lunedì 20 settembre 2021

Jazzisti, delitti e romanzi dimenticati: "Murder Beat" di Raymond Drennen

Il jazz, in parecchie delle sue innumerevoli declinazioni possibili, è sempre stato la colonna sonora ideale dei film noir. Non c'è dunque da sorprendersi se talvolta qualche autore di thriller o più raramente di mystery ha voluto ambientare le vicende dei suoi romanzi nel mondo dei musicisti jazz.

Per quanto possa sembrare sorprendente, a volte questi romanzi sono ben noti ai musicisti stessi, cui capita anche di citarli nei forum specialistici. E uno studioso italiano, Franco Bergoglio, ha trovato il modo di parlarne nel suo saggio Sassofoni e pistole – Storia delle relazioni pericolose tra jazz e romanzo poliziesco, edito da Arcana nel 2017.

A proposito di questi romanzi, tra gli altri, Bergoglio cita tre opere uscite nel Giallo Mondadori: uno è il celebre Giungla umana di David Goodis, dal quale è stato tratto l'ancora più famoso film con Humphrey Bogart e Lauren Bacall, La fuga.

David Goodis (1917-67)



Locandina e foto di scena del film

il secondo è il molto meno noto Non ammazzare di Bart Spicer. Nella vicenda del primo, si fa qualche accenno al jazz ma il ruolo più importante della musica è relativo al fatto che viene commesso un delitto usando una tromba come arma; il romanzo di Spicer, invece, mette proprio il microcosmo dei musicisti al centro della vicenda, esibendo una notevole conoscenza del genere jazz da parte dell'autore (tocca anche lucidamente il tema dei rapporti interrazziali).


Bart Spicer (1918-78)


Il terzo romanzo citato è il meno significativo di tutti, Una nota nelle tenebre di Raymond Drennen. Anche qui, viene commesso un omicidio usando una tromba come arma. Ma, a parte questo, di musica non si parla praticamente mai.


La figura di Drennen si fa di colpo interessante, però, se si pensa che il suo libro, a differenza degli altri due, tradotti in Italiano dopo un tempo relativamente breve dalla loro uscita (Dark Passage, il libro di Goodis, esce nel 1946 e viene tradotto nel 1952; Blues for the Prince, il libro di Spicer, esce nel 1950 ed è tradotto nel 1953), è stato proposto nel nostro Paese con un notevole ritardo: uscito originariamente nel 1956, viene tradotto solo nel 1984.

Inoltre, come era già successo precedentemente con Hamish Boyd (al quale abbiamo dedicato un altro articolo), nelle note biografiche che seguivano il romanzo, la redazione dovette ammettere di non sapere nulla di questo autore e di ritenere che non avesse scritto altro.

In realtà, la disponibilità del web e la buona volontà dei curatori delle pagine tematiche permettono oggi di risalire all'identità dell'autore, almeno per sommi capi. Il sito The Crime, Mystery, & Gangster Fiction Magazine Index classifica anche Drennen tra gli autori, riportando che il suo nome per esteso era Raymond Drennen, Jr., che visse dal 1900 al 1967, che fu attivo come autore di racconti pulp dal 1947 al 1959, pubblicando complessivamente 26 racconti, alcuni dei quali ripresi più di una volta da testate diverse.


I racconti di Drennen come risultano su The Crime, Mystery, & Gangster Fiction Magazine Index 





Copertine di alcune riviste pulp che pubblicarono racconti di Drennen

Di Drennen, sul web, non si trova alcuna immagine. Né, purtroppo, se ne trovano dell'edizione originale del suo romanzo, Murder Beat, nonostante alcuni siti (come AbeBooks) propongano delle copie in vendita. Sono invece facilmente reperibili le immagini della traduzione francese e di quella italiana.


Benché alla Mondadori fossero convinti del contrario, Drennen è autore di almeno un altro romanzo, intitolato You'll Die Now!, uscito nel 1953.



Murder Beat, in ogni caso, benché sia un romanzo godibile che scorre facilmente durante la lettura, non è certamente un capolavoro. I cliché abbondano almeno quanto i cadaveri e la trama è abbastanza inverosimile da risultare a tratti addirittura esilarante.

Johnny Coxe, trombettista texano dai capelli rossi, arriva a New York con la sorella minore Ginny che deve essere sottoposta a un intervento oculistico. I due hanno i soldi per l'intervento ma non quelli per mantenersi a New York e Johnny è costretto a cercare una scrittura per sbarcare il lunario. Gli viene indicato un locale appartenente a un importante conduttore radiofonico, Buddy Lancaster, ma il suo primo tentativo di essere ingaggiato fallisce. Nel frattempo però ha modo di fare amicizia con una cantante che si esibisce lì, Terry Flair, che è anche l'ex moglie di Lancaster. Dopo aver bevuto un drink destinato alla Flair, Johnny non si sente molto bene e la donna lo porta a casa sua. Qui, Johnny si risveglierà nel bel mezzo della notte, con la donna massacrata a colpi di tromba (la sua) in testa, tutti i suoi soldi spariti e la polizia che sta arrivando.

Una rocambolesca fuga permette a Johnny di sottrarsi ai poliziotti e di raggiungere la nuova moglie di Lancaster, la miliardaria Christine Leeds, che crede alla sua versione e lo nasconde in casa propria spacciandolo per un cugino in visita. La casa della Leeds è frequentata da ogni sorta di personaggi equivoci, ognuno dei quali potrebbe essere l'assassino della Flair. Man mano che la vicenda va avanti, però, vengono via via eliminati dai sospetti perché ammazzati a loro volta, compreso un bizzarro investigatore, Samuel Yost, il cui cadavere viene portato in giro per ore da Johnny nel bagagliaio di una macchina senza riuscire a disfarsene.

Alla fine, Johnny si ritrova conteso tra due donne, Christine e la sua amica Andra Jevlin, anch'essa dedita alle frequentazioni equivoche, e una delle due sarà ovviamente l'assassina, anche se a questo punto forse sarebbe più il caso di chiamarla la stragista. Tra le due possibilità, la soluzione sarà la più scontata, così come appare scontato anche l'happy end che chiude il romanzo.