Nata nei primi anni '60, la collana
popolare di spionaggio Segretissimo della Mondadori, ha vissuto
diversi anni di grande successo nel periodo della guerra fredda,
proponendo romanzi singoli o interi cicli con al centro delle figure
di agenti segreti per lo più affascinanti e impegnati in avventure
pericolosissime ambientate in qualunque parte del mondo. Come si può
immaginare, questi personaggi erano in gran parte emuli di James Bond
(come Hubert Bonisseur de la Bath, OSS 117, creato dal francese Jean
Bruce, che monopolizzò il primo anno della collana, all'epoca
mensile: protagonista di 12 romanzi su 12 usciti tra l'ottobre 1960 e
il settembre 1961) anche se alcuni risentono di influenze letterarie
un po' più originali, come quella di John Le Carré e del suo amaro e disincantato La spia che venne dal freddo.
I romanzi di Jean Bruce che aprirono la collana Segretissimo nel 1960
Jean Bruce, nato Jean Brochet nel 1921, morì nel 1963 in un incidente automobilistico. La sua serie di OSS 117 (che ha ispirato anche diversi film) è stata poi continuata prima dalla moglie Josette e poi dai loro figli, per l'incredibile totale di 254 romanzi
Non rare sono le occasionali
incursioni di giallisti famosi che si mettono alla prova con un
genere nuovo, ma piuttosto affine a quello in cui hanno raggiunto
grandi successi: ad esempio, James Hadley Chase, con risultati di
tutto rispetto.
Alcuni romanzi di Segretissimo firmati da James Hadley Chase
Tuttavia, la collana non ha mai
disdegnato di proporre romanzi davvero originali e spesso distanti
dal gusto del pubblico in quel momento, opere di una qualità
letteraria che si stacca nettamente dalla media e che mettono in
scena personaggi molto complessi oppure trattano di intrighi
internazionali con disincantato realismo. Questi romanzi sono meno
noti degli altri, spesso sono finiti rapidamente nel dimenticatoio e
non di rado è diventato difficilissimo ricostruirne le origini e le
vicissitudini.
Un esempio lampante in tal senso è
costituito da Lady spia, firmato Coral Day e uscito il 7 novembre
1968. Il nome dell'autore, il titolo tradotto e quello dell'originale
uscito in Inglese l'anno prima (Tell no tales) sono costituiti di
termini così frequenti nell'uso comune, che una ricerca web in tal
senso risulta difficilissima: e, comunque, anche insistendo, non è
che si trovi molto riguardo questo romanzo davvero unico nel suo
genere, che ha per protagonista una ragazza inglese che come
copertura fa la modella di calze e viene spedita in Scandinavia per
scoprire che fine ha fatto una sua collega ed eventualmente eliminare
l'agente sospetto doppiogiochista su cui questa stava indagando;
finisce poi per innamorarsi dello stesso, che appare del tutto
innocente e vittima di una macchinazione, e fa di tutto per
scagionarlo; salvo rendersi conto solo all'ultimo che i sospetti su
di lui erano fondati e a ucciderlo rocambolescamente con un
incidente simulato, proprio mentre lui ha deciso di eliminarla a sua
volta. Sia la vivacità con cui l'intreccio si dipana dall'inizio
alla fine, sia l'eccellente caratterizzazione dei personaggi, fanno
pensare che dietro vi sia qualche scrittrice famosa (senza escludere
però che possa essere anche uno scrittore) nascosta dietro uno
pseudonimo, anche perché sembra che “Coral Day” non abbia
firmato altri titoli. Tuttavia, risolvere questo piccolo mistero, al
momento, non è possibile.
La copertina dell'edizione italiana di Lady spia di Coral Day
Ma la palma di romanzo più originale
uscito in Segretissimo, spetta senza dubbio a Una sostanza
“spiechedelica”, firmato Graham Lord e uscito il 18 febbraio
1971. L'originale, uscito in Inglese l'anno prima, portava il titolo
Marshmallow Pie, tratto da un verso della canzone dei Beatles Lucy in
the Sky with Diamonds.
L'edizione originale di Marshmallow Pie
Un'edizione più recente
L'edizione italiana in Segretissimo. Notare, come negli altri casi, la splendida copertina di Carlo Jacono
Prima di procedere, diventano
necessarie alcune brevi digressioni. Innanzitutto, chiunque si
intenda un po' di Beatles sa che Sergeant Pepper's Lonely Hearts Club
Band è il loro disco più “psichedelico” e che, secondo alcuni,
Lucy in The Sky with Diamonds, al di là della storia raccontata da
John Lennon che la scrisse (il testo sarebbe nato descrivendo un
disegno fatto dal figlio Julian all'asilo), rappresenterebbe le
allucinazioni avute per effetto di una somministrazione di LSD (le
stesse iniziali delle parole del titolo sarebbero un indizio in tal
senso). Le Marshmallow Pies che a un certo punto della canzone vengono
mangiate da gente sorridente su cavalli a dondolo in una fontana
vicino a un ponte, tra fiori terribilmente alti, non sono facili né
da immaginare né da descrivere. Dovrebbero essere torte fatte da
cilindretti di zucchero bianchi e morbidi, diffusi a partire dagli
Usa e inizialmente ricavati dalla pianta Althaea officinalis.
Alcune immagini ispirate a Lucy in the Sky with Diamonds
In
Italia, il termine è arrivato per la prima volta proprio negli
stessi anni '60, grazie ai Peanuts, in cui Snoopy li mangia
arrostendoli sul fuoco insieme ai suoi amici Woodstock, Bill,
Conrad, Harriet e Oliver
(gli uccellini gialli). I traduttori delle strisce di Schulz, in
particolare Oreste Del Buono, preferirono proporre al pubblico una
versione italiana del termine, inventando la simpatica parola
“toffoletta”, che è quella con cui i marshmallow sono stati a
lungo conosciuti in Italia quando erano pochissimo diffusi e
considerati come qualcosa di esotico. La Marshmallow Pie, dunque, in
Italiano, si può tradurre come Torta di Toffoletta.
Snoopy e Woodstock che si arrostiscono le toffolette durante una delle loro escursioni
I titolisti di
Segretissimo, però, dovendo introdurre il lettore al tema del
romanzo, preferirono far riferimento all'effetto psichedelico di una
sostanza al centro dell'intreccio, divertendosi però a comporre un
gioco di parole tra “psico” e “spia”, e il risultato
dell'improbabile termine “spiechedelico”, che però connota in
modo eccellente e inconfondibile tutta la vicenda.
La quale si
svolge nella Swinging London, la Londra ottimista e iper-creativa
degli anni '60, che “dondolava” tra una novità artistica o di
costume e un'altra, ma era al tempo stesso un importantissimo
crocevia internazionale in cui si potevano incontrare avventurieri,
esuli e rivoluzionari di ogni tipo, oltre che naturalmente spie di
ogni nazionalità confuse nel Meltin Pot etnico e delinquenti comuni
in quantità. In questo magmatico contesto, si sta svolgendo una
lotta senza quartiere con l'obiettivo dell'eliminazione totale del
nemico, tra un gruppo di razzisti bianchi sudafricani e un altro di
neri decisi a dar vita a uno Stato indipendente attraverso una
scissione politica. I bianchi hanno raggiunto i neri, fuorilegge in
patria, a Londra, e danno loro la caccia, ma i neri non sono meno
determinati e li attirano in imboscate. I neri non sono a Londra per
caso, ma per rapire un chimico che ha abbandonato la ricerca per
diventare leader di un movimento hippy, si fa chiamare Sergeant
Pepper e pare abbia sintetizzato una sostanza stupefacente capace di
effetti allucinogeni molto superiori a quelle finora conosciute. La
loro intenzione è di servirsene versandola nell'acqua potabile e poi
compiere un Colpo di Stato mentre quasi tutta la gente è sotto
allucinazioni.
Ignaro di tutto
questi retroscena, il giornalista londinese Brian Waterman ha dovuto
accettare dal suo capo-redattore, sotto la minaccia del
licenziamento, l'incarico di infiltrarsi nella comunità hippy
presente in città per condurre un'inchiesta sul fenomeno. Waterman
riesce ad entrare proprio in un piccolo gruppo che sta a sua volta
per unirsi al movimento di Sergeant Pepper. Infatti, dopo poco,
Waterman riesce ad entrare nel giro di Sergeant Pepper ed è presente
al momento in cui i neri sudafricani lo rapiscono. A quel punto,
rinuncia alla sua copertura e va ad avvertire Scotland Yard.
Subito dopo,
consegna il suo reportage e aspetta che sia pubblicato. Ma,
imprevedibilmente, finisce rapito a sua volta da un gruppo di agenti
segreti cinesi che seguivano i neri fingendo di assecondarli per
mettere le mani su Sergeant Pepper prima di loro. I cinesi sono
convinti che sia Waterman il vero Sergeant Pepper, mentre quello
rapito sarebbe stato solo uno spacciato per tale al fine di
proteggere quello originale. Fortunatamente per Waterman, pur
camuffandolo e mascherandolo, i cinesi non riusciranno a farlo uscire
dal Paese, perché sarà riconosciuto dalle guardie all'aeroporto di
Heathrow e liberato. Il suo reportage, però, non uscirà mai, perché
svela troppi dettagli sul vero Sergeant Pepper, che è stato liberato
anche lui dai servizi segreti inglesi, ma al solo scopo di
sequestrarlo per farlo lavorare a forza in un progetto segreto.
Il romanzo
procede dall'inizio alla fine con un ritmo tale da tenere sempre
desta l'attenzione del lettore. Se pure i cinesi appaiono un po'
stereotipati, il conflitto tra bianchi razzisti e neri rivoluzionari
è trattato senza superficialità, in modo da sollevare anche qualche
interrogativo nella mente dei lettori più attenti (dato il periodo
in cui il romanzo uscì, questo non era affatto scontato). Ma il
meglio di sé, l'autore lo offre nella descrizione delle comunità
hippies, mostrate come qualsiasi altro gruppo al mondo, piene di
antagonismi e conflitti, tra persone convinte davvero della propria
scelta di vita, altre finite lì solo per via di circostanze, altre
ancora per assoluto opportunismo: e sono queste ultime, come sempre,
a tirare i fili della situazione.
Graham Lord,
l'autore, è una figura pochissimo nota in Italia, ma piuttosto
celebre nel Regno Unito. Nato il 16 febbraio 1943 in Zimbabwe (allora
si chiamava Rhodesia del Sud) da una famiglia inglese, è cresciuto
in Mozambico fino al momento di andare all'università, quando si è
trasferito a Cambridge per studiare Storia. Qui ha fatto le sue prime
esperienze da giornalista. Da studente, come redattore e poi
direttore del giornale universitario, ha avuto qualche grattacapo con
gli amministratori dell'università per via del contenuto piuttosto
rivoluzionario (per i tempi) dei suoi editoriali. Si è fatto però
una certa fama e, terminati gli studi (1965), è stato subito assunto
dal Sunday Express, come assistente del redattore letterario Bob
Pitman. Alla morte di Pitman (1968) ha preso il suo posto. Durante i
suoi 45 anni di lavoro al Sunday Express ha recensito migliaia di
libri e intervistato tutti i più importanti scrittori del suo tempo,
e nel 1987 ha fondato un premio letterario (Book of Year Award),
subito molto ambito. Ammiratore di Graham Greene, autore già di 5
romanzi tra gli anni '70 e i primi anni '80 (Marshmallow Pie è il
primo), dagli anni '90 ha scoperto il fascino delle biografie e ne ha
scritte 7 (comprese quelle di David Niven e Joan Collins), ottenendo
lusinghieri giudizi critici e un enorme successo di pubblico.
L'ultimo suo libro è uscito nel 2007. All'età di 72 anni, il 13
giugno 2015 è morto per un tumore al fegato.
Graham Lord
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