Guam è un'isola del Pacifico, la
maggiore e più meridionale delle Marianne, a Est delle Filippine.
Dopo essere stata un possedimento spagnolo a partire dal XVI secolo,
dopo la guerra ispano-americana del 1898, passò agli Usa, cui
appartiene tuttora come territorio non incorporato (uno status
analogo a quello di Porto Rico). Nel dicembre del 1941, come tutto
l'arcipelago, fu occupata dai giapponesi ma nell'estate del 1944,
dopo una serie di durissimi combattimenti durati dal 21 luglio all'8
agosto, fu riconquistata dagli americani che, una volta riconquistate
le Marianne, se ne servirono come base per le incursioni aeree sul
territorio giapponese. I due B-29 che nell'agosto 1945 sganciarono le
bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki partirono da Tinian, che si
trova circa 200 km a NNE di Guam.
Immagini dalla seconda battaglia di Guam, quella del 1944
Attualmente, Guam conta circa 160.000
abitanti, in gran parte chamorro (autoctoni) e filippini. Di origine
americana o caucasica è solo il 10% della popolazione.
La posizione di Guam nel Pacifico
Una vista aerea dell'isola
Suddivisione amministrativa dell'isola
Nel 1948, la demografia era molto
diversa da quella attuale: gli abitanti erano circa 55.000 e chamorro
e filippini ne rappresentavano solo la metà. Il resto erano tutti
americani, tra cui molti militari.
In quell'anno, la piccola comunità di
Guam fu scossa da un delitto impressionante. La sera dell'11
dicembre, una ragazza di 27 anni, Ruth Farnsworth, originaria di S.
Francisco, commessa in un negozio di artigianato locale e fidanzata
con un sottufficiale dei Marines, fu rapita dal negozio in cui si
trovava da sola. Dopo quaranta ore di ricerche, fu ritrovata priva di
sensi nella giungla: era stata picchiata a sangue e stuprata più
volte. Sebbene portata immediatamente in ospedale, morì nella notte
del 14 dicembre senza aver ripreso conoscenza.
Le successive indagini portarono
all'incriminazione, nel gennaio 1949, di tre militari appartenti
all'aeronautica: il soldato 27enne Calvin Dennis, di Frederick
(Maryland); il soldato 20enne Herman Dennis, di Calvert (Texas); il
sergente 32enne Robert P. Burns, di Spokane (Washington). I due
Dennis, malgrado ciò che scrissero al riguardo i giornali del tempo,
non erano parenti tra loro. I tre arrestati avevano un solo elemento
in comune: erano tutti di colore.
Un capitolo mai aperto, sicuramente
perché troppo imbarazzante, della storia delle forze armate
americane è quello relativo alle discriminazioni di cui furono fatti
oggetto i militari di colore durante soprattutto la II guerra
mondiale e nei periodi successivi. Uno dei pochi episodi dei quali si
è a conoscenza è quello relativo all'uccisione, nel campo di
prigionia di Fort Lawton (vicino Seattle) del prigioniero italiano
Guglielmo Olivotto, un geniere trevigiano nato nel 1911 che era stato
catturato in Africa. Olivotto fu trovato impiccato a un palo la
mattina del 15 agosto 1944 e, per questo delitto, 43 soldati di una
compagnia di colore che si trovava sul posto furono sottoposti a
corte marziale e 28 di essi finirono condannati a varie pene
detentive. Ricerche successive, culminate nel libro inchiesta “On
American soil” di Jack Hamannun, che intervistò tutti i testimoni
sopravvissuti, evidenziarono che, invece, Olivotto era stato ucciso
da alcuni membri bianchi della Military Police, che erano soliti
vessare i prigionieri, specie italiani.
Le prove su cui si basò l'inchiesta
contro i due Dennis e il sergente Burns, condotta dal tenente Hackett
della Military Police e dall'ispettore di polizia Al Riedel, giunto
apposta da Berkeley in California per occuparsi del caso, erano
davvero poco consistenti: la meccanica del rapimento mostrava che
questo aveva coinvolto almeno due persone; in una jeep che era stata
usata da Calvin Dennis fu trovato un grembiule sporco che un
testimone dichiarò appartenente a Ruth Farnsworth.
Ufficialmente, Herman Dennis fu
smascherato dalla prova del pantografo (macchina della verità) cui
fu sottoposto da Riedel, confessando e facendo i nomi dei due
complici; ma questa versione era, già in partenza, smentita da altre
testimonianze. Un caporale, Moss H. Scroggins, di Baltimora, dichiarò
di aver visto Calvin Dennis allontanarsi dal teatro in cui aveva
seguito uno spettacolo insieme a dei commilitoni, solo alle 21,00.
Ruth Farnsworth era scomparsa già alle 20,30 e dal teatro al suo
negozio c'erano da percorrere quasi 15 km. Lo stesso Scroggins disse
di essere tornato in caserma, dopo lo spettacolo, insieme a Herman
Dennis.
Herman Dennis e Robert P. Burns, a dire
il vero, erano già noti alle autorità di Guam. Non per aver
commesso delitti di qualche genere, ma solo per aver denunciato che a
Guam i soldati di colore erano sottoposti a discriminazioni. Anche il
testimone Scroggins, che non fu creduto, era nero come loro. E tutto
questo getta una luce particolarmente inquietante sulla vicenda.
Al processo, celebrato tra l'aprile e
il maggio del 1949 davanti a una Corte Marziale, Herman Dennis
dichiarò che la confessione gli era stata estorta a forza di botte e
intimidazioni. Calvin Dennis, invece, confermò la sua confessione di
aver partecipato al solo rapimento ma non alle successive violenze,
che sarebbero state opera degli altri due da soli. Molti testimoni
citati dalla difesa non si presentarono o rilasciarono testimonianze
confuse. L'avvocato Daly, che patrocinava Herman Dennis, denunciò di
essere stato sottoposto a ogni sorta di minacce da parte dei membri
della Military Police.
Herman Dennis e Robert P. Burns furono
condannati a morte, Calvin Dennis all'ergastolo.
Il caso ebbe strascichi lunghissimi. La
regolarità del processo fu messa in dubbio non solo dai legali e dai
familiari dei due condannati a morte, ma anche da molte personalità
del mondo intellettuale, accademico e giuridico americano. Per ben
due volte, nel 1952 e nel 1953, le azioni legali intraprese per
ottenere l'annullamento delle condanne e il rifacimento del processo,
arrivarono fino alla Corte Suprema Federale di Washington, che
respinse entrambe le istanze: la prima volta dichiarò formalmente
corretto il processo e la seconda volta dichiarò che la Corte
Marziale era perfettamente competente a giudicare anche per questo
tipo di imputazioni.
Il delitto, il processo e l'esecuzione raccontati dai giornali del tempo
Herman Dennis e Robert P. Burns furono
impiccati il 27 gennaio 1954. La loro esecuzione è stata l'ultima
nella storia di Guam.
Lucy Dennis, la sorella più piccola di
Herman Dennis (che non conobbe mai, perché è nata dopo la sua
morte), nonché sua unica parente rimasta in vita, si batte da anni
perché la memoria di suo fratello sia riabilitata, ma finora senza
alcun risultato.
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