martedì 8 novembre 2016

"L'altro processo": Elias Canetti racconta come un mystery la genesi di un capolavoro di Kafka

Il processo è l'unico romanzo compiuto di Franz Kafka, nel senso di unico dei suoi romanzi ad avere una conclusione, anche se comunque alcuni capitoli della seconda parte sono stati solo abbozzati.
La trama è conosciuta da tanti, anche grazie al buon film che ne ricavò Orson Welles nel 1960, interpretato da Anthony Perkins e dalla stesso Welles. Una mattina, il giovane procuratore bancario Josef K. riceve la visita di due uomini, funzionari di polizia, che gli comunicano che è in arresto ma non lo portano in carcere e non gli comunicano di cosa sia accusato. Da quel momento in poi, Josef K. cerca inutilmente, sia visitando il Tribunale, sia assumendo un avvocato sia interessando conoscenti, di scoprire quali siano le accuse che pendono su di lui e come può fare per difendersi da queste in fase di giudizio. Non riesce nemmeno a sapere quali procedure segua il Tribunale nelle inchieste e nei dibattimenti. Esasperato e sfinito, licenzia l'avvocato e, poco dopo, una sera, riceve la visita di altri due funzionari di polizia che stavolta gli comunicano che è stato condannato, lo portano in una cava isolata e lo uccidono a coltellate.
L'edizione originale tedesca di Der Prozess

Kafka in gioventù

Questo romanzo, scritto in tedesco (la lingua dell'Impero Austro-Ungarico in cui Kafka era cresciuto), è stato pubblicato per la prima volta nel 1925, postumo, a cura di Max Brod, l'amico cui Kafka aveva affidato i suoi manoscritti inediti perché li valutasse. Verso la fine della sua vita, Kafka aveva chiesto a Brod di bruciarli, ma Brod non lo fece e pubblicò tutto quello che gli riuscì, tra il 1925 e il 1935. Il romanzo risulta però scritto tra il 1914 e il 1915, con una serie di interventi successivi fino al 1917.
Max Brod da giovane

Elias Canetti, il raffinato intellettuale bulgaro di lingua tedesca, successivamente naturalizzato inglese, premio Nobel per la Letteratura nel 1981, ha osservato che il periodo di composizione del romanzo si sovrappone quasi esattamente con quello della vicenda sentimentale che coinvolse Kafka e una donna con cui fu a lungo fidanzato, Felice Bauer.
Elias Canetti (1905-94)

Quella di Kafka è una figura quanto mai complessa, non solo per le diverse interpretazioni che si possono dare alle sue inquietanti opere narrative. La sua stessa vita, scandagliata nei minimi dettagli da un esercito di biografi, appare quella di un uomo che, nonostante le tantissime testimonianze di amici e conoscenti, non potrà mai essere conosciuto a fondo. Si sa che fu socialista, sionista, vegetariano e tante altre cose, ma nessuna di queste condizioni sembra rivestire una particolare importanza al momento di definirlo, e soprattutto nessuna di esse ha una qualche attinenza con le opere che scrisse. Si interessò molto di medicine alternative, sistemi educativi moderni, novità tecniche come l'aeroplano o il cinema, ma anche di questo non c'è quasi traccia nelle sue opere.
Kafka nacque a Praga il 3 luglio 1883, da una famiglia della borghesia ebraica (all'epoca, Praga contava una folta comunità di ebrei). Il padre, Hermann Kafka era un ricco commerciante di abbigliamento e oggettistica (arrivò ad avere fino a 15 dipendenti) e la madre, Julie Lowy, dava una mano al marito. Come spesso accadeva a quel tempo, la famiglia, inizialmente numerosa, si assottigliò per via della mortalità infantile. Franz era il primo figlio, i fratelli minori Hermann e Georg morirono da piccoli, tra il 1889 e il 1892 nacquero tre sorelle: Gabrielle (Elli), Valerie (Valli) e Otylie (Ottla). 

I genitori di Kafka, Hermann (1852-1931) e Julie (1856-1934)

Valli, Elli e Ottla Kafka da bambine. Tutte e tre si sarebbero sposate e avrebbero avuto figli

Elli Kafka da adulta

Valli Kafka da adulta

Ottla Kafka (la prediletta del fratello) da adulta

Kafka visse insieme ai suoi genitori fino all'età di 31 anni, anche se, da adulto, durante le vacanze, compì numerosi viaggi in Francia, Svizzera, Germania e Italia. A 23 si laureò in Legge a Praga e, dopo un periodo di tirocinio in tribunale e un anno di lavoro presso le Assicurazioni Generali, riuscì a farsi assumere da un ente pubblico, l'Istituto Nazionale di Assicurazioni contro gli Infortuni sul Lavoro, il che gli lasciò abbastanza tempo libero da dedicare alla scrittura. Grazie soprattutto all'amicizia dell'ex compagno di università Max Brod, nato nel 1884 (destinato a diventare un celebre giornalista e scrittore, dopo aver inizialmente lavorato anche lui in un ente pubblico), frequentò regolarmente la vivacissima società culturale praghese. In vita, pubblicò diverse opere su varie riviste letterarie, e due volumi di racconti. Numerosi testi inediti, compresi tre romanzi, furono pubblicati postumi a cura di Max Brod, che però lasciò inedito altro materiale. Altri scritti, affidati all'ultima compagna di Kafka, Dora Diamant, furono sequestrati dai nazisti e se ne ignora il destino (si teme che siano stati distrutti, anche se gli studiosi continuano a cercarli).
La più importante delle "case di Kafka" che si possono vistare a Praga

Il monumento a Kafka vicino alla Sinagoga Spagnola di Praga

La testa componibile di Kafka, sempre a Praga

Kafka ebbe sempre un rapporto contorto con la salute e con la sessualità. Sembra che si dividesse tra una forma di ripugnanza per il sesso, dovuta certamente a un'educazione molto repressiva, e un irresistibile bisogno di praticarlo con le donne, che lo portò a frequentare assiduamente i bordelli di Praga e ad avere numerose relazioni sentimentali, sfuggendo però ogni volta al matrimonio. Pretese sempre di seguire una vita da “salutista” adatta a fisici molto più massicci e resistenti del suo (era alto 182 cm e pesava 61 kg). Fu astemio e per molti periodi anche vegetariano. E' stato ipotizzato che soffrisse di anoressia o comunque di qualche disturbo del comportamento alimentare. Aborriva il fumo ma anche il riscaldamento artificiale e l'aria viziata, per cui dormiva regolarmente con le finestre aperte, perfino d'inverno, oltre a fare esercizi fisici, nudo, nella stanza gelida. Era anche appassionato di nuoto e si tuffava in tutti i laghi e i fiumi che incontrava durante i suoi viaggi: in una di queste occasioni, mentre faceva il morto, un passante sulla riva, vedendolo così magro e pallido, lo scambiò per un vero cadavere e andò a chiamare aiuto. Nel 1917, gli fu diagnosticata la tubercolosi polmonare che, nel giro di pochi anni, prima lo costrinse a lasciare il lavoro, e poi lo condusse a una morte precoce.
Ma torniamo al rapporto tra Il processo e alle vicissitudini della vita di Kafka che si susseguirono durante la sua composizione, rapporto indagato da Canetti in un saggio intitolato L'altro processo.
Kafka incontrò Felice Bauer, nata nel 1887, in casa di Brod (di cui la donna era lontana parente) nel 1912. Pur trovandola piuttosto brutta fisicamente, restò affascinato dalla sua vitalità ed energia (Felice, che era una stenodattilografa, sarebbe diventata direttrice commerciale di una catena di negozi). I due vivevano distanti, lui a Praga e lei a Berlino, e il loro fu soprattutto un rapporto epistolare, anche se ebbero molti momenti di intimità nelle occasioni in cui si videro. Kafka però non si decideva a fidanzarsi ufficialmente con lei, e nel 1914 i due ebbero una prima rottura.
Il fidanzamento ufficiale durò per un breve periodo, nell'estate del 1914 e fu presto rotto, bruscamente, per una inaspettata complicazione.
Felice Bauer al tempo in cui Kafka la conobbe

Felice e Kafka da fidanzati

Felice, nei mesi precedenti, aveva spedito a Praga l'amica Grete Bloch, nata nel 1892, con il compito di fare da intermediaria nei rapporti tra lei e Kafka, in modo da arrivare a ricucire con lui. Kafka si affezionò moltissimo e Grete e, dopo che questa fu tornata a Berlino, le scrisse moltissime lettere lamentandosi del comportamento di Felice. Poi, però, cedette alle pressioni di questa e andò a Berlino a fidanzarsi ufficialmente con lei. Grete, che evidentemente ci aveva fatto un pensiero anche lei su Kafka, reagì portando alla famiglia di Felice le lettere che Kafka le aveva scritto. Fu la fine del fidanzamento, e il "processo" che i Bauer e i loro amici intentarono a Kafka, secondo Canetti, è alla base del processo a Josef K. del romanzo omonimo.
Grete Bloch

Successivamente, però, Kafka e Felice si riappacificarono ancora e progettarono di sposarsi.
Il rapporto di Kafka con Felice terminò definitivamente nel 1917. Quell'estate, i due trascorsero insieme in luglio una felicissima vacanza nella città termale di Marienbad e programmarono il matrimonio per i mesi successivi. Tuttavia, in agosto, Kafka ebbe la prima emottisi con cui si palesò la tbc e, dopo aver passato la visita di uno specialista a settembre, comunicò a Felice che non poteva imporle il matrimonio con un invalido. Felice la prese piuttosto bene: nel 1919 sposò un banchiere molto più anziano di lei, da cui ebbe due figli e con il quale, all'inizio delle persecuzioni razziali, emigrò in Usa, dove poi sarebbe morta nel 1960. Nel 1955, avendo bisogno di soldi per curarsi, vendette a un editore le lettere di Kafka che aveva sempre conservato.
Nemmeno una volta terminato Il processo, la via sentimentale di Kafka trovò pace.
Qualche tempo dopo la fine della sua storia con Felice, Kafka ci ripensò sulla faccenda dell'invalido che non poteva sposarsi, forse anche perché le prime cure sembrarono portarlo sull'orlo della guarigione. Si fidanzò nel 1919 con una modesta e inquieta ragazza praghese, che faceva la cameriera, Julie Wohryzeck, nata nel 1891, il cui precedente fidanzato era morto in guerra. Nel 1920 la lasciò e l'anno dopo lei sposò un avvocato.
Julie Wohryzeck

Tra il 1919 e il 1923, Kafka ebbe una corrispondenza (inizialmente molto intensa, poi raffreddatasi) con la scrittrice ceca Milena Jesenskà, nata nel 1896, che aveva tradotto i suoi racconti dal tedesco al ceco. Si incontrarono anche alcune volte e Kafka, a un certo punto, le chiese di lasciare il marito (con cui, peraltro, la donna aveva un rapporto pessimo) per andare a vivere con lui. Il rifiuto di Milena determinò la fine della storia, anche se Kafka, successivamente, le lasciò i suoi diari.
Milena Jesenskà

Durante una vacanza sul Baltico, nell'estate del 1923, Kafka incontrò Dora Diamant, nata nel 1898, una maestra d'asilo polacca che lavorava come volontaria in una colonia. I due trascorsero insieme tre settimane, al termine delle quali decisero di andare a convivere, progettando anche di trasferirsi l'anno successivo in Palestina per unirsi ai primi coloni sionisti. Questo progetto però naufragò prima ancora di partire, perché l'amico Hugo Bergmann, che era già a Tel Aviv, temendo che Kafka potesse infettare i suoi figli con la tubercolosi, rifiutò di ospitarlo. Kafka raggiunse quindi Dora a Berlino. Qui, però, le sue condizioni di salute si aggravarono, sia per l'inverno insolitamente freddo sia per le ristrettezze economiche dovute al fatto che l'inflazione galoppante si mangiava rapidamente il potere d'acquisto della modesta pensione di invalidità con cui l'amministrazione pubblica lo aveva collocato a riposo nel 1921.
Dora Diamant

Nelle ultime settimane di convivenza, Dora distrusse per ordine di Kafka alcune delle sue carte, ma altre ne conservò. Non volle però darle a Brod per la pubblicazione e, nel 1933, le furono sequestrate dalla Gestapo durante una perquisizione. Brod cercò di recuperarle interessando della vicenda lo scrittore tedesco Camill Hoffmann, nato nel 1878, ma l'unico risultato che ottenne fu che Hoffmann, per le sue frequentazioni di ebrei, finì a Dachau. A quel punto, Dora emigrò in Inghilterra, dove sarebbe rimasta fino alla morte, nel 1952.
Camill Hoffmann

Nel 1920, durante un ricovero in sanatorio, Kafka aveva fatto amicizia con un giovane studente di medicina ungherese ed ebreo, Robert Klopstock, nato nel 1899. Durante l'ultimo ricovero a Kierling (vicino Vienna) lo volle accanto. Fu Klopstock ad attuare il "suicidio assistito" voluto da Kafka, aumentando le dosi di analgesico fino a fargli perdere definitivamente conoscenza, nel pomeriggio del 3 giugno 1924. A quel tempo non esisteva ancora la nutrizione parenterale e, essendo impossibilitato a deglutire in seguito all'estensione del male alla trachea, Kafka sarebbe stato praticamente condannato a morire di fame. In seguito, Klopstock si laureò a Berlino nel 1928 e nel 1933, insieme alla moglie, emigrò negli Usa, dove divenne un importante pneumologo. Visse fino al 1972.
Robert Klopstock

Chi si interessa di questa storia non può non rimanere colpito dal destino di molti suoi protagonisti. Praticamente tutte le donne che vi compaiono, tolta la madre di Kafka che morì prima e Dora Diamant e Felice Bauer che fecero in tempo a emigrare, finirono uccise dai nazisti durante la Shoah.
Gabrielle Kafka fu gasata nel campo di Chelmno, in Polonia, nel 1944; la sorella Valerie Kafka l'aveva preceduta, nello stesso campo, nel 1942; la terza sorella, Otylie Kafka, era stata invece gasata ad Auschwitz nel 1943. Grete Bloch e Julie Wohryzeck furono gasate ad Auschwitz nel 1944. Nello stesso anno, Milena Jesenskà trovò la morte a Ravensbruck. 
Anche Camill Hoffmann morì ad Auschwitz nel 1944.
Al terribile destino della Shoah sfuggì invece Max Brod: che, al momento dell'invasione della Cecoslovacchia da parte dei nazisti, nel 1939, fuggì nella Palestina britannica. Qui lavorò inizialmente come consulente editoriale e poi, dopo la nascita dello Stato d'Israele, per il Teatro Nazionale d'Israele e come docente universitario, fino alla morte, nel 1968.


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