sabato 24 settembre 2022

La dimenticata versatilità di Mel Arrighi, attore e autore

La celebrità è solitamente piacevole, ma troppo spesso fugace. Soprattutto per quelle figure di artisti che si impongono soprattutto per la loro grande capacità di lavoro e versatilità. Esse riescono a produrre molte cose buone, ma mai un vero capolavoro che sia capace di renderle di fatto immortali. Di conseguenza, dopo morte, vengono dimenticate abbastanza rapidamente, o ricordate come figure di secondo piano, a volte addirittura come comparse nella vita di qualcuno che, in seguito, è diventato più famoso o lo è stato più a lungo.

Lo scrittore, drammaturgo, sceneggiatore e attore Mel Arrighi è sicuramente una di queste figure. Molto noto in vita, oggi è a stento ricordato come marito di Patricia Bosworth, figura altrettanto versatile (modella, attrice, giornalista e autrice di biografie) ma molto più longeva: la pagina di Wikipedia italiana della Bosworth, copiata quasi pedissequamente da quella in Inglese, taglia (chissà perché) ogni minimo riferimento all'esistenza di Arrighi.



Tre immagini di Mel Arrighi

Patricia Bosworth (1933-2020) in un'immagine giovanile

La Bosworth accanto a Audrey Hepburn nel film The Nun's Story di Fred Zinnemann (1959)

Un libro autobiografico della Bosworth


Il libro della Bosworth su Diane Arbus, l'unico suo arrivato in Italia: in gioventù, l'autrice aveva anche posato come modella per la fotografa e suo marito
Locandina del film Fur -un ritratto immaginario di Diane Arbus (2006) tratto dal libro della Bosworth

Robert Downey Jr. e Nicole Kidman nel film

Non esistono peraltro pagine di Wikipedia dedicate ad Arrighi sia in Italiano, sia in Inglese. L'unica presente è in Francese. Questa e il necrologio di Arrighi uscito sul New York Times all'indomani della sua morte sono le uniche fonti di notizie su di lui.

Arrighi, di chiare origini italiane (nome completo Mel Angelo Arrighi) nacque a San Francisco il 15 ottobre 1933. Studiò a Berkeley fino alla laurea in Scienze Politiche, ma poi si dedicò alla recitazione. Il suo maggior interesse sembra sia stato il teatro, a partire da quello shakespeariano. Più sporadici i suoi rapporti con la televisione e quasi nulli quelli con il cinema: Imdb lo accredita di una sola apparizione televisiva, in un telefilm drammatico della serie Route 66, diretto da Arthur Hiller, nel 1961. Scrisse poi almeno un episodio della serie N. Y. P. D., andato in onda nel 1969, e uno della serie Sceriffo a New York, andato in onda nel 1971, più il tv movie Murder by the Book, giunto anche in Italia con il titolo Alter Ego, trasmesso nel 1987. Risulta anche uno degli autori della sceneggiatura del film We Shall Return, del 1963.

L'apertura del telefilm interpretato da Arrighi. L'episodio completo in lingua originale è disponibile su Dailymotion all'indirizzo https://www.dailymotion.com/video/x6pgqmd
Il cast del telefilm N. Y. P. D. nel 1969
Immagine pubblicitaria di Sceriffo a New York
Immagine pubblicitaria di Murder by the Book
Locandina di We Shall Return

Come autore di teatro ha invece firmato tre copioni tra il 1968 e il 1978, tutti di buon successo, a quanto sembra di capire.

Più ancora, però, è stato attivo come autore di narrativa, firmando 12 romanzi tra il 1968 e il 1983, prevalentemente di genere thriller. Cinque di questi sono stati tradotti in Francia e uno in Italia. Non risultano traduzioni in altre lingue.


Due dei libri di Mel Arrighi

Due traduzioni in Francese

Mel Arrighi, che soffriva di enfisema polmonare, è morto di un attacco cardiaco poco prima di compiere 53 anni, il 16 settembre 1986, a New York.

Il suo unico romanzo tradotto in Italiano non è uno dei cinque tradotti in Francese. Il titolo originale è The Hatchet Man e l'edizione originale risale al 1975. In Italia fu presentato dal Giallo Mondadori l'11 luglio 1976 con il numero 1432 della collana e il titolo Verità in cenere.


L'originale e la traduzione in Italiano

In questo romanzo, narrato in prima persona, il giornalista free lance Don Skelton, che sta passando un periodo di disgrazia, riceve l'occasione di rilanciarsi quando viene incaricato di scrivere un articolo su un'attrice emergente, Penelope Wren, da parte di un importante settimanale.

Penelope non è solo un'attrice ma è anche la figlia di un influente senatore di New York, James Wren, nonché la moglie di un giovane politico che sta scalando le gerarche del partito, Elliot Karp.

Ben presto, a Don arrivano informazioni sul fatto che Karp potrebbe essere un impostore. Il comportamento di Penelope (che con una lamentela esagerata fa licenziare Sally Fry, la ragazza di Don, dipendente dell'agenzia che la rappresenta, rea di aver organizzato un incontro tra loro) indispone Don, che decide di andare a fondo alla faccenda.

Mentre cerca informazioni su Karp, Don scopre che, oltre a essere un incallito donnaiolo (e una delle sue amanti è la moglie Blake Hivnor, il direttore della rivista che gli ha commissionato l'articolo, oltretutto finanziata da un avversario politico di James Wren), l'uomo sembra anche colluso con la mafia newyorkese, o comunque molto intimo con il boss Gabe Podestà.

Il fatto che Karp viaggi molto e non sia soggetto a controlli per la sua posizione fa sospettare che possa essere un corriere della droga.

Intanto che fa ricerche, Don subisce varie intimidazioni, da parte di Penelope, ma anche dall'ufficio del procuratore distrettuale, che giudica corrotto. Il senatore Wren sembra ormai rimbambito e letteralmente ostaggio della figlia, anche se poi Don scoprirà in una drammatica circostanza che in realtà l'uomo soffre di una patologia mentale.

Intanto, Don e un amico fotografo riescono a scattare alcune immagini di Karp che, tornato da un viaggio all'estero, consegna una misteriosa valigetta a un uomo non meno misterioso.

Deciso a tentare il tutto per tutto pur di smascherare Karp, Don accetta anche di vedere il boss Podestà, che si presenta come un imprenditore di successo (ramo: locali per omosessuali). I due non si dicono molto ma Don mostra al boss una delle foto di Karp, dopo averlo informato che ne ha diverse altre in un posto sicuro, pronte a essere spedite ai giornali e alla polizia.

Poco dopo, Don incontra Karp che gli dice di non potergli rivelare nulla sulle proprie attività ma che lo farà tra non molto, gli serve solo un po' di tempo. Prima di potersi spiegare, però, Karp viene ucciso da quello che sembra un innocuo personaggio lì per caso e invece si rivela essere un killer armato di pistola.

Una volta morto Karp, l'ufficio del procuratore distrettuale rivela la verità: in realtà, Karp, pur essendo davvero un impostore, si era ravveduto e da tempo collaborava con giudici e poliziotti nelle indagini sui traffici della mafia newyorkese, fingendosi colluso con essa. L'uomo misterioso cui aveva consegnato la valigetta era appunto un poliziotto.

L'insistenza di Don nel seguirlo e mettersi in mezzo ha fatto saltare la sua copertura.

Sconvolto, Don riceve la visita di Blake Hivnor, che legge la bozza dell'articolo scritto da Don alla vigilia dell'uccisione di Karp, che scredita duramente sia questo sia i Wren, Hivnor ne è entusiasta ma Don, che non si dà pace per aver provocato la morte di Karp, gli strappa i fogli di mano e li brucia.

Il romanzo si legge agevolmente, grazie a un ritmo serrato che non lascia spazio a incertezze o fronzoli. Lo stile è molto essenziale ma abbastanza efficace. Un elemento che al lettore moderno può suonare sgradevole ma in realtà è normale rispetto ai tempi in cui l'opera fu scritta è il continuo ricorso a elementi politicamente scorretti, come le battuta sugli ebrei a proposito di Karp (che, appunto, è ebreo) o le battute sugli omosessuali, ripetutamente definiti “invertiti” o “finocchi”. Ma è facile immaginare che in certi tempi e certi ambienti, i contenuti delle conversazioni su certi temi fossero appunto questi.