Quando scoppiò la seconda guerra
mondiale, Miles Barton Tripp, un giovane studente dell'Hertfordshire,
nato a Ganwick Corner il 5 maggio 1923, decise di dare il suo
contributo alla difesa della patria e corse ad arruolarsi nella RAF.
Miles Tripp (primo a sinistra di chi legge) con i suoi compagni d'equipaggio, nel 1944
Di nuovo Tripp (primo a destra di chi legge) con i suoi commilitoni
Imbarcato come mitragliere su un Avro
683 Lancaster, partecipò complessivamente a 37 missioni di
bombardamento. Il suo aereo faceva parte della prima ondata di
bombardieri che colpì la città di Dresda, nell'apocalittico
bombardamento del 13 febbraio 1945.
Un bombardiere Lancaster come quello su cui era imbarcato Tripp
In seguito, Tripp scrisse che quello
del bombardamento di Dresda restava ancora, dopo molti anni, un
pensiero molto sgradevole; ma aggiunse che lui e gli altri aviatori
si erano prestati a una tale azione perché persuasi che avrebbe dato
un contributo all'accorciamento della guerra.
Terminata la guerra, Tripp riprese gli
studi completandoli con la laurea in Legge. Intraprese la carriera di
avvocato, si sposò ed ebbe tre figli, tra cui un ragazzo autistico.
Condusse una vita piuttosto ritirata, divisa prevalentemente tra il
lavoro e la famiglia, e per un certo periodo soffrì di una forma di
depressione che lo indusse a ricorrere alla psicoterapia.
Tripp nella mezza età, quando faceva l'avvocato
Dopo essere andato in pensione nel
1983, morì nella sua casa di Potters Bar, sempre nell'Hertfordshire
dove aveva passato tutta la vita, il 2 settembre 2000.
In tutto questo, trovò però il modo
di scrivere e pubblicare (dal 1952 al 1999) ben 37 romanzi e almeno 13
racconti. Il più noto dei suoi libri, però, è sicuramente The eight passenger
(L'ottavo passeggero), del 1969, sulle sue esperienze militari. Qui,
racconta la storia del giovanissimo equipaggio di bombardiere del
quale fece parte. Il tono, inizialmente, sembra a tratti goliardico,
come si conviene a una vicenda di ragazzi che vanno all'avventura:
ma, più si va avanti, più la percezione della tragedia in cui si è
rimasti invischiati diventa percettibile. Soprattutto, Tripp non
smette di porsi il problema della necessità di bombardare obiettivi
civili, e Dresda in particolare, giungendo alla dolorosa conclusione ex post che non era affatto necessario ma precisando che, all'epoca, nessuno
dei piloti e degli equipaggi ne sapeva abbastanza della questione da
potersi permettere un qualsiasi giudizio autonomo in contrasto con quello dei comandi.
L'ottavo passeggero del titolo, su un equipaggio di sette uomini, è la Morte, che li accompagnò in tutte le loro missioni e di cui tutti sentivano chiaramente la vicinanza a bordo (il tasso di mortalità per gli equipaggi da bombardamento, a quel tempo, era altissimo).
La versione italiana di L'ottavo passeggero, pubblicata da Longanesi nel 1970
varie edizioni inglesi di The eight passenger
La gran parte dell'opera di Tripp è
però composta da romanzi thriller. Alcuni di questi uscirono sotto
lo pseudonimo di Michael Brett (o John Michael Brett), che però
l'autore abbandonò quando si rese conto che esisteva già un autore
americano con quel nome (vissuto dal 1921 al 2000) e che i lettori li
confondevano tra loro.
Le copertine di alcuni romanzi di Tripp
Tripp adorava i libri di Georges
Simenon e cercò di muoversi, per quanto possibile, nella stessa
direzione. La semplice risoluzione di un enigma poliziesco non gli
interessava: la sua attenzione si focalizzava sulle circostanze dei
crimini e sulla psicologia dei personaggi coinvolti in essi. Ciò si
può apprezzare benissimo nei suoi unici due thriller tradotti in
Italiano.
Il primo, Un uomo senza amici (in
originale A man without friends, 1970) uscì nel Giallo Mondadori nel
gennaio 1971. Si tratta di uno dei migliori romanzi proposti dalla
collana nel decennio, peraltro ricchissimo di opere memorabili.
Marcus Wayne è un uomo di modeste
origini, che ha fatto fortuna grazie a una brillante carriera
scolastica e a un carattere incredibilmente cinico, anaffettivo e
amorale, grazie al quale ha potuto permettersi di dedicarsi a
professioni altamente remunerative consistenti nell'ingannare gli
allocchi (attività imprenditoriali basate sull'elusione fiscale,
redazione di oroscopi) senza il minimo scrupolo di coscienza. Poi si
è messo a fare il grafologo e, sotto una tale veste, può
permettersi di posare a rispettabile membro delal società.
Collezionista di facili conquiste femminili, finisce per trovarsi
coinvolto senza rendersene conto in un pericoloso triangolo, dal
quale scappa infine il morto. Oggetto di sospetti da parte della
polizia, nonostante sia innocente, sembra godersi come un gioco
l'indagine, affidata al rozzo ma pratico ispettore Crouch, al quale
Wayne si sente enormemente superiore sul piano intellettuale.
Tuttavia, ignora che il vero colpevole sfrutta la sua presunzione e
la sua smania di protagonismo per incastrarlo: quando se ne rende
conto è troppo tardi per rimediare, e finisce arrestato e
condannato. In carcere, gli arriverà una lettera anonima in cui il
vero colpevole gli spiega come sono andate le cose e, nel frattempo,
si fa beffe di lui.
La versione originale e la traduzione italiana di Un uomo senza amici
Per poter leggere un altro thriller di
Tripp in Italiano, ci sono voluti 40 anni. Nel 2011, Polillo
pubblica, nella splendida (ma purtroppo già estinta) collana “I
mastini”, il suo Delitto sul Mar Rosso (in originale Kilo Forty o
Death is catching, del 1963), una storia incentrata sulla vacanza di
quattro amici (un inglese, un armeno e una coppia di francesi) in una
località egiziana incontaminata, perfetta per riposarsi, nuotare e
andare a pesca. I quattro non si frequentano abitualmente, si sono
solo incontrati più volte prima di decidere di partire insieme. La
convivenza non si rivela facile e presto cominciano a emergere degli
attriti, dovuti non tanto a difficoltà quotidiane quanto al fatto
che ognuno sembra conoscere dei segreti inconfessabili degli altri.
Una mattina, anche qui, ci scappa il morto. I tre superstiti non
sanno chi lo abbia ucciso ma si sospettano l'un l'altro e ognuno teme
che gli toccherà essere il prossimo. A questo punto, si trovano
gradualmente avviluppati in una ragnatela di alleanze effimere e non
basate sulla fiducia reciproca, in un clima di diffidenza sempre
maggiore. Un solo personaggio arriverà vivo alla fine del romanzo.
La versione originale e la traduzione italiana di Delitto sul Mar Rosso
Dopo di questi, in Italia, non ce ne
sono stati altri. In Francia, ne sono stati tradotti 6, compresi i 2
usciti anche in Italiano.
Da un romanzo di Tripp non tradotto né
in Italiano né in Francese, The cicken (1966), è stato tratto il
film The strange vengeance of Rosalie, di Jack Starrett, con Bonnie
Bedelia, Ken Howard e Anthony Zerbe, che in Italia arrivò con il titolo Una maledetta piccola squaw (ma è pochissimo noto).
Locandina e pubblicità di The strange vengeance of Rosalie
Prima che una serie di post sul web
districassero la matassa, era possibile ritrovarsi a leggere,
convinti che fossero di Tripp, dei libri del Michael Brett americano,
dato che la Longanesi, nelle sue collane di gialli economici, ne
tradusse 5 durante gli anni '60 e un sesto negli anni '80. Si
tratta, come si può notare subito, di classiche detective stories
all'americana (con un personaggio fisso, l'investigatore McGrath),
diversissime dalle storie che scriveva Tripp.
Due romanzi del Michael Brett americano
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