Alla fine del XIX secolo, anche nelle
società più evolute tecnologicamente, la gran parte delle persone
aveva scarso rispetto per gli altri esseri umani e fenomeni come il
classismo o il razzismo erano considerati del tutto normali e
legittimi. Si può immaginare, dunque, di quanta considerazione
potessero godere i malcapitati animali cui fosse capitata la sciagura
di venire a contatto con l'uomo.
Un caso esemplare di questa ottusa
crudeltà è quello dell'elefantessa Topsy, nata nel Sud-Est asiatico
intorno al 1875, catturata nell'infanzia dai bracconieri, trasportata
clandestinamente negli Usa e poi passata per diversi proprietari che
cercarono di lucrare quanti più guadagni possibile offrendo lo
spettacolo di un animale così esotico alla gente comune che non ne
aveva mai visto uno.
Topsy fu addestrata, con i crudeli
metodi di allora, a compiere diversi tipi di esibizione, quali andare
sul monopattino, fare le capriole, alzarsi sulle sole zampe
posteriori e ballare indossando un gonnellino di tulle. Il suo
carattere mite come normalmente è quello degli elefanti, a forza di
subire angherie spesso gratuite, finì per diventare piuttosto
aggressivo e, date le sue dimensioni (circa 3 metri di altezza, 6 di
lunghezza, peso stimato tra le 4 e le 6 tonnellate), anche molto
pericolosa. Lavorava per il circo Forepaugh, che cercava di fare
concorrenza al più noto Barnum, e per molto tempo fu spacciata per
“il primo elefante nato sul suolo americano”.
Alcune immagini sulla permanenza di Topsy nel circo Forepaugh
La sua permanenza nel circo Forepaugh
ebbe termine dopo uno spiacevole episodio, nel quale però la povera
bestia non aveva la minima responsabilità. Il 27 maggio 1902, a
Brooklyn, uno sfaccendato di nome James Fielding Blount, ubriaco,
entrò nel recinto degli elefanti e cominciò a infastidirli. Giunto
davanti a Topsy, le gettò della sabbia in faccia e poi le lanciò un
mozzicone acceso di sigaro nella bocca, ustionandogliela. Benché gli
elefanti fossero tutti legati, Topsy reagì afferrando l'uomo con la
proboscide, attirandolo sotto di sé e poi schiacciandolo a morte con
le zampe.
I giornali si gettarono a capofitto
sulla storia e, prestando fede alle voci più assurde senza prendersi
la briga di verificarle, scrissero che Topsy, nel corso delle
tournées del circo, aveva già ucciso la bellezza di 12 spettatori.
In seguito, però, la cifra fu ridimensionata a 2 lavoratori del
circo Forepaugh, che sarebbero stati uccisi uno a Waco in Texas e
l'altro a Parigi. Nel 2013, però, il giornalista Michael Daly, che
stava scrivendo un libro sulla storia di Topsy, verificò
attentamente tutte le fonti disponibili e arrivò alla conclusione
che a Waco nessuno è mai stato ucciso da un elefante, mentre Topsy
potrebbe essere al massimo responsabile del solo ferimento di un uomo
durante la preparazione di uno spettacolo a Parigi.
Peraltro, nello stesso 1902, mentre
Topsy veniva trasferita a Kingston, New York, durante la sua discesa
dal treno che l'aveva trasportata, un altro sfaccendato di nome Louis
Dodero la colpì dietro l'orecchio con un bastone, scatenandone la
reazione (fu sollevato con la proboscide e scagliato via, ma restò
solo ferito). Intanto, però, Topsy era ormai marchiata dalla
reputazione di “elefante cattivo”.
Subito dopo, Topsy fu venduta a un
certo William Alt, gestore del Sea Lion Park di Coney Island, che
intendeva impiegarla non solo come attrazione (aveva già diversi
animali in esposizione) ma anche per i lavori pesanti di trasporto.
Nel tentativo di indurla a spostare una pesante giostra, dato che
l'elefantessa non si decideva a trascinarla, Alt la colpì con un
forcone, cosa che indusse Topsy a tentare la fuga fuori del parco,
inseguita da Alt che alla fine riuscì a riprenderla, anche se per il
trambusto provocato l'uomo fu arrestato e fu costretto a pagare una
multa. Alt era spesso ubriaco e, in queste occasioni, capitava che
lasciasse libera Topsy, che usciva dal parco e se ne andava
scorrazzando per la città, terrorizzando gli abitanti, compresi gli
agenti della polizia locale.
Finì che i proprietari del Sea Lion
Park, Frederick Thompson e Elmer Dundy, licenziarono Alt e decisero
di eliminare Topsy, ormai ritenuta ingovernabile.
Praticare l'eutanasia a un elefante era
una cosa difficilissima. Tempo addietro si era provato a eliminare
elefanti impazziti attraverso l'impiccagione o l'elettrocuzione, ma
questi tentativi si erano risolti in terribili disastri, per cui il
presidente della Società Americana per la Prevenzione della Crudeltà
sugli Animali insorse e, a forza di insistere, ottenne almeno che
Topsy fosse uccisa rapidamente attraverso la combinazione di più
sistemi.
Thompson e Dundy decisero di uccidere
la povera bestia usando il veleno (cianuro mescolato a un pasto di
carote), l'elettrocuzione attraverso la somministrazione di una
potente corrente elettrica e l'impiccagione attraverso delle corde
spesse e tirate da un verricello mentre veniva somministrata la
corrente. Con il cinismo tipico degli impresari del tempo,
organizzarono per l'evento un vero e proprio spettacolo, con i
biglietti venduti a 25 cent l'uno. Vendettero oltre 100 biglietti a
persone che furono ammesse nel parco, ma circa altre 1500 seguirono
l'esecuzione dai balconi e dai tetti dei palazzi intorno nella data
stabilita, la mattina di domenica 4 gennaio 1903.
Si era stabilito che Topsy sarebbe
stata uccisa su una piattaforma appositamente predisposta, ma
l'elefantessa rifiutò di attraversare il pontile che era stato
predisposto ad hoc; l'ex gestore William Alt, colto da un improvviso
moto di dignità, rifiutò di provare a condurre lui la bestia al
luogo dell'esecuzione, anche quando gli furono offerti 25 dollari per
farlo. Alla fine, gli organizzatori decisero di uccidere Topsy dove
si era fermata, proprio all'esterno della capanna dove dormiva, e
trasferirono lì tutte le complesse apparecchiature predisposte sia
per l'impiccagione, sia per l'elettrocuzione. Gli inservienti
strinsero la zampa anteriore destra e quella posteriore sinistra
dell'elefantessa in due involucri di rame isolati dal suolo, per
favorire il passaggio della corrente senza che questa si scaricasse a
terra. Un addetto stampa del Sea Lion Park si incaricò di
somministrare a Topsy l'ultimo pasto contenente cianuro e, mentre
l'elefantessa mangiava, alle 14,45, il capo elettricista P.D.
Sharkey, che aveva curato l'allestimento dell'apparato elettrico,
diede a un suo subordinato il segnale di inviare la corrente dalla
stazione di Bay Ridge, poco distante.
Due immagini dell'esecuzione di Topsy
La scossa, dall'intensità di 6.600
volt, durò circa 10 secondi, dopo dei quali l'animale ricadde
esanime. Per sicurezza, i verricelli le serrarono anche le corde
intorno alla gola per 10 minuti, anche se, già alle 14,47, due
veterinari e un funzionario della Società Americana per la
Prevenzione della Crudeltà sugli Animali attestarono che il cuore
non batteva più. Durante la scossa, un elettricista poco prudente
che era rimasto nei pressi dei fili, rischiò di morire folgorato e
se la cavò con alcune ustioni.
L'eutanasia di Topsy su filmata da una
troupe della Società Cinematografica di Thomas Alva Edison, che in
quel periodo stava lanciando una sua macchina cinematografica
alternativa a quella inventata dai fratelli Lumière, il
cinetoscopio. Il filmato, intitolato Electrocuting an Elephant,
diretto da Edwin S. Porter o da Jacob Blair Smith, è lungo 74
secondi ed è oggi custodito, come altri dello stesso periodo, alla
Biblioteca del Congresso, sotto forma di stampa su carta di tutti i
fotogrammi, perché la copia su pellicola è andata dispersa o
distrutta, come del resto è accaduto per la maggior parte dei film
girati a quel tempo.
Non è la morte di un elefante, è la morte dell'umanità
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