Tra gli autori e le autrici che il Giallo Mondadori provò a proporre al pubblico durante il fecondo decennio degli anni '70 non bisogna dimenticare Janet Gregory Vermandel, autrice dal singolare cosmopolitismo: nata negli USA (a Buffalo, il 10 novembre 1922), sposata a un belga, trasferita a Montreal in Canada (dove sembra siano ambientati tutti i suoi romanzi), tradotta in Olanda, Italia e soprattutto Germania, tornata a Buffalo per morirvi (di Alzheimer, il 18 ottobre 2002).
Le note biografiche disponibili sui risvolti di copertina di alcuni libri ci dicono che lavorò come copywriter fino alla nascita dell'unica figlia; poi, ritrovandosi a casa a fare la madre, si mise a scrivere romanzi.
Dalla quarta di copertina di un'edizione olandese si riesce a ricavare anche una foto dell'autrice.
La sua opera omnia non è molto vasta: dovrebbero essere nove romanzi in tutto, dei quali l'ultimo sembra essere un romance, di un altro non si trovano immagini di copertina neanche battendo tutto il web, almeno uno fu tradotto in olandese, due furono tradotti in italiano e ben quattro furono tradotti in tedesco.
Dime for the Devil (originariamente uscito nel 1970), arriva in Italia come numero 1276 del Giallo Mondadori, il 15 luglio 1973.
Liane aveva diversi amanti facoltosi e probabilmente ne ricattava anche alcuni, quindi il suo omicidio ha parecchi indiziati. Uno di questi amanti usa ogni mezzo per fare pressione sulle ragazze affinché lo aiutino a recuperare una busta che è rimasta da Liane al momento del delitto. Qualcuno, forse legato a lui o forse no, cerca di far irruzione in casa in piena notte, terrorizzando le ragazze che fuggono via in pigiama nonostante il freddo, ma al ritorno non trovano nessuno.
Un'altra figura dal fascino un po' ambiguo è l'ex marito di Liane, che però non può assolutamente essere l'assassino. Ma la figura più fascinosa è il direttore artistico dell'ultima agenzia con cui Liane stava lavorando, Peter Angel, un uomo colto e raffinato ma di colore, dettaglio che mette molto in difficoltà Jonina nei rapporti con lui.
La soluzione, ovviamente, porterà a incriminare una persona che attraversa quasi tutto il racconto da insospettabile. Molto del fascino del romanzo è legato al complesso rapporto tra Jonina e Peter Angel, entrambi molto condizionati dai rispettivi pregiudizi.
L'altro romanzo arrivato in Italia è Claverse Affair del 1974, uscito con il titolo L'affare Claverse e il numero 1466 della collana il 6 marzo 1977.
La famiglia Claverse è composta dal cinico Hugh, con la sprovveduta moglie Aimee, il più giovane ed enigmatico Stuart, e la sorella Meg, vedova di un vero trafficante di droga iraniano, giustiziato nel suo Paese. I Claverse sono in difficoltà, perché costretti a ospitare per qualche tempo un trafficante francese, Alexis Hainault, fuggito giusto in tempo per non essere catturato dal suo nascondiglio in Sudamerica. I Claverse hanno promesso i documenti per l'espatrio a Hainault, in cambio di un'ultima partita di droga che l'uomo tiene nascosta, ma le cose si complicano perché Hainault non sta bene e deve prolungare oltre misura il suo soggiorno in casa Claverse. Keitha è la sola a rendersi conto che l'uomo è destinato a morire presto per una grave forma tumorale, ma ovviamente né il diretto interessato né i suoi ospiti tutt'altro che entusiasti di tenerlo vogliono prendere in considerazione l'idea di un ricovero.
Stuart Claverse tenta di sedurre Keitha in modo sorprendentemente galante e la ragazza si ritrova a a pensare a lui in termini che non le facilitano certo il lavoro.
Una volta identificati i complici che proteggevano i traffici dei Claverse, la trappola della polizia è pronta a scattare, ma le conseguenze dell'azione saranno imprevedibili.
Questo romanzo è un po' più agile e svelto dell'altro e affronta in modo non superficiale il rapporto tra Keitha e Stuart Claverse, che nel finale assume un'importanza notevole e sorprendente.