domenica 18 settembre 2016

Nathaniel Hawthorne e i suoi ingombranti antenati

Nell'introduzione al suo primo e più famoso romanzo, The scarlet letter (La lettera scarlatta), un breve scritto intitolato The custom house (La dogana), Nathaniel Hawthorne tratta della storia e delle tradizioni del New England puritano e, con comprensibile imbarazzo, delle malefatte dei suoi antenati, che non nega o sminuisce, assumendosene anche tutta la responsabilità per quanto possibile.
La prima edizione di The scarlet letter 


Altre edizioni antiche

Nathaniel Hawthorne (1804-64) da giovane

Hawthorne, infatti, era convinto che sulla sua famiglia gravasse una maledizione divina per effetto della malvagità di due suoi antenati, William e John Hathorne, il primo fondatore del ramo americano della famiglia, giunto nel Nuovo Mondo dall'Inghilterra con la nave Arabella nel 1630, e il secondo suo figlio, nato nel 1641 a Salem, una cittadina del Massachusetts non distante da Boston.
Le posizioni di Salem e Boston sulla East Coast

William Hathorne, puritano integralista, fu uno spietato persecutore dei pacifici quaccheri, la cui unica colpa consisteva nel praticare la reciproca tolleranza tra confessioni, facendoli imprigionare e frustare in pubblico, comprese le donne. Approfittò anche della sua posizione di magistrato (una carica elettiva) per acquisire proprietà confiscate ai condannati, fino a diventare un possidente fondiario molto ricco. John Hathorne continuò le attività del padre, in modo decisamente spregiudicato, ingigantendo ulteriormente le sue ricchezze. Si sposò solo a 33 anni, con una ragazza di 14, figlia di una coppia di quaccheri che era stata costretta a fuggire in seguito alle persecuzioni di Hatorne stesso. La coppia ebbe sei figli, di cui cinque maschi che diventarono tutti capitani di marina mercantile. Infatti, una parte delle ricchezze di Hatorne era investita in navi, in un molo privato e nell'attività di distillazione di liquori, che vendeva un po' dappertutto.
Il porto di Salem in un quadro del XVIII secolo

Di pari passo con gli affari, conduceva l'attività politica. Nel 1692 rivestiva la carica di magistrato ma non fu inizialmente coinvolto nella vicenda del processo alle streghe di Salem, ma poi fece di tutto per entrare nel collegio giudicante, che all'epoca svolgeva anche la funzione requirente.
Sono stati versati fiumi di inchiostro su questo processo, l'ultimo del suo genere nella storia americana, sul web si possono leggere centinaia di documenti al riguardo, la vicenda ha ispirato anche il dramma The crucible (Il crogiuolo) di Arthur Miller e un film con lo stesso titolo, arrivato in Italia come La seduzione del male, diretto da Nicholas Hytner e interpretato da Daniel Day-Lewis e Winona Ryder. Non è dunque il caso di trattarne in questa sede: basta ricordare che, sulla sola base delle “testimonianze”, poi risultate completamente inventate, di alcune adolescenti e bambine in preda all'isterismo (che si presume dovuto principalmente allo stato di repressione sessuale in cui erano state educate), furono messe a morte 20 persone appartenenti a famiglie tra le più stimate della zona: diverse donne, mogli e madri di famiglia, con l'accusa di aver praticato riti satanici; ma anche alcuni uomini loro parenti, rei soltanto di aver manifestato pubblicamente il proprio dissenso verso i metodi della Corte e contro le sentenze.
John Hathorne, in questo quadro, è l'uomo in piedi sullo scranno, a sinistra in alto




Immagini e illustrazioni di varie epoche dedicate al processo alle streghe di Salem del 1692

Le trascrizioni degli interrogatori, ancora conservate, mostrano chiaramente come i giudici partissero già dal pregiudizio che qualunque imputato fosse colpevole. Le domande insistono sempre sugli stessi punti, spaccando il capello in quattro, non per dimostrare qualcosa, ma solo per indurre l'imputato a contraddirsi, pure su questioni secondarie o insignificanti, per poi attaccarsi a questo per screditarlo pubblicamente sostenendo che è un bugiardo. La totale infondatezza di qualunque accusa appare più che evidente dalle risposte degli imputati, ma solo alle persone di buon senso.
Anche il medico e predicatore Cotton Mather, che con i suoi infuocati scritti sul tema dell'esposizione della gente alle insidie demoniache aveva letteralmente scatenato la caccia alle streghe nel Massachusetts (solo nella zona di Salem, negli anni precedenti, 17 persone erano state messe a morte per stregoneria), consultato come consulente al processo, trovò che questo fosse condotto in modo assurdo e per nulla regolare, ed esortò ripetutamente i membri della Corte a darsi una regolata, senza tuttavia trovare ascolto.
Cotton Mather (1663-1728)

Di tutti i giudici, John Hathorne fu sicuramente il più feroce. Negli anni successivi alle esecuzioni (visse fino al 1717), mentre tutti gli altri finirono per riconoscere di aver esagerato e fecero pubblicamente ammenda dei propri errori, non mostrò mai il minimo segno di pentimento per aver mandato a morte 20 innocenti.
Anche se alcuni storici moderni sostengono che in realtà Hathorne sia divenuto nel tempo una sorta di capro espiatorio, proprio per via del suo mancato pentimento, senza però che si sia comportato peggio degli altri, altre ricerche sembrano indicare un aspetto della sua personalità ancora più spregevole. In pratica, dopo le esecuzioni, Hathone avrebbe brigato in tutti i modi per acquisire a prezzo di realizzo le proprietà dei condannati, in molti casi riuscendoci: la sua spietatezza sarebbe nata dunque non dal fanatismo religioso ma un calcolo opportunistico, dalla volontà di arricchirsi (sebbene fosse già un uomo ricchissimo) sulla pelle degli imputati.
La fortuna degli Hathorne finì con lui. I suoi discendenti sembrarono successivamente perseguitati dal destino, tra morti premature, lunghe malattie e invalidità, rovesci finanziari e perdita di proprietà.
Un pronipote che era diventato capitano di marina, Nathaniel Hathorne, morì di febbre gialla durante un viaggio in Suriname, nel 1808. Suo figlio, che portava lo stesso nome, compì studi letterari laureandosi al Bowdoin College di Brunswick, dove divenne amico del futuro presidente degli Stati Uniti Franklin Pierce. Grazie a questa amicizia, ottenne un impiego da funzionario doganale a Boston nel 1839, e poi da dirigente alla Dogana di Salem nel 1846. 
il palazzo della Dogana di Boston

La posizione della Dogana di Salem nel porto

Tuttavia, i dirigenti pubblici erano soggetti al meccanismo dello spoil system, che esiste ancora oggi, e fu licenziato dopo le elezioni presidenziali del 1848. Due anni dopo pubblicò il suo primo romanzo, The scarlet letter, in cui narra la storia di una ragazza madre nella Boston ottusamente puritana del 1642; un anno dopo, pubblicò The house of seven gables (La casa dai sette abbaini) incentrato sulla vicenda di una famiglia su cui grava un'antica maledizione dopo che un antenato ha fatto condannare a morte un vicino per appropriarsi delle sue terre.
Il frontespizio dell'edizione originale di The house of seven gables

Una copia del libro attualmente in vendita su ebay a 999 dollari

Pur avendo pubblicato diversi altri libri, la sua fama postuma di autore tra i maggiori dell''800 americano, è legata soprattutto a questi due (anche se è autore di molti importantissimi racconti). La critica sottolinea che si tratta comunque di opere molto complesse, piene di allegorie e simboli che l'autore utilizza per sondare gli strati più profondi della psiche umana. Ma la scelta dei soggetti e l'andamento delle trame non lascia molto spazio all'interpretazione di come la pensasse sul conto dei suoi antenati.
Non a caso, anche se la spiegazione è solo ipotizzata e non provata, al momento di pubblicare il primo libro, modificò il proprio cognome da Hatorne ad Hawthorne, come a prendere le distanze da loro.
Le sue opinioni personali in materia religiosa non sono state mai chiarite, forse era addirittura un agnostico (anche se il termine è stato coniato da T. H. Huxley dopo la sua morte); in ogni caso, sua famiglia finì anche per abbandonare definitivamente il puritanesimo. Dal suo matrimonio con la pittrice Sophia Peabody nacquero tre figli: Una, Julian e Rose. Dopo la scomparsa dei genitori (Hawthorne morì nel 1864, la moglie nel 1871) divennero tutti e tre cattolici. Le due figlie, anzi, entrarono addirittura in convento: Una, nel 1877, poco prima di morire per effetto della malaria; Rose, nel 1888, dopo essere rimasta vedova.
Hawthorne negli ultimi anni di vita

Sophia Peabody Hawthorne (1809-71)

Una (1844-77), Julian (1846-1934) e Rose (1851-1926) Hawthorne da ragazzi

Nel corso degli oltre tre secoli successivi, nonostante le dispute sul processo del 1692, a Salem si sono celebrati non pochi matrimoni tra discendenti dei giudici e discendenti dei condannati.


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