Lo scorbuto è una grave sindrome che
colpisce gli organismi che non introducono abbastanza vitamina C
(acido L-ascorbico) nella loro dieta. La vitamina C, essendo
idrosolubile, non si accumula all'interno dell'organismo: la sua
eventuale eccedenza, viene espulsa con le orine e non accumulata:
deve, dunque, essere introdotta ogni giorno, tranne che negli animali
carnivori tipo canidi o felidi, nei quali è prodotta dal fegato a
partire dal glucosio.
Struttura della Vitamina C
La vitamina C svolge diversi ruoli
nell'interno dell'organismo umano, alcuni dei quali forse ancora da
scoprire. E' noto che la sua carenza provoca la depressione del
sistema immunitario e alcuni scienziati illustri hanno imputato a
questa carenza e alle altre ipovitaminosi un ruolo importante nella
genesi dei tumori maligni. Il grande chimico Linus Pauling
(scopritore della struttura delle proteine e delle cause genetiche
dell'anemia falciforme, premio Nobel per la Chimica nel 1954 e per la
Pace nel 1962 per il suo impegno contro la proliferazione delle armi
atomiche) ne era talmente convinto che, per anni, prese supplementi
di vitamina C per prevenire questa malattia. Morì per le
conseguenze di un cancro alla prostata: ma, comunque, era già
ultranovantenne.
Linus Pauling (1901-94)
Ma il ruolo più importante della
vitamina C nell'organismo umano è quello svolto nella genesi del
collagene, la proteina principale dei tessuti connettivi, che in sua
assenza non si forma. Pertanto, l'ipovitaminosi C si presenta
innanzitutto con il cedimento di tutte le parti molli ed elastiche
del corpo, a cominciare dai tendini e dai muscoli a essi collegati,
per arrivare ai tessuti di sostegno delle mucose.
Fibre di Collagene viste al microscopio elettronico
La difficoltà nella conservazione di
cibi freschi durante i lungi viaggi, soprattutto per mare, faceva sì
che la dieta dei marinai fosse molto ricca in termini calorici (anche
5-6000 calorie al giorno, che peraltro bastavano a fatica a coprire
il fabbisogno di una vita durissima) ma molto povera come varietà,
essendo basata quasi esclusivamente sulla carne conservata sotto
sale. E' un fatto che, dopo la scoperta dell'America e l'inizio dei
viaggi oceanici, lo scorbuto cominciò a mietere vittime tra i
marinai, che morivano come le mosche: si parla di oltre 2 milioni e
mezzo di morti in mare, solo per questa causa, in poco più di 2
secoli.
I viaggi più tragici, in tal senso,
erano quelli diretti alle zone polari o nei loro dintorni,
soprattutto quelli intrapresi per scoprire il Passaggio a Nord-Ovest
(a Nord dell'America) o quello a Nord-Est (a Nord della Russia),
nella speranza di evitare i pericolosissimi passaggi a Sud (il Capo
di Buona Speranza in Africa e il Capo Horn in America) durante le
circumnavigazioni del globo terrestre. Anche una volta scoperti,
questi passaggi si dimostrarono di fatto impraticabili.
Uno dei viaggi più importanti e meglio
documentati in tal senso, è quello organizzato dalla Russia e
comandato dall'esploratore danese Vitus Bering, partito dal Kamchatka
(la penisola che si estende in senso Nord-Sud dalla Siberia
settentrionale all'Oceano Pacifico) nel 1741 per esplorare il
Pacifico del Nord e raggiungere l'Alaska (oggi conosciuto come
Secondo Viaggio di Vitus Bering, dopo il primo compiuto alcuni anni
prima).
La mappa mostra in verde il primo e in rosso il secondo viaggio di Bering
Vitus Bering (1681-1741)
A bordo di una delle due navi,
l'ammiraglia Sankt Petr (l'altra era la Sankt Pavlov, sua gemella),
era imbarcato anche il giovane medico tedesco Georg Steller, nato
vicino Norimberga il 10 marzo 1709, che possedeva una cultura
enciclopedica in tutte le scienze e, perciò, sin dall'inizio, si
rivelò un fastidio per gli ufficiali che non sapevano che farsene
dei suoi consigli non richiesti. Steller intuì abbastanza
rapidamente la direzione in cui avrebbero trovato più facilmente la
terraferma (era quella da cui provenivano i resti vegetali
trasportati dalle correnti marine) e il miglior luogo per approdare e
fare rifornimento di acqua (alla foce di un fiume) ma in ambo i casi
non fu ascoltato. Né fu ascoltato quando, a bordo, si verificarono i
primi casi di scorbuto e la sua reazione fu di scendere a terra a
procurarsi piante che potessero contrastare la malattia. Steller
forse sapeva che i membri della spedizione francese di Jacques
Cartier, che aveva tentato di penetrare nell'interno del Nordamerica
seguendo il corso del fiume San Lorenzo nel 1553, inizialmente
sterminati dallo scorbuto, erano sopravvissuti dopo aver seguito il
consiglio degli indigeni di consumare un decotto di corteccia e
foglie di un albero (chiamato “Annedda” e identificato con la
Tuia occidentale); mentre era sicuramente al corrente delle qualità
della Coclearia, già consigliata dai medici europei e aveva
osservato che i nativi della Kamchatka, che consumavano una varietà
di Coclearia locale, un'Acetosa, delle Genziane e un tipo di
Crescione locale, non andavano soggetti a scorbuto. Pertanto, cercava
proprio queste piante, diffusissime nella zona.
Georg Steller (1709-46)
Un albero di Tuia
Una pianta di Coclearia
Una pianta di Acetosa
Fiori di Genziana
Una pianta di Crescione
Tuttavia, gli ufficiali continuarono a
non ascoltarlo, e i marinai ancora meno, almeno finché cominciarono
a morire uno dietro l'altro. A quel punto, i più ragionevoli si
rassegnarono a consumare le erbe che il medico aveva raccolto e
portato a bordo, ricavandone immediato miglioramento.
Le pessime condizioni di salute del
comandante Bering fecero sì che il viaggio di ritorno dall'Alaska
verso il Kamchatka si fosse comandato da due ufficiali, Khitrov e
Waxell, i quali si rivelarono ottusi e incompetenti, persero la rotta
e finirono per approdare sulla terraferma parecchie miglia a Nord del
porto di Petropavlosk, dove erano diretti. In realtà, non si
trovavano nemmeno sul Kamchatka, ma su un'isola non segnata sulle
carte che si trovava davanti alla costa (oggi chiamata Isola di
Bering).
Era ormai novembre inoltrato (la
spedizione era partita a giugno), la nave era ridotta malissimo e
l'equipaggio dovette rassegnarsi a svernare lì, in condizioni
terribili. Insieme al suo domestico, a un altro viaggiatore tedesco,
a tre marinai tedeschi e due cosacchi e a due servitori personali di
Bering, Steller costruì, scavandolo nel terreno e coprendolo con il
legname che le onde gettavano sulla spiaggia, un rifugio sotterraneo
simile a quelli in cui abitavano gli indigeni della Kamchatka.
Constatato che se la passavano meglio di loro, anche gli altri
marinai decisero di seguirne l'esempio. Molti marinai morirono
comunque, appena furono trasportati a terra dalla nave.
Steller andava continuamente a caccia
di animali da mangiare oltre che di erbe per integrare la dieta e, in
questo modo, scoprì e descrisse per la prima volta alcuni animali
tipici di quelle aree, compresa una specie di sirenide mai visto
altrove, che fu poi chiamato Ritina di Steller e oggi si è estinta
per la caccia cui è stato sottoposto. Scoprì anche alcune piante.
Ricostruzione della Vacca Marina o Ritina di Steller
Uno scheletro di Ritina di Steller conservato a Helsinki
Il Chryptochiton (mollusco) scoperto da Steller
Un esemplare di Aquila di Steller
Un esemplare di Lontra marina di Steller
Due esemplari di Leone marino di Steller
Un esemplare di Anatra di Steller
Un esemplare di Ghiandaia di Steller
Una pianta di Artemisia, pure scoperta da Steller
Nonostante le cure di Steller, il
comandante Bering morì l'8 dicembre 1741. In seguito, il numero di
morti diminuì, anche perché, per contrastare la denutrizione, i
marinai presero a consumare anche le interiora degli animali
catturati, spesso addirittura crude, ossia in condizioni tali da
conservare ancora molta della vitamina C originaria.
In primavera, smontarono la Sankt Petr
che era stata gettata a riva dalle correnti e dal materiale ricavato
ne ricavarono una barca più piccola, cui diedero lo stesso nome. Con
questa, il 13 agosto 1742, dopo aver fatto provvista di cibo e acqua,
si misero in viaggio verso Petropvlosk, che raggiunsero poche
settimane dopo. L'equipaggio, originariamente composto da 78 uomini,
si era ridotto a 46.
Steller passò i due anni successivi a
esplorare la Kamchatka, e presto si rese conto degli abusi commessi
dai funzionari zaristi a danno delle tribù locali. Cercò in tutti i
modi di denunciarli, ma finì arrestato e accusato di fomentare una
ribellione. Processato e assolto, fu richiamato a San Pietroburgo ma,
durante il viaggio, si ammalò di polmonite e morì a Tyumen,
importante città siberiana sul fiume Tura, il 14 novembre 1746,
all'età di 37 anni.
I suoi diari relativi alla seconda
spedizione Bering furono poi salvati e pubblicati dallo scienziato
tedesco Peter Simon Pallas.
Peter Simon Pallas (1741-1811)
Nella primavera del 1747, il medico
scozzese James Lind, in servizio sulla nave HMS Salisbury, compì
quello che è stato successivamente definito il primo esperimento
veramente scientifico della Storia, in cui testò alcune sostanze che
si ipotizzava potessero avere un effetto sullo scorbuto (sidro, acido
diluito, aceto, ecc) somministrandone solo una per ogni gruppo e
confrontandone le reazioni rispetto a quelle di un “gruppo di
controllo” cui non veniva somministrato nulla. Risultò, entro
pochi giorni, che solo i marinai trattati con il succo di lime
ottenevano vistosi miglioramenti. Lind estese il trattamento con il
succo di lime anche agli altri ed ottenne una percentuale di
guarigione del 100%.
James Lind (1716-94)
I risultati dell'esperimento di Lind
furono una delle guide della condotta di James Cook, il più grande
navigatore della Storia, che era stato anche un attento lettore dei
diari di Steller. Cook, che compì tre lunghissimi e avventurosi
viaggi intorno al mondo, scoprendo gran parte delle terre del
Pacifico e l'Antartide (su cui però non riuscì mai a sbarcare),
sebbene viaggiasse sempre in condizioni difficilissime, non perse mai
neppure un uomo per lo scorbuto. Oltre che il lime e gli altri
agrumi, per contrastare lo scorbuto introdusse nella dieta dei
marinai anche i crauti (ricavati dal cavolo) sott'aceto, che si
conservavano molto a lungo. Inflessibile sulla disciplina, era solito
far frustare i marinai che provassero a disattendere le sue
prescrizioni alimentari.
James Cook (1728-79)
La struttura e i meccanismi di azione
della vitamina C sono stati scoperti solo nel XX secolo, dal chimico
ungherese (ma attivo a Cambridge) Albert Szent-Gyorgy, che ricevette
il premio Nobel per questo lavoro.
Albert Szent-Gyorgy (1893-1986)
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