Un delitto senza testimoni e il
controverso processo che ne segue, terminato con una condanna
piuttosto frettolosa, sono alla base di una storia capace di superare
gli angusti limiti dell'area rurale in cui matura per interessare
diverse generazioni di appassionati cultori, che se la sono
tramandata in vari modi, inclusa una canzone popolare.
Un paesaggio della contea di Burke in una foto d'epoca
Siamo nella contea di Burke, in North
Carolina, all'inizio dell'inverno 1831. Una realtà sociale di
contadini e cacciatori, per lo più analfabeti. In una baita di
montagna vicino al fiume Toe, affluente del Tennessee, vive una
giovane coppia che sembra ben assortita: lui, Charles (Charlie)
Silver, nato nel 1812, è un ragazzo alto e forte conosciuto come
l'anima delle feste per le sue capacità di ballerino e suonatore;
lei, Frances (Frankie) Stuart (riportato più spesso come Stewart), nata
tra il 1811 e il 1813, è una ragazza piccola e bionda di
un'avvenenza che non è mai passata inosservata, nonché eccellente
tessitrice. Si sono sposati prestissimo e hanno una figlia di 13
mesi, Nancy.
La sera del 22 dicembre 1831, nella
loro baita, accade qualcosa che non è mai stato definitivamente
chiarito. Non si sa se Charlie aggredisca Frankie e se sia o meno la
prima volta che accade. Sta di fatto che la moglie reagisce e lo
uccide a colpi di ascia.
Non esistono ritratti di Frankie, ma solo interpretazioni artistiche della sua storia
Subito dopo, Frankie si rivolge ai suoi
familiari perché la aiutino. La cosa più sensata da fare, se
davvero ha colpito il marito per reagire a un'aggressione, sarebbe
costituirsi e affrontare un processo. Tuttavia, il panico prende il
sopravvento, forse anche per timori legate all'inferiorità sociale:
i Silver sono molto più benestanti e influenti degli Stuart.
Di fatto, Frankie, aiutata dalla madre
Barbara e dal fratello Blackston, fece a pezzi il corpo del marito e
poi cercò di farlo sparire, in parte bruciandolo nel camino e in
parte seppellendone le varie parti in luoghi molto distanti tra loro.
Tuttavia, la scomparsa di Charlie non
passò inosservata. Il giorno dopo, avrebbe dovuto partecipare a una
battuta di caccia con l'amico George Young ma ovviamente non si fece
vedere. Frankie dichierò che se n'era andato a caccia in montagna da
solo. Presto cominciarono le ricerche. Un amico della famiglia
Silver, Jack Collis, si introdusse nella baita della coppia mentre
Frankie era assente e la ispezionò accuratamente, ritrovando diversi
frammenti di ossa nel camino e le tracce di una grossa chiazza di
sangue sul pavimento. Altri resti furono rinvenuti sotto le assi del
pavimento. Frankie, sua madre e suo fratello non seppero spiegare la
presenza di questi reperti, caddero in contraddizione e furono
arrestati tutti e tre il 9 gennaio 1832.
Le iniziative intraprese dal padre di
Frankie, Isaiah, portarono alla scarcerazione di Barbara e Blackstone
dopo qualche giorno, mentre Frankie fu trattenuta. Il 17 marzo fu
formalizzata contro di lei l'accusa di omicidio volontario e fu
dunque mandata a processo.
Il dibattimento cominciò il 29 marzo.
Si ritiene più o meno unanimemente che la strategia decisa
dall'avvocato di Frankie, Thomas Wilson, fosse quella più sbagliata.
Infatti Frankie si dichiarò non colpevole, anche se risultavano a
verbale delle sue dichiarazioni in cui affermava di aver aggredito
suo marito con l'ascia perché lui, mezzo ubriaco, la stava
minacciando con una pistola.
Benché non esistano molti riscontri
ufficiali in tal senso, in quel periodo, l'idea generale dei loro
amici e conoscenti era che Charlie maltrattasse abitualmente Frankie.
Nella zona, culturalmente molto arretrata, si dava per scontato che
gli uomini godessero del diritto di commettere qualunque tipo di
abuso sulle donne e vi erano stati anche dei casi di mariti assolti
dopo aver ucciso le mogli perché ritenuti giustificati dalla gelosia
o da altre ragioni non meno futili.
I legali dei familiari di Charlie
sostennero invece che Frankie avesse ucciso suo marito mentre questo
stava dormendo, probabilmente per gelosia, o perché aizzata dai suoi
familiari che miravano a venire in possesso dei terreni agricoli che
il padre aveva intestato a Charlie al momento del suo matrimonio.
Quello contro Frankie Stuart fu davvero
uno strano processo, se rapportato agli standard attuali.
Innanzitutto, le leggi in vigore in North Carolina non permettevano
agli imputati di essere ascoltati anche come testimoni, quindi il
delitto fu illustrato solo attraverso l'interpretazione di indizi
assai dubbi. A un certo punto, la giuria sembrava orientata in
maggioranza verso un verdetto di non colpevolezza e decise quindi di
riascoltare alcune testimonianze. Dopo questo passaggio,
all'unanimità, la giuria si espresse per la colpevolezza. Benché
non restino trascrizioni delle deposizioni dei testimoni prima e
dopo, l'unica interpretazione possibile è che alcune testimonianze
siano cambiate, e ci si domanda perché.
Frankie fu quindi condannata
all'impiccagione.
Poiché l'avvocato continuava a
presentare ricorsi, ci volle più di un anno per arrivare a eseguire
la sentenza. Intanto, Frankie trovò il modo di farsi conoscere,
perorando la propria causa con lettere che dettava all'avvocato
stesso, nelle quali raccontava la vita d'inferno che aveva condotto
insieme al marito, violento e spesso ubriaco. Il governatore Montfort
Stokes ricevette diverse petizioni che chiedevano la commutazione
della pena, ed è piuttosto significativo che tra i firmatari di
queste vi fossero anche ben 7 dei 12 giurati che l'avevano giudicata
colpevole. Tuttavia, le successive elezioni portarono a uno stallo.
Al posto di Stokes, fu eletto proprio il giudice che aveva condannato
Frankie, David Swain, che tenne un atteggiamento molto ambiguo sulla
faccenda, non chiudendo mai ufficialmente all'ipotesi di grazia, ma
temporeggiando fino ad affermare che avrebbe voluto concedere la
grazia ma non aveva avuto il tempo di farlo perché l'esecuzione era
stata fissata troppo presto. In realtà, rispetto al suo primo
termine, l'esecuzione fu posticipata di due settimane, ma Swain
dovette affrontare le conseguenze di una caduta da cavallo che ne
limitarono le possibilità di lavoro. Anche se, com'è stato notato
da più parti, prima della caduta, avrebbe avuto tutto il tempo di
provvedere. Si è sostenuto che entrambi i governatori non concessero
la grazia perché non tutti i 12 giurati del processo erano
favorevoli alla sua concessione.
Certamente, alcune scelte della
famiglia di Frankie non lo aiutarono a prendere una decisione a suo
favore. Il 18 maggio 1833, visto che la grazia non arrivava, il padre
e lo zio della ragazza corruppero delle guardie della prigione di
Morganton, dov'era detenuta, e la portarono fuori dopo averle
tagliato i capelli e averla fatta vestire con abiti da uomo.
L'evasione, però, durò solo qualche ora, perché i tre furono
riacciuffati poco prima di riuscire a superare il confine con lo
Stato del Tennessee.
La solidarietà popolare per Frankie si
espresse in molti modi, di cui il più celebre è una ballata
composta da un maestro di Morganton, Thomas S. Scott, che sembra sia
stata cantata dal pubblico accorso all'esecuzione della ragazza. Per
molto tempo, i versi di questa canzone sono stati attribuiti a
Frankie stessa. Il testo è il seguente:
“This
dreadful, dark and dismal day
Has swept my glories all away,
My sun goes down, my days are past,
And I must leave this world at last.
Has swept my glories all away,
My sun goes down, my days are past,
And I must leave this world at last.
Oh!
Lord, what will become of me?
I am condemned you all now see,
To heaven or hell my soul must fly
All in a moment when I die.”
I am condemned you all now see,
To heaven or hell my soul must fly
All in a moment when I die.”
(“Questa
terribile, oscura e lugubre giornata
Ha spazzato via le mie glorie
Il mio sole tramonta, i miei giorni sono passati,
E devo finalmente lasciare questo mondo.
Ha spazzato via le mie glorie
Il mio sole tramonta, i miei giorni sono passati,
E devo finalmente lasciare questo mondo.
Oh!
Signore, che ne sarà di me?
Sono condannato a tutti voi ora vedete,
In paradiso o all'inferno la mia anima deve volare
Tutto in un momento in cui muoio.”)
Sono condannato a tutti voi ora vedete,
In paradiso o all'inferno la mia anima deve volare
Tutto in un momento in cui muoio.”)
Su
Internet si possono ascoltare diverse versioni della stessa. Eccone
un esempio.
Frankie
fu impiccata il 12 luglio 1833. Con il cappio al collo, prima che si
aprisse la botola, affermò di avere delle dichiarazioni da fare. Ma
il padre, che era sotto il palco della forca, le ordinò di tacere.
Non sapremo mai quali segreti abbia portato nella tomba.
Per
molto tempo si è sostenuto che fu la prima donna a salire sul
patibolo nella Storia della contea di Burke, e così è riportato
anche sulla sua lapide. In realtà, si tratta di una leggenda, perché
prima di lei altre donne erano state giustiziate, soprattutto per
stregoneria. Nei 77 anni sucessivi alla sua morte, prima che lo Stato
della North Carolina avocasse a sé i processi penali, sottraendoli
alla giurisdizione dei tribunali locali, altre 15 donne furono
condannate alla pena capitale.
Il
padre di Frankie aveva deciso di seppellirla nelle proprietà di
famiglia ma, tra il tempo necessario a farsi consegnare il corpo e il
caldo umido di luglio, il cadavere cominciò a decomporsi
rapidamente, per cui il carro su cui viaggiava fece una sosta in
campagna, di lato al sentiero che stava percorrendo, e la ragazza fu
sepolta in un punto di terra demaniale solo approssimativamente
segnato, poco fuori Morganton. Non avrebbe avuto una lapide fino al
1952, quando Beatrice Cobb, editrice del Morganton
News-Herald,
ne fece apporre una a proprie spese.
Alcune immagini della tomba di Frankie (il cui cognome da coniugata è riportato erroneamente come Silvers) tratte dal sito http://www.deweyfox.com/frankiesilver.htm
Come
destino postumo, le andò comunque meglio che a Charlie, il quale ha
tre tombe, poiché i suoi resti vennero rinvenuti in momenti diversi
e seppelliti in luoghi distanti tra loro.
Non
si sa bene quali nonni allevarono la figlia Nancy, ma tutto lascia
credere che visse a lungo. Sposò in prime nozze un certo David
Parker, morto nella guerra di secessione, e in seconde nozze un certo
William Robinson, dal quale avrebbe avuto un figlio destinato a
diventare un importante ufficiale della Marina Militare. Il secondo
matrimonio non finì bene, perché il marito si mise a molestare
sessualmente una delle sue figlie di primo letto e Nancy lo lasciò.
Nessun documento riporta l'anno della sua morte, probabilmente
risalente alla fine del XIX o all'inizio del XX.. Sulla tomba, che si
trova a Mount Grove, nella contea di Macon, quindi lontano da quelle
dei suoi genitori, è registrata come Nancy Parker.