sabato 25 giugno 2022

Un autore di passaggio: Barry Musto

Barry Musto è uno dei tanti illustri sconosciuti che, nel corso del tempo, sono stati proposti dal Giallo Mondadori salvo poi finire dimenticati dopo un solo titolo tradotto, non si sa se in seguito alla valutazione negativa degli altri o per un responso non molto entusiasta da parte dei lettori.

Anche in patria (il Regno Unito) non è che risulti celeberrimo. Non è scomparso senza lasciare la minima traccia, ma poco ci manca. La pagina Writer's Directory contiene un piccolo riferimento a lui e ai suoi libri e ci dice che era nato nel 1930. La pagina della Crime Writers Association, invece, lo riporta in un elenco di associati deceduti negli ultimi anni: la sua dipartita è datata 2012.

Mancano altre notizie personali, anche se qualcosa nel suo modo di condurre la trama nell'unico libro tradotto in Italiano fa pensare che abbia potuto scrivere per la televisione o lavorare per essa.

Non si trovano sue foto da nessuna parte.

Musto risulta autore complessivamente di sette romanzi, tutti pubblicati da Robert Hale: The Lawrence Barclay File (1969), The Fatal Flaw (1970), Storm Centre (1970), Codename Bastille (1972), The Weighted Scales (1973), No Way Out (1973) e The Lebanese Partner (1983).








Purtroppo non è noto né perché ci sia un salto di dieci anni tra il penultimo e l'ultimo romanzo, dopo un breve periodo precedente di attività molto intensa. Né si sa se i suoi romanzi presentassero personaggi ricorrenti.

Due dei suoi romanzi risultano tradotti in tedesco, ossia il primo, con il titolo Die Barclay-Akte e il quinto, con il titolo Die Wage Der Justitia.


Non si direbbe mai tradotto in Francese e questo sembra confermato dall'assenza del suo nome in qualsiasi tipo di pagine in Francese dedicate ai polizieschi.

In Italia, Musto arriva con quello che sembra a tutti gli effetti il suo romanzo più importante, quel quinto già tradotto in Germania. The Weighted Scales, nel nostro Paese, esce il 16 marzo 1975 con il numero 1363 del Giallo Mondadori e il titolo Uno dei tanti.

Questo romanzo non sembra presentare personaggi ricorrenti e si svolge nell'area a Nord-Est del paese, quasi ai confini con la Scozia, in una contea il cui capoluogo prende il nome di Banborough (immaginario ma che fa riferimento a Bamburgh, un sito archeologico realmente esistente nella zona). Siamo in una zona selvaggia per la presenza soprattutto di pascoli e montagne, che attira gli escursionisti nonostante il cattivo tempo che arriva spesso dal mare del Nord.

Una ragazza diciassettenne, Betty Bentley, insofferente della vita monotona di paese, tiene una condotta alquanto spregiudicata e un giorno, improvvisamente, scompare. Il sergente di polizia John Mortimer, unico rappresentante della legge nella zona, si mette senza troppa voglia alla sua ricerca e, dopo i primi interrogatori dei familiari, apprende che Betty potrebbe essersi allontanata volontariamente perché incinta e probabilmente desiderosa di abortire.

Tuttavia, le modalità di questo allontanamento volontario appaiono subito strane e c'è il sospetto che possa esserle accaduto qualcosa di peggio. I peggiori timori vengono confermati quando un escursionista dal comportamento piuttosto reticente, Brian Waltho, rinviene il cadavere di Betty in un crepaccio, durante le prime fasi della salita su una vetta. Benché non si possa scartare a priori l'ipotesi dell'incidente, sono di più gli indizi che fanno pensare a un omicidio.

Gli esami successivi confermano che Betty è stata assassinata tramite strangolamento.

A questo punto, Waltho si rivela essere un poliziotto in vacanza e viene coinvolto nelle indagini.

I principali sospetti sono tre. Arthur Lambert, sposato con Jill, sorella di Betty, presso la quale la ragazza morta aveva dichiarato di volersi recare. Robert Marsch, un rappresentante spesso di passaggio per la zona e noto come un donnaiolo. Derek Stanley, un dentista intrappolato in un matrimonio su cui pesa ancora il ricordo della tragedia in cui è morto l'unico figlio.

Tutti e tre, oltre a non avere alcun solido alibi, erano abbastanza in confidenza con Betty da poterla convincere a seguirli.

I sospetti sembrano convergere su Marsch quando questo viene denunciato dal suo datore di lavoro per essere scappato con una grossa somma di incassi senza consegnarla, ma l'uomo resiste a duri interrogatori senza cedere o cadere in contraddizione.

A finire nei guai è invece Stanley, il dentista. Lo stesso giorno in cui gli inquirenti scoprono che Betty aveva cofidato a un'amica il nome dell'uomo con cui aveva appuntamento il giorno in cui è morta, questa inaspettata testimone muore in circostanze assurde. Denise Murgatroyd si reca da Stanley per un intervento un po' complicato di estrazione di un dente e viene asfissiata dalla maschera che dovrebbe anestetizzarla, perché qualcuno ha invertito gli attacchi sulle bombole di ossigeno e di protossido di azoto.

Poiché tutto sembra indicare che il solo Stanley abbia potuto farlo, il dentista viene arrestato.

Quando l'uomo va a processo, si ritrova in mezzo a una situazione un po' particolare, perché l'avvocatessa che lo difende, Susan Brittain, è in realtà l'amante del pubblico ministero, Peter Melrose. I buoni rapporti tra i due fanno in modo che, nonostante qualche contrasto, il procedimento sia condotto con molto fair play.

In particolare, la Brittain riesce a smontare un po' alla volta tutto il movente che avrebbe dovuto muovere la mano criminale di Stanley. È vero infatti che l'uomo ebbe una relazione con Betty, che arrivò ad assumere come assistente, e che i due furono scoperti dalla moglie di lui, Rita. Ma è anche vero che, dopo quell'episodio, Stanley e Rita si riconciliarono e Betty uscì dalle loro vite.

Per il resto, a suo carico, ci sono solo indizi e supposizioni, ma non prove. Nemmeno riguardo la possibilità che possa aver ucciso Denise Murgatroyd.

Il processo volge alla fine e non si sa come finirà. Ma la Brittain e Melrose, che hanno discusso molto a lungo di tutti gli elementi del caso, hanno alcuni dubbi riguardo altre persone che potrebbero essere coinvolte e ne parlano in giro senza sapere che i loro discorsi arriveranno alle orecchie del diretto interessato.

E infatti, poco prima del verdetto, mentre Susan sta facendo una passeggiata nella brughiera per schiarirsi le idee, si ritrova seguita dal vero assassino, che progetta di eliminarla simulando un altro “incidente”. Si tratta di John Mortimer, il poliziotto che ha seguito le indagini dall'inizio, era al corrente di tutto ed era libero di muoversi dappertutto senza essere disturbato: e inoltre era un altro amante di Betty. L'arrivo provvidenziale di Melrose induce alla fuga l'uomo che stava già tentando di aggredire la Brittain. Per nascondersi alle ricerche, Mortimer scappa in montagna, dove verrà ritrovato morto assiderato dopo qualche giorno.

Pur nelle inevitabili semplificazioni che rendono le psicologie un po' rozze, i personaggi di questo romanzo sono ben definiti. La monotona esistenza di campagna che nasconde segreti inconfessabili nella vita di persone apparentemente insignificanti è raccontata con qualche cliché di troppo, ma in modo comunque credibile. La trama è scorrevole, anche se la scoperta del colpevole avviene in una modalità in cui il caso gioca un piccolo ruolo. La narrazione procede cambiando punto di vista più volte: innanzitutto il delitto è descritto da un asettico narratore onnisciente, poi prevale il punto di vista del poliziotto Mortimer all'inzio delle indagini e più tardi prendono il sopravvento i due legali, Brittain e Melrose, fino alla conclusione, rivelata tornando al narratore onnisciente.

In sintesi, non si tratta di un romanzo memorabile ma si lascia leggere volentieri.