lunedì 1 agosto 2016

Misteri nella Swinging London: “Marshmallow Pie” di Graham Lord

Nata nei primi anni '60, la collana popolare di spionaggio Segretissimo della Mondadori, ha vissuto diversi anni di grande successo nel periodo della guerra fredda, proponendo romanzi singoli o interi cicli con al centro delle figure di agenti segreti per lo più affascinanti e impegnati in avventure pericolosissime ambientate in qualunque parte del mondo. Come si può immaginare, questi personaggi erano in gran parte emuli di James Bond (come Hubert Bonisseur de la Bath, OSS 117, creato dal francese Jean Bruce, che monopolizzò il primo anno della collana, all'epoca mensile: protagonista di 12 romanzi su 12 usciti tra l'ottobre 1960 e il settembre 1961) anche se alcuni risentono di influenze letterarie un po' più originali, come quella di John Le Carré e del suo amaro e disincantato La spia che venne dal freddo

I romanzi di Jean Bruce che aprirono la collana Segretissimo nel 1960

Jean Bruce, nato Jean Brochet nel 1921, morì nel 1963 in un incidente automobilistico. La sua serie di OSS 117 (che ha ispirato anche diversi film) è stata poi continuata prima dalla moglie Josette e poi dai loro figli, per l'incredibile totale di 254 romanzi 

Non rare sono le occasionali incursioni di giallisti famosi che si mettono alla prova con un genere nuovo, ma piuttosto affine a quello in cui hanno raggiunto grandi successi: ad esempio, James Hadley Chase, con risultati di tutto rispetto.


Alcuni romanzi di Segretissimo firmati da James Hadley Chase

Tuttavia, la collana non ha mai disdegnato di proporre romanzi davvero originali e spesso distanti dal gusto del pubblico in quel momento, opere di una qualità letteraria che si stacca nettamente dalla media e che mettono in scena personaggi molto complessi oppure trattano di intrighi internazionali con disincantato realismo. Questi romanzi sono meno noti degli altri, spesso sono finiti rapidamente nel dimenticatoio e non di rado è diventato difficilissimo ricostruirne le origini e le vicissitudini.
Un esempio lampante in tal senso è costituito da Lady spia, firmato Coral Day e uscito il 7 novembre 1968. Il nome dell'autore, il titolo tradotto e quello dell'originale uscito in Inglese l'anno prima (Tell no tales) sono costituiti di termini così frequenti nell'uso comune, che una ricerca web in tal senso risulta difficilissima: e, comunque, anche insistendo, non è che si trovi molto riguardo questo romanzo davvero unico nel suo genere, che ha per protagonista una ragazza inglese che come copertura fa la modella di calze e viene spedita in Scandinavia per scoprire che fine ha fatto una sua collega ed eventualmente eliminare l'agente sospetto doppiogiochista su cui questa stava indagando; finisce poi per innamorarsi dello stesso, che appare del tutto innocente e vittima di una macchinazione, e fa di tutto per scagionarlo; salvo rendersi conto solo all'ultimo che i sospetti su di lui erano fondati e a ucciderlo rocambolescamente con un incidente simulato, proprio mentre lui ha deciso di eliminarla a sua volta. Sia la vivacità con cui l'intreccio si dipana dall'inizio alla fine, sia l'eccellente caratterizzazione dei personaggi, fanno pensare che dietro vi sia qualche scrittrice famosa (senza escludere però che possa essere anche uno scrittore) nascosta dietro uno pseudonimo, anche perché sembra che “Coral Day” non abbia firmato altri titoli. Tuttavia, risolvere questo piccolo mistero, al momento, non è possibile.
La copertina dell'edizione italiana di Lady spia di Coral Day

Ma la palma di romanzo più originale uscito in Segretissimo, spetta senza dubbio a Una sostanza “spiechedelica”, firmato Graham Lord e uscito il 18 febbraio 1971. L'originale, uscito in Inglese l'anno prima, portava il titolo Marshmallow Pie, tratto da un verso della canzone dei Beatles Lucy in the Sky with Diamonds.
L'edizione originale di Marshmallow Pie

Un'edizione più recente

L'edizione italiana in Segretissimo. Notare, come negli altri casi, la splendida copertina di Carlo Jacono

Prima di procedere, diventano necessarie alcune brevi digressioni. Innanzitutto, chiunque si intenda un po' di Beatles sa che Sergeant Pepper's Lonely Hearts Club Band è il loro disco più “psichedelico” e che, secondo alcuni, Lucy in The Sky with Diamonds, al di là della storia raccontata da John Lennon che la scrisse (il testo sarebbe nato descrivendo un disegno fatto dal figlio Julian all'asilo), rappresenterebbe le allucinazioni avute per effetto di una somministrazione di LSD (le stesse iniziali delle parole del titolo sarebbero un indizio in tal senso). Le Marshmallow Pies che a un certo punto della canzone vengono mangiate da gente sorridente su cavalli a dondolo in una fontana vicino a un ponte, tra fiori terribilmente alti, non sono facili né da immaginare né da descrivere. Dovrebbero essere torte fatte da cilindretti di zucchero bianchi e morbidi, diffusi a partire dagli Usa e inizialmente ricavati dalla pianta Althaea officinalis



Alcune immagini ispirate a Lucy in the Sky with Diamonds

In Italia, il termine è arrivato per la prima volta proprio negli stessi anni '60, grazie ai Peanuts, in cui Snoopy li mangia arrostendoli sul fuoco insieme ai suoi amici Woodstock, Bill, Conrad, Harriet e Oliver (gli uccellini gialli). I traduttori delle strisce di Schulz, in particolare Oreste Del Buono, preferirono proporre al pubblico una versione italiana del termine, inventando la simpatica parola “toffoletta”, che è quella con cui i marshmallow sono stati a lungo conosciuti in Italia quando erano pochissimo diffusi e considerati come qualcosa di esotico. La Marshmallow Pie, dunque, in Italiano, si può tradurre come Torta di Toffoletta.
Snoopy e Woodstock che si arrostiscono le toffolette durante una delle loro escursioni

I titolisti di Segretissimo, però, dovendo introdurre il lettore al tema del romanzo, preferirono far riferimento all'effetto psichedelico di una sostanza al centro dell'intreccio, divertendosi però a comporre un gioco di parole tra “psico” e “spia”, e il risultato dell'improbabile termine “spiechedelico”, che però connota in modo eccellente e inconfondibile tutta la vicenda.
La quale si svolge nella Swinging London, la Londra ottimista e iper-creativa degli anni '60, che “dondolava” tra una novità artistica o di costume e un'altra, ma era al tempo stesso un importantissimo crocevia internazionale in cui si potevano incontrare avventurieri, esuli e rivoluzionari di ogni tipo, oltre che naturalmente spie di ogni nazionalità confuse nel Meltin Pot etnico e delinquenti comuni in quantità. In questo magmatico contesto, si sta svolgendo una lotta senza quartiere con l'obiettivo dell'eliminazione totale del nemico, tra un gruppo di razzisti bianchi sudafricani e un altro di neri decisi a dar vita a uno Stato indipendente attraverso una scissione politica. I bianchi hanno raggiunto i neri, fuorilegge in patria, a Londra, e danno loro la caccia, ma i neri non sono meno determinati e li attirano in imboscate. I neri non sono a Londra per caso, ma per rapire un chimico che ha abbandonato la ricerca per diventare leader di un movimento hippy, si fa chiamare Sergeant Pepper e pare abbia sintetizzato una sostanza stupefacente capace di effetti allucinogeni molto superiori a quelle finora conosciute. La loro intenzione è di servirsene versandola nell'acqua potabile e poi compiere un Colpo di Stato mentre quasi tutta la gente è sotto allucinazioni.
Ignaro di tutto questi retroscena, il giornalista londinese Brian Waterman ha dovuto accettare dal suo capo-redattore, sotto la minaccia del licenziamento, l'incarico di infiltrarsi nella comunità hippy presente in città per condurre un'inchiesta sul fenomeno. Waterman riesce ad entrare proprio in un piccolo gruppo che sta a sua volta per unirsi al movimento di Sergeant Pepper. Infatti, dopo poco, Waterman riesce ad entrare nel giro di Sergeant Pepper ed è presente al momento in cui i neri sudafricani lo rapiscono. A quel punto, rinuncia alla sua copertura e va ad avvertire Scotland Yard.
Subito dopo, consegna il suo reportage e aspetta che sia pubblicato. Ma, imprevedibilmente, finisce rapito a sua volta da un gruppo di agenti segreti cinesi che seguivano i neri fingendo di assecondarli per mettere le mani su Sergeant Pepper prima di loro. I cinesi sono convinti che sia Waterman il vero Sergeant Pepper, mentre quello rapito sarebbe stato solo uno spacciato per tale al fine di proteggere quello originale. Fortunatamente per Waterman, pur camuffandolo e mascherandolo, i cinesi non riusciranno a farlo uscire dal Paese, perché sarà riconosciuto dalle guardie all'aeroporto di Heathrow e liberato. Il suo reportage, però, non uscirà mai, perché svela troppi dettagli sul vero Sergeant Pepper, che è stato liberato anche lui dai servizi segreti inglesi, ma al solo scopo di sequestrarlo per farlo lavorare a forza in un progetto segreto.
Il romanzo procede dall'inizio alla fine con un ritmo tale da tenere sempre desta l'attenzione del lettore. Se pure i cinesi appaiono un po' stereotipati, il conflitto tra bianchi razzisti e neri rivoluzionari è trattato senza superficialità, in modo da sollevare anche qualche interrogativo nella mente dei lettori più attenti (dato il periodo in cui il romanzo uscì, questo non era affatto scontato). Ma il meglio di sé, l'autore lo offre nella descrizione delle comunità hippies, mostrate come qualsiasi altro gruppo al mondo, piene di antagonismi e conflitti, tra persone convinte davvero della propria scelta di vita, altre finite lì solo per via di circostanze, altre ancora per assoluto opportunismo: e sono queste ultime, come sempre, a tirare i fili della situazione.
Graham Lord, l'autore, è una figura pochissimo nota in Italia, ma piuttosto celebre nel Regno Unito. Nato il 16 febbraio 1943 in Zimbabwe (allora si chiamava Rhodesia del Sud) da una famiglia inglese, è cresciuto in Mozambico fino al momento di andare all'università, quando si è trasferito a Cambridge per studiare Storia. Qui ha fatto le sue prime esperienze da giornalista. Da studente, come redattore e poi direttore del giornale universitario, ha avuto qualche grattacapo con gli amministratori dell'università per via del contenuto piuttosto rivoluzionario (per i tempi) dei suoi editoriali. Si è fatto però una certa fama e, terminati gli studi (1965), è stato subito assunto dal Sunday Express, come assistente del redattore letterario Bob Pitman. Alla morte di Pitman (1968) ha preso il suo posto. Durante i suoi 45 anni di lavoro al Sunday Express ha recensito migliaia di libri e intervistato tutti i più importanti scrittori del suo tempo, e nel 1987 ha fondato un premio letterario (Book of Year Award), subito molto ambito. Ammiratore di Graham Greene, autore già di 5 romanzi tra gli anni '70 e i primi anni '80 (Marshmallow Pie è il primo), dagli anni '90 ha scoperto il fascino delle biografie e ne ha scritte 7 (comprese quelle di David Niven e Joan Collins), ottenendo lusinghieri giudizi critici e un enorme successo di pubblico. L'ultimo suo libro è uscito nel 2007. All'età di 72 anni, il 13 giugno 2015 è morto per un tumore al fegato.
Graham Lord






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