mercoledì 27 ottobre 2021

"Morto non vali un soldo!": l'unico libro arrivato in Italia di Lauran Paine/Mark Carrel, lo scrittore più prolifico del mondo

In diverse occasioni, i responsabili del Giallo Mondadori hanno seguito dei criteri di scelta dei testi che, a distanza di tempo, appaiono difficili da comprendere. La volontà di non fossilizzarsi sugli stessi nomi era senz'altro ammirevole ma a volte non si riesce a spiegare perché, una volta identificato un autore poco noto come interessante, si scegliesse di proporre di lui qualche opera meno importante e sicuramente meno diffusa, tant'è che oggi risulta spesso difficile ritrovarne una quantità sufficiente di tracce.

Un tipico esempio è dato da Mark Carrel (il cui nome, sulla copertina dell'unico romanzo uscito nel Giallo, è storpiato in “Carrell”), di cui venne pubblicato, il 10 dicembbre 1967, con il numero 984 della collana e il titolo Morto non vali un soldo! Il romanzo The blood-pit.



The blood-pit è uno di quei romanzi che, in un certo senso, sono caratteristici dell'opera di Carrel, ma andiamo per ordine.

Mark Carrel è uno pseudonimo, per lo più di un autore che, oltre a pubblicare dietro dozzine di pseudonimi, si era anche cambiato il nome da adulto. Nato a Duluth, Minnesota, il 25 febbraio 1916 come Lawrence Kerfman Duby, Jr., aveva poi deciso di chiamarsi Lauran Paine in memoria di uno zio materno morto nel 1910, all'età di 20 anni, in seguito a un incidente subito giocando a football nella squadra della Cornell University, aggravato dagli effetti di una malformazione cardiaca precedentemente non nota..

Lauran Paine

Non sarebbe stata la sola tragedia a segnare l'inizio della sua vita. Nell'estate del 1930, la sua sorella maggiore, Nancy Duby, morì a 15 anni in un incidente automobilistico a Evanston, non distante da Chicago.

Dopo il divorzio tra i genitori e gli studi compiuti tra la California e a Chicago, durante gli anni '30 Paine lavorò come cowboy e soprattutto come stuntman a Hollywood, in diversi film western interpretati da Johnny Mack Brown e nell'importante kolossal La carica dei seicento (1936), con Errol Flynn e Olivia de Havilland.

Johnny Mack Brown (1904-74) nel 1935


Locandine di  La carica dei seicento

Errol Flynn (1909-59) nel 1936

Olivia de Havilland (1916-2020) nel 1936

Per hobby, durante il lavoro a Hollywood, leggeva riviste pulp di racconti western, che gli sembravano scritti malissimo e pieni di inesattezze. Per questo, provò a scriverne anche lui. Dal 1934 cominciò a proporre i suoi racconti alle stesse riviste, ma con scarso successo. Tuttavia, dopo la Seconda Guerra Mondiale, che Paine trascorse servendo in Marina, il vento cambiò e, già nel 1948, dopo aver venduto rapidamente una sessantina di racconti, Paine era in grado di vivere dei soli diritti d'autore.

Questo, grazie anche alla sua incredibile prolificità. Le scarne note biografiche che si possono trovare in giro oggi gli attribuiscono da oltre 900 a oltre 1100 titoli pubblicati. Secondo la vedova, il totale dei romanzi da lui scritti, contando anche quelli inediti, ammonta a 1238 titoli. Durante gli anni '70 fu inserito nel Guinness dei Primati come autore più prolifico del mondo.







Alcuni libri di Paine, tutti firmati Mark Carrel

Poiché gli editori erano restii a far uscire diversi volumi con la stessa firma a breve distanza l'uno dall'altro, Paine dovette inventarsi un bel po' di pseudonimi, tra i quali il principale è appunto Mark Carrel.

Piuttosto singolare è il dettaglio per cui Paine ottenne più successo in Regno Unito che negli Usa, nonostante i suoi romanzi fossero di ambientazione americana (scrisse narrativa di tutti i generi, ma soprattutto western). A pubblicarlo per il pubblico inglese era un celebre editore di narrativa popolare e di genere, Robert Hale, che pubblicò anche The blood-pit, e questo forse spiega anche perché proprio questo romanzo sia arrivato in Italia, dato che in quel periodo (anni '60 e primi anni '70) il Giallo attingeva a piene mani dai cataloghi di Hale.

Alcuni suoi libri pubblicati da Hale non hanno mai avuto un'edizione americana e altri ne hanno avuta una solo a distanza di decenni dall'uscita originale.

Dai due dei sui tanti romanzi sono stati ricavati altrettanti film, entrambi western: da Lawman, nel 1957, The Quiet Gun (in italiano, Una pistola tranquilla) con Forrest Tucker, Jim Davis, Kathleen Crowley e Mara Corday; da The Open Range Men, nel 2003, Open Range (cui, nel titolo italiano, è stata aggiunta la frase Terra di confine), con Kevin Costner, Robert Duvall e Annette Bening.


Locandine del primo film

Forrest Tucker (1920-2004)

Jim Davis (1909-81)

Kathleen Crowley (1929-2017) fotografata da Andrè de Dienes

Mara Corday (1930) sulla copertina di una rivista di cinema

Edizioni in vendita su Amazon del libro da cui è tratto il secondo film
Locandina del secondo film

Kevin Costner (1955)

Robert Duvall (1931)

Annette Bening (1958)

Paine si sposò due volte: nel 1938 con Esther Conklin, che gli diede due figli e gli fece da segretaria fino al loro divorzio, nel 1982; nello stesso anno, Paine si risposò con Mona Llewellyn Shaffer, una bibliotecaria che aveva conosciuto svolgendo ricerche per i suoi libri. La Shaffer, che non era giovanissima, andò in pensione anticipatamente per poter prendere il posto di Esther come segretaria e ha raccontato che Paine era molto mattiniero: scriveva dalle 4 del mattino alle 14.

Stabilitosi a Yreka, in California, Paine ebbe anche qualche esperienza come detective alle dipendenze del locale procuratore distrettuale e insegnò scrittura creativa al college della contea di Siskiyou. Morì a Fort Jones, vicino Yreka, il 1° dicembre 2001, mentre seguiva le riprese del film Open Range.

The blood-pit (lett. Il pozzo di sangue) è un thriller di poche pretese, ma condotto molto bene dall'inizio alla fine, scritto in uno stile scarno che fa pensare alla possibilità di ricavarne facilmente una sceneggiatura per un telefilm o un tv movie.

Comincia quando a un ufficio legale di New York arriva la richiesta di inviare un avvocato in California per una consulenza ben pagata a un facoltoso cliente. Il colonnello Thrasher, titolare dello studio, invia sul posto Andrew McCall, un reduce di guerra ancora giovane e vivace.

Il cliente si rivela essere un certo George Dumont, un gangster che tiene in mano tutto il giro del gioco d'azzardo nella sua zona e che ha fretta di eliminare un balordo, Lance Murphy, che gli ha appena fregato una grossa somma barando in uno dei suoi casinò. Il ruolo di McCall dovrebbe essere quello di testimoniare che Dumont era distantissimo dal posto in cui Murphy è stato ammazzato e anche di cercare di comprare, con le buone o con le cattive, i membri della giuria in un altro processo che lo vede imputato.

McCall rifiuta senza pensarci due volte ma qualcosa nel suo atteggiamento convince Dumont che l'avvocato sta per andare a spifferare tutto alla polizia. Un altro avvocato, Fred Belton, completamente succube di Dumont e testimone del loro colloquio, cerca di metterlo in guardia e gli fornisce anche i biglietti per tornare a casa il prima possibile, ma McCall non riesce a ripartire, perché i gorilla di Dumont gli sono alle calcagna. Riesce a contattare il vice-procuratore distrettuale John Waverly che, inizialmente scettico, decide poi di proteggerlo e di servirsi di lui per arrivare a Dumont.

Il quale Dumont, però, non se ne sta con le mani in mano. Scoperto il doppio gioco di Belton, lo fa ammazzare e poi organizza una serie di attentati a McCall, senza però riuscire a eliminarlo.

Intanto, McCall e Waverly, sostenuti dalla polizia guidata dal tenente Tom New, cercano di anticipare le mosse di Dumont, che ha finto di scappare alle Hawaii ma in realtà è rimasto sul posto per dirigere personalmente la caccia a McCall. Il boss è agile e sfuggente e nessuno riesce a impedire che porti a termine il suo piano, uccidendo Lance Murphy. Poi si mette a giocare al gatto e al topo con gli inquirenti, anticipando le loro mosse e arrivando a far rapire McCall.

Questo, però, si rivelerà un osso più duro del previsto e la sua esperienza di ex marine avrà ragione degli scagnozzi del bandito, fino alla resa dei conti con quest'ultimo.