giovedì 26 marzo 2020

"Tutti adoravano Cora" di Ann Head: un'incursione dal "rosa" al "giallo"


Una vita di lavoro intenso spesso sparisce senza lasciare particolari tracce, a parte forse una lapidaria iscrizione su una tomba. Per gli artisti e, in genere, chiunque crei qualcosa di originale, anche quando non si è destinati a una fama imperitura, può anche capitare che, dopo il sopraggiungere dell'oblio, resti comunque una flebile traccia del proprio passaggio sulla Terra, molto tenue, ma capace ugualmente di fornire un appiglio a chi volesse andare più a fondo.
Ann Head, che all'anagrafe si chiamava Anne Wales Christensen, è stata una scrittrice molto letta nell'America tra gli anni '40 e gli anni '60, ma senza mai smettere di appartenere alla cerchia degli scrittori destinati a essere rapidamente dimenticati. Scrisse a lungo su riviste femminili, dunque per il pubblico delle casalinghe, e la critica si accorse di lei solo quando arrivò a pubblicare qualche libro, complessivamente 4. Le recensioni, pur benevole, evidenziano che comunque i critici, nei suoi riguardi, partivano già da un basso livello di aspettative.

Ann Head al lavoro

La Head, che morì prematuramente mentre stava raggiungendo un successo sempre più vasto, viene ancora un po' ricordata, ma si ha la sensazione che brilli di luce riflessa. Il suo primo marito, l'ingegnere aeronautico Howard Head (1914-91), fu un geniaccio appasionato di sport e capace di inventare, tra l'altro, gli sci in alluminio e le moderne racchette da tennis. A un certo punto della sua vita, tenendo un corso di scrittura creativa in un liceo, la Head si imbatté in un ragazzo molto dotato, che aiutò in modo decisivo a emergere e a pubblicare le sue prime opere, Pat Conroy (1945-2016). Conroy, anche grazie alla trasposizione cinematografica di alcune sue opere, è oggi un autore molto più famoso di lei e, nella sua autobiografia, la ricorda con profonda gratitudine.

Howard Head 

Pat Conroy al lavoro





Celebri titoli di Pat Conroy e loro edizioni italiane

In realtà, almeno uno dei suoi pochi libri ha avuto un successo tale da sopravviverle, anche perché è stato a lungo inserito nei programmi di lettura scolastici in molte scuole: si tratta di Mr. and Mrs. Bo Jo Jones, che tratta con molta delicatezza il tema difficile delle gravidanze adolescenziali. Tuttavia, anche quest'opera, ormai datata, è finita nel dimenticatoio.

La Head nacque a Beaufort, Carolina del Sud, il 30 ottobre 1915, in una famiglia facoltosa ma di tradizione liberal, i cui antenati erano stati appassionati abolizionisti della schiavitù. Compì studi di scienze sociali e lavorò presso ospedali, orfanotrofi e riformatori, coltivando nel frattempo la passione per la scrittura che aveva manifestato fin dall'infanzia. La località che avrebbe sempre fatto da modello agli scenari in cui si svolgono le sue storie sarebbe sempre stata proprio Beaufort.

Una veduta di Beaufort

Nei primi tempi non le riuscì di pubblicare nulla, ma l'interesse per la pratica narrativa non venne meno, neanche dopo il matrimonio con Head, nel 1939, e la nascita di una figlia. Dopo il divorzio da Head, nel 1944, il bisogno di rendersi indipendente si fece più forte e la portò a scrivere molto di più. Fu a questo punto che riuscì a vendere il suo primo racconto a una rivista importante, Cosmopolitan: si tratta di Carrot Top, che uscì nel numero di gennaio 1945. Nel corso dello stesso anno, ne sarebbero usciti altri 5, divisi tra Cosmopolitan e McCall's.
Più tardi, si risposò con un certo Stanley Morse, dal quale ebbe una seconda figlia.
Tra la fine degli anni '40 e gli anni '50, la Head pubblicò diversi racconti (ne sono stati censiti complessivamente 21), 2 romanzi a puntate e 6 romanzi in appendice a riviste. Di norma, si imponeva di scrivere almeno una storia al mese, con la speranza di venderne almeno 3 in un anno. Da ciò, si può dedurre che molte delle sue opere brevi siano certamente inedite. Quelle che uscirono, furono pubblicate da testate a grande diffusione come Cosmopolitan, Good Housekeeping, Saturday Evening, Saturday Review, Redbook, McCall's (alcune delle quali, fondate nel XIX secolo, esistono ancora oggi) e furono sicuramente ben pagate.











Copertine di riviste come quelle su cui pubblicava la Head

Quando, alla fine degli anni '50, il mercato delle storie su riviste cominciò a declinare, la Head passò a scrivere romanzi: il primo, Fair with Rain, uscì direttamente in volume, nel 1957. La casa editrice McGraw-Hill, che lo pubblicò, inventò una modalità di promozione decisamente originale: ai recensori di libri, inviò prima un invito a un matrimonio (che si svolge nel libro), poi una cartolina manoscritta con l'avviso del divorzio degli stessi personaggi e, solo dopo, il volume accompagnato da una lettera di presentazione.

I tre successivi uscirono prima in appendice a riviste e poi in volume. L'ultimo, uscito nel 1967, è quel Mr. and Mrs. Bo Jo Jones di cui si diceva all'inizio, uscito nel 1967.
Ann Head morì improvvisamente a Beaufort, in seguito alla rottura di un aneurisma cerebrale, il 7 maggio 1968, all'età di 52 anni.
L'unico libro della Head arrivato all'edizione italiana è, paradossalmente, uno dei più dimenticati in patria, Everybody adored Cara, uscito originariamente nel 1963 e pubblicato nel Giallo Mondadori con il numero 981 del novembre 1967, in cui il titolo è tradotto alla lettera ma con il nome del personaggio centrale bizzarramente alterato: Tutti adoravano Cora. Questo romanzo è talmente dimenticato in America che, anche se è possibile ritrovarne copie dell'edizione originale e della ristampa del 1975 in vendita nei siti di libri usati, nel web non si trova alcuna immagine delle due copertine. C'è al massimo quella del numero di Saturday Review in cui uscì prima dell'edizione in volume. Neanche del libro italiano non si trovano molte immagini.



La Head non era certo una scrittrice di gialli: come si sarà facilmente capito, le sue storie andavano più sul rosa ed erano caratterizzate da un gradevole umorismo. Tuttavia, un romanzo precedente, Always in August (1961), aveva ottenuto dei giudizi critici particolarmente favorevoli per l'ottimo uso della suspense, e forse la Head pensò che fosse il caso di raccogliere la sfida e scrivere una storia piuttosto diversa dal quelle cui aveva abituato i suoi lettori.


Tutti adoravano Cora si apre con un quadretto familiare piuttosto sereno, ambientato a Stoningham, una cittadina nel Sud degli Usa. Siamo all'inizio di un'estate nei primi anni '60 e la famiglia Merrill sta facendo colazione. Frank Merrill è un architetto, socio giovane nello studio del collega Garfield Summer. La moglie Lindsey è casalinga, poi ci sono tre figli: Johnny, studente universitario e scrittore in erba, Cathy, che cerca un lavoro estivo per pagarsi l'università, e la piccola Marny. Non si tratta però di una mattinata come tutte le altre: nella notte, con il marito assente per un viaggio di lavoro a New York, la seconda moglie di Garfield Summer, la giovane Cora, è stata uccisa da qualcuno che l'ha strangolata nel suo letto con una sciarpa. I Merrill, che abitano proprio accanto ai Summer, sono tra i primi a esserne informati, dopo che la cameriera ha scoperto il corpo appena preso servizio.
Tutti i Merrill erano molto affezionati a Cora, una ragazza dolce e sensibile, anche se tutti hanno la sensazione di non averla mai conosciuta fino in fondo. Lindsey e Cathy trovavano più facile confidarsi con lei che tra loro stesse, Marny le era molto legata, ma quello che nasconde il segreto più importante è Johnny, che aveva una relazione con lei.
Marny afferma di essersi alzata nella notte e di aver visto Cora che usciva di casa, ma nessuno l'ha vista rientrare. Le indagini fanno pensare alla possibilità di una rapina finita male, ma è stato rubato solo un piccolo medaglione a forma di cuore, oggetto di scarso valore, regalo di Johnny. In realtà, non è stato neanche rubato perché lo stesso Johnny, uscendo di casa, lo trova su un sedile della sua auto. Preso dal panico, il ragazzo lo nasconde. L'oggetto viene però ritrovato da Marny, che lo restituisce al fratello proprio mentre questo sta per uscire insieme a Bisby, un'amica di Cathy che, ignara del rapporto tra lui e Cora, lo corteggia insistentemente.
Intanto, è entrato nella storia un altro personaggio, Tom Ridley, un giovane investigatore assunto da Garfield Summer per indagare soprattutto sui Merrill, sui quali si appuntano i suoi sospetti nonostante la famiglia del socio gli sia molto vicina nella situazione che si è venuta a creare. In realtà, come si apprenderà dopo, Garfield sapeva della relazione di Cora con Johnny ed è deciso a incastrare il ragazzo. Tom riesce a interrogare tutti i membri della famiglia, che si mettono lealmente a sua disposizione: in particolare Cathy, che ha subito concepito per lui un vivo interesse.
L'uscita serale di Johnny e Bisby si conclude con una terrificante ubriacatura del ragazzo, che costringe Bisby a guidare l'auto al ritorno. Bisby è d'accordo con Cathy per passare con lei la notte, ma non ha la forza di spostare Johnny, quindi lo lascia in macchina. Johnny, nell'incoscienza dell'ubriachezza, chiama il nome di Cora e Bisby intuisce la verità sui loro rapporti.
Il mattino successivo, dopo che Johnny è rincasato, il padre Frank va a prendere una chiave inglese dalla macchina del figlio e nota sul sedile il medaglione, caduto dalla tasca di Johnny. Credendo che appartenga a Bisby, lo lascia bene in vista nel soggiorno. Ed è lì che lo trova Garfield, quando va a trovare i suoi vicini. Per Garfield, il fatto che l'unico oggetto scomparso dalla stanza della moglie sia lì è la prova decisiva, tanto più che Marny, messa alle strette, racconta che Johnny lo aveva nascosto, quindi denuncia il figlio del socio alla polizia.
Frank contatta un avvocato per far assistere il figlio all'udienza in tribunale, ma non si arriverà nemmeno a questa, perché nel frattempo c'è un colpo di scena. Appena si diffonde la notizia dell'arresto di Johnny, Bisby si precipita dagli agenti e racconta che, la notte del delitto, Johnny è stato tutto il tempo con lei. Non è vero, ma la ragazza ha perso letteralmente la testa per Johnny e, soprattutto, coglie l'occasione per vendicarsi del terrificante bigottismo della madre, che la opprime da sempre con la sua morale ottusa e ipocrita.
Frank e Johnny valutano come uscire da quella situazione evitando il coinvolgimento di Bisby, ma non sanno che, nel frattempo, la situazione si sta muovendo ad opera di Tom che, benché licenziato da Garfield, continua a compiere indagini per proprio conto e ha scoperto alcuni dettagli sospetti riguardo l'ex moglie di Garfield, Helen, che abita in un piccolo paese non distante e ogni tanto si rifà viva in città. Per esempio, che la notte del delitto Helen era a Stoningham; e che, il giorno precedente, dall'albergo in cui alloggiava la donna, sono partite diverse telefonate per la casa di Garfield, benché l'ex marito fosse a New York.
La prima volta che Tom si reca a interrogarla, prima delal scoperta delle telefonate, Helen si mostra piuttosto reticente e ha l'aria di una che beve molto. La seconda volta, la donna non gli apre neppure, ma il suo cane richiama l'attenzione di Tom fino a convincerlo a scavalcare la recinzione e a entrare lo stesso. Helen è stesa sul pavimento della cucina, esanime e con una ferita da arma da fuoco al torace che si è inflitta da sola, ma non è morta.
I soccorsi riescono a far arrivare la donna ancora viva in ospedale, dove viene raggiunta da Garfield. All'ex marito, Helen racconta di aver vissuto un'esistenza d'inferno dopo il divorzio e di aver concepito un'odio profondo contro Cora, anche se non l'ha mai conosciuta. Infatti, anche se ufficialmente Cora è entrata nella vita di Garfield solo dopo il divorzio, in realtà l'uomo la frequentava già da prima, approfittando dei viaggi per lavoro a New York, dove la ragazza lavorava in un grande magazzino. Non si sa nemmeno se Cora abbia iniziato la relazione con lui sapendo che era ancora sposato o credendolo già divorziato.
Il giorno che ha preceduto il delitto, Helen ha visto Cora per la prima volta e ha deciso di parlarle, per sfogarsi, così l'ha chiamata più volte per fissare un appuntamento. La calma con cui la ragazza è stata ad ascoltarla per tutto il tempo l'ha resa ancora più furiosa. Nella tarda serata, è tornata da lei ritenendo di avere ancora qualcosa da dirle, è riuscita a entrare facilmente ma l'ha trovata profondamente addormentata a letto, perché Cora prendeva dei tranquillanti per dormire. A quel punto, vista la sciarpa sul comodino, è stata presa da un raptus e l'ha strangolata.
Infatti è stata Helen la donna che Marny ha visto uscire dalla casa dei Summer, quella notte.
Il medaglione è finito nella macchina di Johnny perché a mettercelo è stata la stessa Cora, prima di coricarsi, in quanto decisa a troncare la loro relazione.
Helen non sopravvive e Garfield torna a casa affranto. Ai Merrill, appare come il vero responsabile del delitto.
L'intreccio della vicenda non è originalissimo, ma è raccontato molto bene. Benché non si tratti di un'opera dalle grandissime ambizioni letterarie e, anzi, si rivolga chiaramente a un pubblico dai gusto semplici, le psicologie dei diversi personaggi sono tratteggiate in modo essenziale ma efficace. L'ambientazione è precisa e credibile. Gran parte dell'interesse dell'autrice sembra concentrarsi soprattutto su due temi che vanno al di là della semplice successione degli avvenimenti: la compessità dei rapporti in una famiglia solo apparentemente felice, ma in realtà molto conflittuale, sebbene unita nel momento del bisogno, quale quella dei Merrill, e la vulnerabilità delle figure innocenti e sprovvedute, come Cora, che “tutti adoravano” ma finisce per pagare come capro espiatorio un conflitto che riguarda altri soggetti, nel quale il suo ruolo è del tutto involontario. Il tono della scrittura è molto femminile, si riconosce benissimo la provenienza dal “rosa”, ma non è mai affettato o sdolcinato, nemmeno nei non pochi momenti in cui la tentazione di darsi al sentimentalismo potrebbe apparire irresistibile.





sabato 21 marzo 2020

I romanzi gialli di Geraldine Trotta, giornalista esperta in viaggi e cibi



Non è detto che una vita ricca di successi debba per forza lasciare dietro di sé un alone di fama imperitura. Soprattutto tra gli scrittori, è facile che una firma capace di raggiungere una discreta notorietà finisca per ritrovarsi dimenticata mentre è ancora in vita, sopravanzata dalla risonanza di altre firme che hanno un successo superiore.
Tra i tanti esempi possibili, oggi presentiamo relativo a una autrice di mystery americana, Geraldine Trotta, vissuta dal 1915 al 2005. Attualmente, se si vanno a cercare sue notizie sul web, non si trova neppure una sua foto personale e nessun profilo che la ricordi sulle pagine specializzate.
Fortunatamente, qualcosa emerge dal necrologio pubblicato sul New Tork Times il 16 ottobre 2005, dal quale apprendiamo che la Trotta, newyorkese, aveva studiato al Barnard College ed è stata redattrice e editor di Harper's Bazaar, nonché redattrice di Gourmet, testata per conto della quale ha compiuto molti viaggi all'estero, ma ha scritto anche su altre testate, come Saturday Review, Flair o Collier's Weekly.

Un articolo di Geraldine Trotta uscito su Collier's Weekly nel 1947 
Un articolo di Geraldine Trotta uscito su Saturday Review nel 1972


Un articolo di Geraldine Trotta uscito su Saturday Review nel 1976
Una raccolta di Flair uscita nel 1950 comprendente anche un pezzo di Geraldine Trotta

La sua specialità erano dunque i viaggi e la cucina, anche se nelle sue opere narrative non ne parla molto. Perché, oltre a fare la giornalista, ha scritto tre romanzi, usciti nel giro di 8 anni: Veronica died on Monday (1952), Dead as Diamonds (1956), e Dune House (1960).
I primi due sono dei mystery e hanno come protagonista lo stesso personaggio, la scrittrice di testi per jingles pubblicitari Katy Trent. Il terzo non possiamo dirlo, perché non è stato mai tradotto in Italiano. Reca il sottotitolo “A Story of Summer people in the Long Island Hamptons”, che può significare tutto e niente.
L'edizione originale di Dune House

Veronica died on Monday fu tradotto in Italiano con il titolo un po' bizzarro Lunedì muore Veronica e uscì con il Giallo Mondadori il 5 giugno 1954. Fu poi ripubblicato il 7 luglio 1963 nei Capolavori dei Gialli Mondadori, e questa risulta essere l'ultima edizione italiana di un libro della Trotta. Che si firma non con il nome completo, ma come “Geri Trotta”.


Tre edizioni in Inglese di Veronica died on Monday


Le due edizioni italiane: il libro non risulta tradotto né in Francese né in Tedesco né in Spagnolo

La vicenda si svolge a New York, negli anni immediatamente successivi al 1945. Katy Trent, una ragazza sui 25 anni che vive da sola in un appartamento di un palazzo periferico, in una zona frequentata soprattutto da artisti, ha notato un'altra ragazza, una rossa dall'aria un po' strana, che abita di fronte a lei e tutte le sere esce in vestaglia e ciabatte per incontrare un marinaio che porta a spasso un cane. I due fanno così per un'estate intera ma, a settembre, arriva una sera in cui il marinaio va via prima e il mattino dopo si diffonde la notizia che la ragazza, Veronica Kind, è stata strangolata nel suo appartamento.
Katy collabora con la polizia riferendo del marinaio, ma poiché ha dei sospetti su alcuni suoi vicini di casa, comincia a indagare anche per proprio conto, rischiando di mettersi nei guai. Anche se, comunque, le sue bravate smuovono la situazione, portando ad esempio alla scoperta che il marinaio in realtà non è nemmeno un vero marinaio e che non c'entra nulla con il delitto. C'è però di mezzo sicuramente un altro uomo, perché Veronica ha posto fine alla loro relazione proprio la sera prima del delitto. In realtà, sembra che di uomini intorno a Veronica ne girassero parecchi, anche perché la ragazza faceva la bella vita grazie al mantenimento che le inviava il suo tutore, un industriale di nome Eustace Beebe.
Infine, il vero assassino finirà per svelarsi quando Katy arroverà vicino a smascherarlo, e ovviamente sarà una sorpresa.
Il romanzo è gradevole nella scrittura, pur essendo vistosamente datato. La soluzione è abbastanza coerente con gli indizi forniti nell'intreccio, anche se il mistero si basa soprattutto sul fatto che nessuno andrebbe ad associare una tale modalità di crimine con un personaggio quale quello che si rivela essere l'assassino.
Dead as Diamonds fu tradotto in Italiano con il titolo Termometro della paura e uscì nel Giallo Mondadori a 6 anni esatti di distanza dal romanzo precedente, il 5 giugno 1960 Sulla copertina il nome dell'autrice è storpiato in un “Gery Trotta” sicuramente frutto di un refuso. Non risulta mai ristampato e, anzi, è difficile trovare immagini della sua edizione originale americana (un tascabile Ace) mentre se ne trovano di quella inglese in hardcover.
L'edizione inglese, uscita nello stesso anno di quella americana

L'edizione italiana: anche questo romanzo non risulta tradotto in altre lingue

Questo romanzo è molto più movimentato del precedente e si svolge in Messico, tra Città del Messico e Acapulco. Soprendentemente, anche se alla fine di Veronica died on Monday Katy sembrava avviare una storia sentimentale con un altro personaggio, il pittore Tom De Vault, all'inizio di questa storia è di nuovo single e di Tom non si fa la minima menzione, mentre ritornano, sia pure in ruoli marginali, altri personaggi, come Bozzie Heller, il compositore per il quale Katy scrive i testi.
Viaggiando dalla capitale a Acapulco durante una vacanza, Katy si aggrega a un gruppo di americani che gravita intorno alla figura di una ricca vedova ancora giovane, Liz Beldin. Dopo pochi giorni, però, Liz viene trovata morta annegata in una piscina: sembra un suicidio, ma il braccialetto di diamanti che portava al polso, saldato in modo da non poter essere sfilato, è scomparso. Lo stesso braccialetto ricompare poi nella stanza di Katy, nascosto in un barattolo di crema solare. Katy capisce che vogliono incastrarla e scappa, eludendo i controlli della polizia messicana intorno al villaggio turistico in cui si trova.
La fuga si rivela essere molto più avventurosa del previsto ma, alla fine, riesce a essere raggiunta da Bruce Yule, un giovane architetto del giro di Liz Beldin, che è l'unico uomo del quale Katy si fida.I due cercano di raggiungere il console americano a Città del Messico, Sherman, ma l'uomo si è recato a sua volta ad Acapulco per occuparsi della faccenda del delitto, e sono quindi costretti a tornare indietro. Intanto Katy ha mimetizzato il braccialetto di diamanti facendolo chiudere all'interno di un braccialetto caratteristico messicano in argento, e per sicurezza ha preso anche un doppione del braccialetto in argento, poi li ha depositati entrambi nella cassaforte di un albergo.
Ad Acapulco, la polizia, consapevole che l'assassino sa benissimo che il braccialetto è in possesso di Katy, decide di impiegarla come esca per stanarlo. E infatti un altro uomo del seguito di Liz Beldin ci casca e cerca di aggredirla, ma viene sorpreso e ucciso. Si direbbe che sia stato lui ad architettare il delitto e tutto quanto è seguito, ma ci sarà ancora una sorpresa finale che ribalterà tutto.
Anche questo romanzo si legge gradevolmente e, pur essendo datato come l'altro, ha un ritmo quasi cinematografico che lo rende particolarmente scorrevole.