venerdì 25 giugno 2021

Charles Fryatt: un eroe tra l'incudine e il martello

 Una delle strategie militari apparentemente più vincenti ma che nel lungo periodo hanno finito per rivelarsi controproducenti è stata quella della guerra sottomarina attuata dai tedeschi per bloccare i rifornimenti tra gli Alleati e tra questi e i Paesi neutrali, durante la Grande Guerra.

Com'è noto, uno degli elementi che spinsero gli USA ad abbandonare l'isolazionismo e a entrare in guerra accanto a Francia e Regno Unito fu l'affondamento del piroscafo Lusitania, che provocò più di 1200 morti, 123 dei quali cittadini americani, il 20 maggio 1915. Si sospetta addirittura che Winston Churchill avesse potuto evitare la tragedia con una ben più accorta protezione delle navi civili ma non lo avesse fatto proprio nella speranza che un “incidente” di questo tipo facesse cambiare idea all'opinione pubblica americana sulla necessità di partecipare al conflitto.

Dipinto d'epoca sull'affondamento del Lusitania

Un episodio meno noto, ma comunque foriero di importanti conseguenze, si verificò quattordici mesi dopo.

Gli U-Boot tedeschi, avevano l'ordine di attaccare anche navi civili, per il semplice sospetto che trasportassero materiale bellico. A loro volta, le navi civili inglesi avevano il preciso ordine di reagire agli attacchi degli U-Boote, ad esempio speronandoli. Anzi, era previsto che il capitano civile che avesse consegnato la sua nave senza resistenza sarebbe stato giudicato per codardia. Dal punto di vista giuridico, la situazione era molto dubbia, perché da un lato i sommergibili non erano legittimati ad attaccare i civili; mentre, dall'altro, i civili in armi contro il nemico potevano essere giudicati per terrorismo e condannati alla pena capitale.

Un episodio del genere interessò un ufficiale della Marina Mercantile inglese, Charles Algernon Fryatt. Fryatt, nato a Southampton nel 1872, era figlio di un ufficiale di Marina e aveva intrapreso prestissimo la carriera di marinaio. Dal 1892 era entrato nei ranghi della compagnia Great Eastern Railway e dal 1913 prestava servizio come comandante di navi passeggeri.

Charles Fryatt

Passava da una nave all'altra a seconda di quale fosse in servizio, lungo la tratta tra i porti di Harwich, nell'Essex, e Hook of Holland, vicino Rotterdam.

La tratta percorsa da Fryatt

Il porto di Harwich

Hook of Holland

Il 3 marzo 1915, la nave comandata da Fryatt, la SS Wrexham, fu attaccata da un sommergibile tedesco che la inseguì per 74 km. La nave spinse i motori al massimo, viaggiando a una velocità intorno ai 30 Km/h, molto superiore a quella che poteva tenere il sottomarino, e riuscì ad arrivare a Rotterdam senza essere colpita, anche se con i motori danneggiati dallo sforzo.

La Wrexham affonda nel Mar Bianco, nel 1918

La compagnia elogiò Fryatt e gli donò un orologio d'oro con un'iscrizione per celebrare l'impresa.

Un analogo episodio si verificò lo stesso mese, con Fryatt al comando della SS Colchester, che pure riuscì a sfuggire all'attacco.

Una cartolina raffigurante la Colchester

Il 28 marzo, infine, Fryatt era al comando della SS Brussels, quando si ritrovò attaccato dal sommergibile U-33 e senza la possibilità di scappare. In quest'occasione, dando attuazione alle direttive dell'Ammiragliato, tentò di speronare il sommergibile tedesco, senza riuscire a colpirlo ma costringendolo alla fuga.



Tre immagini della Brussel, l'ultima dopo essere stata affondata dai tedeschi a Zeebrugge

Anche questa volta, Fryatt ricevette un orologio d'oro in premio, con una iscrizione per celebrare la sua impresa, ma dall'Ammiragliato. Oltre a questo, una pergamena e una citazione alla Camera dei Comuni.

L'orologio donato a Fryatt

Le navi che facevano la spola tra Harwich e Hook of Holland viaggiavano di notte nel più totale oscuramento, ma il 23 giugno 1916 qualcuno a bordo della Brussels non rispettò l'ordine e la nave fu sorpresa dai tedeschi, che la circondarono con 5 cacciatorpediniere e la catturarono con l'intero equipaggio. La nave fu trasportata prima a Zeebrugge e poi a Bruges. Fryatt e l'equipaggio furono condotti al campo di prigionia di Ruhleben, vicino Berlino.




Immagini dell'equipaggio della Brussel

A tradire Fryatt furono i due orologi che aveva ricevuto per le imprese precedenti. Il 16 luglio, i giornali annunciarono che Fryatt sarebbe stato processato per terrorismo, perché reo di aver attaccato un sottomarino tedesco senza essere un militare. L'accusa consisteva anzi nell'averlo affondato, benché i tedeschi sapessero benissimo che l'U-33 era tutto intero e ancora in servizio nel Mar Nero.

L'U-38, sommergibile della stessa classe (U-31) cui apparteneva l'U-33

Il 27 luglio 1916, Fryatt fu processato per direttissima nel municipio di Bruges e condannato rapidamente a morte senza neppure essere ascoltato. La sentenza fu confermata quasi in tempo reale dal Kaiser e fu eseguita alle 19 dello stesso giorno, tramite fucilazione, in un'area del porto. Fryatt fu poi frettolosamente seppellito fuori città, accanto ad altri “terroristi” belgi trucidati in precedenza.

Il municipio di Bruges, dove si tenne il processo

La prima tomba di Fryatt, vicino Bruges

L'esecuzione fu annunciata con un proclama in olandese, francese e tedesco firmato dall'ammiraglio Schroder, comandante del porto navale di Bruges.

Il proclama dell'esecuzione

La notizia data dalla stampa inglese

Nel dopoguerra, ossia nel 1919, i tedeschi avrebbero costituito una commissione giuridica per verificare se l'esecuzione di Fryatt violasse il Diritto internazionale. Tale commissione giudicò la condanna legittima ma avanzò dei dubbi sulla necessità di eseguirla. La decisione non fu unanime, perché due membri, Eduard Bernstein e Oskar Cohn, la definirono espressamente “un ingiustificabile omicidio giudiziario”.

Viceversa, già il 31 luglio, il primo ministro britannico Herbert Henry Asquith, riferendo alla Camera dei Comuni, parlò senza mezzi termini di “atroce crimine contro le leggi delle nazioni e gli usi della guerra”, esprimendo il desiderio di vedere puniti con ogni mezzo i suoi responsabili. Il presidente della Great Eastern Railway, Claud Hamilton, usò invece l'espressione “omicidio puro e brutale”. In generale, sia la stampa degli Alleati, sia quella dei Paesi neutrali, bollò l'esecuzione di Fryatt con parole di fuoco.

È opinione comune che la condanna e l'esecuzione di Fryatt non siano state del tutto illegittime perché la materia in questione non era precisamente regolamentata: tuttavia, furono quanto mai inopportune. Sicuramente, chi le decise intendeva inviare un messaggio intimidatorio al personale civile delle navi nemiche. L'effetto fu quello opposto a quanto si desiderava: in seguito alla notizia, il numero di arruolamenti volontari nel Regno Unito crebbe in modo significativo.

Proiettili di cannone che ricordano l'esecuzione

Furono aperte sottoscrizioni per realizzare monumenti al capitano ucciso, il principale dei quali fu una lapide inaugurata a Londra, presso la stazione di Liverpool Street, a un anno esatto di distanza dell'esecuzione.

La lapide che ricorda Fryatt vicino alla stazione di Liverpool Street

La famiglia di Fryatt (l'uomo era sposato e aveva sette figli) ricevette una pensione annua di 250 sterline dalla Great Eastern Railway, una di 100 dal governo e un'assicurazione sulla vita di 300 sterline. L'orfanonotrofio del Royal Merchant Seaman offrì due borse di studio per i figli. Perfino il re si prese il disturbo di scrivere personalmente alla vedova.

La moglie e i figli di Fryatt, sei femmine e un maschio, destinato a diventare marinaio come il padre

I discendenti di Fryatt però cambiarono nome per il timore che, in caso di invasione tedesca, potessero esserci delle ritorsioni contro di loro.

Dorothy Luckett, ultima figlia di Fryatt, morta a 102 anni nel 2016

Dopo la guerra, nel 1919, il corpo di Fryatt fu recuperato dall'ambasciatore Walter Townley e riportato a Londra in pompa magna insieme alla salma dell'infermiera Edith Cavell (pure fucilata dai tedeschi a Schaerbeeck in Belgio, il 12 ottobre 1915, per aver aiutato dei prigionieri a fuggire) e a quella del Milite Ignoto. 

Edith Cavell (1865-1915)

L'8 luglio 1919 fu celebrato il servizio funebre nella Cattedrale di St. Paul, poi Fryatt fu sepolto definitivamente nella Chiesa di Tutti i Santi, nell'Upper Dovercourt, dove riposa ancora oggi.



funerale e tomba definitiva di Fryatt

Alla storia di Fryatt è stato dedicato un film australiano del 1917. Oggi sono intitolate a suo nome diverse strutture e anche una montagna in Canada, il Monte Fryatt, alto 3361 metri. Fa parte dello stesso massiccio cui appartiene il Brussel Peak (3145 m) che ricorda la sua nave.

Monte Fryatt

Brussel Peak

La SS Brussel, ribattezzata Brugge dai tedeschi, fu utilizzata e poi affondata da questi nel porto di Zeebrugge dopo l'armistizio del 1918. Recuperata dai belgi, fu restituita agli inglesi e, con il nome Lady Brussel, prestò servizio traghetto nel mare d'Irlanda, finché fu radiata e demolita nel 1929.

Le altre due navi comandate da Fryatt, la Wrexham e la Colchester, erano già affondate durante la guerra, mentre erano adibite a trasporti militari. L'U-33 sopravvisse alla guerra e fu demolito nel 1919.






giovedì 24 giugno 2021

La lontana fortuna di Derek Marlowe

 

Non è raro, come abbiamo visto più volte, che un autore di talento possa avere notevole successo in vita e poi finire rapidamente dimenticato è un caso tutt'altro che raro.

Questo accade anche quando gli autori in questione sono poliedrici, perché è possibile che in diverse discipline il gusto prevalente cambi nel tempo e le loro opere non siano più compatibili con le mode.

Un esempio di autore poliedrico ma splendidamente datato è l'inglese Derek Marlowe, scrittore di origine operaia nato il 21 maggio 1938 a Perivale nel Middlesex.



Tre immagini di Derek Marlowe al culmine del successo, nel 1984

 La carriera artistica di Marlowe è stata piuttosto rapida, nonostante qualche inciampo iniziale. Nel 1960 fu espulso dall'Università di Londra per aver pubblicato, su una rivista di studenti, una parodia del Giovane Holden di Salinger contenente riferimenti molto ironici all'università stessa. Si mise dunque a lavorare come barista e attore per conto della Drama Society. Poiché già allora mostrava un certo ingegno, gli fu proposto di scrivere una riduzione teatrale di I sette impiccati di Leonid Andreev e il testo che ne ricavò fu portato con successo all'Edinburgh Fringe Festival con la regia di Colin Redgrave nel 1961.

Corin Redgrave (1939-2010) con la sorella Vanessa

Marlowe convisse per qualche tempo con i colleghi drammaturghi Tom Stoppard e Piers Paul Read, e strinse amicizia con varie celebrità, tra cui la pittrice Pauline Boty e l'attrice Julie Christie, gli attori Dudley Moore, Peter Cook e Albert Finney.

Tom Stoppard (1937)

Piers Paul Read (1941)

Pauline Boty (1938-66) durante la sua effimera carriera di attrice. Morì a 28 anni di cancro, dopo aver rifiutato di sottoporsi a chemioterapia per non danneggiare la figlia che stava per nascere
Un ritratto di Marlowe da giovane dipinto dalla Boty

Julie Christie (1940)

Dudley Moore (1935-2002)

Peter Cook (1937-95)

Albert Finney (1936-2019)

Nel 1968, Marlowe sposò la ventisettenne Susan Rose Phipps, dalla quale ebbe un figlio (oltre ai quattro che la donna aveva già per conto suo). Il matrimonio durò fino al 1985. Nel 1989, Marlowe si trasferì negli USA, dove lavorò quasi esclusivamente come sceneggiatore per il cinema e la televisione. Poi però si ammalò di leucemia e, subito dopo un intervento di trapianto di fegato, morì in California il 14 novembre 1996.

Marlowe è accreditato di quattro opere teatrali, rappresentate tra il 1961 e il 1965; di nove opere narrative uscite tra il 1966 e il 1982; di diciannove sceneggiature realizzate tra il 1966 e il 1997 (l'ultima sua opera, la sceneggiatura per un episodio di La Signora in Giallo, fu realizzata postuma).

In Italia, sono stati tradotti tre suoi libri.

Il primo è il suo esordio narrativo, A Dandy in Aspic (1966), presentato nei Gialli Garzanti con il titolo Un dandy in trappola, prima nella Terza Serie (1967) e poi nella Quarta (1977).





Alcune edizioni, comprese le due italiane, di A Dandy in Aspic

Si tratta di un romanzo di spionaggio che vede al centro un agente doppiogiochista, Alexander Eberlin, che ufficialmente serve il Regno Unito ma di fatto passa informazioni sottobanco all'URSS. Eberlin è raffinato e cinico e, quando si rende conto che i suoi intrighi stanno per essere scoperti, riesce a far sparire quasi tutte le tracce che portano a lui. Viene dunque incaricato di raggiungere ed eliminare l'agente doppiogiochista della cui esistenza i suoi vertici sono ormai certi, grazie anche al fatto che alcuni indizi dubbi hanno condotto a un'identificazione sbagliata. Si reca dunque a Berlino, convinto di potersi tirare fuori dai guai attraverso una normale missione, ma il troppo zelo mostrato in precedenza nel cancellare le tracce della sua doppia attività finirà per ritorcersi contro di lui.

In questo romanzo, troviamo già l'eleganza della scrittura e la significativa introspezione psicologica che caratterizzeranno anche le altre opere di Marlowe.

Da A Dandy in Aspic fu tratto nel 1968 un film con lo stesso titolo, arrivato anche in Italia con il titolo Sull'orlo della paura. A dirigerlo era stato chiamato un veterano del western americano, Anthony Mann, che però morì improvvisamente, a sessant'anni, durante le riprese. Per non abbandonare il progetto, la produzione incaricò della regia l'attore protagonista, Laurence Harvey, che aveva già esperienza nella direzione di film. Harvey riuscì a portare a termine la pellicola, che ebbe anche un discreto successo, grazie anche a un cast di prim'ordine (Mia Farrow, Tom Courtenay e Peter Cook tra i comprimari) ma lasciò Marlowe profondamente insoddisfatto.


Locandina originale e italiana di A dandy in Aspic





Alcune scene del film

Laurence Harvey (1928-73)

Mia Farrow (1945)

Tom Courtenay (1937)

Il secondo libro di Marlowe a essere tradotto in Italiano fu Somebody's Sister (1974), uscito nei Gialli Rizzoli il 22 gennaio 1976 con il numero 34 della serie e il titolo Una mattina sul Golden Gate. Marlowe raccontò successivamente di aver scritto questo romanzo, ispirato alla visione di un incidente automobilistico sul Golden Gate Bridge di San Francisco, perché suggestionato dalle detective stories americane, di cui era un accanito lettore. La vicenda parte appunto da un incidente nel quale muore una ragazzina giovanissima, che però ha già un passato oscuro e che, prima di morire, si è rivolta a un detective di origini inglesi, William Brackett. Ci sono dei dettagli che non tornano nella meccanica dell'incidente e, soprattutto, i testimoni cominciano presto a sparire o morire. Tuttavia, anche se sullo sfondo agiscono molti malavitosi di un certo rilievo, legati soprattutto al traffico degli stupefacenti, le circostanze che hanno portato alla morte della giovanissima Mary sono da ricercarsi in più banali frequentazioni private.



Alcune edizioni, compresa quella italiana, di Somebody's Sister

Non risulta che siano mai state girate pellicole a partire da questo libro, tuttavia i suoi diritti erano stati acquistati da una casa cinematografica, perché successivamente Marlowe non poté riutilizzare il personaggio di Walter Brackett per ulteriori opere, dato che non ne deteneva più i diritti.

Il terzo libro di Marlowe ad arrivare in Italia era uscito in realtà prima del secondo, nel 1970, con il titolo Echoes of Celandine. Fu presentato dal Giallo Mondadori il 25 gennaio 1981 con il numero 1669 della serie e il titolo Unico indizio un anello di fumo, che si rifaceva alla versione italiana del film tratto da questo romanzo nel 1977, originariamente intitolato The Disappearance (lo stesso titolo fu dato a una ristampa del libro nel 1978).





Alcune edizioni, compresa quella italiana, di Echoes of Celandine

Al centro di questa storia troviamo un sicario, Jay Mallory, che vive una fase di crisi dopo che la moglie lo ha abbandonato, e perde gradualmente il controllo della propria vita. Il racconto, narrato in prima persona da parte del protagonista, lo porta a recarsi in Scozia, ingaggiato da un uomo ricco e facoltoso per eliminare la propria moglie. Ma il committente risulta essere anche l'uomo per cui la moglie ha lasciato Mallory. Mallory si comporta in modo sempre più strano, gli sembra di vedere la moglie dappertutto ma, come i fatti dimostreranno tragicamente, non si tratta di semplici allucinazioni.

Da questo romanzo, si diceva, fu tratto un famoso film di Stuart Cooper. Una squadra di bravi attori come Christopher Plummer, David Hemmings e Francine Racette coadiuvò la prova del protagonista Donald Sutherland. Anche in questo caso, però, Marlowe si dichiarò insoddisfatto del risultato, perché ammise di detestare Sutherland e di considerarlo completamente inadatto al ruolo.


Locandina originale e italiana del film
Donald Sutherland (1935)

Francine Racette (1947), nella vita, moglie di Sutherland

David Hemmings (1941-2003)

Christopher Plummer (1929-2021)