venerdì 29 giugno 2018

Conrad Aiken: Mr Arcularis tra vita reale e sogno


Mr Arcularis, un uomo di mezza età, un modesto uomo solitario dedito senza troppa passione a libri e studi umanistici, è appena sopravvissuto a un difficile intervento chirurgico e ora, per completare la convalescenza, lascia New York per un viaggio in transatlantico verso l'Europa.
L'esperienza della morte sfiorata gli ha aperto gli occhi su tutto quanto ha perso nella vita e, nonostante non stia ancora bene e patisca moltissimo soprattutto il freddo, per la prima volta nella sua vita prova a stringere dei legami con delle persone, in mezzo agli altri passeggeri che lo hanno accolto cordialmente. Tra essi ci sono varie figure che spiccano, come un musicista e un sacerdote, ma soprattutto la dolce e simpatica Miss Dean, con cui il Mr Arcularis stringe un legame che si fa sempre più intenso e gratificante di giorno in giorno.
Ma il viaggio non è solo un idillio. Durante le nottate, Mr Arcularis scopre di essere un sonnambulo e di uscire dalla sua cabina per addentrarsi in tutti gli angoli più reconditi della nave. La mattina, si sveglia in un posto sempre diverso. In una di queste occasioni, si ritrova da solo nella stiva, accanto a una bara, che è vuota. Mr Arcularis rivela a Miss Dean il suo timore che la bara sia lì per lui.
Mr Arcularis è tormentato da alcuni ricordi che hanno avvelenato tutta la sua esistenza, primo tra tutti quello della morte accidentale, che forse fu un duplice suicidio, di sua madre e dello zio che ne era amante. Ma ora si accorge che quei ricordi lo feriscono sempre meno. La figura della madre, che gli è sempre mancata, si confonde con quella di Miss Dean e gli lascia l'impressione di non averlo mai completamente abbandonato.
Mentre la nave attraversa una zona gelida e nebbiosa dell'Atlantico Settentrionale, i viaggi notturni di Mr Arcularis si spingono sempre più lontano. Ha la sensazione di volare, prima fluttuando nell'aria, poi alzandosi in alto, poi raggiungendo gli spazi astrali, di andare sempre più lontano, teme di non riuscire a tornare, ma al tempo stesso è attratto dall'immensità che lo circonda.
L'ultima sera, rivela a Miss Dean (che all'inizio gli credeva ma adesso è un po' scettica sui suoi racconti) che forse dal prossimo viaggio non tornerà più. E, al momento di coricarsi, anziché mettersi in pigiama, si distende sul letto vestito come per intraprendere un viaggio.
Infatti, questa volta arriva ancora più lontano, talmente lontano che la strada del ritorno è definitivamente smarrita. Ma si sente in pace con se stesso.
Subito dopo, la scena passa in una sala operatoria. Un chirurgo identico al sacerdote della nave annuncia a un anestesista identico al musicista della nave e a un'infermiera identica a Miss Dean che il paziente, Mr Arcularis, è morto durante il difficile intervento chirurgico cui veniva sottoposto.
Mr Arcularis uscì, per la prima volta, su Harper's Magazine nel marzo 1931. Fu poi ristampato, alla fine dello stesso anno, in Creeps by night, l'antologia di storie dell'orrore e del soprannaturale curata da Dashiell Hammett. In volume per proprio conto, è uscito solo nel 1957 per i tipi della Harvard University Press.




Copertine e pagine di Harper's Magazine tra gli anni '20 e gli anni '30

L'edizione originale di Creeps by night

La versione italiana, Vivono di notte, in cui Mr Arcularis porta il titolo Assoluto, insoluto
Dashiell Hammett (1894-1961)

L'edizione in volume del 1957

Si tratta di una delle tante opere narrative (probabilmente la più celebre) di uno scrittore che è molto più noto come poeta, Conrad Aiken, nonché una delle sue tre incursioni nella narrativa del soprannaturale.

Aiken nella maturità e in gioventù

Aiken, nato il 5 agosto 1889 a Savannah in Georgia, primo dei quattro figli di una famiglia benestante, ma all'età di 11 anni visse una terrificante tragedia familiare quando il padre, uno stimato neurochirurgo che da qualche tempo dava segni di squilibrio mentale, uccise la madre e poi si suicidò. Aiken fu poi cresciuto da una prozia residente in Massachusetts, mentre i suoi tre fratelli furono adottati, e studiò a Harvard, dove compì le sue prime esperienze giornalistiche insieme a Thomas Stearns Eliot. Sotto l'influenza del suo principale maestro, il filosofo George Santayana, scrisse molte poesie simboliste che piacquero molto a critica e pubblico sia per l'incessante ricerca di un profondo significato, sia per la musicalità dei loro versi. Infatti, il suo poema Music I heard è stato musicato da Leonard Bernstein e da Henry Cowell.
Thomas Stearns Eliot (1888-1965)

George Santayana (1863-1952)

Leonard Bernstein (1918-90)

Henry Cowell (1897-1965)

Fu un grande appassionato di psicanalisi e per qualche tempo progettò di andare a visitare Freud, dopo aver saputo che questi aveva letto e apprezzato molto il suo libro The great circle, ma non trovò mai il coraggio di farlo davvero.
Un'edizione anni '30 di The great circle

Sigmund Freud (1856-1939)

Nel 1930 ottenne il premio Pulitzer per la poesia, il più importante tra i tantissimi riconoscimenti che i 51 titoli della sua opera omnia avrebbero conseguito.
La sua vita sentimentale fu alquanto disordinata. Dopo un matrimonio lungo 17 anni con l'intellettuale canadese Jessie McDonald, che lo seguì quando nel 1921 si trasferì nel Regno Unito e gli diede 3 figli (dalla singolare successione di nomi John, Jane e Joan: il primo fu un chimico ma scrisse alcuni libri, le altre due sono scrittrici abbastanza note, l'ultima specializzata in horror e soprannaturale) e divorzò da lui nel 1929, ebbe altri due matrimoni con Clarissa Lorenz (che poi scrisse un libro sul loro matrimonio) e poi con Mary Hoover.
Jane Aiken Hodge (1917-2009)

Joan Aiken (1924-2004)

Tornato negli Usa, visse a lungo a Capitol Hill, Washington D.C., e si dedicò molto alla saggistica, in particolare allo studio della poesia di Emily Dickinson, di cui fu il massimo esperto tra i suoi contemporanei.
Emily Dickinson (1830-86)

Tornò infine a Savannah, dove morì il 17 agosto 1973.
Gli altri due racconti del soprannaturale di Aiken risalgono rispettivamente al 1925 e al 1934 e si intitolano rispettivamente The disciple e Silent snow, secret snow. Sono stati tradotti in Italiano con i titoli Il discepolo e Neve silenziosa, neve segreta, nel volume La vita non è un racconto, edito dal Club degli Editori nel 1964 (il secondo, come Mr Arcularis, pure presente nel libro, era già comparso in alcune antologie).
Il volume La vita non è un racconto

In The disciple, Giuda e l'Ebreo Errante si incontrano nel negozio di rigattiere che il secondo tiene in una città americana e il secondo riconosce il primo quando questo gli chiede di acquistare una particolare scacchiera chiamata I dodici discepoli. È Venerdì Santo e l'Ebreo Errante ricorda a Giuda che, come tutti gli anni, deve impiccarsi, ma Giuda (che è un distinto signore americano di nome Mr Dace) rifiuta di farlo e se ne va. Qualche giorno dopo, ritorna nello stesso negozio, ma nessuno dei due ricorda più di aver incontrato l'altro.
In Silent snow, secret snow, un bambino è convinto che la sua città sia stata ricoperta da una fitta nevicata, tuttavia il paesaggio è rimasto normale e allora gli viene l'idea che la neve sia visibile solo a lui e portatrice di chissà quale messaggio.






giovedì 14 giugno 2018

Pearl Curran e lo “spirito” di Patience Worth


Nel XIX secolo, soprattutto nella seconda parte, molti autorevoli scienziati si giocarono almeno una parte della propria reputazione indagando seriamente, ma anche piuttosto ingenuamente, su numerosi casi di fatti “paranormali”. Lo smascheramento delle truffe e delle contraffazioni di cui furono vittime ha portato gli scienziati delle generazioni successive a essere estremamente scettici su tutto ciò che a qualunque titolo appartiene all'ambito del paranormale, in modo tale che, tranne qualche dubbio episodio di studi militari, gli studi sul paranormale sono stati completamente banditi da qualsiasi laboratorio scientifico serio.
Questa è la principale ragione per cui uno studioso molto attendibile di paranormale, benché le sue teorie siano sempre quanto meno discutibili, Colin Wilson, in polemica con Martin Gardner, ha affermato che “la Scienza ufficiale ha posto troppo indietro lo steccato di delimitazione tra cosa è degno di essere indagato e cosa no”.
Colin Wilson (1931-2013)

Martin Gardner (1914-2010)

La questione non è semplice da affrontare, anche perché la ricerca vive di finanziamenti che non sono mai abbastanza e non ha senso sprecarne per inseguire risultati incerti e difficilmente riproducibili.
Uno dei casi che, al tempo in cui il paranormale veniva studiato scientificamente, tennero banco più a lungo è quello che coinvolse quale soggetto una casalinga americana, Pearl Curran, che si diceva capace di mantenersi in contatto con lo spirito di una donna emigrata dal Regno Unito agli Usa nel XVII secolo, Patience Worth.
Pearl Curran

Pearl Leonore Pollard nacque in Illinois il 15 febbraio 1883, crebbe in Texas, lasciò presto le scuole in cui non aveva brillato ma seguì alcuni studi di musica che le permisero di guadagnare qualcosa insegnandola. Nel 1907, sposò un uomo discretamente benestante, John Howard Curran, e andò a vivere con lui a St.Louis.
Nel 1912, spinta dalla sua amica Emily Grant Hutchings, che era stata a sua volta interessata al tema da un conoscente che l'aveva convinta di potersi mettere in contatto con i suoi antenati, cominciò a dedicarsi allo spiritismo. Le due donne acquistarono una tavoletta Ouija (si legge "weegee") e cominciarono a tenere delle sedute spiritiche in casa Curran.
Una tavoletta Ouija

Nell'estate del 1913, dopo una serie di “comunicazioni” piuttosto interlocutorie, la tavoletta cominciò a “parlare” alle due donne, dichiarandosi uno spirito appartenente a una donna inglese vissuta dal 1649 al 1694, emigrata dal Dorsetshire rurale agli Stati Uniti intorno al 1680.
Alcune informazioni furono fornite dallo spirito stesso, altre dedotte dalle sue affermazioni quando la storia divenne di interesse giornalistico grazie agli articoli a essa dedicati da Casper Yost, editore dell'importante testata locale “St.Louis Globe-Democrat”.
Casper Yost (1864-1941), secondo da destra in ultima fila, con la redazione del "St.Louis Golbe-Democrat"

A quel punto, Pearl Curran non interrogava più Patience Worth attraverso la tavoletta Ouija ma veniva letteralmente posseduta da lei, visualizzando direttamente i suoi ricordi, dal paesaggio inglese in cui era cresciuta al viaggio in una goletta a tre alberi, al suolo del nuovo continente, per arrivare alla morte violenta di Patience, uccisa dagli indiani.
Non è stata trovata alcuna documentazione dell'esistenza di una Patience Worth nel Dorsetshire alla metà del XVII secolo. Risultano alcune Patience Worth tra gli abitanti delle prime colonie americane, ma in nessun caso le date coincidono con quelle indicate da Pearl Curran. Né il nome compare tra i passeggeri delle navi provenienti dal Regno Unito.
Dal 1916, Pearl Curran cominciò a scrivere e pubblicare opere letterarie (romanzi e poesie soprattutto) che affermava esserle dettate direttamente da Patience Worth. Il successo di queste opere (alcune poesie finirono anche antologizzate in raccolte di un certo rilievo insieme a opere di Amy Lowell, Edgar Lee Masters e Edna St.Vincent Millay.



Alcuni libri firmati "Patience Worth"

La situazione ebbe un imprevisto sviluppo nel 1922. Quell'anno, John, il marito di Pearl, morì improvvisamente lasciandola incinta del loro primo figlio, che sarebbe nato 6 mesi dopo. Dovendo sostenere la propria famiglia (oltre al neonato, manteneva anche la propria madre che l'aveva raggiunta), nonostante l'aiuto finanziario dell'ammiratore Herman Behr, Pearl Curran cominciò a tenere conferenze, dando un importante contributo alla rinascita del movimento spiritista negli Usa. Tuttavia, in assenza del marito, si rivelò incapace di gestire le sue finanze, specie dopo la morte della madre. La sua situazione economica rimase sempre precaria, così come quella familiare, dato che si sposò altre due volte ma in ambo i casi le unioni naufragarono rapidamente.
Nel 1930, si spostò in California, invitata dall'amica Dotsie Smith che era disposta ad ospitarla. Qui, continuò a “tenersi in contatto” con Patience Worth fino al 25 novembre 1937 in cui, secondo la testimonianza della Smith, lo spirito la avvertì di tenersi pronta a morire. Benché fosse sana al momento della “rivelazione”, Pearl Curran si ammalò di polmonite dopo pochi giorni e morì il 3 dicembre dello stesso anno.
Il primo a scrivere di Patience Worth fu, come detto, nel 1916, il giornalista Casper Yost, che però non arrivò a nessuna conclusione definitiva pur essendo un credente dello spiritismo. Nel 1927, un altro studioso, Walter Franklin Prince, scrisse un grosso volume analizzando anche tutte le opere scritte da Pearl Curran arrivando alla conclusione che questa storia provava come il subconscio fosse o molto più complesso di quanto immaginato o sottoposto a influenze a noi sconosciute. Tuttavia, in tempi più recenti, il filosofo Robert Todd Carroll, dopo aver studiato l'opera di Prince, criticò duramente la superficialità con cui lo studio era stato condotto.
Un'edizione moderna del libro di Yost
Walter Franklin Prince (1863-1934)

Robert Todd Carroll (1945-2016)

Per lo studioso di parapsicologia Stephen E. Braude, Patience Worth non era mai esistita, ma era solo una creazione del subconscio con cui Pearl Curran faceva emergere una parte repressa della propria personalità.
Stephen E. Braude (1945)

Già nel 1914, lo piscologo Morton Prince, visitando la Curran, era giunto alle stesse conclusioni, poi ribadite da altri psicologi ancora, come Charles E. Cory, che la vide del 1919.
Morton Prince (1854-1929)

Recentemente (1989) gli psicologi Leonard Zusne e Warren H. Jones, in un saggio sul Pensiero Magico, evidenziato come la formazione culturale della Curran si rifletta ampiamente nel lessico che usa nella redazione delle opere di Patience Worth e che esiste una sospetta coincidenza tra il trauma della morte del padre di Pearl (maggio 1913) e l'inizio di queste rivelazioni (luglio 1913).
Il libro di Zusne (1924-2003) e di Jones (m. 2016)

Un altro psicologo, Richard Wiseman, nel 2011, ha ribadito che il lessico delle opere della Curran non è compatibile con quello del XVII secolo, a parte che tra le opere stesse c'è anche un romanzo ambientato in età vittoriana, ossia due secoli dopo la morte di Patience. Nel 2012, analoghi concetti sono stati espressi da Joe Nickell, un altro ricercatore.
Richard Wiseman (1966)

Joe Nickell (1944)

Fin qui si parlerebbe di problemi psicologici della Curran emersi in questo singolare modo. Ma esistono anche delle teorie per le quali la Curran mise in atto una frode, del tutto consapevolmente.
Il primo a parlarne fu il filosofo James Hyslop che, in un articolo del 1916 sul “Journal of American Society for Psychical Research”, dichiarò che il marito di Pearl, John Curran, aveva architettato tutto dopo essersi fatto un po' di cultura sull'Inglese antico leggendo Chaucer e inventando il linguaggio di Patience Worth con una mistura di Inglese antico e dialetto dei Monti Ozarks. Hyslop accusò anche Yost di essere al corrente di tutto e di coprire tutta la macchinazione perché la pubblicità faceva vendere bene il suo libro sull'argomento. Da qui nacque una polemica che coinvolse Curran e la Hutchings, che si affrettarono a smentire scrivendo al “Mirror”, ma Hyslop ribadì le sue accuse citando anche dei testimoni. Ancora nel 1938, un articolo anonimo sulla rivista “ASPR” contestò le accuse di Hyslop, che ormai era morto da tempo e non poteva ribattere. Ma, recentemente, uno studioso di Letteratura, Daniel Shea, ha affermato che probabilmente Hyslop aveva ragione.
James Hyslop (1854-1920)

Daniel Shea 


Locandine di recenti spettacoli ispirati al caso di Patience Worth