domenica 25 ottobre 2020

"The Todd Dossier": scritto da Robert Bloch, firmato da Collier Young

 Le storie legate a film mai fatti, a volte, sono ancora più romanzesche dei film stessi. Non è questo il caso, perché l'intreccio del film fantasma di cui tratteremo era davvero avvincente, ma la vicenda che sta alle sue spalle merita comunque di essere conosciuta.

I fatti prendono l'avvio nel 1968, quando la Center Films decide di ingaggiare come sceneggiatori addirittura una delle coppie di intellettuali più à la page di quel tempo: John Gregory Dunne e Joan Didion, che si sono già fatti un nome come giornalisti e saggisti, lei anche come icona di stile minimalista ma raffinato nel vestire, lanciato in quello stesso anno da un servizio fotografico in cui appare insieme alla sua auto, una Corvette Stingray.


Joan Didion (nata nel 1934) e John Gregory Dunne (1932-2003)



Tre immagini dal servizio della Didion con la Corvette Stingray

A muovere i fili dell'operazione è un produttore dal carattere spregiudicato, famoso non solo per le sue intuizioni artistiche ma anche per i suoi numerosi e famosi matrimoni, Collier Hudson Young.

Young, nato a Indianapolis il 19 agosto 1908, laureato al Dartmouth College, ex pubblicitario, è entrato nel mondo del cinema come story editor della RKO nel 1940 e si è poi associato ad Howard Hughes in una società per produrre film a basso budget, nel 1948. 


Un'immagine giovanile di Howard Hughes (1905-76)

Da qui in poi ha inanellato una serie di buoni successi commerciali, con pellicole abbastanza coraggiose secondo il gusto del tempo, come “Act of violence” (interpretato, tra gli altri, da un altro laureato del Dartmouth, Robert Ryan), “The outrage” e “The Hitch-Hiker”, questi ultimi due diretti dall'allora sua moglie, l'attrice Ida Lupino. 


Collier Young con Ida Lupino (1918-95)



locandine dei tre film citati

Successivamente, il loro matrimonio naufraga quando Young si mette con Joan Fontaine, che è stata partner della Lupino in “The bigamist”, un film che si dice ispirato proprio dalle infedeltà di Young. Con la Fontaine sembra formare la coppia perfetta, sfruttata anche dai pubblicitari, ma neanche questa unione dura, perché Young si sposerà ancora con la modella Marjorie Ann Marsh, portando il numero definitivo dei suoi matrimoni a cinque (ce n'erano stati altri due prima della Lupino).


Young con Joan Fontaine (1917-2013) e la loro figlia

Una pubblicità con Young e la Fontaine

Marjorie Ann Marsh, detta Meg (1925-2010)

Intanto, continua a produrre film di successo a basso budget, come “The Huk!” e “The Halliday Brand”.


Locandine dei film citati

È molto attivo anche come produttore televisivo: il suo primo lavoro di successo, in tal senso, è la serie “Mr Adams and Eve”, interpretato dall'ex moglie Ida Lupino insieme al nuovo marito Howard Duff. Negli anni '60, quando la televisione ha letteralmente un boom, Young produce serie di successo come “One Step Beyond”, la premiatissima “The Rogues”, “The Wild, Wild West” e soprattutto la celeberrima “Ironside”.

Ida Lupino in uno scatto pubblicitario per "Mr Adams and Eve"

Ida Lupino e Howard Duff  (1913-90)

Titoli di "One Step Beyond"

Il cast di "The Rogues": Charles Boyer, Gig Young, David Niven, Robert Coote e Gladys Cooper

Riedizione di "The Wild, Wild West"

I protagonisti di "Ironside": Don Galloway, Barbara Anderson, Don Mitchell e Raymond Burr

Una scena da "Ironside"

Nel 1968, come si diceva, pensa a un ritorno in grande stile al cinema e ingaggia Dunne e la Didion per sceneggiare un film ispirato alla figura del suo vecchio socio Howard Hughes, celebre per le sye eccentricità. Deciso a fare le cose in grande, ingaggia anche uno scrittore di lungo corso come Robert Bloch per ricavare una novelization dalla sceneggiatura del film. Bloch, che in quel momento è a corto di liquidi, accetta per contratto di rinunciare ai diritti del libro in cambio di un pagamento a forfait immediato.


Robert Bloch (1917-94) da giovane e da anziano

Non si sa se c'entri Hughes o no, ma sta di fatto che il progetto del film naufraga. Dopo qualche mese di lavoro, nei quali sia Dunne, sia la Didion, sia Bloch si impegnano molto seriamente, Young getta la spugna e decide che il film non può essere girato.

La sceneggiatura, ormai inutilizzabile, finisce in un cassetto dal quale chissà se mai riemergerà. Ma resta, se non altro, la novelization di Robert Bloch, un autore che, nonostante le tante pubblicazioni, è alla prima esperienza con il genere, pur essendo stato uno degli sceneggiatori del celebre “Psycho” di Hitchcock (tratto da un suo romanzo).

Locandina di "Psycho"

Sorprendentemente, però, Bloch ha fatto un eccellente lavoro. Chiunque legga il romanzo si rende conto che ha tutte le qualità per piacere e diventare un bestseller. Il fatto è che però Bloch ne ha ceduto tutti i diritti a Young. E, infatti, Young contratta con l'editore Dell per pubblicarlo per proprio conto.

The Todd Dossier” sarà pubblicato nel 1969 con la firma di Collier Young, otterrà lusinghieri giudizi critici, venderà molte copie e sarà tradotto in diverse lingue: ma, di tutto questo, Bloch non vedrà neppure un centesimo. Ci saranno anche inutili azioni legali, durante le quali Young e l'editore Dell faranno a scaricabarile riguardo chi abbia deciso di escludere Bloch.



Tre edizioni in Inglese di "The Todd Dossier"


Due edizioni francesi

L'edizione italiana, uscita nel 1971

La questione, comunque, interessa a pochi e sarà rivelata al pubblico solo due decenni dopo, nell'autobiografia di Bloch, “Once Around the Bloch”, in toni molto sarcastici.

L'autobiografia di Bloch

Quando questo avviene, Young è già morto. Se ne è andato in seguito alle conseguenze di un incidente automobilistico, il giorno di Natale del 1980.

La tomba di Young e dell'ultima moglie. Si trova ad Arlington, perché Young, durante la guerra, lavorò per l'Esercito degli Stati Uniti come autore di documentari


Dunne e la Didion, al cinema, ci sono arrivati comunque. Insieme hanno scritto almeno tre film di una certa importanza: “The Panic in Needle Park” (il film dell'esordio di Al Pacino) e i famosissimi “A Star is Born” (“È nata una stella”) e “True Confessions” (“L'assoluzione”), tratto dal romanzo di Dunne stesso ispirato al caso della Black Dahlia. La Didion ha sceneggiato anche “Play it as it lays” e un altro film molto famoso, “Up Close & Personal” (“Qualcosa di personale”).





Locandine di tutti i film appena citati

Dunne è morto nel 2003.

Due loro nipoti, fratello e sorella, hanno intrapreso la carriera cinematografica come attori: Griffin Dunne non ha bisogno di presentazioni. La sorella minore Dominique Dunne, invece, subito dopo aver dato una buona prova nel film “Poltergeist”, fu uccisa dall'ex compagno che non accettava la fine della loro relazione.

Griffin Dunne (1955)

Dominique Dunne (1959-82)

Bloch è morto nel 1994.

The Todd Dossier” è un romanzo avvincente, costruito come un collage di fonti diverse come si usava spesso fare nel XIX secolo, in modo da far presentare la vicenda attraverso le voci di diversi personaggi, che esprimono punti di vista diversi sui fatti.

Al centro dell'intreccio, c'è la grave cardiopatia che affligge uno spregiudicato miliardario, Hollis Todd, che potrebbe essere salvato solo con un trapianto (tema di grande attualità al tempo, dato che i primi trapianti di cuore risalgono al 1967). Todd è un generoso finanziatore di ospedali e istituzioni di ricerca scientifica e uno di questi, sito a Los Angeles, lo chiama perché è stato trovato un organo compatibile con i suoi tessuti. Tuttavia, quando Todd viene ricoverato, arriva la doccia fredda, perché i familiari del donatore non autorizzano l'espianto per ragioni di fondamentalismo religioso. La situazione sembra precipitare ma, miracolosamente, arriva un nuovo donatore, un giovane morto in un incidente automobilistico.

L'équipe guidata dal dottor Walter Geiger compie un intervento magistrale e Hollis Todd sembra salvo. Tuttavia, uno dei medici della équipe stessa, Charles Everett, si insospettisce quando va a esaminare alcuni segni sul corpo del donatore, Tony Polanski, un ex atleta. Everett comincia a pensare che l'incidente in cui Polanski è morto non sia stato casuale.

Sia pure tra mille difficoltà e incontrando ogni sorta di ostacoli, Everett compie una indagine personale sui fatti, e scopre che Polanski, ridotto sulla sedia a rotelle da una malattia progressiva dei muscoli e affetto da una forma tumorale che gli lasciava solo pochi mesi di vita, era già un paziente del centro di ricerca e dunque le sue caratteristiche genetiche potevano essere note anche a chi si occupava della ricerca di donatori di organi. Riesce anche a identificare l'uomo alla guida dell'auto che avrebbe accidentalmente travolto Polanski mentre questo scendeva a tutta velocità da una discesa sulla sua sedia a rotelle, e una donna che, pochi istanti prima dell'incidente, è stata vista parlare con Polanski. I due sembrano corrispondere a una coppia di passaggio per Los Angeles. Ma, quando va a parlare con loro, trova che sono appena morti in un incendio che sembra accidentale.

Quando Todd sta per essere dimesso per andare a trascorrere la convalescenza nella sua lussuosa residenza, Everett riesce a incontrarlo e gli rivela di sapere tutto. Todd si uccide mentre il suo jet privato lo sta riportando a casa, lasciando una registrazione in cui rivela come sono andate le cose.

Benché il finale risulti un po' sforzato (sembrerebbe più realistico che Todd faccia uccidere Everett e la moglie, unica sua confidente), l'andamento della narrazione è sempre appassionante e mai scontato. Fino alla confessione di Todd, anche quando si è capito che l'incidente di Polanski non è stato casuale, non si sa chi abbia preso le decisioni, se Todd stesso o qualcuno dei suoi zelanti collaboratori.

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