! come
Giallo Mondadori numero 1174, il 1° agosto 1971. È
la storia di un cassiere di banca della provincia danese, Flemming
Borck, e della sua intuizione che sta per essere commessa una rapina
nella sua banca. Anziché sollecitare provvedimenti, Borck comincia a
nascondere banconote nella scatola di latta in cui di solito tiene il
pranzo e, quando avviene effettivamente la rapina, dopo aver
consegnato al bandito il contenuto dei suoi cassetti, fa risultare
che siano stati rubati molti più soldi, includendo nella refurtiva
anche quelli che ha nascosto nella scatola di latta, depositata in
una cassetta della stessa banca.
I
mass media però riferiscono l'importo esatto del denaro rubato e, da
quel momento, Borck subisce lo stalking del vero rapinatore, W. C.
Sorgenfrey, deciso a ottenere almeno metà dei soldi (poiché la
rapina gli ha fruttato solo la sedicesima parte del denaro
trafugato). Borck non scende a patti con Sorgenfrey e riesce a
incastrarlo per un altro illecito, con una denuncia anonima, dopo
averlo seguito. Contemporaneamente, però, deve vedersela con una
complice di Sorgenfrey, Alice Badran, che si è insinuata nella sua
vita ed è diventata la sua amante. Tuttavia, Alice finisce per
mollare Sorgenfrey e diventare complice di Borck. Borck, per non dare
adito a sospetti, continua il suo lavoro in banca ma investe una
parte dei soldi in una villetta in Tunisia dove va a trascorrere le
vacanze insieme ad Alice che vi risiede stabilmente. La situazione va
avanti per alcuni anni ma poi Sorgenfrey viene rilasciato e per prima
cosa si mette alla caccia dei due. Quando li raggiunge in Tunisia,
non sa di essere pedinato da un poliziotto C. O. Grau, che lo
sospetta di aver partecipato alla rapina della banca di Borck.
L'arrivo di Sorgenfrey sconvolge Borck e Alice che, tentando di
ucciderlo, uccidono Grau, sopraggiunto nel frattempo per arrestare
tutti.
Alice
scappa, coperta da Borck, ma Borck è costretto ad accettare le
condizioni di Sorgenfrey, che lo aiuta a far sparire il corpo di Grau
e le tracce del delitto in un finto incidente, nel quale viene
utilizzato anche un cadavere fornito dalla malavita spicciola locale,
che nelle intenzioni deve passare per quello di Sorgenfrey, in modo
da mettere fine alla caccia della polizia allo stesso.
Diverse edizioni, compresa quella italiana, di Tænk på et tal
Il
romanzo non ha una vera conclusione e, infatti, otto anni dopo (1976)
avrà un seguito, Pengene
og livet,
ossia La
borsa e la vita,
che esce in Italiano nel Giallo Mondadori con il titolo I
soldi e la vita e
il numero 1552, il 29 ottobre 1978.
Siamo
quattro anni dopo i fatti narrati nel primo romanzo. Borck non ha più
notizie né di Sorgenfrey né di Alice ma non ha mai smesso di
pensare che prima o poi si rifaranno vivi e gli chiederanno di
partecipare a qualche impresa criminale. Intanto, ha una relazione
con una collega, Miriam Berg, che è separata e ha un figlio di 4
anni, David. Il ritorno di Sorgenfrey e di Alice si materializza
proprio con il rapimento di David, preso in ostaggio per costringere
anche Miriam a collaborare. Il piano per la rapina è molto ambizioso
ma non tiene conto del fatto che la polizia non ha mai smesso di
sorvegliare Borck (tanto più dopo i tanti dubbi lasciati dalla
misteriosa morte di Grau e del finto Sorgenfrey) e, da qualche tempo,
sta seguendo anche i due delinquenti, pur senza averli identificati.
Il
giorno della rapina, Borck, inizialmente disposto a collaborare, si
ribella ai due perché infuriato all'idea che siano stati coinvolti
anche Miriam e David. Ha un suo piano per mandare tutto all'aria ma,
a questo, si sovrappone l'intempestivo intervento della polizia, che
scatena un conflitto a fuoco dalle tragiche conseguenze.
Diverse edizioni, compresa quella italiana, di Pengene og livet
Il
terzo romanzo di Bodelsen giunto in Italia si intitola, nell'edizione
originale, Straus,
e risale al 1971. Fu tradotto nel 1974 con il titolo Il
rivale e
uscì nella collana mondadoriana “I Super”, mensile e costituita
da libri cartonati, che durò appena una decina di numeri e
presentava romanzi thriller di una certa levatura letteraria.
Straus
è un romanzo decisamente sperimentale, nel quale si sovrappongono
due storie, spesso confondendosi tra loro. Una è quella dello
scrittore A. B., che è considerato il secondo miglior autore di
thriller in Danimarca ma si macera continuamente nell'invidia e nel
rancore verso il collega Straus, da tutti considerato superiore a
lui. L'altra è quella del romanzo che A. B. sta scrivendo, nel quale
un personaggio nevrotico che cambia nome tre volte durante la stesura
uccide per futili e paranoici motivi la moglie.
Dopo
che Straus ha demolito con una sarcastica stroncatura il suo ultimo
libro durante una trasmissione radiofonica, A. B. perde completamente
il controllo e decide di uccidere Straus. Il suo delitto è talmente
assurdo e insensato da risultare, di fatto, un delitto perfetto.
Diverse edizioni, compresa quella italiana, di Straus
Giudicato
con molto favore dai suoi contemporanei (Ross Macdonald lo giudicò
“un esperimento perfettamente riuscito, un libro davvero
affascinante”), non ha avuto però altre edizioni italiane.
Invece
i due della miniserie di Borck sono stati ripubblicati da Iperborea nel
2001 e nel 2012, con i titoli tradotti più fedelmente di un tempo.
Le due recenti edizioni Iperborea
Dalle opere di Bodelsen sono state tratte alcune riduzioni televisive e cinematografiche, tra le quali spiccano i due film tratti da Tænk på et tal, che si avvalgono dell'interpretazione di attori di livello internazionale come Bibi Andersson e Elliott Gould.
Locandina e due immagini da Tænk på et tal, del 1968
Locandine e immagini da The silent partner, 1978
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