Il
processo è l'unico romanzo compiuto di Franz Kafka, nel senso di
unico dei suoi romanzi ad avere una conclusione, anche se comunque
alcuni capitoli della seconda parte sono stati solo abbozzati.
La
trama è conosciuta da tanti, anche grazie al buon film che ne ricavò
Orson Welles nel 1960, interpretato da Anthony Perkins e dalla stesso
Welles. Una mattina, il giovane procuratore bancario Josef K. riceve
la visita di due uomini, funzionari di polizia, che gli comunicano
che è in arresto ma non lo portano in carcere e non gli comunicano
di cosa sia accusato. Da quel momento in poi, Josef K. cerca
inutilmente, sia visitando il Tribunale, sia assumendo un avvocato sia interessando conoscenti, di scoprire quali siano le accuse che
pendono su di lui e come può fare per difendersi da queste in fase
di giudizio. Non riesce nemmeno a sapere quali procedure segua il
Tribunale nelle inchieste e nei dibattimenti. Esasperato e sfinito,
licenzia l'avvocato e, poco dopo, una sera, riceve la visita di altri
due funzionari di polizia che stavolta gli comunicano che è stato
condannato, lo portano in una cava isolata e lo uccidono a
coltellate.
L'edizione originale tedesca di Der Prozess
Kafka in gioventù
Questo
romanzo, scritto in tedesco (la lingua dell'Impero Austro-Ungarico in
cui Kafka era cresciuto), è stato pubblicato per la prima volta nel
1925, postumo, a cura di Max Brod, l'amico cui Kafka aveva affidato i
suoi manoscritti inediti perché li valutasse. Verso la fine della
sua vita, Kafka aveva chiesto a Brod di bruciarli, ma Brod non lo
fece e pubblicò tutto quello che gli riuscì, tra il 1925 e il 1935.
Il romanzo risulta però scritto tra il 1914 e il 1915, con una serie
di interventi successivi fino al 1917.
Max Brod da giovane
Elias
Canetti, il raffinato intellettuale bulgaro di lingua tedesca,
successivamente naturalizzato inglese, premio Nobel per la
Letteratura nel 1981, ha osservato che il periodo di composizione del
romanzo si sovrappone quasi esattamente con quello della vicenda
sentimentale che coinvolse Kafka e una donna con cui fu a lungo
fidanzato, Felice Bauer.
Elias Canetti (1905-94)
Quella
di Kafka è una figura quanto mai complessa, non solo per le diverse
interpretazioni che si possono dare alle sue inquietanti opere
narrative. La sua stessa vita, scandagliata nei minimi dettagli da un
esercito di biografi, appare quella di un uomo che, nonostante le
tantissime testimonianze di amici e conoscenti, non potrà mai essere
conosciuto a fondo. Si sa che fu socialista, sionista, vegetariano e
tante altre cose, ma nessuna di queste condizioni sembra rivestire
una particolare importanza al momento di definirlo, e soprattutto
nessuna di esse ha una qualche attinenza con le opere che scrisse. Si
interessò molto di medicine alternative, sistemi educativi moderni,
novità tecniche come l'aeroplano o il cinema, ma anche di questo non
c'è quasi traccia nelle sue opere.
Kafka
nacque a Praga il 3 luglio 1883, da una famiglia della borghesia
ebraica (all'epoca, Praga contava una folta comunità di ebrei). Il
padre, Hermann Kafka era un ricco commerciante di abbigliamento e
oggettistica (arrivò ad avere fino a 15 dipendenti) e la madre,
Julie Lowy, dava una mano al marito. Come spesso accadeva a quel
tempo, la famiglia, inizialmente numerosa, si assottigliò per via
della mortalità infantile. Franz era il primo figlio, i fratelli
minori Hermann e Georg morirono da piccoli, tra il 1889 e il 1892
nacquero tre sorelle: Gabrielle (Elli), Valerie (Valli) e Otylie
(Ottla).
I genitori di Kafka, Hermann (1852-1931) e Julie (1856-1934)
Valli, Elli e Ottla Kafka da bambine. Tutte e tre si sarebbero sposate e avrebbero avuto figli
Elli Kafka da adulta
Valli Kafka da adulta
Ottla Kafka (la prediletta del fratello) da adulta
Kafka
visse insieme ai suoi genitori fino all'età di 31 anni, anche se, da
adulto, durante le vacanze, compì numerosi viaggi in Francia,
Svizzera, Germania e Italia. A 23 si laureò in Legge a Praga e, dopo
un periodo di tirocinio in tribunale e un anno di lavoro presso le
Assicurazioni Generali, riuscì a farsi assumere da un ente pubblico,
l'Istituto Nazionale di Assicurazioni contro gli Infortuni sul
Lavoro, il che gli lasciò abbastanza tempo libero da dedicare alla
scrittura. Grazie soprattutto all'amicizia dell'ex compagno di
università Max Brod, nato nel 1884 (destinato a diventare un celebre
giornalista e scrittore, dopo aver inizialmente lavorato anche lui in
un ente pubblico), frequentò regolarmente la vivacissima società
culturale praghese. In vita, pubblicò diverse opere su varie riviste
letterarie, e due volumi di racconti. Numerosi testi inediti,
compresi tre romanzi, furono pubblicati postumi a cura di Max Brod,
che però lasciò inedito altro materiale. Altri scritti, affidati
all'ultima compagna di Kafka, Dora Diamant, furono sequestrati dai
nazisti e se ne ignora il destino (si teme che siano stati distrutti,
anche se gli studiosi continuano a cercarli).
La più importante delle "case di Kafka" che si possono vistare a Praga
Il monumento a Kafka vicino alla Sinagoga Spagnola di Praga
La testa componibile di Kafka, sempre a Praga
Kafka
ebbe sempre un rapporto contorto con la salute e con la sessualità.
Sembra che si dividesse tra una forma di ripugnanza per il sesso, dovuta certamente a un'educazione molto repressiva, e un
irresistibile bisogno di praticarlo con le donne, che lo portò a
frequentare assiduamente i bordelli di Praga e ad avere numerose
relazioni sentimentali, sfuggendo però ogni volta al matrimonio.
Pretese sempre di seguire una vita da “salutista” adatta a fisici
molto più massicci e resistenti del suo (era alto 182 cm e pesava 61
kg). Fu astemio e per molti periodi anche vegetariano. E' stato
ipotizzato che soffrisse di anoressia o comunque di qualche disturbo
del comportamento alimentare. Aborriva il fumo ma anche il
riscaldamento artificiale e l'aria viziata, per cui dormiva
regolarmente con le finestre aperte, perfino d'inverno, oltre a fare
esercizi fisici, nudo, nella stanza gelida. Era anche appassionato di
nuoto e si tuffava in tutti i laghi e i fiumi che incontrava durante
i suoi viaggi: in una di queste occasioni, mentre faceva il morto, un
passante sulla riva, vedendolo così magro e pallido, lo scambiò per
un vero cadavere e andò a chiamare aiuto. Nel 1917, gli fu
diagnosticata la tubercolosi polmonare che, nel giro di pochi anni,
prima lo costrinse a lasciare il lavoro, e poi lo condusse a una
morte precoce.
Ma
torniamo al rapporto tra Il processo e alle vicissitudini della vita
di Kafka che si susseguirono durante la sua composizione, rapporto
indagato da Canetti in un saggio intitolato L'altro processo.
Kafka
incontrò Felice Bauer, nata nel 1887, in casa di Brod (di cui la
donna era lontana parente) nel 1912. Pur trovandola piuttosto brutta
fisicamente, restò affascinato dalla sua vitalità ed energia
(Felice, che era una stenodattilografa, sarebbe diventata direttrice
commerciale di una catena di negozi). I due vivevano distanti, lui a
Praga e lei a Berlino, e il loro fu soprattutto un rapporto
epistolare, anche se ebbero molti momenti di intimità nelle
occasioni in cui si videro. Kafka però non si decideva a fidanzarsi
ufficialmente con lei, e nel 1914 i due ebbero una prima rottura.
Il
fidanzamento ufficiale durò per un breve periodo, nell'estate del
1914 e fu presto rotto, bruscamente, per una inaspettata
complicazione.
Felice Bauer al tempo in cui Kafka la conobbe
Felice e Kafka da fidanzati
Felice,
nei mesi precedenti, aveva spedito a Praga l'amica Grete Bloch, nata
nel 1892, con il compito di fare da intermediaria nei rapporti tra
lei e Kafka, in modo da arrivare a ricucire con lui. Kafka si
affezionò moltissimo e Grete e, dopo che questa fu tornata a
Berlino, le scrisse moltissime lettere lamentandosi del comportamento
di Felice. Poi, però, cedette alle pressioni di questa e andò a
Berlino a fidanzarsi ufficialmente con lei. Grete, che evidentemente
ci aveva fatto un pensiero anche lei su Kafka, reagì portando alla
famiglia di Felice le lettere che Kafka le aveva scritto. Fu la fine
del fidanzamento, e il "processo" che i Bauer e i loro
amici intentarono a Kafka, secondo Canetti, è alla base del processo
a Josef K. del romanzo omonimo.
Grete Bloch
Successivamente, però, Kafka e Felice si riappacificarono ancora e progettarono di sposarsi.
Il
rapporto di Kafka con Felice terminò definitivamente nel 1917.
Quell'estate, i due trascorsero insieme in luglio una felicissima
vacanza nella città termale di Marienbad e programmarono il
matrimonio per i mesi successivi. Tuttavia, in agosto, Kafka ebbe la
prima emottisi con cui si palesò la tbc e, dopo aver passato la
visita di uno specialista a settembre, comunicò a Felice che non
poteva imporle il matrimonio con un invalido. Felice la prese
piuttosto bene: nel 1919 sposò un banchiere molto più anziano di
lei, da cui ebbe due figli e con il quale, all'inizio delle
persecuzioni razziali, emigrò in Usa, dove poi sarebbe morta nel
1960. Nel 1955, avendo bisogno di soldi per curarsi, vendette a un
editore le lettere di Kafka che aveva sempre conservato.
Nemmeno
una volta terminato Il processo, la via sentimentale di Kafka trovò
pace.
Qualche tempo dopo la fine della sua storia con Felice, Kafka ci ripensò sulla faccenda dell'invalido che non poteva sposarsi, forse anche perché le prime cure sembrarono portarlo sull'orlo della guarigione. Si fidanzò nel 1919 con una modesta e inquieta ragazza praghese, che faceva la cameriera, Julie Wohryzeck, nata nel 1891, il cui precedente fidanzato era morto in guerra. Nel 1920 la lasciò e l'anno dopo lei sposò un avvocato.
Qualche tempo dopo la fine della sua storia con Felice, Kafka ci ripensò sulla faccenda dell'invalido che non poteva sposarsi, forse anche perché le prime cure sembrarono portarlo sull'orlo della guarigione. Si fidanzò nel 1919 con una modesta e inquieta ragazza praghese, che faceva la cameriera, Julie Wohryzeck, nata nel 1891, il cui precedente fidanzato era morto in guerra. Nel 1920 la lasciò e l'anno dopo lei sposò un avvocato.
Julie Wohryzeck
Tra
il 1919 e il 1923, Kafka ebbe una corrispondenza (inizialmente molto
intensa, poi raffreddatasi) con la scrittrice ceca Milena Jesenskà,
nata nel 1896, che aveva tradotto i suoi racconti dal tedesco al
ceco. Si incontrarono anche alcune volte e Kafka, a un certo punto,
le chiese di lasciare il marito (con cui, peraltro, la donna aveva un
rapporto pessimo) per andare a vivere con lui. Il rifiuto di Milena
determinò la fine della storia, anche se Kafka, successivamente, le
lasciò i suoi diari.
Milena Jesenskà
Durante
una vacanza sul Baltico, nell'estate del 1923, Kafka incontrò Dora
Diamant, nata nel 1898, una maestra d'asilo polacca che lavorava come
volontaria in una colonia. I due trascorsero insieme tre settimane,
al termine delle quali decisero di andare a convivere, progettando
anche di trasferirsi l'anno successivo in Palestina per unirsi ai
primi coloni sionisti. Questo progetto però naufragò prima ancora
di partire, perché l'amico Hugo Bergmann, che era già a Tel Aviv,
temendo che Kafka potesse infettare i suoi figli con la tubercolosi,
rifiutò di ospitarlo. Kafka raggiunse quindi Dora a Berlino. Qui,
però, le sue condizioni di salute si aggravarono, sia per l'inverno
insolitamente freddo sia per le ristrettezze economiche dovute al
fatto che l'inflazione galoppante si mangiava rapidamente il potere
d'acquisto della modesta pensione di invalidità con cui
l'amministrazione pubblica lo aveva collocato a riposo nel
1921.
Dora Diamant
Nelle ultime settimane di convivenza, Dora distrusse per ordine di Kafka alcune delle sue carte, ma altre ne conservò. Non volle però darle a Brod per la pubblicazione e, nel 1933, le furono sequestrate dalla Gestapo durante una perquisizione. Brod cercò di recuperarle interessando della vicenda lo scrittore tedesco Camill Hoffmann, nato nel 1878, ma l'unico risultato che ottenne fu che Hoffmann, per le sue frequentazioni di ebrei, finì a Dachau. A quel punto, Dora emigrò in Inghilterra, dove sarebbe rimasta fino alla morte, nel 1952.
Camill Hoffmann
Nel 1920, durante un ricovero in sanatorio, Kafka aveva fatto amicizia con un giovane studente di medicina ungherese ed ebreo, Robert Klopstock, nato nel 1899. Durante l'ultimo ricovero a Kierling (vicino Vienna) lo volle accanto. Fu Klopstock ad attuare il "suicidio assistito" voluto da Kafka, aumentando le dosi di analgesico fino a fargli perdere definitivamente conoscenza, nel pomeriggio del 3 giugno 1924. A quel tempo non esisteva ancora la nutrizione parenterale e, essendo impossibilitato a deglutire in seguito all'estensione del male alla trachea, Kafka sarebbe stato praticamente condannato a morire di fame. In seguito, Klopstock si laureò a Berlino nel 1928 e nel 1933, insieme alla moglie, emigrò negli Usa, dove divenne un importante pneumologo. Visse fino al 1972.
Robert Klopstock
Chi
si interessa di questa storia non può non rimanere colpito dal
destino di molti suoi protagonisti. Praticamente tutte le donne che
vi compaiono, tolta la madre di Kafka che morì prima e Dora Diamant
e Felice Bauer che fecero in tempo a emigrare, finirono uccise dai
nazisti durante la Shoah.
Gabrielle
Kafka fu gasata nel campo di Chelmno, in Polonia, nel 1944; la
sorella Valerie Kafka l'aveva preceduta, nello stesso campo, nel
1942; la terza sorella, Otylie Kafka, era stata invece gasata ad
Auschwitz nel 1943. Grete Bloch e Julie Wohryzeck furono gasate ad
Auschwitz nel 1944. Nello stesso anno, Milena Jesenskà trovò la
morte a Ravensbruck.
Anche Camill Hoffmann morì ad Auschwitz nel 1944.
Anche Camill Hoffmann morì ad Auschwitz nel 1944.
Al
terribile destino della Shoah sfuggì invece Max Brod: che, al
momento dell'invasione della Cecoslovacchia da parte dei nazisti, nel
1939, fuggì nella Palestina britannica. Qui lavorò inizialmente come consulente editoriale e poi, dopo la nascita dello Stato d'Israele, per il Teatro
Nazionale d'Israele e come docente universitario, fino alla morte,
nel 1968.
Nessun commento:
Posta un commento