Charles Darwin (1809-82) è stato
sicuramente uno dei più importanti scienziati di un secolo che ne ha
prodotti moltissimi, il XIX, e l'importanza della sua figura, ancora
oggi, va ben al di là del suo lavoro scientifico.
Darwin da giovane
Darwin nella maturità
Darwin anziano
E' poco noto, tuttavia, che questo
imponente lavoro fu condotto, per gran parte del tempo, in condizioni
di salute decisamente disagiate. Darwin stesso, poco prima di morire,
affermò che il suo maggior rimpianto era quello di aver sprecato
metà della sua vita per via della salute cagionevole. Alcuni
biografi affermano però che questa condizione, confinandolo per gran
parte del tempo nella sua proprietà (la celebre Down House di
Orpington, nel Kent, pochi km a SSE di Londra) e costringendolo a una
quotidianità piena di precauzioni e riguardi, lo aiutò a
concentrarsi sul lavoro e lo tenne lontano da vizi e abitudini che
probabilmente lo avrebbero fatto morire prima, quindi forse non fu un
fattore molto limitante per le sue attività. Di sicuro, però,
Darwin fu molto meno felice di quanto avrebbe potuto essere.
La Down House, residenza di Darwin
Ma di cosa soffriva, esattamente, lo
scienziato inglese?
Il catalogo dei suoi disturbi è molto
consistente, e i primi problemi risalgono alla gioventù.
Inizialmente iscritto a Medicina a Edimburgo per seguire le orme del
padre (il facoltoso medico Robert Darwin), scoprì di non riuscire a
reggere lo spettacolo degli interventi chirurgici (che a quel tempo
si praticavano senza anestesie) e, in due occasioni, svenne
addirittura. Per questa ragione, dopo pochi mesi, fu spostato a
Cambridge, dove studiò Teologia, a suo dire svogliatamente, anche se
arrivò a conseguire ugualmente il M.A. con ottimi voti.
Nel 1831, grazie al suo interesse per
le scienze naturali, all'amicizia di alcuni influenti naturalisti,
alla sua laurea in Teologia e al suo aspetto fisico, fu ingaggiato
dal capitano e scienziato Robert Fitroy come naturalista della
spedizione scientifica del brigantino Beagle, che avrebbe
circumnavigato il mondo in 5 anni. Fitzroy scelse Darwin perché gli
era stato raccomandato dall'illustre botanico John Stevens Henslow,
perché era teologo di formazione (Fitzroy, ardente creazionista,
intendeva raccogliere delle prove scientifiche che contrastassero gli
argomenti dei lamarckisti inglesi) e infine perché aveva “un
bernoccolo della religione sufficiente per dieci preti”, come
raccontò poi Darwin stesso (Fitzroy era anche un appassionato
seguace della Fisiognomica, una pseudo-scienza con molto seguito a
quel tempo, che pretendeva di dedurre il carattere e le inclinazioni
delle persone dal loro aspetto fisico). Non si deve tuttavia credere
che Fitzroy fosse un ottuso oscurantista: era invece un ottimo
marinaio e fu anche un pioniere della meteorologia, nonché un
apprezzato inventore di strumenti scientifici.
Il brigantino Beagle
Il capitano Robert Fitzroy (1805-65)
Durante il lungo viaggio del Beagle, e
soprattutto nella fondamentale tappa sudamericana, Darwin soffrì
quasi ininterrottamente di chinetosi e passò per alcune avventure
che misero in pericolo la sua salute. Sia in Argentina, dopo essersi
inoltrato nella Pampa, che in Cile, dopo aver passato le Ande,
contrasse (sicuramente in seguito a punture di insetti) delle
infezioni che lo tennero a letto per molto tempo.
Dopo il ritorno a casa, riprese a
soffrire delle palpitazioni cardiache che già lo avevano tormentato
a lungo negli anni precedenti ma, a queste, si aggiunsero altri
sintomi: disturbi digestivi di ogni tipo, dolori di testa, vertigini,
eczemi e sfoghi cutanei, svenimenti, insonnia, tinnito, tremori e
spasmi, ecc.
Dopo oltre 10 anni di sofferenze
(durante i quali, comunque, si era sposato e aveva avuto diversi
figli, oltre a lavorare a diversi importanti contributi scientifici),
nel 1849, si rivolse a un medico omeopatico e ipnotista che andava
molto di moda a quel tempo, James Gully, che lo sottopose alla sua
“cura dell'acqua” (una sorta di sauna seguita da sfregamenti con
asciugamani bagnati con acqua fredda, pediluvi freddi, lunghe
passeggiate e regime alimentare rigoroso) e, dopo qualche tempo,
stette molto meglio. Tuttavia, nel 1851, perse la fiducia in Gully,
al quale si era rivolto per far curare la figlia prediletta Annie,
che mostrava sintomi persistenti e inspiegabili di indigestione
successivi a un attacco di scarlattina. E' possibile che la bambina
soffrisse di una forma di tubercolosi estesa all'apparato digerente
ma, in ogni caso, le cure di Gully, che pretese anche di farla
“visitare” da una sensitiva, non sortirono il minimo effetto.
Annie Darwin morì il 23 aprile 1851 a soli 10 anni di età, gettando
i genitori in una costernazione dalla quale sarebbero faticosamente
riemersi, almeno in parte, in seguito alla nascita, poche settimane
dopo, di un altro figlio, Horace (che diventò ingegnere e visse fino
al 1928).
James Gully (1808-83)
Annie Darwin (1841-51)
Darwin si rivolse allora a un altro
idroterapista, Edward Wickstead Lane, che appariva molto più serio e
rigoroso e, grazie all'aiuto di questo, riuscì a stare relativamente
bene fino al 1859, anno di uscita di L'origine delle specie. In
questo periodo, prese a soffrire di un eczema che, partendo dal
volto, si estese fino a rendergli impossibile il ricorso
all'idroterapia e che si trascinò, tra alti e bassi, fino al 1866,
mentre i disturbi digestivi ritornavano. In questa fase, Darwin
sperimentò tutta la farmacopea del tempo, dal bismuto al laudano,
senza molti risultati.
L'ultimo medico che provò a curare
Darwin con una nuova terapia fu John Chapman, che lo trattò
applicandogli borse di ghiaccio sulla schiena. Il rimedio, efficace
contro la chinetosi, ebbe qualche risultato e, da quel momento, i
sintomi regredirono, pur senza sparire del tutto.
Negli ultimi anni, infine, Darwin
manifestò i sintomi di una graduale insufficienza cardiaca che, alla
fine, lo condusse a morte il 19 aprile 1882, all'età di 73 anni.
Il funerale di Darwin in una stampa del tempo
Molti studiosi che hanno affrontato
l'argomento Darwin ipotizzano che, dietro questa storia clinica,
possano facilmente essere riscontrati dei meccanismi psicosomatici.
Darwin non amava né la folla né il caos e non gli piaceva né
partecipare a riunioni rumorose né ricevere gente chiassosa, già da
giovane. Si spostava solo per impegni scientifici e, se possibile,
sempre accompagnato dalla moglie Emma Wedgwood. Evitava accuratamente
le discussioni impegnative, in cui si faceva sempre sostituire da un
autoritario scienziato inglese che aveva subito sposato la causa
dell'Evoluzione, Thomas Henry Huxley.
Thomas Henry Huxley (1825-95)
I rapporti familiari rappresentano
un'altra possibile fonte di conflitti psicologici interni che si
avrebbero potuto manifestarsi con malattie psicosomatiche. Darwin
rappresentò una delusione per il padre, che idolatrava da bambino,
perché non riuscì a diventare un medico: e il padre, uomo retto ma
severissimo, non smise mai di rimproverarglielo. Secondo alcuni
biografi, nonostante le sue numerose dichiarazioni in senso
contrario, Darwin tenne sempre nascosta dentro di sé una rabbia
contro il padre che poteva sfociare in una forma di odio.
Un ritratto di Robert Darwin (1766-1848), padre dello scienziato
Anche il
rapporto con la moglie potrebbe nascondere qualche lato patologico:
rimasto orfano di madre da bambino, si legò a una cugina di poco più
grande, che conosceva dall'infanzia, e per tutta la loro vita
coniugale sembrò dipendere da lei come un figlio più che un marito.
Darwin era poi cresciuto in una
tradizione molto religiosa, aveva compiuto studi teologici, e le
implicazioni della sua teoria sull'evoluzione delle specie viventi
nella concezione del rapporto tra divinità e natura o divinità e
uomo (per non parlare di quelle sull'esistenza o meno della divinità
stessa) lo mettevano enormemente a disagio.
Emma Wedgwood (1808-96) al tempo del matrimonio con Darwin
Darwin e Emma con due dei loro 10 figli (7 dei quali diventarono adulti)
La moglie fu sempre accanto a Darwin durante il loro matrimonio, soprattutto nei periodi di più intenso lavoro o di più forte sofferenza
Ma potrebbero esserci anche cause
organiche.
Un noto specialista israeliano (bielorusso di nascita e formatosi in università inglesi) di
malattie tropicali, il dott. Saul Adler, ipotizzò nel 1959 che
Darwin fosse stato contagiato dal Trypanosoma cruzi, un protozoo che
provoca la cosiddetta Malattia di Chagas. In effetti, durante il
viaggio del Beagle, mentre si trovava sul territorio sudamericano,
Darwin fu morso almeno due volte da un insetto (Triatoma infestans, o
Vinchuca nelle lingue locali) che è il principale vettore di questo
parassita nell'uomo. Molti dei sintomi da lui riferiti, poi,
corrispondono alle manifestazioni di questa infestazione: sia quelli
neurologici, sia quelli cutanei, sia quelli digestivi, perfino la
cardiopatia che ne determinò infine la morte.
Saul Adler (1895-1966)
il Triatoma infestans
Sangue umano infetto di Trypanosoma cruzi
Il ciclo della Malattia di Chagas
Altri studiosi hanno obiettato che
Darwin visse decisamente troppo a lungo (73 anni) per essere uno che
si portava addosso una malattia normalmente letale nel breve periodo;
che i sintomi andarono diminuendo nel tempo, cosa che non avviene nei
casi di Chagas; che alcuni sintomi dell'infestazione non sono stati
riferiti; che le aree in cui soggiornò sono a bassa incidenza del
morbo; che nessuno tra i suoi compagni di viaggio risulta essere
stato a sua volta infettato.
Purtroppo, gli eredi hanno negato il
permesso di prelevare un campione di tessuto dai resti nella tomba a
Westminster, perciò non è possibile convalidare l'ipotesi con delle
analisi cliniche.
Un'altra ipotesi lungamente vagliata è
quella della Malattia di Méniere, un'affezione che coinvolge i
centri dell'equilibrio e in misura minore quelli dell'udito: ma
questa, anche se dimostrata, non spiegherebbe tutti i disturbi.
Un patologo australiano, John Hayman,
ha proposto la possibilità che Darwin fosse affetto da una tra due
malattie genetiche non letali, la Sindrome del vomito ciclico e la
Sindrome MELAS, o forse da entrambe. Entrambe le sindromi nascono da
problemi biochimici a livello mitocondriale, e quindi sono ereditate
dalla madre: ma, anche se l'ipotesi appare interessante, non si sa
abbastanza della storia clinica della madre e dei fratelli di Darwin
per poter giudicare il tal senso.
Il dott. Sydney Cohen, americano, ha
prospettato la possibilità di una combinazione di Sindrome da vomito
ciclico, Malattia di Chagas e infezione cronica da Helicobacter
pylori. L'ipotesi dell'Helicobacter pylori è stata ripresa anche
dallo scopritore di questo, l'australiano Barry Marshall .
Barry Marshall (1951), Premio Nobel per la Medicina nel 2005 proprio per la scoperta dell'Helicobacter pylori
Che ci siano state più cause
combinate, a questo punto, appare certo. Anche il biologo inglese
Peter Medawar, riteneva che
Darwin fosse affetto da più malattie e che la sintomatologia di
queste si sovrapponesse ai disturbi di origine psicosomatica cui
andava soggetto già dalla gioventù.
Peter Medawar (1915-87), Premio Nobel per la Medicina nel 1960 per la scoperta dei meccanismi di rigetto degli organi trapiantati
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