sabato 6 agosto 2016

La riscoperta di "Tutti quei piccoli animali" di Walker Hamilton

Una sera di febbraio del 1969, in un cottage sito nel piccolo villaggio gallese di Goonvrea, un uomo di 34 anni si alzò da tavola dopo cena, apparentemente molto felice. Il suo primo romanzo, pubblicato appena 6 mesi prima, stava ottenendo critiche molto positive (anche un autore di bestseller del calibro di Roald Dahl ne aveva scritto con ammirazione) e favorevoli riscontri di vendite; quella mattina stessa, aveva appena terminato di scrivere il secondo, di cui si sentiva particolarmente soddisfatto. Il successo come scrittore non era solo il coronamento di un sogno, ma anche il riscatto da una vita sempre incerta e precaria, sin dalle modestissime origini.
Improvvisamente, però, l'uomo si sentì male e, in breve, perse conoscenza. La moglie chiamò subito i soccorsi ma non ci fu nulla da fare. Il cuore dell'uomo, nonostante la sua giovane età, aveva ceduto a un graduale deterioramento. Walker Hamilton, che diversi anni prima era stato congedato dal servizio militare nella RAF proprio per i problemi cardiaci rimasti quali esiti di un avvelenamento del sangue contratto il servizio, non vide mai pubblicato il suo secondo romanzo, che uscì nel 1970. Anche stavolta, i critici furono concordi nel lodare l'opera; ma, essendo ormai defunto l'autore, l'editore non ritenne opportuno investire in una intensa promozione, e le vendite furono nettamente inferiori a quelle del libro precedente. In seguito, per molto tempo, entrambi i volumi furono ristampati raramente.
Una rara immagine di Walker Hamilton (1934-69)

Tuttavia, Walker Hamilton e i suoi due libri non furono completamente dimenticati. Del primo, All the Little Animals, uscirono alcune traduzioni in altre lingue, compresa quella italiana, pubblicata da Garzanti nel 1998 con il titolo Tutti quei piccoli animali. Nel 2010, su proposta dello scrittore scozzese Alan Warner, il critico letterario del Guardian, Adrian Searle, che si diletta con la riscoperta di grandi scrittori dimenticati in una casa editrice fondata ad hoc, Freight Books, ne propose una nuova accurata edizione, accompagnata da un'introduzione di Warner stesso. Durante la preparazione di questa, Searle riuscì a mettersi in contatto con la vedova di Walker Hamilton, Dorothy, di cui si erano perse le tracce dai primi anni '90, al punto che l'editore originale (Gollancz) la credeva morta, mentre in realtà viveva ancora in Galles e scriveva guide turistiche sotto pseudonimo. La signora Dorothy fu felice di raccontare i suoi ricordi a un ascoltatore qualificato ed entusiasta.
Alan Warner (nato nel 1964)

Adrian Searle (nato nel 1953)

Walker Hamilton era nato a Airdrie, North Lanarkshire, Scozia, nel 1934. Era figlio di un minatore e lasciò la scuola a 15 anni per arruolarsi, poco dopo, nella RAF. Costretto a lasciare il servizio per le ragioni che abbiamo già visto, seguì un corso di contabilità in una scuola serale e poi si impiegò come tecnico in una fabbrica di birra a Glasgow. Dopo il matrimonio, nel 1960, si stabilì per qualche tempo in Cornovaglia.
All the Little Animals nacque proprio qui, da una passeggiata in campagna insieme a Dorothy, al termine della quale i due, tornando sulla strada principale, videro un bellissimo uccello morto, appena investito da un'auto e, non volendo che altre macchine ne facessero scempio, lo raccolsero e lo deposero nell'erba.
L'edizione originale Gollancz di All the Little Animals (1968)

La prima edizione americana, uscita da Simon & Schuster sempre nel 1968


Due edizioni più recenti

L'unica edizione italiana, del 1998

Il protagonista di All the Little Animals si chiama Bobby Platt ed è un uomo di 31 anni, grande e grosso, ma con un cervello da bambino, il cui ritardo mentale è almeno in parte dovuto al trauma subito assistendo all'incidente in cui è morto l'amato padre. La madre, londinese benestante, si è risposata con un piccolo delinquente, che Bobby chiama il Ciccione e che non è estraneo alle circostanze in cui è morto il padre. I due si odiano e, appena la madre di Bobby muore, il Ciccione comincia a ordire trame per disfarsi del figlio in qualunque modo. Bobby è ritardato ma non stupido e alla prima occasione scappa di casa. Non sapendo dove andare, accetta un passaggio da un camionista diretto in Cornovaglia. Il viaggio procede bene fino a quando, attraversando una campagna, il camion sta per investire un coniglio fermo in mezzo alla strada: al camionista non importa nulla di investirlo o no, ma Bobby è deciso a salvarlo, afferra bruscamente il volante e sterza, ma il mezzo finisce rovinosamente fuori strada, dopo aver ugualmente investito l'animaletto. Bobby non si è fatto quasi nulla, mentre il camionista è morto sul colpo. A quel punto sopraggiunge sulla scena un singolare vecchietto, Mister Sumners, che ignora completamente il camionista morto ma raccoglie il coniglio investito e va via portandoselo dietro. Bobby segue Mister Sumners e questo gli spiega che ha una missione da compiere, quella di seppellire tutti i piccoli animali uccisi accidentalmente lungo le strade o in altri modi dall'uomo. Più tardi, rimasto a vivere con lui nella sua casetta isolata e aiutandolo entusiasticamente nella sua “missione”, Bobby apprenderà che Mister Sumners ha deciso di vivere in questo modo per espiare una terribile colpa del suo passato, della quale però non specifica il minimo dettaglio. Anche Bobby gli racconta la sua storia, sottolineando la sua paura che il Ciccione riesca a ritrovarlo e a ucciderlo, allora Mister Sumners gli propone di anticiparne le mosse e di vendicare il padre morto. Da questo momento in poi, la storia vira decisamente verso il noir, pur conservando un fondo del tono stralunato e quasi onirico dei primi capitoli.
La vicenda attrasse l'attenzione di un produttore cinematografico americano Premio Oscar, Jeremy Thomas, che nel 1998 la scelse per il suo esordio come regista. Nonostante la cura nella sceneggiatura e la scelta di un cast di tutto rispetto (Bobby era Christan Bale e Mister Sumners John Hurt), la pellicola ebbe scarso successo e fu ritirata dalle sale poco tempo dopo la distribuzione (non è mai arrivata in Italia) anche se è possibile visionarla in dvd nella versione originale.
Una locandina del film

Il secondo romanzo, A Dragon's Life, invece, prende le mosse da un attore in crisi che, durante le prove di uno spettacolo, scappa via indossando ancora il costume di scena, che è quello di un drago. Non risulta che sia più stato ristampato dopo l'edizione tascabile Penguin del 1973.
L'edizione originale di A Dragon's Life (1970)

L'edizione tascabile uscita tre anni dopo




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