mercoledì 5 settembre 2018

L'"affaire de Saint-Exupéry" a Montréal nel 1942


Una figura tanto affascinante quanto sfuggente, confusa nelle mille mitologie che la circondano, alcune delle quali create da essa stessa in vita, ma la maggior parte postume. Romanziere? Filosofo? Moralista? Utopista? Sicuramente tutto questo, ma anche tanto altro.
I piccoli misteri che coinvolgono in varia misura Antonie de Saint-Exupéry sono tanti, a partire da quello più noto, riguardante la sua fine. Dato per disperso al termine di una missione di ricognizione aerea tra la Francia meridionale e il Tirreno settentrionale (era partito da Borgo, vicino Bastia, in Corsica), il 31 luglio 1944, dato ufficialmente per morto in azione bellica il 12 ottobre 1945, de Saint-Exupéry è stato “ritrovato” nel 1998 da un pescatore di Marsiglia, Jean-Claude Bianco, che ha riportato accidentalmente in superficie il cinturino dell'orologio d'argento dello scrittore-aviatore, contrassegnato dalla inconfondibile dedica della moglie Consuelo. Poi, tra il 2000 e il 2003, sono stati estratti dallo stesso tratto di mare molti rottami appartenenti a un Lockheed P-38 Lightning identico a quello su cui era partito de Saint-Exupéry il giorno della sua scomparsa. Ma non si sa, e forse non si saprà mai, come e perché l'aereo cadde. Un anziano pilota tedesco ha rivendicato dopo molti anni l'abbattimento, un addetto alla contraerea ha fatto lo stesso, ma nessuno dei due ha mai portato le prove delle proprie affermazioni. Rimangono possibili le eventualità che il velivolo abbia avuto un gusto o il pilota un malore: entrambe si erano già verificate in precedenza.

Antoine de Saint-Exupéry (1900-44)


Due immagini di de Saint-Exupéry con la moglie Consuelo Suncin (1901-79)

Un Lockheeed p-38 Lightning

Jean-Claude Perrier, scrittore, editore, bibliofilo e appassionato di de Saint-Exupéry ne ha indagati diversi altri di cui ha trattato in un interessantissimo libro intitolato appunto “I misteri di Saint-Exupéry” (2009), uscito anche in Italiano


Jean-Claude Perrier (nato nel 1957) e il suo libro

Uno di questi misteri, molto poco indagato a parte questa occasione, risale a due anni prima e si riferisce alla visita in Canada di de Saint-Exupéry, all'epoca residente negli Usa dopo aver lasciato la Francia in seguito alla sconfitta militare del 1940 e all'instaurazione del regime filonazista di Vichy. Tale regime aveva provato a portare lo scrittore dalla sua parte attraverso una nomina accademica importante, ma de Saint-Exupéry, oltre a ricusare prontamente tale nomina, aveva subito dopo pubblicato due libri, “Pilote de guerre” e “Lettre à un otage”, duramente critici contro l'antisemitismo, che era un elemento importante dell'ideologia di Vichy, e addirittura il secondo apertamente dedicato all'amico ebreo Léon Werth (lo stesso cui è dedicato anche “Le petit prince”). Il testo, anzi, era originariamente nato come prefazione a un libro di Werth.



Léon Werth (1878-1955)

De Saint-Exupéry, dagli Usa, si impegna molto per promuovere la causa del patriottismo francese e della liberazione della madrepatria, ma non appartiene al gruppo più importante dei francesi in esilio, la “France libre” che tiene come principale riferimento il generale Charles De Gaulle. I due non si amano e non vanno d'accordo quasi su nulla. Conservatore, tradizionalista e militarista De Gaulle, progressista, cripto-comunista e alieno da ogni xenofobia de Saint-Exupéry. I gaullisti provano spesso a convertirlo, ma con scarsi risultati, per cui de Saint-Exupéry si fa un bel po' di nemici tra loro. E questo, forse, porta a un increscioso “caso” diplomatico durante un breve viaggio.
Charles De Gaulle (1890-1970)

I libri francesi che non possono uscire in patria (il nuovo regime ha messo all'indice Malraux, Radiguet e diversi altri, compreso de Saint-Exupéry dopo la sua presa di posizione filo-ebraica), escono in Canada (dove vive da secoli una cospicua minoranza francofona) grazie all'attività di una casa editrice fondata ad hoc dal redattore editoriale Bernard Valiquette.
Bernard Valiquette (1913-74)

Valiquette invita con insistenza de Saint-Exupéry a visitare la comunità francofona canadese e a tenere delle conferenze per questa, e nella primavera del 1942, finalmente, lo scrittore accetta. Il 28 aprile parte da New York, dove risiede insieme alla moglie Consuelo (da cui però si sta separando, tant'è vero che lei non parteciperà al viaggio). La partenza, forse, gli viene imposta dai suoi editori americani, Eugene Raynal e Curtice Hitchcock, decisi ad aprirsi anche al mercato canadese, e dal suo agente letterario Maximilian Becker, che si occupa dei preparativi. Non c'è il tempo di fargli vistare il passaporto, ma sia il Dipartimento di Stato americano sia la Legazione canadese degli Usa assicurano che non ci sarà il minimo problema a spostarsi. Il soggiorno deve durare solo 48 ore.
Eugene Raynal (a sinistra di chi legge) insieme a Walt Disney

Curtice Hitchcock (1892-1946)

De Saint-Exupéry arriva a Montréal in treno o in aereo (i biografi non sono concordi) e va ad alloggiare all'hotel Windsor. Qui ha i primi incontri con i giornalisti, che lasceranno qualche resoconto delle sue conferenze, dal contenuto politico piuttosto prudente. Sembra incline all'unione di tutti i francesi contro l'oppressione di un regime fantoccio, come scriverà poi in una lettera aperta ai giornali americani e canadesi nel novembre dello stesso anno. Lettera che sarà peraltro molto criticata dai gaullisti perché troppo tenera contro il regime di Vichy e non abbastanza elogiativa di De Gaulle, ovviamente secondo il loro punto di vista.


Immagini di Montréal nel 1942: quell'anno, la città festeggiava i 300 anni dalla sua fondazione

Tenute le conferenze, rilasciate le interviste, la sera del 29 aprile de Saint-Exupéry dovrebbe ripartire. Ma è solo allora che le autorità canadesi lo avvisano che, senza visto sul passaporto, non essendo in regola con la legge sulla regolarità dei soggiorni, non può espatriare fino a quando la situazione non sarà messa a posto.
De Saint-Exupéry si ritrova dunque sequestrato in albergo, mentre Valiquette si impegna in tutti i modi a tirarlo fuori da questa situazione kafkiana. Anche se sta continuando a scrivere quello che sarà il suo più importante libro postumo, “Citadelle”, de Saint-Exupéry patisce questa immobilità assurda e forzata e si ammala per lo stress: a un certo punto finisce addirittura ricoverato in ospedale per una colecistite.

Finalmente, dopo 5 interminabili settimane, la situazione si chiarisce e de Saint-Exupéry può finalmente tornare a New York. Ma cosa è successo, esattamente? Perché c'è stato questo incredibile voltafaccia delle autorità canadesi nei suoi confronti?
Il Canada, in quel periodo, è pieno di francesi in esilio, e sono in gran parte gaullisti. Di conseguenza, amano molto poco de Saint-Exupéry, che la stampa gaullista attacca in continuazione.
Anche se non tutti propendono per questa interpretazione, alcune voci indicano come regista occulto del “sequestro” di de Saint-Exupéry l'ambasciatore francese in Usa, Henri Hoppenot, gaullista di ferro con importantissimi agganci nel governo canadese, che si sarebbe tradito facendo alcuni strani riferimenti al caso in una serie di conversazioni con il docente universitario Pierre Baudet, del Vassar College.
Henri Hoppenot (1891-1977), a destra, con De Gaulle e due due signore

Gruppo di docenti del Vassar, anni '40: Pierre Baudet è il primo a sinistra di chi legge

In ogni caso, pur continuamente attaccato dai gaullisti, de Saint-Exupéry espresse ad André Gide delle parole di apprezzamento per De Gaulle dopo averlo ascoltato in una manifestazione ad Algeri, ai primi del 1944, benché De Gaulle avesse rifiutato di riceverlo personalmente. I due però non poterono mai incontrarsi e riconciliarsi, per via della morte di de Saint-Exupéry pochi mesi dopo. De Gaulle comunque volle celebrare de Saint-Exupéry con una messa solenne nella cattedrale di Strasburgo il 31 luglio 1945, nel primo anniversario della scomparsa. Tuttavia sembra che non partecipò personalmente all'evento. Nel 1959, poi, parlando con un amico, De Gaulle avrebbe detto che il non aver acconsentito a incontrare de Saint-Exupéry ad Algeri nel 1944 era un suo grande rimpianto.





1 commento:

  1. Un grande aviatore ma in quel tempo ci voleva un grande coraggio è lui l"ha avuto. Ma è il destino che comanda.

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