Una delle più celebri leggende di
misteriose sparizioni, negli Usa, è quella relativa alla imponente
nave fluviale multitrasporto “Iron Mountain”.
La "Iron Mountain" in un'immagine del tempo
Nella versione più classica, ripresa
da autori come Frank Edwards (“Strangest of All”, 1956), Paul
Begg (“Into thin air”, 1979), Louis L'Amour (“The haunted
mesa”, 1987), Charles Berlitz (“World of strange phenomena”,
1988) e perfino il Reader's Digest (”Mystery unexplained”, 1982),
nel giugno del 1872, la nave sarebbe partita da Vicksburg per
risalire il Mississippi in direzione di Pittsburgh, con 55 persone a
bordo e un carico di cotone e barili di melassa, trainando anche
cinque chiatte. Lo stesso giorno, un'altra nave fluviale, la
“Iroquois Chef”, avrebbe trovato le chiatte che galleggiavano a
valle, senza nessuno a bordo, con i cavi di traino tagliati.
L'equipaggio della “Iroquois Chef” avrebbe aspettato l'arrivo
della “Iron Mountain” per il recupero delle chiatte, ma questa
non si sarebbe mai presentata. E, da allora, non si sarebbe più
vista, né se sarebbero avute più notizie del suo equipaggio e dei
suoi passeggeri. Non sarebbe stato ritrovato neanche il minimo
reperto.
Alcune delle versioni aggiungono pure
che, nei dintorni dell'area, sulle rive del fiume, si potrebbero
ascoltare delle voci provenienti dal Nulla che chiamano aiuto.
La “Iron Mountain” era una nave
fluviale con molte parti in acciaio, piuttosto grande, lunga 181 m e
larga 11. Tuttavia, il Mississippi, specie nella stagione delle
inondazioni e in quel punto, è molto più grande. Attualmente, la
distanza media tra le due rive è di circa 1200 m: ma, considerando
che nel corso di oltre un secolo si sono accumulati diversi detriti
su di esse, è verosimile che nel 1872 lo spazio potesse essere
ancora più ampio, sufficiente, anche come profondità, per
inghiottire una nave di quelle dimensioni.
Teoricamente, la “scomparsa”
sarebbe stata possibile ma già i primi dubbi sorgono quando si va a
considerare la reale situazione del tempo. Il corso del Mississippi
era punteggiato di città, paesi, fattorie sulle rive e il fiume
stesso funzionava come una specie di autostrada, attraversato in
lungo e in largo da ogni sorta di natanti che spesso viaggiavano con
orari regolari lungo tratte predefinite. E' decisamente improbabile
che, in una realtà così affollata, una grossa imbarcazione potesse
sparire nel Nulla.
Due immagini dell'area del porto fluviale di Vicksburg
La posizione di Vicksburg lungo il Mississippi
E, infatti, quando si vanno a
verificare i documenti disponibili, ci si rende conto che la storia
della sparizione è una pura invenzione, anche se prende spunto da un
fatto reale, un naufragio.
Una nave fluviale di nome “Iron
Mountain” naufragò, effettivamente, nella zona del Mississippi nei
dintorni di Vicksburg, ma il 26 marzo 1882 e non nel giugno del 1872.
E' vero che il primo allarme fu dato da
un'altra nave denominata “Iroquois Chef” che aveva recuperato le
5 chiatte vuote alla deriva sul fiume e le aveva trainate fino al
primo porto disponibile, ma il resto no.
A dare la notizia per primi furono il
“Vicksbug Daily Commercial” del 27 marzo e il “Daily Memphis
Avalanche” del 28, senza però fornire molti dettagli.
Il giornale “The Weekly Louisianan”,
nel numero del 1° aprile 1882, dava la notizia in termini
particolarmente precisi:
“Alle ore 22,30 di sabato notte, 25
miglia a Nord di Vicksburg, il rimorchiatore 'Iron Mountain' urtò
contro un ostacolo e affondò in tre minuti. Tutti i presenti furono
salvati, tranne una cameriera di colore, la signora Ellen Auderman.”
L'incidente fu provocato innanzitutto
dal maltempo e dalla scarsa visibilità, che nascose alla vista del
pilota l'ostacolo (probabilmente un tronco d'albero), sicuramente
almeno in parte sommerso. In alcune versioni, il nome dell'unica
vittima è riportato come “Anderson”. Sembra che la poveretta
restò intrappolata, non si sa come, sottocoperta. Il suo corpo fu
rinvenuto il giorno dopo il disastro, in mezzo a dei rottami.
Ma, in realtà, i rottami ritrovati
dalle squadre di ricerca, nei primi tempi, furono davvero pochi, e
questo può aver dato origine a qualche leggenda, anche se le
dimensioni del fiume rendevano il fatto insolito ma non impossibile.
Il relitto della “Iron Mountain”,
sorprendentemente, ricomparve solo dopo tre mesi, e non nel fiume,
bensì a terra, nell'area di una ex piantagione abbandonata,
denominata “Omega Landing”, vicino Tallulah, Louisiana, diversi
km a Sud del punto di affondamento. Nei giorni immediatamente
precedenti al ritrovamento, il fiume in piena aveva rotto gli argini
proprio in quella zona, allagandone ampie parti e trascinando con sé
anche il relitto che in precedenza doveva trovarsi sul fondo.
La notizia del ritrovamento si può
ancora leggere su un altro giornale, il “Public Ledger” di
Memphis, il 24 giugno. A ritrovare il relitto fu l'equipaggio della
nave “Gold Dust” che lo vide dal fiume circa 3 km a Sud di Stumpy
Point, la località in cui si era rotto l'argine. Il relitto era
asciutto e comprendeva tutte le parti metalliche, compresi i motori,
mentre quelle in legno erano in gran parte consumate.
L'affondamento su sicuramente
accidentale, non provocato in alcun modo dalla volontà di qualcuno.
Sul “Merchants' Exchange” di St. Louis è riportato che nave e
carico erano valutati 65.000 dollari ma assicurati per soli 20.000.
La stessa fonte, con un errore molto singolare, indica Omega Landing
(il luogo del ritrovamento del relitto: che, come detto, è molto
distante) come luogo dell'affondamento. L'annotazione è datata 25
marzo 1882, ossia il giorno prima del disastro: ma evidentemente è
stata riportata solo dopo il ritrovamento di giugno, come dimostra
anche la confusione tra il 25 e il 26 marzo.
Un annuncio pubblicitario apparso su un quotidiano del tempo riguardo i viaggi della "Iron Mountain"
Altri relitti furono ritrovati entro la
fine dello stesso mese, anche se di molte parti lignee non restava
più niente.
I creatori di leggende si sono
scatenati dopo, approfittando della facile credulità popolare.
Eppure la storia vera sembra molto più originale e interessante
della loro.
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