martedì 12 luglio 2022

Oliver T. Banks: delitti e arte

Come ambientazione di un romanzo giallo, il mondo dell'arte, o meglio ancora del mercato dell'arte, appare molto promettente. Infatti non sono rari i romanzi che hanno al centro del plot il furto o la scomparsa di un'opera di inestimabile valore artistico. Senza andare a scavare alla ricerca di particolari perle del genere, basterebbe ricordare i notissimi Il falcone maltese di Hammett e Topkapi di Ambler.

In questi casi, tuttavia, ci troviamo davanti a romanzi in cui, tutto sommato, il ruolo dell'arte è davvero marginale, serve giusto come spunto per poi portare avanti una vicenda appassionante per tutt'altre ragioni. Mettere l'arte al centro del plot e mantenercela per tutto il tempo è una cosa molto più difficile e richiede delle competenze in materia che devono per forza essere notevoli.

Dunque, occorre almeno una formazione equivalente a quella di uno storico dell'arte.

I casi non sono molto frequenti, ma almeno uno appare notevole: Oliver Talcott Banks, americano di Cambridge, Massachusetts, studi accademici di grande prestigio a Boston, esperienza da ricercatore e insegnante presso le università statali del Maryland e del Delaware, prima di trasferirsi a New York e intraprendere una proficua carriera di consulente artistico, al culmine della quale, dopo aver pubblicato un saggio molto apprezzato, intraprende una breve ma significativa carriera di autore di romanzi gialli.


Oliver Banks come fu presentato dal Giallo Mondadori


La sua bibliografia comprende dunque complessivamente tre titoli: il saggio Watteau and the North (1977), che tratta dell'influenza dei pittori fiamminghi sul Rococò francese, e i romanzi The Rembrandt Panel (1980), noto anche come The Ebony Frame, e The Caravaggio Obsession (1984).








Purtroppo, Banks ha avuto la sfortuna di morire prematuramente (nel maggio del 1991, a soli cinquant'anni) e quindi è stato abbastanza rapidamente dimenticato. Tuttavia, non è difficile verificare come i suoi due romanzi, in origine, avessero avuto diverse edizioni e traduzioni. Risultano anche entusiastici giudizi critici da parte di testate come Newsweek o New York Times.

La tomba dell'autore


Uno dei due, il primo, arrivò perfino in Italia. Uscì infatti nel Giallo Mondadori il 28 febbraio 1982 con il titolo L'enigma Rembrandt & C.: si tratta di un volume un po' particolare, più spesso della media, perché, per un errore di impaginazione, le pagine dalla 49 alla 64 furono inserite due volte.

In questo romanzo viene presentato quello che sarà il protagonista anche dell'altro, il detective Amos Hatcher, che lavora al servizio della IAAD, ossia l'associazione internazionale degli antiquari. Hatcher è un esperto e un ex critico d'arte e generalmente si occupa di furti e sparizioni. Ma stavolta avrà a che fare con qualcosa di più pesante, un duplice omicidio.

L'enigma Rembrandt & Co. non è un romanzo molto enigmatico nel senso in cui si intendono i mystery, perché si svolge secondo il meccanismo della inverted story: sappiamo abbastanza presto che ha commesso i delitti e perché, ma l'attenzione si focalizza sul modo in cui il colpevole sarà smascherato. In questo caso, la vicenda è ulteriormente complicata dal fatto che, per identificare un assassino, bisogna identificare un ladro, dato che il movente è chiaramente da ricercarsi in un furto: e quindi occorre anche, innanzitutto, scoprire cosa è stato rubato.

Siamo a Boston, nei tardi anni '70. Nel sottobosco delle aste si muovono diversi piccoli antiquari alla ricerca dell'affare che li arricchirà. L'affare in questione capita a un piccolo operatore, Harry Giardino, che riesce ad acquistare per pochi soldi un dipinto su base lignea che sembra appartenere alla tradizione fiamminga del XVII secolo, magari un allievo di Rembrandt. C'è da guadagnarci discretamente e infatti Giardino rivende quasi subito il pezzo a un operatore più grande, Samuel Weinstock, che paga presto e bene. Ma anche Weinstock fa un affare, perché, esaminato con più cura, il dipinto sembra essere opera non di un allievo, ma del maestro stesso. Un'opera ancora non censita, ma inconfondibile, che ritrae la seconda moglie di Rembrandt, Hendrickije (sia questa, sia la prima moglie Saskia posarono spessissimo per il pittore).

Giardino ha però commesso l'errore di accennare del suo acquisto anche con Elton Ross, direttore di un museo cittadino, che in quel momento non se la passa affatto bene. Ross ha appena speso una somma enorme del suo budget per procurarsi di contrabbando un pezzo, un vaso greco, che non potrà mai esporre perché risulta rubato, come ha scoperto successivamente. Poiché il suo consiglio di amministrazione gli ha autorizzato l'esborso ma non sa ancora come sono stati spesi i soldi, far passare l'operazione per l'acquisto di un'altra opera sembra l'unico modo di venirne fuori.

Solo che questo significa rubarla e chiudere la bocca a quelli che ne conoscono l'esistenza. Così Ross ammazza prima Giardino, dopo avergli fatto sputare il nome di Weinstock, poi Weinstock stesso.

Poiché l'opera è stata portata via da Ross e nelle case di entrambi ce ne sono diverse altre, in mancanza di un esperto, la polizia brancola nel buio. A questo punto, entra in scena Hatcher, che si avvale nelle sue ricerche della collaborazione di una dipendente di Weinstock, la giovane Sheila Woods, anch'essa molto preparata in campo artistico. La fortuna di entrambi è che Weinstock, quando è stato ucciso, aveva già cominciato a lavorare sul quadro, togliendolo dalla cornice e pulendolo. Ross ha portato via il quadro ma non la cornice, che era rimasta in un'altra stanza. Poiché si tratta della cornice originale e anche i corniciai seguono degli stili che li rendono inconfondibili agli occhi degli esperti, il suo esame permetterà di restringere notevolmente il ventaglio delle possibilità, sia relativamente all'opera, sia relativamente all'assassino, perché questo deve essere per forza un conoscitore in grado di identificarla direttamente.

Il colpo di fortuna di Hatcher arriva però quando si reca in Europa seguendo a ritroso le tracce della cornice. Cercando di sapere se l'opera è stata smerciata attraverso i canali del contrabbando, viene a sapere la storia del vaso greco rubato acquistato incautamente da un americano e questo elemento apre un'ulteriore possibilità verso poche figure sospette.

Non essendo però matematicamente certo delle sue conclusioni, per smascherare Ross, Hatcher dovrà tendergli una trappola.

L'enigma Rembrandt & Co. è un romanzo pieno di digressioni tecniche sulle opere d'arte, che però non annoiano mai e sono molto istruttive. La trama si regge benissimo e la lettura rimane gradevole dall'inizio alla fine. I poliziotti un po' caricaturali e la storia sentimentale da Hatcher e Sheila Woods non sono proprio il massimo, ma si possono reggere.

Anche nel secondo romanzo abbiamo un omicidio ma stavolta le indagini portano Hatcher a Roma, dove deve mettere insieme una serie di indizi apparentemente casuali e finisce per trovarsi sulle tracce di un esperto di arte che sembra avere legami con le Brigate Rosse.

La presenza dei terroristi nel romanzo è forse la ragione della sua mancata traduzione in Italiano. Non è la prima volta che un autore straniero che ambienta le sue opere in Italia affrontando il tema del terrorismo politico non viene tradotto (lo abbiamo già visto ad esempio con Timothy Williams e Timothy Holme) e la circostanza comincia a ripetersi troppe volte per essere considerata frutto del semplice caso.