giovedì 13 marzo 2025

Pat Flower: la "Agatha Christie australiana" che scrisse molto anche per la televisione

Per trovare un'immagine di Pat Flower, autrice televisiva e giallista australiana molto considerata in patria e quasi sconosciuta da noi, bisogna avere la fortuna di imbattersi in qualche pagina dedicata al suo secondo marito, il pittore Cedric Flower (1920-2000).

Cedric e Pat Flower nel 1949

Anche relativamente ai suoi libri, non è affatto facile trovare immagini dei primi in edizione originale: si trovano infatti solo quelle degli ebook recentemente riediti.

Alcuni titoli di Pat Flower usciti recentemente in ebook


Di note biografiche, invece, si trova abbastanza.

Patricia Bullen nacque da una modesta famiglia di Ramsgate, Kent, Inghilterra, il 23 febbraio 1914. Lasciò la scuola a 14 anni quando i suoi genitori emigrarono in Australia. Nel 1937 sposò un fattorino, Bruce Jiffkins, dal quale ebbe un figlio nel 1939. Negli anni '40 lavorò come segretaria per la New Theatre League e scrisse i suoi primi testi, per la radio. Nel 1949 divorziò da Jiffkins e sposò Flower.

Insieme al nuovo marito, trascorse 5 anni in Inghilterra, dal 1950 al 1955. Qui, scrisse i suoi primi romanzi gialli, che non passarono inosservati. In particolare quelli con l'ispettore Herbert Swinton, che qualcuno si è spinto fino a definire il Maigret australiano. Tornata in Australia, lavorò come copywriter per qualche anno, prima di cominciare a scrivere per la televisione. Inizialmente lavorò insieme al marito, poi da sola.

Scrisse diverse sceneggiature per telefilm e tv movies, opere che a distanza di tempo hanno lasciato poche tracce ma sono ricordate dalla critica specializzata come originali e ben fatte. In particolare, fu una delle sceneggiatrici di maggior qualità della serie televisiva Australian Playhouse della rete ABC, uno dei massimi successi tv del periodo.

Dopo un altro viaggio in Europa con il marito, nel 1972 Pat Flower andò a vivere in un appartamento diverso da quello di lui, ma molto vicino, ufficialmente perché entrambi avessero la massima libertà di lavorare, a Paddington. In realtà, la scrittrice era sempre più abbattuta e depressa per le sue condizioni di salute. Una forma di artrite che la tormentava da anni ne aggravava l'insonnia e la situazione andava sempre peggiorando.

Nella notte tra il 1° e il 2 settembre 1977, Pat Flower si uccise con un'overdose di fenobarbital.

I romanzi scritti nella prima parte della carriera risentono molto dell'influenza di Agatha Christie (termine di paragone utilizzato spesso per definire la Flower), ma con elementi noir più spiccati. Negli ultimi anni, i toni dei suoi romanzi si fecero sempre più cupi, soprattutto in quelli senza personaggi fissi, nei quali è comunque riscontrabile un certo umorismo nero.

edizioni originali di alcuni romanzi di Pat Flower


È proprio uno di questi romanzi senza personaggi fissi l'unico titolo della Flower tradotto in italiano, Friends of the Family (1966), uscito con il titolo Funerale in giardino in due edizioni della Longanesi: nella collana Psico nel gennaio 1967 e come numero 133 dei Gialli Longanesi il 4 settembre 1974.

l'edizione originale del libro e le due edizioni italiane


La vicenda si svolge quasi tutta all'interno di una famiglia alquanto disfunzionale che vive alla periferia di Sydney, composta da tre sorelle che hanno appena eliminato la madre e fatto sparire il suo corpo seppellendolo sotto un'aiuola in giardino. Poiché le quattro donne non facevano molta vita sociale, le tre figlie non incontrano molte difficoltà a far credere che l'anziana genitrice, una donna dura, sessuofoba e tirchia, sia stata ricoverata in una casa di riposo ben distante.

Le tre protagoniste sono tra i quaranta e i cinquant'anni, ma tutte di aspetto non sgradevole. La maggiore, Maggie, è cinica e dura come la madre; la seconda, Stella, è sprovveduta e chiacchierona; la terza, Virginia, è una spudorata manipolatrice. Mentre il trio programma di vendere tutto e partire per un viaggio, Stella si trova un amante, Harold, un uomo banale e ottuso che crede a tutto ciò che gli viene raccontato.

Poiché temono che Stella possa farsi scappare qualcosa di troppo con Harold, Maggie e Virginia avvelenano la sorella e cercano di far ricadere la colpa su Harold, ma non ci riescono. Però non vengono nemmeno smascherate. Poiché Harold, ignaro delle loro macchinazioni, continua a frequentarle, Virginia diventa la sua amante in modo da controllarlo meglio. Insieme a Maggie, tentano anche di farlo fuori, senza riuscirci neanche stavolta. Tuttavia, alla fine, Virginia riesce ad allontanare Harold da casa loro, dopo averlo convinto che Stella è morta suicida dopo aver scoperto di essere rimasta incinta di lui.

Virginia e Maggie passano gran parte del tempo alla ricerca degli innumerevoli nascondigli in cui la madre ha occultato somme di denaro o oggetti preziosi. Durante queste ricerche, si imbattono in altre ossa umane sepolte nel giardino e si rendono conto che, in realtà, il padre non era mai scappato di casa come la madre aveva sempre raccontato.

Dopo aver pianificato a lungo un viaggio in Europa, Virginia e Maggie finiscono per non partire, perché nessuna delle due si fida dell'altra e ognuna teme di restare vittima di un incidente.

Le valutazioni e le recensioni dei libri di Pat Flower presenti su Goodreads o altrove fanno pensare a un'autrice che meriterebbe davvero più attenzione. Il rating è insolitamente elevato. Anche un autore e critico dell'importanza di Martin Edwards ne parla molto bene.

Wikipedia offre invece ampio spazio alla produzione televisiva di quest'autrice mai banale. Ad esempio, con l'inquietante Tape Recorder del 1966, in cui una segretaria si reca nello studio di uno scrittore per sbobinare un nastro da trascrivere contenente un racconto su un delitto e si rende conto, man mano che ascolta, che la protagonista le assomiglia sempre più. Il successo della trasmissione fu tale che l'anno dopo la BBC ne realizzò un remake.

scena iniziale del telefilm
La protagonista Jennifer Wright (1931-2006)
La voce del nastro è quella di Wynn Roberts (1924-2021)


O come il discusso The Empty Day (sempre del 1966) in cui una maliziosa adolescente accoglie in casa della zia che la ospita quello che crede essere un amico della stessa, mentre invece è probabilmente un maniaco sessuale, anche se gli effetti dell'ubriachezza mandano all'aria i propositi dell'uomo. Di questo telefilm si ricorda soprattutto la notevole performance della giovanissima protagonista Liza Goddard, destinata a una lunghissima carriera di interprete soprattutto in produzioni televisive.
Liza Goddard (1950)
Stanley Walsh (1937-2008) è il suo partner