Una sera di febbraio del 1969, in un
cottage sito nel piccolo villaggio gallese di Goonvrea, un uomo di 34
anni si alzò da tavola dopo cena, apparentemente molto felice. Il
suo primo romanzo, pubblicato appena 6 mesi prima, stava ottenendo
critiche molto positive (anche un autore di bestseller del calibro di
Roald Dahl ne aveva scritto con ammirazione) e favorevoli riscontri
di vendite; quella mattina stessa, aveva appena terminato di scrivere
il secondo, di cui si sentiva particolarmente soddisfatto. Il
successo come scrittore non era solo il coronamento di un sogno, ma
anche il riscatto da una vita sempre incerta e precaria, sin dalle
modestissime origini.
Improvvisamente, però, l'uomo si sentì
male e, in breve, perse conoscenza. La moglie chiamò subito i
soccorsi ma non ci fu nulla da fare. Il cuore dell'uomo, nonostante
la sua giovane età, aveva ceduto a un graduale deterioramento. Walker
Hamilton, che diversi anni prima era stato congedato dal servizio
militare nella RAF proprio per i problemi cardiaci rimasti quali
esiti di un avvelenamento del sangue contratto il servizio, non vide
mai pubblicato il suo secondo romanzo, che uscì nel 1970. Anche
stavolta, i critici furono concordi nel lodare l'opera; ma, essendo
ormai defunto l'autore, l'editore non ritenne opportuno investire in
una intensa promozione, e le vendite furono nettamente inferiori a
quelle del libro precedente. In seguito, per molto tempo, entrambi i
volumi furono ristampati raramente.
Una rara immagine di Walker Hamilton (1934-69)
Tuttavia, Walker Hamilton e i suoi due
libri non furono completamente dimenticati. Del primo, All the Little
Animals, uscirono alcune traduzioni in altre lingue, compresa quella
italiana, pubblicata da Garzanti nel 1998 con il titolo Tutti quei
piccoli animali. Nel 2010, su proposta dello scrittore scozzese Alan
Warner, il critico letterario del Guardian, Adrian Searle, che si
diletta con la riscoperta di grandi scrittori dimenticati in una casa
editrice fondata ad hoc, Freight Books, ne propose una nuova accurata
edizione, accompagnata da un'introduzione di Warner stesso. Durante
la preparazione di questa, Searle riuscì a mettersi in contatto con
la vedova di Walker Hamilton, Dorothy, di cui si erano perse le
tracce dai primi anni '90, al punto che l'editore originale
(Gollancz) la credeva morta, mentre in realtà viveva ancora in
Galles e scriveva guide turistiche sotto pseudonimo. La signora
Dorothy fu felice di raccontare i suoi ricordi a un ascoltatore
qualificato ed entusiasta.
Alan Warner (nato nel 1964)
Adrian Searle (nato nel 1953)
Walker Hamilton era nato a Airdrie,
North Lanarkshire, Scozia, nel 1934. Era figlio di un minatore e
lasciò la scuola a 15 anni per arruolarsi, poco dopo, nella RAF.
Costretto a lasciare il servizio per le ragioni che abbiamo già
visto, seguì un corso di contabilità in una scuola serale e poi si
impiegò come tecnico in una fabbrica di birra a Glasgow. Dopo il
matrimonio, nel 1960, si stabilì per qualche tempo in Cornovaglia.
All the Little Animals nacque proprio
qui, da una passeggiata in campagna insieme a Dorothy, al termine
della quale i due, tornando sulla strada principale, videro un
bellissimo uccello morto, appena investito da un'auto e, non volendo
che altre macchine ne facessero scempio, lo raccolsero e lo deposero
nell'erba.
L'edizione originale Gollancz di All the Little Animals (1968)
La prima edizione americana, uscita da Simon & Schuster sempre nel 1968
Due edizioni più recenti
L'unica edizione italiana, del 1998
Il protagonista di All the Little
Animals si chiama Bobby Platt ed è un uomo di 31 anni, grande e
grosso, ma con un cervello da bambino, il cui ritardo mentale è
almeno in parte dovuto al trauma subito assistendo all'incidente in
cui è morto l'amato padre. La madre, londinese benestante, si è
risposata con un piccolo delinquente, che Bobby chiama il Ciccione e
che non è estraneo alle circostanze in cui è morto il padre. I due
si odiano e, appena la madre di Bobby muore, il Ciccione comincia a
ordire trame per disfarsi del figlio in qualunque modo. Bobby è
ritardato ma non stupido e alla prima occasione scappa di casa. Non
sapendo dove andare, accetta un passaggio da un camionista diretto in
Cornovaglia. Il viaggio procede bene fino a quando, attraversando una
campagna, il camion sta per investire un coniglio fermo in mezzo alla
strada: al camionista non importa nulla di investirlo o no, ma Bobby
è deciso a salvarlo, afferra bruscamente il volante e sterza, ma il
mezzo finisce rovinosamente fuori strada, dopo aver ugualmente
investito l'animaletto. Bobby non si è fatto quasi nulla, mentre il
camionista è morto sul colpo. A quel punto sopraggiunge sulla scena
un singolare vecchietto, Mister Sumners, che ignora completamente il
camionista morto ma raccoglie il coniglio investito e va via
portandoselo dietro. Bobby segue Mister Sumners e questo gli spiega
che ha una missione da compiere, quella di seppellire tutti i piccoli
animali uccisi accidentalmente lungo le strade o in altri modi
dall'uomo. Più tardi, rimasto a vivere con lui nella sua casetta
isolata e aiutandolo entusiasticamente nella sua “missione”,
Bobby apprenderà che Mister Sumners ha deciso di vivere in questo
modo per espiare una terribile colpa del suo passato, della quale
però non specifica il minimo dettaglio. Anche Bobby gli racconta la
sua storia, sottolineando la sua paura che il Ciccione riesca a
ritrovarlo e a ucciderlo, allora Mister Sumners gli propone di
anticiparne le mosse e di vendicare il padre morto. Da questo momento
in poi, la storia vira decisamente verso il noir, pur conservando un
fondo del tono stralunato e quasi onirico dei primi capitoli.
La vicenda attrasse l'attenzione di un
produttore cinematografico americano Premio Oscar, Jeremy Thomas, che
nel 1998 la scelse per il suo esordio come regista. Nonostante la
cura nella sceneggiatura e la scelta di un cast di tutto rispetto
(Bobby era Christan Bale e Mister Sumners John Hurt), la pellicola
ebbe scarso successo e fu ritirata dalle sale poco tempo dopo la
distribuzione (non è mai arrivata in Italia) anche se è possibile
visionarla in dvd nella versione originale.
Una locandina del film
Il secondo romanzo, A Dragon's Life,
invece, prende le mosse da un attore in crisi che, durante le prove
di uno spettacolo, scappa via indossando ancora il costume di scena,
che è quello di un drago. Non risulta che sia più stato ristampato
dopo l'edizione tascabile Penguin del 1973.
L'edizione originale di A Dragon's Life (1970)
L'edizione tascabile uscita tre anni dopo
Nessun commento:
Posta un commento