lunedì 25 luglio 2016

Cuore di tenebra: il vero Kurz

Uno dei romanzi più noti del grande scrittore polacco di lingua inglese Joseph Conrad è Heart of Darkness, ossia Cuore di tenebra.
Il Blackwood Magazine, in cui Heart of Darkness uscì a puntate prima di essere pubblicato in volume


Un'edizione inglese di Heart of Darkness

La più economica tra le edizioni italiane attualmente in commercio, della Newton Compton (il testo può essere facilmente reperito anche il pdf)

Joseph Conrad (1857-1924)

Al centro della vicenda c'è il personaggio del marinaio Charlie Marlow, probabilmente un alter ego dell'autore, che compare anche in altre storie. In questa, Marlow si imbarca su una piccola nave a vapore per risalire il fiume Congo, allontanandosi gradualmente dagli ultimi avamposti dei colonizzatori occidentali. Penetra così nel cuore dell'Africa, in mezzo a foreste tropicali che nascondono ogni sorta di insidie, e scopre il “regno” instaurato da un mercante d'avorio, tale Kurz, che si è fatto passare per un semidio tra gli indigeni di quell'area isolata dal mondo e governa con diritto di vita e di morte, ormai in preda alla follia Ma Kurz è anche un uomo malato e il progredire della sua malattia (probabilmente una forma di malaria) porterà allo sgretolamento del suo regno. Le sue ultime parole, raccolte da Marlow che sta cercando di riportarlo verso la costa, saranno: “L'orrore! L'orrore!”.
La suggestione di questo romanzo è tale da aver ispirato anche il film di Francis Ford Coppola Apocalypse Now, in cui però la vicenda è spostata dal Congo del 1880 al Vietnam del 1970 (il nome di Marlow viene modificato in Willard, interpretato da Martin Sheen; quello di Kurz resta quasi uguale, Kurtz, e a interpretarlo è Marlon Brando).
Una locandina di Apocalypse Now

Ma Heart of Darkness non è solo una storia di avventura esotica o un'indagine introspettiva sugli aspetti più cupi e nascosti del cuore umano; è soprattutto una denuncia degli orrori commessi del colonialismo europeo (in particolare quello belga, che fu di una ferocia incredibile) a danno dei popoli africani. Tale aspetto è tanto più significativo in quanto fa parte della cornice e non è il tema centrale della storia. Non si tratta di un'opera a tesi, non c'è nulla di strumentale, e questo rende ancora più forte e vibrante la denuncia.
Conrad non scriveva per sentito dire. Nato in un'area della Polonia, all'epoca facente parte dell'Impero Russo e oggi annessa all'Ucraina, nel 1857, fuggito dalla patria dopo la morte dei suoi genitori, perseguitati dalla polizia zarista perché appartenenti a movimenti indipendentisti, si era rifugiato presso parenti che vivevano in Francia e lì aveva cominciato a navigare. Sarebbe stato un marinaio fino al 1894, quando decise di intraprendere la carriera di scrittore e pubblicò il suo primo libro, La follia di Almayer. Pur diventando quasi subito ufficiale, non avrebbe però mai comandato una nave in un viaggio di mare, anche se viaggiò a lungo tra l'Oceano Atlantico e quello Indiano, ma solo in viaggi fluviali.
In uno di questi viaggi, nel maggio del 1890, si imbarcò come pilota sul vaporetto Roi des Belges, che risaliva il corso del Congo, un viaggio che andava dalla foce nell' Atlantico centro-meridionale al centro del continente africano. Il viaggio, come molti a quel tempo, fu funestato da una serie di problemi e lutti. Il capitano del battello si ammalò e morì, e Conrad dovette prendere il comando. A Kisangani, la destinazione, fu imbarcato un funzionario della compagnia belga per lo sfruttamento degli alberi di gomma naturale, tale Georges Antoine Klein, per essere portato a curare la malaria a Zanzibar: Klein però morì durante il viaggio. 
Il Roi des Belges insieme ad altre due imbarcazioni più piccole

Un'altra immagine del Roi des Belges

Cartina del Congo

La posizione del Congo all'interno del continente africano

Il legame con il romanzo che sarà scritto nel 1898 e pubblicato l'anno dopo (in un volume intitolato Youth, che contiene anche il racconto omonimo, in cui di nuovo è presente Marlow) è evidente se si pensa che il tedesco Klein significa “piccolo” e Kurz “corto”.
Una celebre edizione antica di Youth

L'edizione originale del 1899

Per decenni, i critici e i biografi si sono accapigliati per stabilire a chi si ispirò Conrad per dare vita all'identità di Kurz. Klein come ispiratore appare piuttosto scialbo: sicuramente partecipò alle nefandezze perpetrate dai belgi a danno della popolazione locale, ma non è ricordato per nulla di eclatante e sul web non si trova nemmeno una sua fotografia.
Per molto tempo, il principale indiziato è stato, secondo una ricostruzione di Jerry Allen, un giovane ufficiale inglese, Edmund Musgrave Barttelot, nato nel 1859, che nel 1886 era stato ingaggiato come secondo di Henry Morton Stanley durante la risalita del fiume Aruwimi, un affluente del Congo. Lasciato al comando della colonna posteriore della spedizione, che attendeva l'altra colonna partita in avanscoperta, Barttelot si rivelò incapace di mantenere la disciplina tra i portatori africani e le tribù ospitanti e, una volta perso il controllo della situazione, reagì con assurda brutalità, fustigandone a morte alcuni e commettendo altre violenze finché, durante l'aggressione a una donna, fu ucciso con un colpo di lancia dal compagno di questa, il 19 luglio 1888. Stanley arrivò a imputare all'inettitudine di Barttelot il fallimento dell'intera spedizione. Indagini successive, sollecitate dalla famiglia di Barttelot, accertarono che si trovava in uno stato mentale di follia: era convinto che gli indigeni volessero avvelenarlo e, dopo aver fatto smarrire i bagagli personali di Stanley inviandoli lontano da dove si trovava l'esploratore, aveva costretto un subordinato a tornare indietro in un viaggio di tre mesi in mezzo alla foresta tropicale, per spedire in Inghilterra un telegramma completamente privo di senso.
Edmund Musgrave Barttelot (1859-88)

Henry Morton Stanley (1841-1904)

In tempi più recenti, ci si è resi conto che tutto sommato Barttelot era una figura troppo secondaria del colonialismo per poter rivestire un ruolo tanto importante. Harold Bloom ha ipotizzato che la figura di Kurz sia stata ispirata da Tippu Tip, un africano, tanzaniano swahili, un ricco proprietario di piantagioni di spezie a Zanzibar, che si mise in affari con i mercanti euopei e arabi fino a detenere il monopolio per i passaggi da Zanzibar, e assoldò un piccolo esercito per compiere razzie di schiavi tra le tribù dell'interno. Lui stesso arrivò a possedere circa 10.000 schiavi nelle sue sette piantagioni. Dal 1884 al 1887 prese possesso del Congo Orientale a nome del sultano di Zanzibar e dal 1887 al 1891 fu governatore di un importante territorio interno, nella parte di Congo soggetta al Belgio (dal nome paradossale di Stato Libero del Congo, perché non apparteneva al Belgio ma era possedimento personale del re).
Tippu Tip (1837-1905)

Ma il più serio indiziato di essere stato il vero Kurz è un militare Belga, Leon Rom. Questi, un soldato rozzo e ignorante che aveva fatto carriera fino ai gradi di ufficiale, è stato il principale interprete della violenza belga contro i nativi congolesi, il braccio armato dell'insaziabile re Leopoldo II, insieme a un certo Guillaume van Kerckhoven, ex braccio destro di Stanley.
Leon Rom (1859-1924)

Guillaume van Kerckhoven (1853-92)

La storia dell'oppressione belga sul Congo, cominciata con l'assegnazione del territorio africano a quel regno europeo durante la Conferenza di Berlino del 1885, ebbe un'accelerazione per ragioni che apparentemente nulla avevano a che vedere con guerre e stragi. Nel 1887, il chirurgo scozzese John Dunlop inventò le prime ruote pneumatiche per bicicletta: la produzione su vasta scala cominciò nel 1890 e richiese subito quantità enormi di gomma naturale, una sostanza ottenuta dal trattamento da un lattice ricavato da vari alberi del genere Hevea, tipici della fascia tropicale, di cui il Congo è ricchissimo.
John Boyd Dunlop (1840-1921)

Fino ad allora, i congolesi erano stati utilizzati soprattutto per il trasporto dell'avorio, ottenuto a sua volta dall'uccisione degli elefanti (lo stesso Stanley, autore della prima cartografia del Congo e agente di Leopoldo, se ne era occupato, aveva trasportato anche schiavi e commesso ogni sorta di razzie nei villaggi che aveva incontrato durante i suoi viaggi, tanto che alcuni si domandano se il vero Kurz non sia proprio lui). La corsa alla produzione di gomma naturale spinse i belgi a imporre con la forza, attraverso ogni sorta di violenze, uno stato di schiavitù a tutte le tribù indigene, sfruttate oltre ogni limite umano e detenute in strutture che non avevano nulla da invidiare ai lager nazisti.
Congolesi tenuti in schiavitù dai belgi

Immagini di bambini congolesi mutilati dai belgi

Altre atrocità commesse dai belgi in Congo

Altri giovani mutilati o sopravvissuti a torture

Si calcola che nel giro di poco più di 10 anni, circa 10 milioni di congolesi morirono di sfruttamento, denutrizione o, non di rado, brutalmente assassinati. Leon Rom fu uno dei protagonisti di questo Regno del Terrore, nel quale non erano risparmiati nemmeno i bambini, che spesso venivano mutilati per rappresaglia o intimidazione.
Il primo a denunciare questi scempi fu , già nel 1891,un avvocato afro-americano che li aveva osservati di persona, George Washington Williams, ma nessuno lo ascoltò.
George Washington Williams (1849-91)

L'Occidente si scosse finalmente dal suo torpore all'inizio del XX secolo, quando un congolese, Nsala Wala, riuscì a raggiungere una missione religiosa e a raccontare tutto al pastore. La moglie del pastore, Alice Harris, fotografa dilettante, scattò alcune immagini tra cui una molto impressionante che mostra Nsala Wala seduto a terra accanto al piede e alla mano tagliati via dai belgi, a scopo intimidatorio, a sua figlia, una bambina di 5 anni. 
Nsala Wala fotografato da Alice Harris

La causa dei congolesi e l'impegno degli Harris furono sostenuti moltissimo dal console britannico Roger Casement, un irlandese che fu pochissimo ascoltato (al punto che dopo qualche tempo finì trasferito in Brasile perché non desse più fastidio) e poi sarebbe finito impiccato per aver partecipato ai moti del 1916 (oggi è venerato come uno degli eroi nazionali irlandesi)
Roger Casement (1864-1916)

Altre immagini di bambini e ragazzi mutilati scossero le coscienze di molti, e soprattutto il giornalista pacifista inglese Edmund Dene Morel riuscì a smascherare i loschi traffici nascosti di Leopoldo, dopo un'attenta indagine nel porto di Anversa, dove a quel tempo lavorava come impiegato di una compagnia di spedizioni; ma l'unico risultato fu che Leopoldo cedette lo Stato Libero del Congo al suo Paese, trasformandolo in una colonia che fu presto invasa da immigrati belgi, senza che le condizioni delle popolazioni locali migliorassero molto.
Edmund Dene Morel (1873-1924)

Lo storico Adam Hochschild ha scoperto che, prima di cedere la sovranità sul Congo, Leopoldo fece bruciare tutti i documenti relativi alla sua gestione del territorio contenuti negli archivi: il falò durò per 8 giorni consecutivi. Non si sa esattamente quante ricchezze sono state accumulate dalla famiglia del re belga durante gli anni del terrore in Congo, ma tutto lascia pensare che siano enormi.
Leopoldo II del Belgio (1835-1909)

Il Congo è divenuto uno Stato indipendente solo nel 1960. Il primo presidente, Patrice Lumumba, un uomo dal pensiero moderno e pieno di ottime idee, dovette subito vedersela con i belgi (che, con la scusa di proteggere il rientro in patria dei propri connazionali, imponevano i propri uomini di paglia a capo dell'esercito) e con le multinazionali americane, che avevano fiutato l'affare costituito dalle enormi riserve di risorse naturali e intendevano monopolizzarlo al minimo costo possibile. Lumumba avviò allora delle trattative con l'Urss, nella speranza di essere sostenuto nel suo sforzo di dar vita a uno Stato federale svincolato da ogni ingerenza, e a quel punto i servizi segreti belgi (probabilmente sostenuti anche dalla Cia) decisero che era ora di rovesciarlo. Con il loro sostegno, un colonnello, Mobutu Sese Seko, scelto in quanto fanatico anti-comunista, prese il potere, catturò Lumumba e lo uccise barbaramente. In seguito, il regime dittatoriale di Mobutu, completamente asservito agli interessi delle multinazionali, ha mostrato un livello di corruzione e ruberie tale da far coniare, per definirlo, il termine cleptocrazia.
Patrice Lumumba (1925-1961)

Mobutu Sese Seko (1930-97)



Joseph Conrad non ha mai visto tutto questo. Per molti anni sconosciuto come scrittore e costretto a vivere con la giovane moglie e i due figli con la sola modesta pensione di ex marinaio, solo verso la fine della vita raggiunse il successo e la serenità economica. E' morto nel 1924 e oggi è considerato uno dei maggiori autori in lingua inglese del XX secolo.

sabato 16 luglio 2016

Arthur Rimbaud, assassino

Le biografie di Jean Nicholas Arthur Rimbaud (1854-91), archetipo del “poeta maledetto”, esempio ineguagliato di talento precoce e di esistenza tormentata oltre ogni immaginazione, sono sempre ricchissime di particolari riguardo la sua relazione con Paul Verlaine (1844-96), un altro che quanto a “maledettismo” associato all'arte non ha nulla da invidiare a nessuno; e, negli ultimi decenni, anche riguardo quello che sarebbe stato il malefico influsso esercitato su di lui dalla madre e dalla sorella Isabelle. Ciò si deve certamente all'esistenza di una ricchissima documentazione, costituita da lettere, testimonianze e perfino opere letterarie (Rimbaud e Verlaine misero anche in versi non pochi aspetti scabrosi della loro relazione: nonostante la loro evidente oscenità, sono versi degni del talento di entrambi).
Arthur Rimbaud nel 1871, quando si recò per la prima volta a Parigi dalla natia Charleville

Paul Verlaine e Arthur Rimbaud intorno al 1872

Il dipinto L'angolo del tavolo, di Henri Fantin-Latour (1872) che ritrae alcuni artisti bohémien nella Parigi del tempo: Verlaine e Rimbaud sono i primi due seduti a sinistra

Viceversa, un dettaglio singolare e agghiacciante dell'esistenza di Rimbaud, documentato solo da testimonianze incerte e da pochi vaghi cenni in una lettera, viene quasi sempre omesso dai biografi, tant'è vero che perfino in mezzo all'enorme messe di pagine online dedicate al poeta francese, è rarissimo trovare documenti che vi accennino. Nel 1880, Rimbaud si rese responsabile di un omicidio.
Il momento stesso del delitto non è accertato con totale sicurezza: alcune fonti lo datano al 20 giugno, altre al 20 luglio. Ma andiamo per ordine, esponendo i fatti noti.
Seguire tutte le peregrinazioni di Rimbaud per il mondo, non è facile. Lo stesso vale se si prova a descrivere le circostanze che lo portarono a Cipro, teatro della vicenda. Sta di fatto che, dalla fine del 1878, aveva lavorato alle dipendenze di un'impresa edile inglese, la cui sede era ad Alessandria d'Egitto, e che questa l'aveva inviato a dirigere i lavori presso una cava di Potamos, nella zona nord-occidentale di Cipro. Qui, però, Rimbaud si era ammalato di tifo ed era tornato a casa a Roche, nelle Ardenne. Una volta ristabilitosi, nell'aprile del 1880, provò a farsi riassumere dalla stessa impresa edile, che lo riprese e lo rispedì a Cipro, con l'incarico di sorvegliante nel cantiere dove si stava edificando la nuova residenza dell'Alto Commissario inglese, sir Robert Biddulph, sui monti Troodos, una catena montuosa di origine vulcanica che si trova nella parte sud-occidentale dell'isola.
Carta fisica di Cipro che evidenzia la posizione dei Troodos a sud-ovest

Un'immagine della catena dei Troodos

La zona del Monte Olimpo

Sul Monte Olimpo

Purtroppo non ci è dato sapere in quale punto esatto della catena montuosa si trovasse il cantiere, né se esistano ancora immagini della residenza stessa. La maggiore cima della catena è il Monte Olimpo, che raggiunge i 1952 metri di quota. A differenza della sua esperienza a Potamos, quando era stato tormentato dal calore e dall'afa, qui Rimbaud dovette vedersela con il freddo delle altitudini.
Non cambiò, invece, il suo rapporto con le persone che lo circondavano. Non si era fatto amici prima, non se ne fece neppure adesso. Nelle lettere che spediva agli amici in Francia, si lamentava di essere pagato troppo poco, diceva di avere dentro una rabbia che avrebbe volentieri sfogato uccidendo qualcuno.
Chissà se era una battuta o lo pensava davvero. Alle sue dipendenze, c'erano circa 50 operai reclutati sul posto, con i quali i suoi rapporti furono pessimi da subito. C'erano continuamente discussioni: una di queste, degenerò in modo da avere conseguenze irreparabili.
Secondo un biografo italiano, Ottorino Rosa, Rimbaud lanciò una pietra contro un operaio con il quale aveva avuto un violento alterco, colpendolo alla tempia e uccidendolo all'istante. Ma molte cose non tornano. E' possibile, ma abbastanza difficile, uccidere qualcuno lanciandogli un sasso in testa senza servirsi di una fionda; e sembra strano che la vittima morisse addirittura sul colpo. Inoltre, tutte le fonti affermano che il delitto fu compiuto davanti a tutti gli altri operai, ma poi aggiungono che Rimbaud era solo sospettato di averlo commesso: possibile? Ammazzi uno davanti a 50 testimoni e sei solo “sospettato” di averlo ucciso? La maggior parte dei biografi glissa parlando di un “oscuro incidente”.
Resta il fatto che, il giorno stesso, Rimbaud scappò via. Saltò sul primo cavallo disponibile, scese precipitosamente fino al Limassol, principale porto dell'isola, e si imbarcò sulla prima nave in partenza, diretta a Aden, nello Yemen.
Giunto a Aden, il 17 agosto 1880, scrisse a un amico in Francia che se n'era andato da Cipro dopo aver litigato con l'ingegnere capo e con l'addetto alle paghe, senza fare cenno ad altro.
Da allora in avanti, avrebbe condotto una vita ancora più girovaga e avventurosa di prima, facendo fortuna con i commerci (ma non quello di schiavi, di cui è stato ingiustamente accusato sulla base di comunicazioni relative a un altro francese) e scrivendo alcune importanti relazioni geografiche, relative specialmente alla zona dell'Ogaden, tra Etiopia e Somalia e a quella del Gibuti, più a Sud. Avrebbe sfruttato il suo talento, ora che non lo dedicava più alla poesia, imparando benissimo diverse lingue arabe e africane. Avrebbe pensato anche di mettere su famiglia con una donna abissina di religione cattolica, Mariam (come Verlaine, era bisessuale), ma rinunciandoci perché preso di nuovo dalla smania di viaggiare. Infine, affetto da un tumore osseo al ginocchio sinistro, sarebbe tornato a morire in Francia, in un ospedale di Marsiglia, a 37 anni, il 10 novembre 1891.

Rimbaud nel 1884


Rimbaud in Africa, prima di ammalarsi





sabato 9 luglio 2016

Il Bene è una salita, il Male una discesa: la narrativa di James Barlow

James Barlow nacque il 1° dicembre 1921 a Birmingham. Tra l'infanzia e l'adolescenza dovette affrontare molti trasferimenti tra le West Midlands e il Galles, per via del lavoro del padre, dipendente di una banca, e poi delle condizioni di salute di questo. Rimasto orfano nel 1936, completò la High School, seguì un corso di contabilità e si impiegò nell'amministrazione dell'acquedotto di Birmingham. Allo scoppio della guerra, si arruolò nella Raf e fu destinato alla contraerea, ma dopo qualche tempo gli fu diagnosticata la tubercolosi e fu spedito in un sanatorio in Galles, dove restò fino al termine del conflitto. Dopo la guerra, tentò la carriera giornalistica scrivendo articoli per riviste di aeronautica ma, dopo il matrimonio con Joyce Margaret Everiss, dal quale sarebbero nati tre figli, preferì la sicurezza economica del ritorno al lavoro di ispettore presso l'acquedotto di Birmingham, scrivendo narrativa nel tempo libero.
James Barlow

Un'altra immagine di Barlow

Dopo aver collezionato parecchi rifiuti editoriali, esordì nel 1956 con The protagonists, un romanzo molto originale costruito come un thriller, al quale non era estraneo l'influsso di uno dei suoi autori prediletti, Graham Greene. Ma fu solo con il quarto libro, The patriots (1960), che divenne abbastanza famoso da poter lasciare il lavoro e vivere solo dei diritti d'autore. Nel 1961 uscì Term of trial, che l'anno seguente fu portato sugli schermi cinematografici da Peter Glenville, con un cast stellare comprendente Laurence Olivier, Simone Signoret, Sarah Miles e Terence Stamp.
Una locandina di Term of trial

Un fotogramma del film

Una scena interpretata da Laurence Olivier e Terence Stamp. Per la maggior parte dei critici, il prestante Olivier non aveva il fisico adatto a interpretare il suo personaggio, che nel libro è descritto come piccolo di statura

Olivier, Stamp e Sarah Miles in un'altra scena del film

Laurence Olivier e Simone Signoret

Sarah Miles, all'epoca 20enne, durante la lavorazione del film

La Miles in una scena clou del film

In tutto, scrisse un libro di non-fiction e 14 romanzi, di cui l'ultimo restò incompiuto. Dopo Term of trial, altri 3 furono tradotti in film. Nonostante l'esistenza grigia, quasi impiegatizia, in cui scriveva regolarmente per 3 ore al giorno ogni mattina e poi riempiva il tempo libero di passeggiate solitarie in cui si concentrava su quanto avrebbe scritto l'indomani, Barlow era un uomo interiormente molto inquieto, incerto sulla propria collocazione politica, intensamente religioso senza sentirsi parte di nessuna confessione, deciso a scrivere di personaggi normali in circostanze apparentemente banali che però poi si rivelano eccezionali, tema solitamente escluso dagli interessi degli scrittori di successo, come se avesse voluto colmare un vuoto, rivolgendosi a un pubblico insoddisfatto della solita narrativa.
Nell'ultima parte della sua vita, decise di trasferirsi lontano, forse perché infastidito da problemi di salute. Nel 1969 se ne andò in Tasmania con tutta la famiglia, ma non si trovò molto bene e nel 1972 tornò indietro, stabilendosi a Cork, in Irlanda. Qui morì, per un improvviso attacco di cuore, il 30 gennaio 1973.

Sul web si possono trovare pochi documenti che lo riguardano: fino a circa un anno fa, non c'era neppure una pagina a lui dedicata nella Wikipedia inglese. Qualche sua immagine si può trovare su un sito dedicato alla famiglia Barlow e su un social network per scrittori e lettori, su cui si possono trovare molte indicazioni per comprare i suoi libri in tutte le edizioni, Goodreads. Sorprendentemente, il pezzo più dettagliato che tratta di lui è in Italiano, e lo pubblicò Irene Bignardi su Repubblica l'11 febbraio 1992, recensendo la nuova edizione italiana di Term of Trial, appena pubblicata da Guanda. Per accedere a qualche notizia su Barlow, la Bignardi aveva dovuto sguinzagliare tutta una serie di suoi amici inglesi che, a forza di consultare pubblicazioni di quando l'autore era vivo, ne avevano ricostruito per sommi capi la vicenda umana e artistica.
Barlow è un autore cui piace dar corpo a romanzi tanto moderni nel modo di affrontare i temi della società del suo tempo, quanto tradizionali nel loro solido impianto, quasi ottocenteschi nel mettere in scena personaggi solidamente costruiti e caratterizzati. Nell'universo di Barlow, i richiami ai valori cristiani e a una morale universale sono continui, ma ciò che accade è governato da circostanze incontrollabili, non da una volontà superiore. L'uomo può solo decidere di essere all'altezza o meno di ciò che il destino gli metterà davanti, e non c'è nessuna grande differenza tra chi è buono e chi è cattivo, chi è giusto e chi sbaglia. Un solo attimo, una decisione presa senza valutarne le conseguenze, o valutandole in modo sbagliato, possono fare la differenza tra l'elevarsi verso il Bene o lo scivolare verso il Male, dopodiché la strada per il primo sarà una difficile e impervia salita, quella per il secondo una discesa ripida da cui non sarà più possibile risalire.

Delle sue opere, solo 3 romanzi sono stati tradotti in Italiano: The protagonists, Term of trial e The patriots. Il primo, attualmente, è nel catalogo Sellerio. Il secondo, è ancora facilmente reperibile nell'edizione Guanda degli anni '90. Il terzo è uscito una sola volta con Bompiani nel 1962 ed è molto difficile, ma non impossibile da trovare.

Al centro della vicenda di Torno Presto (The Protagonists), che si svolge tra il Galles e Londra tra i primi anni '40 e la metà degli anni '50, c'è la figura di Olwen, una ragazza gallese dal grande cuore e dalla bellezza vistosa e maledetta. Tre uomini si innamoreranno di lei, ma nessuno di loro la avrà. I primi due, Joe e Stephen, che incontra a qualche anno di distanza l'uno dall'altro, non ne avranno la possibilità, travolti nel vortice della guerra che spegne prematuramente le loro vite, lasciando a Olwen il dolore e il rimorso di non aver regalato loro l'ultimo attimo di felicità. Il terzo, l'austero ispettore di polizia MacIndoe, non potrà averla perché, quando la incontra per la prima volta, Olwen è già morta. L'unico a godere dell'amore intenso e sincero di Olwen è anche l'unico che non la meriti, l'unico per cui rappresenta solo una delle tante facili conquiste. Roy, che prima la illude e poi, dopo averla messa incinta, al suo rifiuto di troncare la relazione, la uccide.
MacIndoe è un uomo profondamente religioso, ma dilaniato da dubbi esistenziali; è anche l'unico che, davanti al cadavere scomposto di Olwen ritrovato in un boschetto della periferia londinese, non se ne lava le mani con la scusa che, in fondo, è soltanto una delle tante “poco di buono” che hanno giocato col fuoco e se la sono cercata. Mentre i giornali e i pettegolezzi distruggono la reputazione della povera ragazza e i genitori, distrutti dal dolore e dalla vergogna, la fanno seppellire lontano da casa, MacIndoe si fa un punto d'onore di restituirle l'onorabilità, non potendo più ridarle la vita. L'esame della corrispondenza e degli effetti personali di Olwen confermano l'idea che MacIndoe si era fatto di lei e gli forniscono qualche flebile traccia, cui però il poliziotto si dedica con tutte le energie, fino a trovare il filo che lo porterà a incastrare Roy, che nel frattempo si crede al sicuro.
Il romanzo è diviso in tre parti, corrispondenti a tre diversi modi di proporre l'intreccio tramite tre punti di vista e tre stili narrativi diversi (alla Rashomon, per usare un'espressione ormai abusata): La vittima, in cui si ricostruisce la vicenda di Olwen dal suo punto di vista, fino a un istante prima della morte; L'assassino, in cui Roy racconta in prima persona delle circostanze in cui la conobbe e la uccise, e di come cercò di far sparire le tracce del delitto; La polizia, che segue il lavoro oscuro ma assiduo di MacIndoe dal momento in cui, accorrendo in seguito a una segnalazione, scopre il cadavere di Olwen a quello in cui torna a casa dopo l'arresto di Roy.
La prima edizione italiana di Torno Presto, da Longanesi

La seconda edizione italiana di Torno Presto, da Mondadori

L'edizione della Sellerio attualmente in commercio

La prima edizione di The Protagonists

Un'edizione paperback del 1959

Un'edizione recente in Inglese

In L'anno crudele (Term of Trial, letteralmente Periodo di prova), invece, non ci sono delitti, almeno non di questa portata. Il romanzo si svolge quasi interamente in un quartiere ghetto alla periferia di una cupa città industriale, probabilmente Birmingham, alla fine degli anni '50. Il protagonista, Graham Wier, è un uomo sulla quarantina, intelligente e attraente nonostante la bassa statura, ma sprovvisto di carattere: nasconde la vergogna per un atto di viltà compiuto durante la guerra e non di rado si attacca alla bottiglia per tacitare la coscienza. Nessuno sa del segreto che nasconde: nemmeno sua moglie Freda, una donna bella brillante e volitiva che, delusa dal fatto che non hanno avuto figli, gli rimprovera continuamente la sua pavidità e mancanza di iniziativa. Wier, che poteva diventare uno studioso di valore, si è ridotto a insegnare Letteratura Inglese in una High School malfamata, frequentata per lo più da bulli, sfaccendati e delinquenti minorili. Non lo stima nessuno: né il preside, né i colleghi, né gli studenti, con cui ha un rapporto conflittuale, che trova il suo culmine quando un gruppo di bulli, per vendicarsi di un provvedimento disciplinare, lo aggredisce e lo pesta. L'unica persona capace di considerarlo è Shirley, una studentessa più sensibile degli altri, che sogna di evadere attraverso gli studi dal destino di abbrutimento che sembra attenderla senza appello. Wier, grato e affezionato, si impegna allora in tutti i modi ad aiutarla a superare gli esami, in modo che possa vincere una borsa di studio e proseguire anche senza l'appoggio della famiglia, che non la sostiene affatto. Ma la ragazza, nella sua ingenuità, finisce per innamorarsi di lui e tenta maldestramente di sedurlo durante una gita scolastica a Parigi, in albergo. Wier la respinge gentilmente, convinto che finisca lì. Ma Shirley, ferita, una volta tornati a casa, si vendica accusandolo di aver tentato di stuprarla. Il solo sospetto basta a trasformare Wier in un mostro agli occhi dell'intera, ottusa, ipocrita comunità. Non si alza una voce a difenderlo, al processo che segue tutti fanno a gara nell'infierire contro di lui. La condanna sembra certa ma, Shirley, vedendolo distrutto, è colta da uno scrupolo di coscienza e confessa di essersi inventata tutto. Il sacrifico della ragazza, che da quel momento viene etichettata come delinquente, espulsa dalla scuola, costretta a rinunciare a tutti i suoi sogni, non lo salva: Wier è assolto ma la comunità che lo ha trattato come un reietto non può riaccoglierlo come se nulla fosse; sarà sempre accompagnato dal dubbio che, sotto sotto, ci sia comunque stato qualcosa tra loro.
La prima edizione italiana di L'anno crudele, da Longanesi

L'edizione Guanda degli anni '90

La prima edizione Inglese



altre edizioni inglesi

I duri (The patriots) è costruito come un thriller al centro del quale ci sono due singolari figure di gangster, Reg e Tony, entrambi ex paracadutisti sopravvissuti al macello delle loro unità verso la fine della guerra. Segnati dall'esperienza, entrambi vivono il ritorno alla normalizzazione come una progressiva discesa verso l'emarginazione; tagliati fuori dal benessere che cresce durante la ricostruzione, accumulano una rabbia esplosiva verso tutti i profittatori che prima si sono arricchiti durante il conflitto e poi ostentano sufficienza e disprezzo nei riguardi di chi ha perso o rischiato la vita combattendo. Dopo anni di continue frustrazioni, compresa l'esperienza del carcere per entrambi, decidono di dare una svolta alle loro vite facendo il colpo grosso che li metterà alla pari con quelli che per loro sono solo delinquenti legalizzati: la rapina alla cassa delle paghe di una grande fabbrica, mentre questa viene trasportata in treno, in una zona centrale dell'Inghilterra, dalla parti di Derby. Il piano, meticolosamente preparato, sembra riuscire alla perfezione: ma una sfortunata circostanza mette in mezzo due poveretti (un modesto impiegato ligio al dovere e una timida studentessa adolescente di passaggio) che pagano il conto per tutti. A questo punto, entra in scena il terzo protagonista, l'ispettore Mallard, un anziano poliziotto la cui vita ha perso ogni significato dopo la morte improvvisa della moglie. Mallard, oppresso dalla solitudine e dalla tristezza, è dedito in modo maniacale al lavoro, l'unico interesse che gli è rimasto nella vita, e si mette a seguire tutte le poche tracce fino a scoprire, in modo del tutto imprevedibile, il filo che lo porterà ai due. Che nemmeno davanti alla prospettiva della fine cederanno alla società che li ha trattati da reietti: uno si uccide; l'altro, già ferito, oppone una strenua resistenza ai poliziotti che lo braccano: convinto, nel delirio, di ritrovarsi ancora ad affrontare i nazisti.
L'unica edizione italiana di I duri, da Bompiani

L'edizione originale di The Patriots


Altre edizioni in Inglese

Sembra assurdo che un autore capace di catturare l'attenzione dei lettori come Barlow sia quasi dimenticato. A parte i suoi libri più noti, anche in patria non è ristampato da parecchio. I tanti editori italiani che vanno in cerca di autori di qualità per attirare un po' di pubblico più esigente, farebbero bene a valutare la possibilità di proporre qualche suo testo finora sconosciuto da noi, che potrebbe nascondere chissà quale tesoro.