sabato 17 novembre 2018

Il caso Steven Linscott, tra sogni, scienza e forzature


Oak Park (“Parco delle Querce”) è un comune dell'Illinois, poco a Ovest di Chicago, che appartiene a un'area popolata dal 1840 circa ed è divenuto municipio nel 1902. Nonostante non sia molto grande (oggi conta poco più di 50.000 abitanti), la sua buona fama è notevole, grazie alle sue ottime scuole, in cui hanno studiato tra gli altri scrittori come il premio Nobel Ernest Hemingway e il poeta Kenneth Fearing (entrambi nativi proprio di Oak Park), agli edifici progettati da Frank Lloyd Wright in oltre un ventennio che risiedette in questa cittadina (dal 1889 al 1913) e alla vivace comunità di artisti che vi risiede più o meno stabilmente.
Ernest Hemingway (1899-1961)

Un'immagine giovanile di Kenneth Fearing (1902-61)

Frank Lloyd Wright (1867-1959) nel periodo in cui abitava a Oak Park





Alcuni degli edifici di Oak Park progettati da Wright

Come tutte le città del mondo, però, anche Oak Park ha la sua quota di criminali e delitti, e uno di questi delitti è al centro di un curioso caso giudiziario, consumatosi tra il 1980 e il 2002, che da un lato è citato fantasiosamente come esempio di fatto soprannaturale (dal solito Charles Berlitz) e da un altro evidenzia come i test scientifici in vigore prima dell'avvento di quelli sul Dna potessero portare a facili errori giudiziari quando se ne forzava l'interpretazione.
Questa vicenda comincia il 4 ottobre 1980, quando Karen Ann Phillips, aiuto infermiera di 24 anni residente nell'area più modesta di Oak Park (che all'epoca contava elevati livelli di microcriminalità), fu ritrovata morta, seminuda, stuprata e percossa violentemente sulla testa, nel suo appartamento.
Durante i rilevamenti, i poliziotti del distretto, guidati dai detective Robert Scianna e Robert Grego, interrogarono tutti i vicini di casa e, così facendo, si imbatterono in uno strano personaggio, il ventiseienne studente di Teologia Steven Linscott, sposato e padre di tre figli nonché impiegato presso la Missione del Buon Vicino, una istituzione religiosa che si occupava dell'assistenza e del recupero di ex detenuti, ex tossicodipendenti e vagabondi.
Steven Linscott nel 2002

Linscott non aveva né visto né sentito nulla, riguardo il delitto. Ma poco dopo essere stato interrogato ricontattò la polizia e riferì di aver fatto un sogno, nella stessa notte del delitto, in cui lo aveva visto commettere. Raccontò che l'assassino era un uomo biondo poco più basso di lui, che toccava i 180 cm.
L'unica immagine di Karen Ann Phillips reperibile sul web è quella della sua tomba

I poliziotti, mettendo a verbale le sue dichiarazioni, si resero conto che c'era qualche coincidenza tra il suo racconto e quanto risultava dai rilevamenti effettuati, i cui risultati non erano stati divulgati. Ne conclusero che sapesse qualcosa che cercava di nascondere. In conseguenza di ciò, il 25 novembre 1980, Linscott fu arrestato e successivamente accusato del delitto.
Ne seguì un lungo e complesso processo, praticamente tutto indiziario, al termine del quale Linscott fu riconosciuto colpevole di omicidio ma non di stupro, e condannato a 40 anni di reclusione il 23 novembre 1982. In questo processo, sia le testimonianze dei periti di parte, sia il loro uso da parte del pubblico ministero, ebbero un ruolo fondamentale.
I legali di Linscott opposero appello alla sentenza, e la Corte d'Appello dell'Illinois diede loro ragione, annullando la condanna il 7 agosto 1985. Linscott fu però liberato solo dopo che la Corte Suprema dello Stato ebbe confermato questa decisione, il 31 ottobre 1985, dopo aver trascorso oltre 1800 giorni in carcere.
Un anno dopo, però, la Corte Suprema dell'Illinois ritornò sulla decisione e la annullò, ma anziché confermare la condanna di Linscott, rinviò il caso alla Corte d'Appello perché chiarisse per quanto possibile gli aspetti rimasti oscuri.
Nel luglio del 1987, la Corte d'Appello annullò nuovamente la condanna di Linscott, e accusò i pubblici ministeri di aver tenuto una pessima condotta giudiziaria, in quanto avevano apertamente forzato l'interpretazione delle prove tecniche, fuorviando la giuria.
Il processo era da annullare e forse da rifare, ma la questione fu dibattuta per oltre 10 anni. Infine, il 19 dicembre 2002, il governatore George Ryan decise di graziare Linscott precisando che tale grazie arrivava in virtù dell'innocenza dello stesso, mettendo fine al procedimento.
In realtà, come si evince dall'esame delle sentenze della Corte d'Appello, l'innocenza di Linscott non è stata mai dimostrata. Tuttavia, è sempre apparso chiaro che non c'è mai stata alcuna evidenza della sua colpevolezza.
Le accuse, oltre che sulle sue sgangherate dichiarazioni riguardo i sogni, si basarono sui referti relativi ad alcuni capelli ritrovati tra le mani della vittima e sullo sperma rinvenuto nelle sue parti intime.
A quel tempo, in mancanza del test del Dna, gli esami possibili potevano riguardare solo i gruppi sanguigni delle persone da riconoscere. Queste erano però sempre riconoscibili solo dal sangue, in quanto per gli altri fluidi corporei dovevano essere divisi in due distinte categorie. Infatti, gli antigeni (le proteine della membrana cellulare) che identificano i diversi gruppi sanguigni, in alcun soggetti (detti “secretori”) si trovano anche negli altri fluidi corporei diversi dal sangue; mentre, per normali ragioni genetiche, in altri (detti “non secretori”) non vi si trovano. I non secretori sono circa il 20% della popolazione, una percentuale piuttosto elevata.
Linscott era appunto un non secretore e, secondo una delle analisi presentate al processo, lo sperma rinvenuto negli organi genitali della vittima apparteneva a un non secretore. Il pubblico ministero spacciò questo dettaglio per una prova certa della colpevolezza di Linscott, approfittando del fatto che i giurati non sapevano quasi nulla dell'argomento. In realtà, al di là del fatto che la prova era tutt'altro che certa proprio per l'elevata diffusione dei non secretori nella popolazione generale, altri esami avevano indicato che lo sperma apparteneva a un individuo secretore di gruppo 0, ma non furono esibiti al processo e anzi deliberatamente nascosti.
Analoghe forzature si ebbero riguardo l'esame dei capelli, che secondo l'esperto che li esaminò potevano essere compatibili con Linscott, come pure per moltissime altre persone, ma durante l'interrogatorio il pm gli fece dire solo la prima parte della verità.
Linscott, dopo la liberazione, è tornato a vivere con la sua famiglia e ha avuto un altro figlio. La moglie Lois lo aveva seguito andando a vivere vicino al carcere (il Centralia Correctional Center, a Sud dell'Illinois) e lavorando come infermiera. Ha ripreso a fare il lavoro di prima: oggi si occupa soprattutto di assistenza ai carcerati, facendo valere anche l'esperienza maturata quando era uno di loro. Insieme al giornalista Randall Frame, ha scritto un libro di successo (molto venduto negli ambienti cristiani), intitolato “Maximum Security”, sulla sua odissea, ma ha preferito non capitalizzare la sua fama, evitando di apparire in televisione e conducendo una vita piuttosto ritirata in un piccolo paese dell'Illinois, pur occupandosi ancora di errori giudiziari.
La copertina del libro di Linscott, mai tradotto in Italiano




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