lunedì 28 gennaio 2019

George Langelaan, spia e scrittore


Di solito è raro che uno scrittore nasconda una vita parecchio avventurosa, ma esistono anche delle eccezioni e una delle più significative tra queste è rappresentata dalla figura di George Langelaan, autore franco-britannico nato a Parigi il 19 gennaio 1908 e ivi morto il 9 febbraio 1972.
Langelaan al tempo della guerra, prima della plastica

Langelaan negli ultimi anni

Langelaan, prima della guerra investigatore privato e giornalista, nel giugno 1940 riuscì a imbarcarsi per il Regno Unito su una delle navi in fuga da Dunquerque, subito dopo la disfatta della Francia contro i tedeschi. Convinto antinazista, una volta in salvo, si arruolò nei servizi di spionaggio inglesi, nella sezione F dello Special Operations Executive (SOE), dove raggiunse il grado di tenente. Nel libro autobiografico del 1959 The mask of war, scrive che prima di essere impegnato in azione fu sottoposto a un intervento di chirurgia plastica facciale, per ridurre le orecchie a sventola che lo rendevano troppo facilmente riconoscibile. Il 7 settembre 1941 fu paracadutato in Francia, a sud di Chateauroux, per prendere contatto con la Resistenza francese e incontrare l'ex presidente della Camera Edouard Herriot, che i nazisti tenevano agli arresti domiciliari nonostante non si fosse opposto all'instaurazione del regime filonazista di Vichy. Langelaan non riuscì nella missione, perché fu ugualmente riconosciuto e arrestato il 6 ottobre successivo. Tradotto nel campo di prigionia di Mauzac, fu processato dai nazisti e condannato a morte: ma, prima che la sentenza fosse eseguita, il 16 luglio 1942, riuscì a fuggire e a tornare nel Regno Unito. Successivamente, compì un'altra missione ad Algeri, questa volta senza essere arrestato, e partecipò allo Sbarco in Normandia del 6 giugno 1944 e alle successive operazioni di liberazione del suolo francese dall'invasione.
L'edizione originale di The mask of the war

Un capitolo poco noto della sua vita è quello che lo vedrebbe infiltrato, dopo la guerra, nei gruppi neonazisti americani, sfruttando la sua amicizia con l'occultista Alesteir Crowley, che aveva un largo seguito presso gli ex nazisti.
Dopo la guerra, tornò al suo precedente lavoro di detective, occupandosi soprattutto di spionaggio industriale. Scrisse anche un importante saggio sull'argomento, Les nouveaux parasites (1969). 
Les nouveaux parasites in edizione originale

Dagli anni '50, tuttavia, fu molto attivo come scrittore di libri autobiografici, di romanzi di spionaggio e di alcuni racconti del soprannaturale che sono presto diventati dei classici del genere, grazie anche alle riduzioni cinematografiche che ne sono state ricavate.



Alcuni libri di narrativa di Langelaan

In Italiano, di tutta la sua opera, sono stati tradotti solo tre racconti: il più noto in assoluto, ossia The Fly (La mosca), uscito in Inglese nel 1957 su Playboy e per la prima volta in Italiano nei Racconti per le ore piccole di Alfred Hitchcock (Feltrinelli, 1962. Ne sono seguite altre edizioni della Garzanti); poi L'autre main (L'altra mano), uscito in Francese nell'antologia Nouvelles de l'anti-monde del 1961 e per l'unica volta in Italiano nell'antologia Horroriana (1979), supplemento ai Capolavori di Segretissimo Mondadori; e, infine, Une mission supplementaire, del 1970, tradotto con il titolo Una missione supplementare in Estate Spia 1976 di Segretissimo.




The Fly è la storia di uno scienziato (francese, si chiama André Delambre) che inventa un dispositivo per il teletrasporto e si dedica a esperimenti in cui teletrasporta oggetti e poi esseri viventi da una stanza all'altra del laboratorio che ha allestito in casa sua. La vicenda è narrata da suo fratello François e parte del rinvenimento del cadavere sfigurato di André sotto il maglio di una pressa che gli ha schiacciato la testa e un braccio. Si tratta dunque di un lungo flashback, in cui si apprende che André aveva messo al corrente del suo lavoro la moglie Hélène, che testimonia di una serie di difficoltà incontrate dal marito e quasi tutte superate, tranne quella insorta al primo tentativo di teletrasporto di un essere vivente, il gatto Dandelo, che non ricompare da nessuna parte.
Una volta perfezionato il metodo di teletrasporto, Delambre ha deciso di sperimentarlo su sé stesso. Tuttavia, anche se l'esperimento inizialmente sembra andato bene, presto insorge un grave problema: durante il teletrasporto di André, la stanza di partenza non conteneva solo lui, ma anche una mosca che era entrata senza che nessuno se ne accorgesse. Il meccanismo di scomposizione in atomi e ricomposizione del corpo dal punto di partenza a quello di destinazione è andato in crisi e, anziché ricomporre separatamente l'uomo e la mosca, ha ricomposto due ibridi. André ha allora incaricato Héléne di ritrovare la mosca, fuggita dalla porta della stanza, con la quale ha scambiato la testa e un braccio, prima che finisca mangiata da un uccello o da un ragno, per tentare un nuovo teletrasporto di entrambi nella speranza che questo basti a ricomporli come erano prima. Ma, anche se la mosca è stata ritrovata, il tentativo è fallito miseramente: il secondo teletrasporto di André e della mosca ha portato alla creazione di due ibridi ancora più complessi, cui contribuiscono anche gli elementi del gatto Dandelo, in realtà mai usciti dal laboratorio. A questo punto, André ha chiesto alla moglie di ucciderlo, in modo da far sparire le sue spaventose deformità.
Successivamente, sarà François a catturare e uccidere la mosca ibrida.
Il successo del racconto indusse il cinema ad impossessarsene, e già nel 1958 uscì un primo film a esso ispirato, intitolato appunto The Fly (in italiano: L'esperimento del dottor K.), ottimamente interpretato dal grande Vincent Price, attorniato da una schiera di bravi caratteristi. Rispetto al testo originale, la sceneggiatura apporta qualche cambiamento alla vicenda: scompare l'elemento del gatto ma la mosca stessa viene presentata come una creatura senziente dopo che l'esperimento le ha dato la testa dello scienziato e una delle sequenze più impressionanti è quella in cui, presa da una ragnatela, sta per essere divorata da un ragno, prima che François, nel tentativo di salvarla, uccida entrambi, rendendo impossibile la ripetizione dell'esperimento e obbligando André a suicidarsi.

Poster e una scena di The Fly

Poiché il film andò molto bene sia a livello di critica sia a livello di pubblico, ebbe due sequel: Return of the Fly (La vendetta del dottor K., 1959) che termina di fatto con un happy end, e Curse of the Fly (La maledizione della mosca, 1965). reso originale dal fatto che stavolta la trasformazione persona-mosca riguarda una donna, interpretata da Carole Gray.

Poster e una scena di Return of the Fly
Poster di The curse of the Fly

Carole Gray prima e dopo la trasformazione

Lungi dall'esaurire il proprio potenziale con questo ciclo, il racconto ha dato origine dopo qualche anno anche a un secondo ciclo, aperto da The Fly (La mosca, 1986), diretto da David Cronenberg e interpretato da Jeff Goldblum, un classico del genere body horror che ha vinto l'Oscar per il miglior trucco nel 1987. Anche in questo caso, la storia originale è abbastanza stravolta, e la narrazione si concentra soprattutto sugli aspetti psicologici dell'uomo-mosca, il quale a un certo punto sembra soddisfatto della sua nuova condizione e addirittura pensa di spingere la fusione di organismi oltre ogni limite, unendosi a formare un'unica entità con la sua compagna e il figlio che essa aspetta.

Poster e una scena di The Fly di Cronenberg

Il sequel, The Fly II (La mosca 2, 1989) è diretto da Chris Walas, il truccatore insignito di Oscar per The Fly, ma appare piuttosto grottesco, avendo al centro la figura di un uomo-mosca già tale dalla nascita, essendo il figlio dello scienziato protagonista del film precedente.
Poster di The Fly II

Un altro film sul tema è dato in uscita per il 2019.
Nel 2008, la vicenda è stata trasposta in un'opera lirica ad opera di Howard Shore.
Manifesto dell'opera

Il secondo racconto di Langelaan arrivato in Italia è, come detto, L'autre main (L'altra mano). Questa storia comincia con un uomo, Jean-Claude Manoque, che si rivolge a un chirurgo per farsi amputare la mano destra, affermando di non riuscire più a controllarne il comportamento. Al rifiuto del chirurgo, entra in una falegnameria e se la fa tagliare da una sega automatica in funzione. Più tardi, spiega al chirurgo stesso e a un commissario che indaga sul fatto che la sua mano era ormai controllata solo dalla volontà di suo cognato Ludo, un viscido criminale che la induceva a compiere azioni pericolose. I due non gli credono ma, dopo aver parlato con Ludo, ricavano una pessima impressione dal personaggio e si domandano se sia possibile comunque incriminarlo per qualche forma di condizionamento operata sul cognato. Ma, mentre si stanno separando, indipendentemente dalla volontà dell'uomo, la mano destra del chirurgo provoca un incidente in cui per poco il commissario non resta ucciso.
Il terzo racconto, Une mission supplementaire, riprende un tema già ampiamente trattato dalla narrativa del Soprannaturale ma arricchito da un'ambientazione molto realistica. A Parigi, nell'estate del 1943, un agente segreto alleato, Bernard, è braccato dai nazisti. Chiede aiuto a un amico, l'architetto Deprade, che frequenta i nazisti ma fa il doppio gioco. Deprade lo sistema in un palazzo abbandonato. Nella notte, Bernard si sveglia perché qualcuno è entrato nell'appartamento. Si tratta di una ragazza che pare anch'essa in fuga, con un abito rosso strappato. La ragazza si presenta come Anne-Marie e avverte Bernard che un agente nazista lo ha seguito. Bernard si chiede come ucciderlo ma Anne-Marie ha già pianificato un finto incidente. Quando il nazista bussa, infatti, la ragazza gli dice di aver visto fuggire un uomo dalla scala di sicurezza. Il nazista si lancia all'inseguimento e cade giù dal quinto piano, perché la scala è sprovvista di ringhiera. Bernard e Anne-Marie attendono l'alba e, poiché la ragazza sembra avere freddo, Bernard la copre con la sua giacca, prima di appisolarsi. Al risveglio, però, non la trova più: Anne-Marie è scesa, ha nascosto il corpo del nazista sotto una catasta di carbone ed è andata via, portandosi la giacca. Bernard riesce a fuggire e a mettersi in salvo. Dopo la liberazione della capitale, torna a Parigi a cercare Anne-Marie. Gli dicono che era la figlia di Deprade e che è morta. Quando va a trovare Deprade, che è in carcere con l'accusa di collaborazionismo, questi gli dice che Anne-Marie è stata fucilata dai nazisti nel novembre del 1942. Bernard si convince che deve esserci stato uno scambio di persona e continua le ricerche della ragazza. Riesce a trovare la sua compagna di cella, che gli descrive Anne-Marie Deprade ed è esattamente la ragazza che lo ha aiutato. Anche se nessuno crede alla sua versione, Bernard accompagna Deprade, una volta che questo è stato liberato, all'esumazione dei resti della figlia fucilata. Lo scheletro di Anne-Marie riappare dallo scavo con addosso i resti di un abito rosso e della giacca di Bernard.
Verso la fine della sua vita, Langelaan si dedicò con particolare interesse ai misteri inspiegabili, non disdegnando di inventarne. Il suo ultimo articolo giornalistico, uscito lo stesso mese della sua morte in La vie claire, narra di una coppia di bambini dalla pelle di colore verde, una femmina e un maschio, apparsi in un uliveto del villaggio di Banjos, presso Gerona in Catalogna, nell'agosto del 1887. Portati a casa del sindaco di Banjos, Ricardo de Calmo, e ripetutamente lavati, i due bambini non avrebbero perso lo strano colore. I due bambini erano avidi di acqua ma mangiavano solo verdure crude; tuttavia il maschio, piccolo e debole, sopravvisse un solo mese prima di spegnersi. La femmina, che dimostrava circa 14 anni, visse in casa del sindaco de Calmo, imparando a esprimersi in Spagnolo e raccontando di essere uscita, insieme al fratello, da una grotta aperta in una collina poco distante dal villaggio, dopo essere cresciuta in un mondo sotterraneo popolato di soli ominidi verdi. Ripetute spedizioni, cui parteciparono anche archeologi, non riuscirono però a identificare l'apertura della grotta. La ragazza morì per cause naturali nel 1892.

Perfino Robert Charroux, che tratta di questo caso in Le livre du passé mystérieux, 1973 (in Inglese The mysterios past, del 1974 e in Italiano Civiltà antiche e misteriose, 1982), pur essendo molto incline a prendere sul serio storie di questo tipo, in quest'occasione manifesta un vistoso scetticismo, raccontando di aver incaricato un giornalista di nome Sergio Berrocal di compiere ricerche sul posto e che queste non hanno portato al minimo risultato.
Robert Charroux (1909-78)



Le edizioni in Francese, Inglese e Italiano del suo libro 






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