Tra le più note storie di fantasmi
raccontate con dovizia di particolari dall'instancabile Charles
Berlitz nei suoi libri (nella fattispecie, World of Strange Phenomena, del 1988), una delle più suggestive è quella di
Frederick Fisher, che avrebbe smascherato il proprio assassino
tornando dall'aldilà apposta per indicare a un conoscente il luogo
in cui rinvenire il cadavere.
Rappresentazione ottocentesca dell'apparizione di Frederick Fisher
Due immagini del primo '900 del presunto luogo dell'apparizione
Più in dettaglio, la vicenda risale al
1826. Fisher, nato nel 1791, era un ex galeotto inglese condannato
alla deportazione in Australia. Questo non significa necessariamente
che fosse un delinquente: Arthur Koestler, nelle sue Riflessioni
sull'impiccagione, ricorda che a quei tempi si poteva finire sul
patibolo anche per un furto dal valore di 40 pence, l'equivalente del
costo di un fazzoletto ricamato; la causa più comune di
incarcerazione, tuttavia, era l'accattonaggio: i senza fissa dimora
erano numerosissimi, anche perché le industrie del tempo (quasi
sempre tessili) avevano il solo obbligo verso i dipendenti di
retribuirli in base all'anzianità, e quindi tendevano a licenziare
il personale con più anni di servizio per sostituirlo con
apprendisti cui spettava un salario più basso (riportato in Breve
storia del lavoro di Melvin Kranzberg e Joseph Gies).
In effetti, dopo pochi anni di lavori
forzati, Fisher fu graziato per buona condotta e ricevette una
concessione relativa a un appezzamento di terra (in Australia la
terra abbondava) nel territorio di Campbelltown, Nuovo Galles del
Sud, che riuscì a far fruttare con successo, diventando un piccolo
possidente relativamente benestante, proprietario di una casa e di
diversi animali. Nel 1825, però, tornò per un breve periodo in
prigione, per via di debiti non pagati e, poco dopo il suo rilascio,
scomparve, il 17 giugno 1826, dopo aver pagato alcuni suoi salariati
e aver detto che andava a bere qualcosa con un amico.
La posizione di Campbelltown rispetto a Sydney, distante circa 60 km
Il suo vicino e migliore amico George
Worrall, anche lui un ex galeotto inglese rilasciato per buona
condotta, dichiarò che Fisher aveva deciso di tornare nella
madrepatria ed era partito per imbarcarsi. Tuttavia, qualche tempo
dopo, un altro abitante di Campbelltown, James Hurley (da alcune
fonti riportato come Farley), tornando a casa in una notte di luna
piena, vide una figura che emanava luce bianca, quella di un uomo
seduto sullo steccato che separava la strada dai binari della
ferrovia. La figura, dall'aspetto terrificante, gemette e indicò
ripetutamente un torrente che scorreva oltre la liena ferroviaria,
guarda caso proprio dietro alla fattoria di Fisher. Hurley svenne per
l'emozione e la paura ma, appena ripresosi, corse ad avvertire le
autorità. Un gruppo di operai si mise a dragare il torrente,
rinvenendo il corpo semi-decomposto di Fisher il 31 ottobre 1826.
Messo alle strette, Worrall finì per confessare di aver ucciso
l'amico per errore, scagliando un pezzo di metallo per colpire un
cavallo imbizzarrito che stava puntando minacciosamente su entrambi e
colpendo accidentalmente Fisher che si trovava sulla
traiettoria.
Non fu creduto, anche perché nei
giorni precedenti aveva cercato di vendere tutte le proprietà di
Fisher sostenendo di averle acquistate da lui prima della partenza,
benché non esistesse alcun atto di compravendita a suo nome, mentre
invece a casa sua furono ritrovati tutti gli atti di compravendita a
nome di Fisher, evidentemente sottratti a quest'ultimo dopo morto.
Worrall fu impiccato il 5 febbraio
1827.
La storia del fantasma di Fisher fu
raccontata per la prima volta sull'almanacco (un tipo di
pubblicazione periodica inventata da Benjamin Franklin e molto
diffusa a quel tempo nei Paesi anglofoni) Tegg Monthly Magazine, n°1,
marzo-luglio 1836, da un autore rimasto sconosciuto, e da allora è
stata ripresa molte altre volte, prima di arrivare a Berlitz.
Se andiamo a vedere le carte relative
al processo, ancora disponibili a Sydney dove fu celebrato (alcuni
documenti riportano che fu celebrato a Forbes, sempre nel Nuovo
Galles del Sud, ma questa città è stata fondata solo nel 1861 e la
sua area risulta disabitata fino al 1834, quando vi furono scoperte
alcune miniere d'oro; oltre al fatto che la distanza tra Forbes e
Campbelltown è circa 8 volte quella tra Campbelltown e Sydney),
dell'apparizione del fantasma non si fa menzione neppure una volta.
Sono riportate tutte le testimonianze, dalle quali emergono ulteriori
dettagli che sembrano indicare la malafede di Worrall. Ad esempio,
Worrall riferì che Fisher aveva acquistato un biglietto per partire
sulla nave Lord St. Vincent, ancorata a Sydney. Ma in quel periodo
nessuna nave con quel nome o nomi simili era mai passata per Sydney.
Worrall aveva anche attribuito la fuga di Fisher al bisogno di
sottrarsi a dei creditori, ma risultava invece che Fisher, dopo
l'esperienza del carcere appena trascorsa, fosse ormai in regola con
tutti. Worrall non aveva un alibi per la notte della scomparsa di
Fisher e, pur essendo in possesso dei beni di Fisher, evitava di
parlare di questo quando qualcuno sollevava la questione della sua
scomparsa.
I sospetti su Worrall dovevano essere
stati già piuttosto pesanti, dato che il ministro delle Colonie
Alexander Mcleay aveva promesso una ricompensa di 20 sterline a chi
avesse ritrovato Fisher o il suo corpo. A ritrovare Fisher erano
stati alcuni operai aborigeni che partecipavano alle ricerche nella
squadra di un certo George Luland, o Newland secondo altre versioni, un poliziotto che aveva
scoperto delle tracce di sangue su una palizzata vicina al fiume:
anche se non è chiaro dove sia stato rinvenuto, dato che un referto
parla di corpo ritrovato seppellito in un campo di lato al torrente e
un altro di corpo estratto direttamente dal torrente. La posizione
del corpo fu comunque scoperta per via dell'odore di putrefazione che
questo emanava, riconosciuto da un aborigeno di nome Gilbert. Appena
scoperto il corpo, il capo della polizia di Campbelltown, Robert
Burke, andò ad arrestare Worrall.
Dettaglio alquanto inquietante, il
funzionario del governo che amministrava la proprietà di Fisher in
attesa che il fratello, suo unico erede, arrivasse da Sydney, si
suicidò durante l'esercizio di questa funzione, nello stesso 1827.
Ma non esiste alcun collegamento tra i due fatti.
La vicenda del fantasma di Fisher,
dunque, è pura fantasia.
Gli abitanti di Campbelltown, tuttavia,
hanno reso questa storia lo spunto per far diventare la loro
cittadina una importante attrazione turistica. Molti edifici del
tempo sono sono stati restaurati e fanno bella mostra di sé in città
(la ex casa di Worrall è diventata il teatro cittadino); ogni anno,
Campbelltown ospita un festival dedicato ai fantasmi, che si tiene
dal 3 al 18 novembre, con sfilate di carri e maschere e
manifestazioni di altro tipo.
Immagini dal Festival dei Fantasmi di Campbelltown
La casa di George Worrall trasformata in teatro cittadino
Riferimenti locali alla storia di Fisher
Dopo quella di Fisher, infatti, sono
nate molte altre storie di fantasmi nella zona.
La più recente (riportata dai giornali
locali nel 2016) è quella relativa alla ragazza insanguinata e
piangente dagli abiti stracciati che infesterebbe la stazione
ferroviaria di Macquarie Fields, a meno di 15 km da Campbelltown. Tale
ragazza sarebbe stata investita da un treno.
La stazione ferroviaria di Macquarie Fields
Indagini recenti hanno appurato che una
donna fu effettivamente investita da un treno in arrivo a Macquarie
Fields, alle 15,53 di sabato 7 luglio 1906. La donna si chiamava
Emily Kay Georgenson, era nata in Scozia il 19 giugno 1864 e si era
trasferita in Australia con la famiglia, al seguito del padre,
capitano di navi mercantili, nel 1879. Nubile, da qualche tempo non
stava bene ed era stata ricoverata in un “ospedale” (forse un
manicomio) di Wahroonga, perché sofferente di “insonnia e
malinconia”. Quel giorno, aveva avuto il permesso di far visita ad
alcuni parenti a Glenfield, ma era stata accompagnata da
un'infermiera. Al ritorno, Emily era sfuggita alla sorveglianza di
questa, saltando giù dal treno un attimo prima della partenza
(l'infermiera sarebbe poi scesa alla prima fermata, Ingleburn, e
avrebbe tentato inutilmente di raggiungerla), poi era salita su un
altro convoglio diretto a Macquarie Fields. Qui, era scesa e si era
rifugiata momentaneamente in un capanno per gli attrezzi vicino ai
binari. All'arrivo del treno successivo, era corsa sui binari e si
era gettata sotto le rotaie. I medici legali che lavorarono sul caso
non ebbero mai dubbi sul fatto che si trattasse di un suicidio.
La posizione di Macquarie Fields rispetto a Campbelltown
La distanza tra Macquarie Fields a Glenfield
La distanza tra Macqarie Fields e Ingleburn
La distanza tra Wahroonga e Macquarie Fields
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