venerdì 21 aprile 2023

Finalmente in Italiano "La croce di Carl" di Walter Owen

Solo da poco tempo i lettori italiani hanno avuto la possibilità di conoscere la figura di Walter Hubbard Owen, personaggio molto particolare, e soprattutto sfuggente, ma tutt'altro che trascurabile, della letteratura del '900.

Il busto di Owen che rappresenta il suo unico ritratto disponibile

Owen, nato a Glasgow il 14 luglio 1884, nell'infanzia seguì la famiglia a Montevideo e si formò quindi come perfettamente bilingue, in Inglese e Spagnolo. Da adulto, tornò a vivere a Buenos Aires, lavorando come agente di cambio o come spedizioniere (le poche fonti di note biografiche non sono concordi). Il lavoro gli garantiva comunque una certa indipendenza economica e gli lasciava il tempo di dedicarsi ai suoi maggiori interessi: la collezione di libri di valore, il misticismo, la teosofia. Fece parte anche della “nobiltà di Redonda” con il titolo di conte.

A questo proposito, occorre precisare che l'isola di Redonda, nelle Piccole Antille, territorio di Antigua e Barbuda, pur essendo da sempre disabitata, nel 1865 fu acquistata dal banchiere irlandese Matthew Dowdy Shiell, che ottenne dalla regina Vittoria il diritto a farsi chiamare “re di Redonda”. In tale veste, oltre a lasciare in eredità la corona al figlio, lo scrittore Matthew Phipps Shiel (che la tenne dal 1880 al 1947), prese l'abitudine di elevare al rango della propria nobilità gli uomini di cultura che ammirava, tradizione proseguita poi dai suoi successori. Owen fu nominato “conte di Redonda” proprio da Matthew Phipps Shiel.

L'isola di Redonda

Bandiera del Regno di Redonda

Matthew Phipps Shiel (1865-1947)

Owen lasciò una piccola produzione letteraria, consistente di quattro sillogi poetiche firmate Gautier St Ouen (una delle quali risulta ristampata nel 1979: The Sonnets of G.S.O., a memorial), un trattato storico-filosofico intitolato The Ordeal of Christendom (1937) e due opere narrative, The Cross of Carl (1931) e More Thinghs in Heaven (1947).


The Ordeal of Christendom in edizione 1939 ma su Google ne è segnalata una precedente di due anni




Ma a renderlo famoso furono soprattutto le sue traduzioni (dallo Spagnolo all'Inglese) di poemi e testi epici latino-americani come El Gaucho Martin Fierro (1872-79) di José Hernandez (1834-86); Tabaré, an indian legend of Uruguay (1888) di Juan Zorrilla de San Martín (1855-1931); La Araucana, the epic of Chile (1569-89) di Alonso de Ercilla (1533-94); Argentina y conquista del Rio de la Plata (1602) di Martín del Basco Centenera (1535-1602); Discurso de el capitano Francisco Drake (1601) di Juan de Castellanos (1522-1607); Don Juan Tenorio: drama (1844) di José Zorrilla (1817-93).




La Araucana, the epic of Chile nella versione di Owen



Le traduzioni di Owen appaiono molto moderne, attente a non fermarsi al mero aspetto letterario per rendere quanto più possibile tutte le sfumature di espressione e di ritmo caratteristiche della cultura che aveva prodotto le opere.

Benché pacifista e in più inabile al servizio militare per la perdita della vista da un occhio in seguito a un incidente, Walter Owen cercò di arruolarsi nell'esercito inglese in ambo le guerre mondiali, ovviamente senza riuscirci.

Morì per cause naturali a Buenos Aires, dove aveva trascorso gran parte della vita, il 24 settembre 1953.

L'evento della Grande Guerra si sovrappose, nella sua vita, a un periodo di depressione e sofferenza fisica, che lo indussero ad assumere grandi quantità di oppiacei. Per effetto di questi, nell'estate del 1917, soffrì di patologie psicosomatiche e di ogni sorta di allucinazioni e parestesie, che lo portarono a credere di aver sdoppiato il suo essere in due parti, una rimasta a casa e l'altra finita a combattere nelle trincee. Fu da questa esperienza che trasse quello che è considerato il suo capolavoro, il romanzo breve intitolato The Cross of Carl, che a vent'anni dalla sua pubblicazione fu ripreso da Groff Conklin per entrare in una delle più prestigiose antologie di racconti fantastici, In the Grip of Terror (1951), accanto a opere di Poe, Bierce, Lovecraft, Benson e altri maestri del genere.

In Italia è invece arrivato a novant'anni dalla sua uscita (ossia nel 2021), con il titolo La croce di Carl, grazie all'iniziativa di un'impresa editoriale dinamica e indipendente, la Dagon Press, che ha promesso di presentare quanto prima anche l'altra opera narrativa di Owen, More Thinghs in Heaven.


La croce di Carl è un racconto diviso in quattro capitoli: Getsemani, Golgotha, Sepoltura, Resurrezione. Nel primo, Carl, un fante (si presume inglese), già ferito abbastanza seriamente durante un'attacco all'arma bianca alle trincee nemiche, viene travolto dall'esplosione di una cannonata sparata proprio vicino a dove si trova; nel secondo, si ritrova in uno stabilimento in cui i corpi dei soldati caduti vengono trasportati per essere triturati e ricavare da essi del pastone per animali: ma, risvegliatosi, riesce fortunosamente a fuggire; nel terzo, erra a lungo in un paesaggio deserto e desolato, convincendosi di essere comunque destinato a morire entro breve, finché si scava una fossa e si adagia sul fondo di essa; nel quarto, viene sorpreso da alcuni ufficiali in visita allo stabilimento che, dopo aver ascoltato i suoi discorsi improntati a un pacifismo dalla forte impronta religiosa, ordinano a un sottufficiale di eliminarlo. Poiché era comunque un reduce della prima linea, gli sarà comunque assegnata una decorazione alla memoria, che sarà l'unica cosa di lui a tornare alla sua famiglia.

La croce di Carl è dunque un'espressione dal doppio significato, tragico e ironico al tempo stesso. La croce di guerra è la decorazione che perviene alla famiglia e che nel tempo perpetuerà la sua memoria. Ma sopratutto la “croce” rappresenta il suo martirio insensato, del quale lui riesce a farsi una disperata e disillusa ragione individuale, ma resta sempre e comunque intollerabile a livello collettivo.