sabato 11 marzo 2017

Dalla guerra aerea al giallo psicologico: la strana parabola di Miles Tripp

Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, Miles Barton Tripp, un giovane studente dell'Hertfordshire, nato a Ganwick Corner il 5 maggio 1923, decise di dare il suo contributo alla difesa della patria e corse ad arruolarsi nella RAF.
Miles Tripp (primo a sinistra di chi legge) con i suoi compagni d'equipaggio, nel 1944

Di nuovo Tripp (primo a destra di chi legge) con i suoi commilitoni

Imbarcato come mitragliere su un Avro 683 Lancaster, partecipò complessivamente a 37 missioni di bombardamento. Il suo aereo faceva parte della prima ondata di bombardieri che colpì la città di Dresda, nell'apocalittico bombardamento del 13 febbraio 1945.
Un bombardiere Lancaster come quello su cui era imbarcato Tripp

In seguito, Tripp scrisse che quello del bombardamento di Dresda restava ancora, dopo molti anni, un pensiero molto sgradevole; ma aggiunse che lui e gli altri aviatori si erano prestati a una tale azione perché persuasi che avrebbe dato un contributo all'accorciamento della guerra.
Terminata la guerra, Tripp riprese gli studi completandoli con la laurea in Legge. Intraprese la carriera di avvocato, si sposò ed ebbe tre figli, tra cui un ragazzo autistico. Condusse una vita piuttosto ritirata, divisa prevalentemente tra il lavoro e la famiglia, e per un certo periodo soffrì di una forma di depressione che lo indusse a ricorrere alla psicoterapia.
Tripp nella mezza età, quando faceva l'avvocato

Dopo essere andato in pensione nel 1983, morì nella sua casa di Potters Bar, sempre nell'Hertfordshire dove aveva passato tutta la vita, il 2 settembre 2000.
In tutto questo, trovò però il modo di scrivere e pubblicare (dal 1952 al 1999) ben 37 romanzi e almeno 13 racconti. Il più noto dei suoi libri, però, è sicuramente The eight passenger (L'ottavo passeggero), del 1969, sulle sue esperienze militari. Qui, racconta la storia del giovanissimo equipaggio di bombardiere del quale fece parte. Il tono, inizialmente, sembra a tratti goliardico, come si conviene a una vicenda di ragazzi che vanno all'avventura: ma, più si va avanti, più la percezione della tragedia in cui si è rimasti invischiati diventa percettibile. Soprattutto, Tripp non smette di porsi il problema della necessità di bombardare obiettivi civili, e Dresda in particolare, giungendo alla dolorosa conclusione ex post che non era affatto necessario ma precisando che, all'epoca, nessuno dei piloti e degli equipaggi ne sapeva abbastanza della questione da potersi permettere un qualsiasi giudizio autonomo in contrasto con quello dei comandi.
L'ottavo passeggero del titolo, su un equipaggio di sette uomini, è la Morte, che li accompagnò in tutte le loro missioni e di cui tutti sentivano chiaramente la vicinanza a bordo (il tasso di mortalità per gli equipaggi da bombardamento, a quel tempo, era altissimo).
La versione italiana di L'ottavo passeggero, pubblicata da Longanesi nel 1970




varie edizioni inglesi di The eight passenger

La gran parte dell'opera di Tripp è però composta da romanzi thriller. Alcuni di questi uscirono sotto lo pseudonimo di Michael Brett (o John Michael Brett), che però l'autore abbandonò quando si rese conto che esisteva già un autore americano con quel nome (vissuto dal 1921 al 2000) e che i lettori li confondevano tra loro.





Le copertine di alcuni romanzi di Tripp

Tripp adorava i libri di Georges Simenon e cercò di muoversi, per quanto possibile, nella stessa direzione. La semplice risoluzione di un enigma poliziesco non gli interessava: la sua attenzione si focalizzava sulle circostanze dei crimini e sulla psicologia dei personaggi coinvolti in essi. Ciò si può apprezzare benissimo nei suoi unici due thriller tradotti in Italiano.
Il primo, Un uomo senza amici (in originale A man without friends, 1970) uscì nel Giallo Mondadori nel gennaio 1971. Si tratta di uno dei migliori romanzi proposti dalla collana nel decennio, peraltro ricchissimo di opere memorabili.
Marcus Wayne è un uomo di modeste origini, che ha fatto fortuna grazie a una brillante carriera scolastica e a un carattere incredibilmente cinico, anaffettivo e amorale, grazie al quale ha potuto permettersi di dedicarsi a professioni altamente remunerative consistenti nell'ingannare gli allocchi (attività imprenditoriali basate sull'elusione fiscale, redazione di oroscopi) senza il minimo scrupolo di coscienza. Poi si è messo a fare il grafologo e, sotto una tale veste, può permettersi di posare a rispettabile membro delal società. Collezionista di facili conquiste femminili, finisce per trovarsi coinvolto senza rendersene conto in un pericoloso triangolo, dal quale scappa infine il morto. Oggetto di sospetti da parte della polizia, nonostante sia innocente, sembra godersi come un gioco l'indagine, affidata al rozzo ma pratico ispettore Crouch, al quale Wayne si sente enormemente superiore sul piano intellettuale. Tuttavia, ignora che il vero colpevole sfrutta la sua presunzione e la sua smania di protagonismo per incastrarlo: quando se ne rende conto è troppo tardi per rimediare, e finisce arrestato e condannato. In carcere, gli arriverà una lettera anonima in cui il vero colpevole gli spiega come sono andate le cose e, nel frattempo, si fa beffe di lui.

La versione originale e la traduzione italiana di Un uomo senza amici

Per poter leggere un altro thriller di Tripp in Italiano, ci sono voluti 40 anni. Nel 2011, Polillo pubblica, nella splendida (ma purtroppo già estinta) collana “I mastini”, il suo Delitto sul Mar Rosso (in originale Kilo Forty o Death is catching, del 1963), una storia incentrata sulla vacanza di quattro amici (un inglese, un armeno e una coppia di francesi) in una località egiziana incontaminata, perfetta per riposarsi, nuotare e andare a pesca. I quattro non si frequentano abitualmente, si sono solo incontrati più volte prima di decidere di partire insieme. La convivenza non si rivela facile e presto cominciano a emergere degli attriti, dovuti non tanto a difficoltà quotidiane quanto al fatto che ognuno sembra conoscere dei segreti inconfessabili degli altri. Una mattina, anche qui, ci scappa il morto. I tre superstiti non sanno chi lo abbia ucciso ma si sospettano l'un l'altro e ognuno teme che gli toccherà essere il prossimo. A questo punto, si trovano gradualmente avviluppati in una ragnatela di alleanze effimere e non basate sulla fiducia reciproca, in un clima di diffidenza sempre maggiore. Un solo personaggio arriverà vivo alla fine del romanzo.

La versione originale e la traduzione italiana di Delitto sul Mar Rosso

Dopo di questi, in Italia, non ce ne sono stati altri. In Francia, ne sono stati tradotti 6, compresi i 2 usciti anche in Italiano.
Da un romanzo di Tripp non tradotto né in Italiano né in Francese, The cicken (1966), è stato tratto il film The strange vengeance of Rosalie, di Jack Starrett, con Bonnie Bedelia, Ken Howard e Anthony Zerbe, che in Italia arrivò con il titolo Una maledetta piccola squaw (ma è pochissimo noto).

Locandina e pubblicità di The strange vengeance of Rosalie

Prima che una serie di post sul web districassero la matassa, era possibile ritrovarsi a leggere, convinti che fossero di Tripp, dei libri del Michael Brett americano, dato che la Longanesi, nelle sue collane di gialli economici, ne tradusse 5 durante gli anni '60 e un sesto negli anni '80. Si tratta, come si può notare subito, di classiche detective stories all'americana (con un personaggio fisso, l'investigatore McGrath), diversissime dalle storie che scriveva Tripp.

Due romanzi del Michael Brett americano




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